Cruyff, il 'Papero d'Oro' spegne 60 candeline
Domani compie 60 anni Johan Cruyff: geniale in campo, campione di dialettica fuori, immenso sempre. E' nato ad Amsterdam il 25 aprile del 1947 e domani spegne 60 candeline. Nella storia del calcio e' uno dei piu' grandi di sempre, per il talento, la classe e, soprattutto, il continuo rigetto di ogni tipo di definizione. Non e' un caso che in uno dei suoi celebri motti reciti: 'Non arrivera' mai il giorno in cui la gente, quando parlera' di Cruyff, sapra' quello che sta dicendo'. Fare dell'agiografia sul 'Papero d'Oro' e' quindi impossibile. Pero' possono parlare i numeri.
Cruyff entra nel settore giovanile dell'Ajax a 12 anni, debutta in prima squadra a 17 e dal 1965 al 1973 vince 5 scudetti, 3 Coppe dei Campioni, 2 Supercoppe Europee e una Coppa Intercontinentale. Giunto all'apice passa al Barcellona dove, dal 1973 al 1978, vince una Liga. Prova l'esperienza del campionato statunitense e e dopo due anni spesi con i Los Angeles Aztecs e i Diplomats, torna in Spagna al Levante. Chiusura di carriera in Olanda: ancora Ajax e poi Feyenoord, dove nel 1984 appende le scarpette al chiodo. In mezzo, la fantastica parabola della nazionale 'oranje' con la quale rivoluziona il gioco del calcio ai Mondiali tedeschi del 1974, salvo perdere la finale per 2-1 contro i padroni di casa della Germania Ovest. Senza dimenticare i Palloni d'Oro vinti nel 1971, 1973 e 1974. In tutto fanno 510 presenze con i club condite da 291 reti, 48 con 33 gol in Nazionale.
Chiusa la carriera nel rettangolo di gioco, Cruyff trova il logico proseguimento in panchina, li' dove la sua sconfinata personalita' lo porta inevitabilmente. Dal 1985 al 1987 siede sulla panchina dell'Ajax, dove lancia in pianta stabile il suo erede, tale Marco Van Basten. Poi l'epopea con il Barcellona del 'Dream Team', dove passa nove anni dal 1987 al 1996. Li' vince quattro volte la Liga, la prima Coppa dei Campioni del club contro la Sampdoria nel 1992 e una Coppa delle Coppe. Nel 1997 il ritiro dal mondo del calcio, a soli 50 anni e per problemi di cuore.
I numeri, cosi' come la carriera, non bastano a definire i tratti di un personaggio complesso. Il suo talento in campo lo rese uno dei primi esempi di trequartista moderno, capace di mettere in ginocchio gli avversari non solo in virtu' delle proprie doti tecniche ma anche per il proprio atletismo. Dalla panchina porto' avanti il modello olandese che aveva impressionato il mondo nel 1974, il 3-4-3 in cui tutti partecipavano, per la prima volta, tanto alla fase offensiva quanto a quella difensiva. Il calcio 'totale', insomma.
Ma non solo talento tecnico. Anche un'immensa capacita' dialettica. Talvolta arma a doppio taglio, come nel 1994 quando, alla vigilia della finale di Coppa dei Campioni contro il Milan affermo' che la sua squadra era 'troppo forte per perdere' e ne usci' sconfitto con un sonoro 4-0. Talvolta determinante, come ad esempio ricorda Jorge Valdano. Il futuro campione del mondo argentino, racconta che in una delle sue partite nella Liga gioco' contro il Barcellona di Cruyff. E successe qualcosa di molto particolare. Valdano si permise di protestare con l'arbitro, parso in grande soggezione nei confronti dell'olandese. E Cruyff gliela fece pagare. Prima ricordando a Valdano che 'a Cruyff si da' solo del lei', poi procurandosi un calcio di rigore inesistente proprio in un contrasto con l'argentino.
Tanto talento. Altrettanti soprannomi per il '14' dell'Olanda che distribuiva le magliette in ordine alfabetico e per lui faceva un'eccezione di lusso. Dal 'Tulipano volante' al 'Pele' bianco', passando per il 'Papero d'Oro' e arrivando al 'Profeta del gol'. Quasi come i suoi sagaci motti. Che partono dal classico 'Gli italiani non possono vincere contro di te, ma tu puoi perdere contro di loro' fino all'incredibile 'Prima di fare degli errori io non ne faccio'. Immenso. Fin troppo per gli altri. Al punto da portare Marco Van Basten a dire 'Cruyff parla fino a quando tu non capisci piu' nulla. Conosce tutto fin troppo bene'. Buon compleanno, Papero d'Oro.