00 15/12/2005 08:45

Quando antico e moderno si confondono


Vanno alla ricerca del paradiso perduto, della pietra filosofale, della ricchezza e della vita eterna. Sono veri e propri stregoni da laboratorio. Sono i moderni alchimisti, superscienziati e maghi alle soglie del Duemila.


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La scena si svolge in una vecchia casa dell'hinterland milanese. Da una parte il celebre giornalista televisivo Giorgio Medail, che sta girando la videoinchiesta "Italia misteriosa", dall'altra un normalissimo professionista del capoluogo che chiede tassativamente di non essere ripreso in viso. L'uomo sta lavorando davanti ad un tavolaccio coperto di alambicchi, fornelli e provette. E sta versando del liquido in un crogiolo. Passa qualche minuto e la mistura si solidifica ed assume l'aspetto di un mattoncino. E il metallo grezzo sembra trasformarsi in oro!


I NEOALCHIMISTI
Questa vicenda, ripresa in video da Medail ed in seguito raccontata nell'interessante volume "Italia misteriosa" (Editoriale Albero, 1987), ripropone un sogno ed un interrogativo che da millenni tormenta l'umanità: è possibile alterare la materia, trasmutare in puro l'impuro rendendolo immortale? In altre parole, si può conquistare la vita eterna?

Questo è lo scopo perseguito da millenni dai seguaci della "scienza ermetica", dai folcloristici stregoni del Medioevo sino ai moderni neoalchimisti.

Alchimia è una parola araba di origine egizia. Letteralmente significa "terra nera", che era il nome della Valle del Nilo ove, secondo la tradizione, questa antica conoscenza sarebbe stata svelata agli uomini dal dio Toth.

L'alchimia era detta anche arte ermetica, perché in seguito insegnata dal mitico Ermete Trismegisto (un sapiente identificato volta per volta con Thot o con il dio greco Hermes); essa risale ufficialmente al IIIº secolo d.C., quando cominciano a comparire in Oriente e nel Mediterraneo i primi scritti sull'Arte Regia, un'arte ritenuta nobile in quanto insegnava ai suoi seguaci a dirozzare il proprio spirito, riportandolo alla purezza originale, di origine divina.

Da sempre gli alchimisti hanno considerato la propria dottrina una scienza sacra, l'unico sistema sicuro per accedere alle conoscenze dell'universo. L'immagine diffusa dell'alchimista che in laboratorio trasforma il metallo "vile" (in genere il piombo) in oro è piuttosto una metafora della trasformazione dell'anima che, slegandosi dalla concezione materialistica (vile) della vita, si purifica ascendendo al cielo, ovvero all'oro.

Al di là della facile immagine dello scienziato pazzo che salta in aria con tutto il laboratorio o che vende l'anima al diavolo in cambio della giovinezza, i veri alchimisti, allora come ora, cercano la purificazione spirituale. Credono che l'anima del mondo sia l'energia naturale delle cose. E ritengono che sia possibile utilizzare simili energie, "un'armonia benigna che consente a tutte le cose di animarsi", per portare a termine la "Grande Opera alchemica", che consiste nel "dare un corpo fisico allo spirito naturale, appropriandosi di quell'occulto cibo, l'anima del mondo, che tutto fa vivere". In parole molto semplici, gli alchimisti ritengono, in tutta umiltà, che padroneggiando le energie dell'universo si possano acquisire poteri divini!

Una simile convinzione non è affatto frutto di orgoglio o di brama di potere. Gli alchimisti si dicono sicuri che solo chi ha un cuore puro può sperare di portare a termine la Grande Opera (che di fatto è una specie di riconquista del paradiso perduto). Per tutti gli altri non c'è speranza: morte e follia sono le conseguenze ineluttabili. Per questo motivo, negli antichi testi medievali, l'alchimia veniva raffigurata con un'immensa montagna piena di strade e labirinti. Tutti potevano accedervi ma pochissimi riuscivano ad arrivare sino in cima senza perdersi.

E la maggiore difficoltà, allora come ora, era data dal "secretum" , ovvero dal vincolo di segretezza che obbliga gli alchimisti a non rivelare assolutamente al profano i propri segreti, come pure a tramandare le proprie conoscenze attraverso simboli ed alfabeti incomprensibili ai non iniziati. Anche Medail, nel corso della sua inchiesta sui moderni alchimisti, se ne è dovuto rendere conto, commentando: "Trovarli fu difficile, convincerli a parlare un'impresa quasi disperata. Eppure mi era stato detto che a Milano, la città più europea e moderna d'Italia, operava un piccolo gruppo di individui che praticava seriamente l'alchimia. Uomini di primo piano, ai vertici di aziende, in posizioni di grande prestigio. Gente simpatica e gioviale quando si parlava del più e del meno e invece serissima e guardinga quando il discorso scivolava sull'alchimia".


I ROSACROCE
Attualmente esistono al mondo diverse organizzazioni pubbliche, ma con livelli di conoscenza riservati a pochi, che vantano una discendenza dagli ermetisti medievali o post-rinascimentali. Come nel caso dei rosacrociani, che si ricollegano ad una società esoterica tedesca del XVIIº secolo, che nel 1614 aveva pubblicato un manifesto alchemico intitolato "Fama fraternitatis". Con questo scritto il gruppo segreto auspicava una rigenerazione del mondo in chiave mistica e racconta la vicenda, forse reale e forse favolistica, di Christian Rosenkreutz, un viaggiatore particolarmente addentro nella magia. Gruppi di rosacroce sono sorti all'inizio del secolo in Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti. I tre principali sono l'A.M.O.R.C., l'Ordine di Oceanside ed il Lectorium. Tutti venerano un dio impersonale, praticano la magia e l'alchimia e si dedicano allo studio dell'esoterismo. In totale, raccolgono alcune centinaia di migliaia di seguaci. L'A.M.O.R.C. è nato a S.Josè in California nel 1915 grazie al pubblicitario H.Spencer Lewis. Dispone di un tempio di tipo egizio, un planetario, una pinacoteca, una biblioteca ed un'università alchemica. Con 65000 adepti in tutto il mondo, esso propone una filosofia molto semplice: ricerca dei misteri del tempo e dello spazio, sviluppo della volontà, dell'intuizione e della coscienza. Il tutto condito da magia e misticismo estatico. Entrare nell'A.M.O.R.C. non è affatto difficile. Basta versare una modica somma per cominciare a ricevere via posta le prime lezioni di alchimia...

Altro gruppo attivo in Europa è il Lectorium Rosacrocianum, un ordine mistico di origine olandese basato sullo gnosticismo e fondato nei primi anni '70. Infine l'Ordine di Oceanside, sorto in America nel 1865, ritiene che sia possibile curare molte malattie mettendo in pratica una serie di insegnamenti filosofici tratti dalla Bibbia e dall'astrologia.


I TEMPLARI DI S. FERDINANDO
In Italia l'insegnamento alchemico continua attraverso l'opera di Rocco Zingaro di S. Ferdinando, gran maestro e precettore dell'Ordine Templare. I templari, per la cronaca, erano un potente gruppo di cavalieri medievali che, durante le crociate, cercavano di liberare il tempio di Gerusalemme dai saraceni. Di questi intrepidi guerrieri si dice che, in seguito a contatti esoterici con gli alchimisti d'Oriente, possedessero il segreto della pietra filosofale e del Santo Graal. I loro discendenti, non da meno, custodirebbero come "secretum" l'ubicazione dell'arca di Mosè (contenente le Tavole della Legge di Dio) e rivendica l'assoluta originalità del gruppo. "L'Ordine Supremo del Tempio di Gerusalemme", dichiara Zingaro, "non ha nulla a che vedere con le numerose branche di pseudotemplari, molto spesso sorte per iniziativa di privati dai nomi fantastici, incappucciati che utilizzano oscure formule esoteriche".

Ma se i gruppi ermetici si limitano a custodire antiche quanto pesanti eredità esoteriche, gli alchimisti "singoli", quelli cioè che operano isolatamente, vanterebbero conoscenze a dir poco eccezionali. Oltre ad essere al corrente di nuove fonti di energia (avrebbero conosciuto la fissione e la fusione nucleare sin dal XIXº secolo), disporrebbero della panacea universale, un farmaco in grado di guarire ogni male, della pietra filosofale, che tramuta gli oggetti in oro, e persino dell'oro liquido mercuriale che, se bevuto, conferirebbe l'immortalità!

Non sappiamo quanto ci sia di vero in queste storie. Lo scrittore Louis Pauwels, che ha studiato a fondo la materia, ha dichiarato: "Gli alchimisti moderni affermano di avere ottenuto nuovi elementi chimici ed in quantità rilevante. Uno di loro, tale Fulcanelli, avrebbe estratto da un chilo di ferro venti grammi di una sostanza nuovissima, le cui proprietà chimiche e fisiche non corrispondono a nulla di conosciuto. I nostri alchimisti si trovano dunque in possesso di un certo numero di elementi sconosciuti in natura". E Armand Barbault, alchimista dichiarato, ha confermato: "Dopo dodici anni di lavoro ho creato un solvente dell'oro e l'ho dissolto in polvere. Si tratta di oro potabile estratto dalla rosa, capace di guarire le malattie virali e del sangue (quindi anche l'A.I.D.S., n.d.A.) e di ricostruire le cellule. Ne ho fatto otto provette differenti e ho preso contatto con un laboratorio farmaceutico tedesco, il Walla Helmittel di Stoccarda, che distribuisce il mio preparato ai medici per esperimenti. Con esito positivo..."


FULCANELLI
Quanto al segreto dell'immortalità, francamente difficile da accettare, ne sarebbe stato al corrente il già citato Fulcanelli. Con questo pseudonimo un ignoto quanto dottissimo alchimista pubblicò, nel 1926, il libro "Il mistero delle cattedrali", in cui si sosteneva che i simboli e le raffigurazioni che istoriavano le chiese gotiche, costruite dai muratori alchimisti, altro non erano che precisi codici ermetici lasciati su "libri di pietra".

Autore anche dell'importante "Le dimore filosofali", Fulcanelli avrebbe avuto come discepolo il francese Eugène Canseliet. Quest'ultimo, utilizzando la polvere di proiezione ricevuta dal suo maestro avrebbe trasformato in oro cento grammi di piombo. L'esperimento sarebbe avvenuto nelle officine di Sarcelles, davanti all'alchimista Jean Julien Champagne e al chimico Gaston Sauvage.

Canseliet non ha mai confermato questa vicenda, come pure non ha mai voluto rivelare né il nome del suo maestro né la natura della misteriosa polvere magica ricevuta. In compenso, ha confessato di avere conosciuto Fulcanelli quando quest'ultimo aveva ottant'anni e di averlo rivisto trent'anni dopo con l'aspetto di un cinquantenne. A conferma del fatto che il vecchio alchimista avesse scoperto il segreto dell'immortalità!


STREGONI DELL'ERA ATOMICA
Ma se questi racconti sono difficili da accettare, si finisce in piena fantascienza leggendo le affermazioni dello scrittore Peter Kolosimo nel libro "Polvere d'inferno" (Mondadori): "Esistono due correnti alchemiche fondamentali. Quella classica, che si sforza di sviluppare gli aspetti spirituali dell'arte sacra e che ha avuto diversi rappresentanti in Francia con Eugène Canseliet, Cyliani, Claude D'Ygé e Auriger. E c'è quella di laboratorio, segretissima, che utilizza tecniche moderne e che si serve di universitari che lavorano nei laboratori di Berkeley, Praga, New Delhi, Tokyo e Parigi..."

Come dire che i veri alchimisti, sotto mentite spoglie, lavorano in mezzo a noi...