Sensali di Lot

L'angolo dell'Elfica Poetessa, lady Arimatea

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    Seliman
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    Età: 55
    veterano del forum
    00 15/03/2006 17:07
    Che dire?

    Buon lavoro!

    Che questa discussione sia presto popolata dai vostri splendidi versi.

    ~Seliman~
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    Arimatea
    Post: 1.142
    Età: 40
    veterano del forum
    00 15/03/2006 23:08

    Accidenti, la spilla e ora anche la discussione..

    Che dire, mi sento come una piccola ballerina a cui vengano regalate le prime scarpette.

    Grazie [SM=g27998]



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    Valkiriay
    Post: 207
    ospite del forum
    00 17/03/2006 18:26
    Felicitazioni
    ve lo meritate mia cara..instancabili mani d'elfa le vostre che modellano l'aere vibrante d'armoniose parole...spero sia sempre wokì sul vostro cammino e libertà per il vostro cuore...
    .´¯'°¤.¸ Folletto Iridato ¸.¤°´¯'¸
    .´¯'°¤.¸Poeta e Ritrattista ¸.¤°´¯'¸
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    Arimatea
    Post: 1.142
    Età: 40
    veterano del forum
    00 26/03/2006 15:42
    Chiusa: da Sir Gobelin a Lady Boccadirosa, scudiero dei Mercenari
    Ringrazio Seliman per lo schemino, da me subito rubato.

    Committente: Sir Gobelin
    Incontro col committente: Svolto
    Destinatario: Lady Boccadirosa, scudiero dei mercenari
    Tipo composizione: Componimento in prosa
    Pagina grafica richiesta? No
    Consegna privata? No
    Consegna anonima? No
    Monete: 500
    Stato commissione: Chiusa. Testo consegnato, monete ricevute.

    Mi è stato richiesto un componimento in prosa, senza fronzoli e per nulla sdolcinato, per una dama combattiva e testarda.
    Un dono da consegnare in maniera eclatante, di sera, di fronte a tutti. Tremo.
    Una bella storia, quella che il Messere mi ha raccontato. Sono subito all'opera.

    Testo:

    Il clangore di mille battaglie, la folle eco di grida lontane, non sono in grado, non più, di provocare tutto questo. E' forse il mio cuore che pulsa impazzito, contorcendosi ansante sotto la pelle?
    Forse che io abbia ancora un cuore? Non più. Simile a un dardo scoccato da presso, voi siete penetrata in lui, violenta, devastandolo. Egli non è più capace di darmi sangue e vita, ma solo una continua, ripetuta, tormentata morte. E' la distanza, l'ossessione, le notti passate a cercarvi tra lenzuola vuote e scomode.
    Crudele, avete compiuto un tale maleficio nel tempo di un sospiro.
    Siate maledetta, o per sempre amata! Voi, brivido lungo la schiena in una notte estiva!
    Non parlerò, non a voi, di sospiri e chiar di luna, sebbene il respiro si spezzi alla vostra visione ed ella, maestosa, sembra esser stata posta in cielo solo per gettar luce sui vostri passi nelle notti che, viscide ladre, vi vedono allontanare da me.
    Come avete potuto?
    Nient'altro che donna, mi avevate chiesto lezioni d'arme. Ed io, maestro, son stato condannato alla più crudele delle gioie. Già ardeva in voi la furia della battaglia, gemella a quella della vera passione. Con determinazione e ferrea volontà avete superato i limiti imposti dal fragile corpo.
    Il vostro sorriso, lampo feroce tra labbra perfette. Come la luna, avete risvegliato un ardore che, sotto la pelle, attendeva da tempo fingendosi assopito.
    Chi è il lupo? E chi l'umano?
    Lama che danza di luce e di pioggia, desiderosa di specchiarsi nei vostri occhi febbrili, dove io stesso amo specchiarmi.
    Camminate, e sotto i vostri piedi fioriscono sentimenti contrastanti. I damerini, inutili, non apprezzeranno la mancanza di sciocchezze e smancerie, la serica flessuosità del predatore che vi vedrà scendere in battaglia. La più sensuale delle danze sarà quella della guerra e voi, vestita di sangue e polvere, regina, vi mostrerete splendida e terribile, come vi vedo io.
    Come la rosa che avevo osato donarvi, segreta e delicata, stillate sangue e ardore da un'anima che non può che lasciarsi andare a sogni proibiti. Sogni di lunghe strade polverose percorse assieme, contro il sole. Sogni di infinite notti condivise.
    Che tutti sappiano, non v'è nulla da celare!
    Mia e non di altri, non ho intenzione di condividervi o perdervi.
    Mia. Come voi stringete tra dita sottili una spada ed un cuore ormai perduto tra le fiamme.

    [Modificato da Arimatea 31/03/2006 23.50]




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    Arimatea
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    Età: 40
    veterano del forum
    00 29/03/2006 12:50
    Chiusa: da Lady Adelasiax a Sir Catetos
    Committente: Lady Adelasiax
    Incontro col committente: Svolto
    Destinatario: Sir Catetos
    Tipo composizione: A mia scelta
    Pagina grafica richiesta? No
    Consegna privata? Si
    Consegna anonima? No
    Monete: 500
    Stato commissione: Chiusa, testo consegnato, monete ricevute.
    Testo:

    Questa sera tutto sembra parlare di voi.
    E' la Luna, che pigra spia da un cielo complice.
    E' vento tiepido, primaverile, foriero di nuova vita.
    Mai davvero morta, solo dormiente, l'erba attendeva
    sotto neve bianca, pura, scintillante.

    Così attendo io, il cuore colmo di placida gioia,
    alle finestre nelle ore infinite della solitudine.
    Non mai disperazione, solo quieto tormento
    che freme dolciastro, nascosto nel petto.

    Stormi di rondini i pensieri che, liberi,
    si librano nell'oceano immenso dei ricordi,
    negli stagni assolati della fantasia.
    E' l'ora del ricordo, l'ora dell'attesa.

    Timida straniera giungevo in queste terre
    temendo la desolazione dell'esistenza vana.
    Voi eravate già lì, dono del cielo,
    a tendermi le mani, appiglio sicuro.

    Quattro mura divennero luogo d'incanto
    accogliente, caldo, secondo a nessuno.
    Gioirei in una reggia quanto nella vostra dimora?
    Ma cos'è poi una dimora?

    Ovunque io gioirò, poichè il luogo del sogno,
    il luogo della quiete, dell'amata vicinanza,
    di more e di fragole, è solo con voi, ovunque.
    Tra le vostre braccia.

    Non esiston parole più semplici,
    più vere, migliori, potenti.
    Io vi amo.

    [Modificato da Arimatea 30/03/2006 13.47]




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    Arimatea
    Post: 1.142
    Età: 40
    veterano del forum
    00 30/03/2006 10:08
    Chiusa: Da Lady Fanilea a Lady Serenityx

    Committente
    : Lady Fanilea
    Incontro col committente: Svolto
    Destinatario: Lady Serenityx, Cancelliere della Masseria
    Tipo composizione: Versi liberi
    Pagina grafica richiesta? Si
    Link alla pagina grafica:
    Artista: Fanilea
    Consegna privata? Si, consegna il cliente
    Monete: Nessuna, visto che così mi è stato concesso.
    Stato commissione: Testo pronto, da consegnare.


    Versi per una Vampira, figlia della Collega Fanilea, nel giorno in cui nacque alla vita mortale.
    Non so come sia finita, ma nel momento in cui chiudo il primo aprile è passato da un po'.

    Testo:

    Quale coltello dalla lama tagliente
    voi prosperate nelle pieghe dell'ombra
    nel dolciastro oblio della vita mortale.
    Tacete, e la notte pare tacere con voi,
    gelida brezza, il salmastro profumo
    di un immaginario mare lontano.

    Dimenticata? Mai.
    Perfetta incarnazione della sera,
    la sera stessa vive in voi,
    vi scorre nelle vene,
    altrui vita vermiglia.

    Altera, vestita di tenebra,
    l'eleganza di un candido giglio.
    I meriti riconosciuti,
    traguardi raggiunti,
    un talento mai soffocato
    da una vita senza sole.

    Forse questo giorno
    nulla vi porterà alla mente,
    voi che tendete le braccia al cielo
    trapunto di stelle distanti.

    Vi ho chiamato figlia.
    Lo sguardo s'inebria di voi
    e non posso che augurarvi
    placide notti di solo piacere,
    brame esaudite da un cielo benevolo,
    splendido frutto di un crepuscolo
    destinato a non morire.

    [Modificato da Arimatea 03/04/2006 21.26]




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    Arimatea
    Post: 1.142
    Età: 40
    veterano del forum
    00 31/03/2006 10:49
    Resoconto fasullo - [Sensali di Lot] Un simposio di sedicenti letterati.
    Felìcitas, mio fedele lettore, e benvenuto.

    Voi che, ancora una volta, metterete a nudo la mia anima con un solo sguardo all'inchiostro versato. Accomodatevi. Non ho molto da raccontarvi e non esiste un vero scopo per tutto questo, ma sarà un piacere scrivere per voi.

    Ieri notte mi ha vista, di nuovo, nelle ormai familiari vesti di qualcosa di molto simile ad un docente. Sono vesti che amo, perchè, guardando il volto di coloro a cui spiego quel poco che so, sento davvero di far qualcosa di prezioso. Mi piace sapere che loro troveranno aiuto, come l'ho trovato e lo trovo io. Aiutarci a vicenda in nome della conoscenza, qualsiasi essa sia. Non ve ne sono di più o meno nobili.
    Così sono arrivata in anticipo nello studio del Primo Sensale delle Arti Letterarie ed ho atteso. Atteso tanto che, quando qualcuno ha bussato, per poco non ho battuto la testa alla scrivania. Ero caduta in un profondo stato di meditazione. Era Aerin, e, sebbene fosse sola, ho sorriso. Dialogare con lei è sempre molto stimolante.
    Stavo per iniziare a spiegarle qualcosa della nostra amata Bacheca, quella che amiamo imbrattare giornalmente, quando è arrivata Merrie. Di nuovo ho sorriso, eravamo quasi tutti.
    Così, seguendo il testo di una lezione vergata in maniera minuziosa e quasi eccessiva, ho parlato con loro, spiegando di sezioni, cartelle e documenti e, soprattutto, della cosa che mi premeva di più: essendo questa superficie un prezioso strumento per tutti noi, è necessario leggere spesso e apportare i nostri contributi: idee, opinioni, osservazioni, informazioni. E, inutile dirlo, non dedicarsi soltanto agli argomenti divertenti, che pure abbondano.
    Ma, fedele lettore, non crediate che siano stati momenti noiosi; poco dopo l'inizio, infatti, è arrivato ad allietarci con la sua deliziosa compagnia il piccolo Valkiriay, che come sempre ha trovato porto sicuro sulla mia spalla. Abbiamo parlato, l'ho invitato a conoscere il mio nuovo, esuberante coinquilino. Sono certa che ne sarà entusiasta quanto me.

    Finita la lezione, non essendoci dubbi da chiarire, ho consigliato alle Sensali quello che gli Antichi chiamavano ozio letterario. Lontane da attività materiali, avremmo potuto liberare il pensiero e trovare nuova ispirazione.
    Così abbiamo iniziato a parlare: di ciò che ai nostri occhi appare rivestito di bellezza, di cosa si nasconda dietro la parola Amore. Pareri discordanti espressi in maniera costruttiva: è solo ricchezza per chi attende ogni sera le parole della Musa.

    Il discorso si è in qualche modo interrotto quando è arrivato il legittimo proprietario dello studio. Si è accomodato, io ho lasciato la scrivania, poco dopo il nostro caro Folletto ha preso la via di casa.

    Lo ammetto, fedele lettore, sono preoccupata per Seliman. Non per quello che gli è capitato, non per le minacce e neanche per le sue nuove esigenze. Ero convinta, però, che un anima tanto profonda, seppur poco mostrata, non avrebbe facilmente lasciato scivolare via l'umanità che sola porta a determinati risultati. Entusiasta dalle sue nuove esigenze nutritive, esaltato dai cambiamenti fisici subiti, egli non fa che parlare di prede, a volte in maniera imbarazzante. Sono discorsi delicati. Ricordo la mia amica R., colei per cui sono qui. Anch'ella morta e risorta nella morte, forse fin troppo castigata, non amava parlare di tutto questo.
    E così il nostro poeta mi pare più vicino alla Bestia che all'Uomo, e questo è un rischio perchè la Bestia non crea, distrugge soltanto, perchè la Bestia non ha tempo per l'arte, ma soltanto per mangiare e sopravvivere. I miei consigli son presi per gelosia, ma lascio che chiunque pensi quel che preferisce: non dico che la verità quando affermo che alcune creature sono pericolosissime per un Vampiro.

    Mi sono spostata verso la finestra ed alle Sensali sono state richieste informazioni sui compiti svolti e da svolgere. Non riceveranno la piuma se non saranno in grado di portare spesso agli occhi di tutti, nelle Bacheche ducali, risposte degne di una seconda lettura. Concordo.
    Non riceveranno la piuma se non saranno in grado di procurare una preda al Primo. Ecco ciò di cui parlavo.
    Entrambe si sono mostrate particolarmente reticenti. Io?
    Io ho già fatto le mie promesse in privato, chi deve sa già.
    Siamo passati a parlare di acquisti. Seliman si chiedeva cosa avrebbe dovuto cercare nei prossimi tempi. Merrie l'ha solo sussurrato, ma la Dea mi ha permesso di sentirla. Un paletto appuntito. Fortuna volle che bé l'Uomo né il Vampiro avranno mai i finissimi sensi di una creatura nata in perfetta comunione con la natura.
    Io ho consigliato lenzuola di raso. Mi è stato risposto che ormai è consuetudine dormire con i soli canini.
    Forse felice di com'era andata la serata, il Vampiro ha chiesto un resoconto a Merrie. Nel frattempo era scoccata la mezzanotte ed io, seduta assieme agli altri, avevo iniziato a trascrivere gli auguri per i cittadini. Sorridevo e la piuma scivolava sulla pergamena: la Fata pareva reticente, quasi che le fosse stato chiesto di sollevare uno di quei curiosi animali grigi dalle orecchie enormi e dal lungo naso a forma di tubo. Il compito è dunque passato ad Aerin, quindi di nuovo a Merrie e, infine, non si capisce perchè.. eccomi qui a vergare un terzo resoconto, pergamena ed inchiostro spesi soltanto per la gioia di chi potrà arrivare fin qui.
    Tra loro ci siete anche voi, fedele lettore. Sorrido, allora, nulla è vano, mai. Perchè amo anche voi, come amo le stelle e l'erba, come amo la pioggia e chiunque cammini con me.

    L'ora era tarda, ci siamo allontanati dallo studio, ma, sulla porta, ho ricordato qualcosa. Così sono tornata alla scrivania, e ciò che ho detto al Primo non sarà di interesse per nessuno.

    Che sia una splendida giornata.



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    Arimatea
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    Età: 40
    veterano del forum
    00 30/04/2006 12:31
    Le case bruciano eccetera, come ieri sera raccontavo a qualcuno.

    Lascio qui i miei appunti, nella speranza che siano ben custoditi e che, in caso di sciagure, io possa venire a recuperarli.

    Testo generico per la bacheca.

    .•**•.¸ ¸.•**•.¸ ¸.•**•.¸


    Sussurrerò parole ardite,
    non sarà che una carezza
    in una notte d'inverno.

    Mutevole come acqua,
    scivolerò e lascerò scivolare,
    colmando il gelido, sterile vuoto
    d'un silenzio accecante.

    Sussurrerò d'amore e sogni,
    d'incanti svaniti e promesse infrante,
    di passione, ira o placido sonno.
    Ombre e solitudine,
    legami e giuramenti.

    Vi sussurrerò dall'ombra,
    tendendovi la mano.

    Lasciate che io parli per voi,
    riposate all'ombra del mio inchiostro,
    vivete con me lo stupore della Parola.


    ¸.•**•.¸ ¸.•**•.¸ ¸.•**•.¸

    E pensieri sparsi per colui che son solita chiamare Biancospino.
    Esiste davvero?

    La sua voce è puro cristallo.
    Uccide, innocente, la volontà mia.

    Le sue catene oro ed incanto,
    competono in valore con la libertà.

    Sua necessità il cielo soltanto.
    Egli, che tesse il silenzio in fili d'argento.

    [Modificato da Arimatea 30/04/2006 12.34]




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    Arimatea
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    Età: 40
    veterano del forum
    00 13/05/2006 13:39

    Versi sciolti per l'Elfo HaerDalis, il pegno per una scommessa persa.
    Invero, mi sembra quasi d'averla vinta, soprattutto dopo aver visto un sorriso fiorire sul suo volto affilato.

    Tra fili sottili d'acqua e di prato
    riposan taglienti luci del ghiaccio più puro.
    Mistero insondabile, di vanità abbigliato
    e perfetta cortesia, la grazia del lauro.

    All'arme la vita, ma d'eleganza le braccia,
    pur tra sangue e lame, son drappeggiate.
    Non parlerò, a chi già sa, del garbo
    imperituro del tempo della quercia.

    Sentieri vi riportano ove a lungo giaceste
    sotto stelle note ed ignoti volti.
    Lontani gli amori di tutta una vita;
    ritroverete mai il lampo screziato di verde?

    Canto ed ignoro.
    Io sorrido al vento tra le foglie.
    Non ha la dolcezza del vostro nome
    né l'armonia del vostro passo.



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    Arimatea
    Post: 1.142
    Età: 40
    veterano del forum
    00 22/05/2006 14:19

    Il messaggio che ho preparato per l'affissione in Bacheca Mercatino in concomitanza col servizio di ricezione ordini itinerante.

    L'ho messo qui perchè, in mancanza di altro, potete usarlo e personalizzarlo.

    -------------------

    [Sensali delle Arti Letterarie] Piume in viaggio, al vostro servizio

    ¤•.•¤•.•¤•.•¤•.•¤•.•¤•.•¤•.•¤•.•¤•.•¤•.•¤•.•¤•

    Felìcitas!

    I Sensali delle Arti Letterarie sono lieti di annunciare che tra non molto, //orario// dopo l'apice di Sol, vi attenderanno presso il //luogo// per ricevere, direttamente dalle vostre labbra, prenotazioni per le nostre opere.

    //Numero di clienti// clienti potranno rivolgersi a noi per richiedere la composizione di opere originali quali liriche, missive e testi di qualsiasi tipo e riguardanti qualsiasi argomento, o semplicemente per prenotare consegne anonime, decorazioni, fregi e correzioni per i propri componimenti.

    I Sensali saranno altresì lieti di appagare la vostra curiosità e di fornirvi informazioni sull'ampio spettro dei loro servigi.

    A nulla servirà replicare qui di seguito o spedirci missive.

    Venite a cercarci al //luogo//!

    //Firma ecc//

    ¤•.•¤•.•¤•.•¤•.•¤•.•¤•.•¤•.•¤•.•¤•.•¤•.•¤•.•¤•



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    Arimatea
    Post: 1.142
    Età: 40
    veterano del forum
    00 23/05/2006 16:39
    Chiusa: Lady Riddik, per se stessa.
    Committente: Lady Riddik
    Incontro col committente: Svolto
    Destinatario: Se stessa
    Tipo composizione: Componimento in prosa
    Pagina grafica richiesta? No
    Consegna privata? No
    Consegna anonima? No
    Monete: 300
    Stato commissione: Chiusa. Opera consegnata, monete ricevute.

    La cliente desidera che io, con un linguaggio barocco e immaginifico, la descriva. La storia di una Vampira, una teatrante che, come su un palcoscenico, muove passi incerti nella propria esistenza.

    TESTO

    La cliente desidera che non venga lasciata traccia del componimento nei nostri archivi e mi ha ringraziata definendomi una "strega delle parole". Decido di prenderlo come un complimento.
    Rispetto tale volontà ma, naturalmente, chi volesse dare un'occhiata può rivolgersi a me.

    [Modificato da Arimatea 28/05/2006 23.30]




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    Arimatea
    Post: 1.142
    Età: 40
    veterano del forum
    00 23/05/2006 19:59
    Chiusa: Da Lady Aeviel a se stessa.
    Committente: Lady Aeviel
    Incontro col committente: Svolto
    Destinatario: Se stessa
    Tipo composizione: Componimento in prosa
    Pagina grafica richiesta? No
    Consegna privata? No
    Consegna anonima? No
    Monete: 400
    Stato commissione: Chiusa. Opera consegnata, monete ricevute.

    La Dama desidera che io racconti la sua vita, che con intensità mi ha appena svelato. Una storia complicata e triste.

    TESTO


    Il tempo scivola, come acqua, tra le dita, non lasciando che sabbia e fango tra le pieghe della mente. Simili, i ricordi, si fanno sfuggenti e, mescolandosi all'inquieta fantasia, formano disegni grotteschi ed irreali.
    Che valore ha quello che è accaduto? Non è forse più importante ciò a cui la mia mente ha permesso di fiorire?

    Questa, Signori, è la mia storia.

    Tre soli amori, finora, hanno infiammato il mio animo: il padre, me stessa, l'essenza.

    Cuore di vetro e pelle e carne e sangue, semplicemente nacqui, non lontano da qui, poco più di venti anni fa, da padre e madre, come tutte le creature. Era un pigro pomeriggio d'estate, mi dissero, ed ecco che io giunsi a spezzare la flebile quiete.

    Non un grande evento, certo, non per gli altri. Mio fratello, su tutti, dominava l'attenzione dei familiari: una madre quasi invisibile nelle sue faccende domestiche ed un padre lontano, altrettanto perso nei suoi affari. Godetti di una discreta libertà fino agli anni della più dolce adolescenza.

    Ricordo un'infanzia simile al pomeriggio estivo che mi vide nascere; pigra, immobile, ipnotizzata dal sommesso ronzio di un'ape.
    Così io crebbi tra campi e polvere, spesso sola ma mai davvero sola, amante com'ero delle meravigliose storie che solevo raccontarmi. Un ramo ed eccomi cavaliere errante, i capelli neri splendenti sotto il sole. Una coroncina di foglie mi rendeva un'eterea principessa elfica, ed uno straccio sul viso un pirata pericoloso. A volte mi piaceva curiosare dove non dovevo, nonostante gli aspri rimproveri che sempre seguivano le mie bravate. Risalire il corso di un ruscello e perdermi nella sera, lontana da casa. Seguire sconosciuti ascoltando le loro storie di terre lontane.
    Fu proprio uno di loro, una sera, a raccontarmi di queste terre, le terre di Extremelot. Nicolaj, questo il suo nome, era un esule dal suo paese natio e tutto, in lui, aveva l'aspetto del furfante, dal sorriso sbilenco alla folta barba che gli ombreggiava le guance. Come una gazza ladra fui attirata dagli anelli d'oro che portava alla mano sinistra. Un simbolo, mi disse. Fu mio fratello a ritrovarmi, quella sera, mentre già ero in cammino con lo sconosciuto e fu mio fratello a riportarmi, urlante, a casa.
    Chiusa nella mia stanza, amare lacrime sul volto, quasi all'improvviso mi resi conto che quello non era che un preludio ad una vita che, ancora e ancora, mi avrebbe vista prigioniera di coloro che dicevano di amarmi. Poco più di dieci anni, allora, mi avevano vista affacciata in silenzio in contemplazione del solstizio d'estate.

    Mio padre. Bellissimo e terribile, tanto alto quanto severo, sempre impeccabile. Una luce nello sguardo che riusciva, al contempo, a raggelarmi e a farmi provare un amore incondizionato, eterno, disperato. Evan. Ancora oggi il suo nome, simile ad una lama, pare tagliare la luce, se pronunciato.
    Sempre chiuso nel suo studio, pareva, però, non ricambiare l'amore del suo piccolo ed inutile frutto. A conti fatti, ciò che egli considerava più importante di qualsiasi altra cosa erano le sue carte. Egli, letteralmente, viveva del passato, come se gli infiniti giorni gettati alle spalle da altrettanti tramonti superassero in valore qualsiasi futuro che, timidamente, soleva fare capolino ai primi raggi dell'aurora.
    Un antiquario, qualcosa del genere. Oggetti impolverati ed intoccabili. Non mi era naturalmente permesso entrare nella sua stanza, ma questo non ha escluso il fatto che io spesso e volentieri mi ci recassi. Amavo respirare il suo profumo e quello più acre dell'erba pipa che soleva fumare nei momenti di tranquillità; amavo seguire con un dito le strane statuette che talvolta comprava da uomini dalla pelle ambrata.

    L'essenza. Avevo ben presto capito che quello che siamo soliti chiamare "realtà" non è che un vago riflesso delle infinite possibilità. E' reale ciò che tocchiamo? O forse, ancor di più, quello che desideriamo e nascondiamo? La verità si cela nelle parole non dette, nei gesti mai compiuti.
    Ce lo insegnano i serpenti. Non è raro trovare la loro pelle nei sentieri di campagna. Fanno orrore, gusci lievi ed assolutamente vuoti, ma nell'aspetto simili alla creatura che se ne è appena liberata. Il serpente si spoglia dell'orpello e rinasce a vita nuova, solo per farlo ancora. E ancora. Povera crisalide, destinata a respingere la realtà soltanto una volta in tutta la vita. E così, pur apprezzando il luccichio di ciò che oro sembra, non ho che amato l'oro vero, ignoto allo sguardo dello sciocco. Dove molti vedono una forma il mio sguardo è già oltre, crudele. Dove molti vedono un fine io non vedo che un mezzo. Il vero fine è oltre, non ancora visibile, ma già del tutto reale.

    Stuart subì sulla sua giovane pelle tutto questo.
    L'adolescenza era arrivata come un vento tiepido, donando forma e colore al mio corpo non ancora adulto e sapore alle mie labbra quando, in una sfortunata battuta di caccia, mio fratello, vanto della madre e spalla del padre, morì per errore.
    Al lutto seguì un nuovo modo di vivere per coloro che, fortunati o meno, erano rimasti in quella casa a lungo condivisa. Regnava il silenzio e gli sguardi si erano colmati di dolore, sospetto, attesa. Ora tutto pareva gravare sulle mie spalle esili. Non mi era più permesso uscire, non più permesso sognare di un futuro diverso dai piani dei miei genitori. Sarei stata io ad ereditare un giorno ciò che era stato costruito. Una responsabilità che non volevo e che mai avrei accettato. Volevo solo continuare ad essere vento e acqua. Ma Stuart fu la mia salvezza.

    Due anni dopo la morte di mio fratello, mio padre decise di prendere con sé un apprendista. Un uomo giovane e taciturno, di aspetto gradevole, alto e asciutto. Le mani, sottili, si muovevano nervosamente nei momenti di concentrazione e le labbra spesso erano piegate in una smorfia di sufficienza. Il suo sguardo, però, pur lontano, pareva pulito, innocente. Talvolta lo si sentiva ridere, da solo, mentre si allontanava verso la propria dimora.
    Subito vidi in lui il riscatto, ma ci volle tempo, ci volle cura, ci volle attenzione. Il ragno tesse la propria tela senza permettersi l'ombra di un solo errore. Mi avvicinai a lui in silenzio, in punta di piedi, splendidi sorrisi falsi sulle labbra e calore, curiosità. Oso credere che conquistai presto la sua fiducia, ma non altrettanto presto venne l'occasione ideale. Volevo andarmene e provare a raggiungere quelle terre di cui avevo sentito parlare anni prima, quelle terre che mi avevano causato giorni di castigo. Nicolaj aveva detto che vi prosperavano moltissime creature e che vi era spazio per qualsiasi tipo di fine.

    Mio padre, infine, partì per un viaggio di lavoro senza il suo giovane apprendista ed io compresi che un momento del genere non si sarebbe ripresentato. Era da poco passato il solstizio d'inverno e la neve, crudele regina, aveva ricoperto del suo splendido corpo terre e monti. Ci volle qualche giorno, ma Stuart si fidò e cadde. Lontana, la risata del ragno.
    Con delle carte fasulle lo convinsi a partire, assicurandogli che avremmo trovato ricchezze e fama e che mio padre, profondamente colpito, lo avrebbe considerato finalmente alla sua altezza.
    Semplicemente partimmo, avvolti in pesanti mantelli, in tasca le monete necessarie per sopravvivere al viaggio, una sacca sulla spalla. Ci dirigemmo ad ovest. I nostri passi lasciavano impronte destinate a sparire dopo poco nella nuova neve donata dal cielo. Sapevo che il ragazzo mi sarebbe stato molto utile; da sola quel cammino si sarebbe potuto rivelare mortale. Capitava spesso di affondare in quella gelida meraviglia fino alle ginocchia e le labbra, rese livide dal freddo pungente, esalavano respiri condensati in nuvolette bianche.
    Dormivamo presso contadini o taverne che ci ospitavano in cambio di lavoretti o pochi spiccioli e ben presto arrivò il giorno in cui una sguattera ci disse con un sorriso che Extremelot, con le sue stradine e le sue piazze, era poco distante. Quella notte Stuart ed io trovammo rifugio in una casa apparentemente abbandonata. La luna, spicchio gelido, alto e distante, illuminava un modesto edificio dotato però di porticato e di un giardino incolto ma incantevole, per quanto si poteva vedere nonostante la neve. Ci sistemammo sotto il porticato e Stuart con mani abili accese un fuoco. Le fiamme danzavano nell'ombra della notte, illuminando con baci diseguali il suo viso, splendendo nei suoi occhi. Ma, ancora di più, io splendevo nei suoi occhi. Un'esperienza tanto vicina all'amore da essere completamente falsa. Gli strinsi le mani, sorrisi. Promesse che contavano ancor meno della luna distante. Lo avrei sposato, una volta giunta a Lot.
    Mi addormentai sul suo mantello, splendida bugiarda, mentre il fuoco a poco a poco si spegneva e le braci diventavano fredde, mentre la prima luce del mattino lentamente tornava a sfiorarci.
    Ci rimettemmo in cammino molto presto, consci che la meta tanto agognata era finalmente vicina. Il suo sguardo sembrava promettere primavere e primavere. Non potevo sapere, non potevamo sapere, ma non ci sarebbe stata speranza per sciocche illusioni. Stuart cadde.
    Quella che pareva neve innocua, per pochi spietati palmi, era una trappola. Poggiato a terra in malo modo il piede sinistro, l'uomo sprofondò fino alla vita nella neve. Si sentì uno schiocco secco, come di un ramo spezzato e poi le sue urla ad insozzare il silenzio della sera. Come sempre indifferente, maledettamente simile a me, l'irreale luce della luna sfiorava il suo viso, seguendo ogni smorfia, le lacrime di dolore che gli avevano riempito gli occhi chiari. Era stato soltanto un attimo, eppure tutto era perduto per sempre. Le sue mani avevano cercato un lembo del mio mantello, ma io me ne riappropriai con un gesto sdegnato. Non mi era mai apparso così debole e fragile, quasi patetico mentre mi chiedeva di aiutarlo. Naturalmente non avevo alcuna intenzione di proseguire la mia strada con lui e le luci di Lot erano molto vicine. Mormorai una parola di saluto e con un inchino mi voltai, allontanandomi da lui e lasciandolo, solo e urlante, nella neve. Sorridevo, stretta nel mantello. Non so che cosa gli sia capitato.

    Quello che so è che varcai i confini delle terre di Extremelot da sola e libera, un nuovo nome ed una nuova vita.

    Queste terre sono davvero ricche di possibilità, e mi muovo con la grazia del serpente di via in via, lasciando che i miei occhi scoprano, che i miei desideri mi spingano. Volti, sorrisi, insinuazioni. Pare che nulla di ciò che potrebbe essere qui manchi. Forse anche qualcosa di simile all'amore.
    Per qualche tempo mi ero unita ad una Gilda di Commercianti, credendo di poter prosperare assieme a loro, ma il tutto non durò che un ciclo della luna.
    Come vento e come acqua, aspiro a dipendere soltanto da me.
    E' questa la vera libertà, quella di poter scrivere con il proprio inchiostro la propria storia.

    [Modificato da Arimatea 26/05/2006 20.22]




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    Arimatea
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    00 27/05/2006 18:01
    Chiusa: da Lady Nishias a se stessa.
    Committente: Lady Nishias
    Incontro col committente: Svolto
    Destinatario: Se stessa
    Tipo composizione: Componimento in prosa
    Pagina grafica richiesta? No
    Consegna privata? No
    Consegna anonima? No
    Monete: 400
    Stato commissione: Testo consegnato, pagamento ricevuto.

    Una nuova dama che chiede alla mia piuma di narrare la sua storia ed il suo amore per la musica. Non posso che accettare una nuova emozione.

    TESTO

    La Madre pianse.

    Pianse e, all'improvviso, prima ancora di accorgermi che d'un tratto io ero, sentii il Suo dolore profondo, immenso, un dolore che percepii subito mio, aggrappato al mio essere.
    Mi sembrava di annegare nel dolore e nella Luce, una Luce accecante che era ovunque ed era dentro me. Tesi le braccia, eteree, al bagliore accecante, chiedendo solo di essere accolta, e quella Luce, calda e vivente, sussurrava in mille voci, voci di cristallo, irreali. Ancora non avevo offerto gli occhi alla Luce e già cantavo, persa nei secoli, assieme ai miei Fratelli, desiderando soltanto la gioia della Madre.

    Avete mai visto la Musica?

    E' l'Arte perfetta, il sublime Pensiero di chi così ha voluto descrivere il creato. E' il vento tra le fronde ed il mare che scivola sugli scogli. Le creature, però, si sono avvicinate molto alla sua immagine, pur senza saperlo, soltanto quando hanno disegnato il primo pentagramma.

    Io l'ho vista. E' una scala dorata e sottile, che flessuosa si slancia nell'infinità dell'azzurro. Sol nulla può rispetto al suo splendore, che si riflette nei più piccoli dettagli, come la nebbia. Come i rami di ciliegio, appena scossi dalla brezza primaverile.

    Vi chiederete forse perchè vi sto raccontando tutto questo. La verità è che non esiste alcun altro modo per narrare dei secoli. Ogni granello scivolato nella clessidra del Tempo è prezioso come la somma di tutti i suoi fratelli ed io non son capace di scegliere tra un sorriso silenzioso od una narrazione eterna. Non sono sempre stata, ma sempre sarò.

    Sempre le mie ali cercheranno il cielo, sempre i miei occhi la Madre. La voce La invoca nel solo modo che io riesca a concepire. Il canto.

    Nacqui pura, da una lacrima della Madre. Ancora oggi vorrei esser rimasta nel suo Giardino, ma ben presto compresi che non avrei dovuto assecondare l'egoismo che mi spingeva a restare. Nacquero le terre intere, nacquero le creature. Nate libere di vivere, morire, sognare e sbagliare, ai miei occhi e agli occhi di innumerevoli Fratelli apparivano delicate, bellissime ed insopportabilmente fragili.

    Mi avvicinai a loro, assieme ad infiniti Angeli, e lasciammo che le nostre piume bianche si bagnassero nei loro fiumi e sfiorassero la terra.

    In un tacito accordo a molti parve di vedere nel canto degli uccelli un dono che Ella aveva offerto alle creature che non potevano udire il nostro e restavamo incantati nel vedere le loro ali coperte di piume, così simili alle nostre, ed eppure di ogni sfumatura. Ben presto non furono solamente gli uccelli a cantare. Melodie si alzavano dai boschi ove risiedevano gli Elfi, nei primi Templi aperti gli Umani danzavano in nome della Dea e ovunque le madri stringevano a sé i loro dolcissimi bambini mormorando frasi rassicuranti a mo' di cantilena.

    Non poteva essere un caso.

    Scoperta la consolazione a quella dolorosa lontananza, lasciai che il vento e le ali mi portassero dove più piacesse loro, inseguendo i suoni di terre lontane, lo sguardo sempre al cielo, ove sapevo che Ella guardava e, forse, sorrideva.

    Una notte sentii qualcosa di molto simile ad un lamento. Un suono straziante, che sembrava nascere direttamente dal cuore di un'anima perduta. Sorpresa, mi lasciai guidare, finché non giunsi da un uomo lacero che stringeva tra collo e spalla uno strumento di legno e lo sfiorava con un archetto flessuoso. Stava elemosinando. Restai accanto a lui, in silenzio, sfiorandolo con la mia Aura. Le note si susseguivano, perfette, e mi ritrovai quasi senza accorgermene a cantare con lui.
    Sorpreso ma grato della mia presenza, mi spiegò molte cose su quell'oggetto che all'inizio mi pareva frutto di un benevolo incanto. Le corde perfettamente tese, il legno lavorato, la piccola conca ove poggiare la gota. Un violino.
    Non ne avevo mai visto uno ma, appena me lo porse, mi sembrò di averlo da sempre conosciuto. Profonde e toccanti, le sue note che si alzavano a cercare il cielo erano quanto di più simile io avessi udito ai canti dei miei Fratelli. L'uomo me ne fece dono e ancora oggi, quando lascio che l'archetto e la mia voce cerchino la Madre, mi torna alla mente quel viso sporco di polvere, stanco ma bellissimo.

    Ero in volo quando giunsi in queste terre, non molto tempo fa.
    Un luminoso mattino di quel periodo che le creature sono solite chiamare primavera. Il periodo in cui l'erba si sveglia e gli animali tornano alla vita dopo mesi di gelido letargo.
    Ero distratta e mi lasciavo cullare dai venti tiepidi, quando un violento luccichio attirò la mia attenzione. Abbassai lo sguardo ed i capelli mi sferzarono il viso, ma sorrisi, lasciandomi cadere per qualche istante, ebbra del profumo dei fiori e di quello del vento.
    Sotto di me, simile ad una purissima pioggia di cristallo, un fiume si lasciava cadere dalle rocce, mutando in una cascata potente e deliziosa. Lo scroscio dell'acqua nell'acqua era un canto gemello che chiamava se stesso ed i riflessi di Sol sul lago limpido incantevoli abbagli. Per poco non caddi, ridendo, nella cascata, ed il suono delle mie risa era un riflesso ineguale dell'armonia dell'acqua che cercava la terra. Prima ancora dei mughetti notai l'espressione incuriosita delle creature che avevano alzato lo sguardo nel vedere qualcosa precipitare dal cielo.
    Poi un bimbo rise ed io mi innamorai, decidendo di restare ancora un poco, forse per sempre.

    [Modificato da Arimatea 30/05/2006 15.13]




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    Arimatea
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    00 04/06/2006 15:27
    Chiusa: da Lady Passion a Sir Borgir.
    Committente: Lady Passion
    Incontro col committente: Svolto
    Destinatario: Sir Borgir
    Tipo composizione: Lirica
    Pagina grafica richiesta? Si
    Artista:
    Link alla pagina grafica:
    Consegna privata? Da definire
    Consegna anonima? No, consegna il Sensale delle Arti Letterarie, esponendo il proprio componimento.
    Monete: 450 (Metà del prezzo intero)
    Stato commissione: Chiusa, la cliente ha interrotto i rapporti con il destinatario prima della consegna.

    La dama desidera che io parli al destinatario di un sentimento appena sbocciato nel suo cuore. Non più amicizia, forse già amore.

    Testo

    Tra rovi avvelenati
    e tremule trame d'ombra
    nacque una rosa scarlatta
    cupa del colore del sangue,
    viva sotto la pioggia battente.

    Incatenata al suolo
    dal suono d'una voce
    la vedo ergersi caparbia
    non arsa da uno sguardo
    ma ardente con e in esso.

    D'improvviso
    seriche ali di falene
    sfiorando la pelle
    sbocciano in brividi.

    Fu quella rosa un'ardita visione?

    La chiamammo amistade:
    era limpida acqua di fonte,
    ristoro per labbra arse
    da dolorose piaghe.

    Non osammo nominarla
    ed ella già era,
    sangue e fuoco,
    sottile tormento e pelle di seta.

    Inventeremo nuovi nomi per lei?
    Legame intriso d'ambrosia,
    ardente di gelosia e ferito,
    ferito dalla vostra assenza.

    [Modificato da Arimatea 09/06/2006 10.58]




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    Arimatea
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    00 05/06/2006 19:10
    Chiusa: da una fanciulla anonima a Basilio, (non più!) Sensale dei Legami Amorosi
    Committente: Una leggiadra ed anonima fanciulla
    Incontro col committente: Svolto
    Destinatario: Sir Basilio
    Tipo composizione: A mia discrezione
    Pagina grafica richiesta? No.
    Consegna privata? Si.
    Consegna anonima? Si.
    Monete: 500
    Stato commissione: Testo consegnato, monete ricevute.

    La fanciulla vuole che io racconti al nostro rubacuori Basilio di come la sua presenza non sia indifferente, di come la sua voce suoni soave al suo orecchio e desidera, peraltro, che io faccia intuire, senza scoprirmi troppo, chi ella sia.
    Che clienti esigenti!

    Testo

    Meraviglia d'alabastro
    or io pongo al suo cospetto
    qualche verso un po' maldestro
    per richiamo, per diletto.

    Non gli venga mai il sospetto
    ch'io di lui mi prenda gioco:
    il preludio, così scritto,
    durerà ancora per poco.

    Chino il capo e rendo omaggio
    al Cupido degli Eterni,
    frecce d'oro e niun oltraggio:
    ha il sorriso degli inverni.

    So di lui da una fanciulla
    che da lungi lo rimira.
    Se il mio verso non può nulla
    gli giunga almeno la sua stima.

    ~

    Cosa vedete nelle vostre notti, loro guardiano?

    Forse un segreto che, se rivelato, morirebbe?
    Un segreto di cui soltanto sussurrare, lasciando che il vento lo custodisca?

    Cosa vedete e cosa sognate?

    L'eleganza di cui vi ornate vi copre di un affascinante silenzio intriso di mistero. La misura e la classe sembrano essere in voi doni di natura.
    Mai studiati, sorrisi giusti, le parole necessarie.
    Lo stesso flessuoso serpente non colpisce che al momento adeguato, non prima, non dopo.

    Parlerò forse del vostro sguardo che spazza le nubi?
    Del sorriso garbato ed affilato?
    Della grazia che, mescolata a Vitae, vi sostiene?

    No. Per tutto ciò non avrete bisogno che di uno specchio, abisso d'argento che risponde, crea, schernisce.

    Cosa vedete nella pioggia, voi che portate il nome dei re?
    Forse anche voi il suono del cielo cristallizzato in perfette gocce limpide?

    Piovve. Tutti si sdraiarono a terra, grati al cielo, bevendo come piante, finalmente appagati.

    Crederete forse in una dichiarazione e, forse, non sbagliereste.
    Con parole e suoni io confesso i sorrisi segreti e la segreta gratitudine per la vostra presenza. Impeccabie, discreto, sempre disponibile e cortese.
    Il vostro passo parla di morte ma io non vi vedo che prato e protezione, e respiro sospirando, sorrido sognando.
    Un piccolo sogno da custodire e da non rivelare.

    Tanto vicina da potervi sfiorare io vi sorrido, creatura preziosa.

    [Modificato da Arimatea 10/06/2006 18.40]




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    Arimatea
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    veterano del forum
    00 07/06/2006 15:22
    Chiusa: da Lady Deimos2 a Sir Madih
    Committente: Lady Deimos2
    Incontro col committente: Svolto
    Destinatario: Sir Madih
    Servizio richiesto: Consegna di missiva amorosa
    Pagina grafica richiesta? Si
    Artista: Nieve
    Link alla pagina grafica: http://paginecyrano.altervista.org/0017/
    Consegna privata? No
    Consegna anonima? No, consegna il Sensale delle Arti Letterarie.
    Monete: 550 m.o. che pagherò io.
    Stato commissione: Testo consegnato.

    La dama desidera che io consegni al suo amato i versi che ella ha vergato mentre i pensieri correvano a lui.

    Testo (Di Deimos2)

    Silente vergo sussurri del Cuore
    Voi mio dolce Amore
    Unico protagonista...
    Il vento move i miei capelli
    Le Stelle brillano sul capo mio
    ChiedendoVi d'esser Per Sempre mio.
    La Vostra Voce, melodia per il mio Cuore,
    I Vostri Occhi per sempre nel mio Sguardo,
    Il Vostro Sorriso inciso nel Core mio...
    Voi e solo Voi, Re dei miei Desideri,
    Signore della mia Felicità,
    Custode della mia Vita...
    Dolce Principe dei miei Sogni
    Stringetemi fra le Vostra braccia,
    Sussurratemi ancora quanto m'amate...
    Per Sempre Vostra io sarò
    Piccola Stella che sul Vostro cammino risplende,
    Piccola Stella che Vi sussurra il cuore...
    Mio Dolce Amore,
    Ancor pochi giorni ed il nostro Amore verrà sincerato dinnanzi alla Dea Madre,
    Vi Amerò e Vi Rispetterò Sempre,
    Perche solo Voi siete la dolce Carezza per il mio cuore...
    Perchè solo Voi siete il mio Sorriso,
    Perchè solo Voi siete motivo di Vita...

    Vi Amo Madih
    Per Sempre Vostra

    Deimos2 Beradish

    [Modificato da Arimatea 16/06/2006 2.11]




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    Arimatea
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    veterano del forum
    00 18/06/2006 02:22
    Chiusa: da Lady Dancing a Sir Tracysilvermoon
    Committente: Lady Dancing
    Incontro col committente: Svolto
    Destinatario: Sir Tracysilvermoon
    Tipo composizione: Lirica, versi liberi
    Pagina grafica richiesta? Si
    Artista: Nieve
    Link alla pagina grafica: paginecyrano.altervista.org/0021/
    Consegna privata? No
    Consegna anonima? No, consegna il cliente
    Monete: 900
    Stato commissione: Chiusa.

    La dama desidera che io parli al suo amato di quanto egli, "moro, occhi azzurri, spalle larghe, bellissimo" (...) sia importante per lei.

    Testo

    Mi narran di Paesi d'oro e mare,
    muti e mutevoli incanti di sogno.
    Spezzan la voce in grave meraviglia
    incatenano sguardi e volontà.

    Mai catene mi strinsero l'anima
    ma non stanotte, superba leggenda.
    Nessun mare supererà in gloria
    gli abissi turchesi degl'occhi vostri

    e ciglia scure tra ciocche di corvi
    e'l saldo asilo delle braccia vostre.
    Piume di corvi e cielo e roccia e incanto
    son i colori con cui vi dipingo.

    Prima la Dea e poscia il sentimento
    che vive e palpita e cerca lo specchio
    per scorger nelle linee la sola verità:
    senza voi la vita mia non sarebbe

    tale, ma ghiaccio e polvere e silenzio,
    ché voi siete la gioia e l'incanto
    e l'aulente brezza tra i miei capelli,
    creatura più preziosa sotto il Cielo.

    [Modificato da Arimatea 27/06/2006 22.57]




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    Arimatea
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    00 21/06/2006 09:44
    Versi per Madih

    Endecasillabi in rima baciata per l'ennesima scommessa persa. E' inutile, non imparerò mai.

    *¤§¤* *¤§¤* *¤§¤* *¤§¤*

    Or pago il fio d'una frase avventata,
    versi per una scommessa perduta:
    non lanciai dolci su giovani sposi,
    impudente e maliziosa risposi.

    La Piuma verga d'un Elfo ambizioso
    che tra qualche notte diverrà sposo.
    sarà una notte di Stelle propizie:
    non una! Sposerà le tre Disgrazie

    Deimos, Feduccina e Arimatea:
    il ciel in terra sceso gli parea,
    ma non sarà gioia senza dolore
    viver in quattro una vita d'ardore.

    Ebbre con lui nelle ore proibite
    di vino e di canti e parole ardite
    cercheranno polverose prigioni
    ché la sua voce è il più bello de' suoni.

    Splendidi gli occhi e le ciocche bionde
    e dolce il passo, fruscio tra le fronde,
    molti i sorrisi mai troppo sinceri,
    i lineamenti bellissimi e fieri.

    Egli è il nemico da amare soltanto
    e per lui s'alza, vivace, il mio canto,
    per l'Elfo guerriero che al volo capì,
    il Signor Disgrazia, pungente Madih.


    *¤§¤* *¤§¤* *¤§¤* *¤§¤*



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    Arimatea
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    Età: 40
    veterano del forum
    00 02/07/2006 22:43
    Chiusa: Per gli Hobbit della Collina
    Committente: Lord Campiflegrei, Cerimoniere degli Hobbit della Collina
    Incontro col committente: Svolto
    Destinatario: Il Clan degli Hobbit della Collina
    Tipo composizione: Discorso
    Pagina grafica richiesta? No
    Consegna anonima? No
    Monete: Circa 2000
    Stato commissione: Chiusa. Testo consegnato, monete ricevute.

    Mi si chiede la stesura della formula di giuramento con cui si "insedierà" il nuovo Sindaco della Collina.

    Testo

    Cerimoniere --> Seguendo antichi riti, le amate tradizioni e la nostra volontà, ci accingiamo oggi a celebrare l'avvicendarsi del nuovo Sindaco, ben sapendo come colei che finora ci ha guidati con amore e saggezza avrà sempre un posto di riguardo nei nostri cuori e nella storia della Collina.

    Cerimoniere --> Oggi siamo tutti qui per assistere con i nostri occhi ad una nuova pagina voltata, una pagina ancora intonsa ma che, ne siamo certi, sarà presto resa preziosa grazie alle gesta di tutti noi e a quelle di colui/colei cui ora mi rivolgo.

    Cerimoniere --> //Nome del Sindaco//, io vi chiamo a me. Lo sguardo della Collina tutta è ora su di voi e a voi si rivolge con stima e fiducia, perché in voi ha visto la persona in grado di guidarci lungo sempre nuovi ed emozionanti cammini. Vogliate ripetere assieme a me ciò che il vostro cuore di certo prova e ciò che il nostro auspica.

    Cerimoniere --> Io, //Nome del Sindaco//, al cospetto della Collina che liberamente mi ha scelto/a quale suo Sindaco, da oggi e finché sarà questo il volere dei fratelli e delle sorelle, mi impegno a non dimenticare mai questo giorno. In nome dei nostri amati padri, i cui nomi sono persi nel Tempo, in nome di Tobaldo Soffiatromba, scopritore dell’Erba-Pipa, giuro di essere fedele al Clan, guida certa e benevola per chiunque si stringa a noi con fiducia.

    Il Sindaco --> //Ripete le parole pronunciate dal cerimoniere

    Cerimoniere --> Giurate voi di portare sempre nel cuore, in ogni respiro e fino all'ultimo pelo delle vostre mani e dei vostri piedi le amate tradizioni e le leggende che sono la gloria del nostro Popolo?

    Il Sindaco --> Io lo giuro {O simili}

    Cerimoniere --> Giurate voi di fare tutto ciò che rientri nelle vostre possibilità affinché la Collina prosperi sempre ed il nome degli Hobbit mantenga il giusto posto nella storia di queste Terre?

    Il Sindaco --> Io lo giuro {O simili}

    Cerimoniere --> Giurate voi di essere guida fedele e portavoce di tutti noi, sempre in prima linea per ognuno degli Hobbit che guarda a voi con fiducia, e di non tirarvi mai indietro nei momenti difficili del nostro cammino? Giurate voi di vigilare con amore e benevolenza sul Clan che vi ha scelto?

    Il Sindaco --> Io lo giuro {O simili}

    Cerimoniere --> Con grande gioia rendo quindi ufficiale la vostra successione quale Sindaco della Collina {... Eccetera}

    [Modificato da Arimatea 05/07/2006 19.46]




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    Arimatea
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    Età: 40
    veterano del forum
    00 06/07/2006 21:10
    Chiusa: Da Lady Elenthil a Lord Nod.
    Committente: Lady Elenthil
    Incontro col committente: Svolto
    Destinatario: Lord Nod, Arcimago del Crepuscolo
    Tipo composizione: Lirica
    Pagina grafica richiesta? Si
    Artista: Ekena
    Link alla pagina grafica: http://paginecyrano.altervista.org/0022/
    Consegna privata? No.
    Consegna anonima? No, ma consegna il Sensale delle Arti Letterarie.
    Monete: 550
    Stato commissione: Chiusa. Lavoro consegnato, monete ricevute.

    La dama desidera che i nostri artisti decorino il suo scritto e che io lo consegni al suo Maestro.

    Testo della cliente

    Mattina

    Udir non posso le acque inquiete,
    Lontane le fronde lente, e la voce del custode
    Dell’aria giocar fra di esse.
    Restar ferma ora su questi passi devo, eppur
    Sento ancor le armonie passate,
    E il loro suono tenue e nostalgico
    Risuona nei pensieri leggeri
    Di un mattino stanco.

    [Modificato da Arimatea 13/07/2006 22.37]




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