storia

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icci
00lunedì 19 aprile 2004 12:14
[SM=g27823] Questa splendida opportunita' di parlare del passato, dalle origini ai giorni nostri, ci leghera' ancor di piu' al comprensorio tanto amato, conoscendolo in modo approfondito nelle sue vicende e situazioni.
[SM=x291712] alla redazione per aver aperto questo link.
Gli argomenti che forniro' saranno frutto dei dialoghi con don Ilario, parroco di S.Giacomo e del sig. Bruno Vallepiano, autore di libri sulla zona e amante della storia.
icci
00martedì 20 aprile 2004 15:22
I pellegrini nel medioevo
Il fenomeno del pellegrinaggio è cominciato in epoca medievale, allo scopo di visitare i luoghi sacri.
In genere i pellegrini seguivano le antiche vie consolari edificate dai Romani.
Il pellegrinaggio era di diverso tipo: di venerazione, di richiesta di grazie, penitenziale.
Il primo è di forma antichissima, praticato da romei e asceti, che si isolavano in luoghi lontani dal mondo abitato; essi crearono le prime comunita’ monastiche, e poi santuari abbarbicati in posti impervi.
Il pellegrinaggio di secondo tipo, per richiedere cioè una grazia o per grazia ricevuta, è praticato anche ora, mentre quello penitenziale è tipico dei secoli successivi al Mille, come atto pubblico di pentimento al cospetto della comunita’.
Il comprensorio vide passare molti pellegrini nei secoli prima e dopo il Mille.
Ines

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00lunedì 26 aprile 2004 12:41
I primi centri economici nella zona
Don Ilario, parroco di S.Giacomo, spiega che i primi centri economici di cui si abbia ampia traccia sono del Mille, quando i monaci certosini portarono in queste verdi terre la loro cultura, non solo fatta di sapere religioso, ma anche di vita pratica.
Essi introdussero un’economia di sussistenza, autonoma, basata sull’agricoltura e sull’allevamento, con produzione di formaggi; essa si affianco’ alla raccolta di frutta spontanea.

icci
00mercoledì 28 aprile 2004 10:38
Serra di Pamparato
Serra è una frazione di Pamparato, disposta nel soleggiato crocevia tra le strade che portano a Roburent, S.Giacomo, Pamparato, Torre Mondovi’.
Si potrebbe immaginare come il centro di collegamento tra la val Casotto e la val di Roburentello.
Nota per il famoso museo etnografico di usi e costumi di montagna, Serra è graziosamente allungata nello snodo della strada e, è proprio il caso di dire, si raccoglie alle falde dl monte Alpet.
In questa zona soleggiata e ridente sorge la chiesa [SM=x291708] romanica dedicata alla Madonna.
L’origine di Serra è antica e pare che tutta la zona, fino a Pamparato, sia stata teatro di scorreria da parte dei Saraceni,[SM=g27813] che , con la loro invasione, hanno rotto la silenziosa armonia di laboriosi e pacati contadini, [SM=g27823] dediti alla pastorizia e all’agricoltura nel verdeggiante sfondo di campi e pascoli. [SM=g27827]


icci
00venerdì 30 aprile 2004 11:22
Il culto mariano
(Maria è per me figura di riferimento, modello di vita, e quindi parlero’ di Lei e del suo culto col cuore, non proprio con la testa).

Storicamente il culto mariano è tipico del comprensorio e del Piemonte intero.
Nei primi secoli dopo Cristo l’evangelizzazione si estese a macchia di leopardo, nonostante l’ostruzionismo dei Romani che vedevano nel nuovo culto cristiano un pericolo alla loro societa’: i cristiani parlavano di parita’ sociale e uguaglianza, i Romani praticavano ancora la schiavitu’ .
I seguaci di Cristo erano per loro destabilizzanti.
Nonostante cio’ la Parola si diffuse e tanta adesione credo sia legata in particolare alla propagazione del vangelo di Luca, il piu’denso di sentimenti umanitari, a mio avviso.
Molti episodi della vita di Gesu’ sono conosciuti grazie all’apporto di Maria, che aveva raccontato vicende della vita del Figlio, quando era ancora bambino e adolescente.
La dolcezza poi di questa figura femminile, la sua abnegazione, il suo silenzio, se necessario, non potevano non aver suscitato meraviglia e ammirazione nelle folle dell’epoca.
Il culto mariano si diffuse percio' gia’ nei primi secoli, quando venivano eretti un po’ ovunque i primi piloni per ricordarLa.
Intorno al 1500 esplode poi in tutta Europa con la costruzione di santuari nei luoghi delle apparizioni.
Nel Monregalese si parla addirittura di “periodo dei santuari”, legati al pellegrinaggio di massa che a quell’epoca si era diffuso:dal pilone iniziale si edifica la cappella e poi sorgera’ la chiesa.
Il santuario di Vicoforte è dedicato a Maria, come pure la chiesa di Serra e molte altre ancora.


icci
00giovedì 13 maggio 2004 09:58
L’economia curtense
Nell’alto medioevo, quindi prima dell’anno Mille, le proprieta’ terriere appartenevano all’imperatore, al nobile feudatario della zona, oppure al monastero locale, come accadde nel comprensorio, dove la certosa rappresentava il centro socio-economico e culturale di quei paesi.
L’economia ruotava attorno a quelle che noi oggi chiamiamo
“ le corti”, dal latino “curtes”, cioe’ una grande terra.
Ogni terra si suddivideva in tre parti: la terra dominica, appartenente al signorotto o al monastero, la terra colonica, lavorata dai coloni e divisa in varie colture, la terra comune, fatta di campi e pascoli.
La terra dominica aveva importanza anche dal punto di vista politico, poiché il feudatario doveva salvaguardare questa sua proprieta’ dai rivali, signorotti di zone limitrofe, che volevano estendere i loro domini.
La terra colonica era composta di “mansi”, da cui si dice appunto “pars mansaricia”, i quali erano piccoli poderi seminati a grano e vigna, da sempre prodotti tradizionali nel comprensorio.
Su questi territori sorgeranno in seguito le prime botteghe artigiane, che tanta importanza avranno per le tradizioni locali.
La terra comune, adibita a pascolo, raccolta di legna e di frutta spontanea, era appunto di uso comune, e per usufruirne i contadini dovevano pagare una tassa al signore, diremo oggi, una specie d’affitto del terreno per uso personale in questo o quel periodo dell’anno.
Ogni corte avava una sua autonomia, come il castello e il monastero, ed era autosufficiente.
Ecco perché, quando si parla di economia curtense, ci si riferisce ad una sorta di economia autarchica, lontano ancora dal libero scambio, autogestita -diremo oggi-, in grado di non aver bisogno di altre corti limitrofe.
Solo molto di rado, in occasione di fiere o sagre organizzate una volta all’anno, si veniva a contatto con altre merci ed altre realta’.[SM=g27823]

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00mercoledì 19 maggio 2004 11:35
Casa Savoia nel passato
L’importanza di questa famiglia è fondamentale nella storia d’Italia, tanto che dopo il Congresso di Vienna del 1815, l’unico stato italiano indipendende ( escludendo il Papato ), era il Regno di Sardegna governato appunto dai Savoia.
Oltre ad emergere come casa reale-guida nell’Ottocento, i Savoia erano ben noti per i loro feudi in Francia e Svizzera sin dal 1300.
Tuttavia nel 1400 essi avevano gia’ una parte del Piemonte, riuscendo a superare la barriera delle Alpi e a stabilirsi quindi nella cosiddetta “ Gallia Cisalpina”.
La capitale del regno dei Savoia divenne Torino nel 1500, per volonta’ di Emanuele Filiberto, detto “Testa di ferro” per la sua caparbieta’.[SM=g27826]
I Savoia erano lungimiranti e governavano da “sovrani illuminati”,[SM=g27823] appoggiando le idee innovative dell’illuminismo: favorivano il progresso economico e gli scambi commerciali, amministravano adeguatamente la giustizia, imponendo l’uso dell’italiano, al posto del francese, nei documenti pubblici.[SM=g27835]


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00mercoledì 26 maggio 2004 12:00
La guerra del sale
Alla fine del 1600 la cittadina di Montaldo si vide costretta a combattere nella cosiddetta “ guerra del sale”, schierandosi dalla parte del Monregalese contro i Savoia.
Questi nobili regnanti volevano abolire il privilegio del libero acquisto e del libero scambio di sale, che veniva recuperato e poi trasportato dalla Ligura alle valli piemontesi.
Data la loro forza militare i Savoia ebbero la meglio sugli alleati e Montaldo venne distrutta.


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00giovedì 3 giugno 2004 12:42
I monaci certosini
Don Ilario, parroco di Sangiacomo, spiegandomi il diffondersi della religiosita’ nel Bosconero per opera dei certosini,[SM=g27811]
mi disse che questi monaci erano dediti, oltre che alla preghiera, all’artigianato, nel senso che svolgevano lavori manuali come fabbri e falegnami.[SM=g27811]
I certosini di Bosconero erano anche conoscitori di testi agronomici: sapevano infatti preparare rudimentali strumenti agricoli, con i quali operavano su prati incolti e campi abbandonati per bonificarli e migliorarne le prestazioni: la coltura del grano e l’allevamento in piccole zone da loro bonificate diede il via ad un’agricoltura piu’ moderna, dove cominciavano a diventare numerosi anche i mulini, di cui si parlera’ prossimamente.

icci
00martedì 8 giugno 2004 08:50
La Madonna del pilone
La raffigurazione della Madonna del pilone nel santuario di Vicoforte è particolarmente interessante, perché Maria è raffigurata in tutta la sua realta’ di Regina e di Madre.
La corona sul capo è intessuta di pietre preziose, a emblema della Sua regalita’, ma la conca che forma il Suo braccio nel sostenere il Bambino rappresenta il grembo materno, accentuato dalla mano sinistra che Lo sorregge e che spunta sotto di Lui; la curva del mantello blu che si apre al di sotto della veste bianca è ancora rappresentativa del grembo, della culla, quindi della maternita’.
Questa raffigurazione di Maria assomiglia, anche se di epoca diversa, ad una nota Madonna di Giotto, con lo stesso manto blu e la stessa rappresentazione della curva del grembo materno.
Sul concetto della divinita' prevale dunque quello del sentimento, dell'umanita' di Maria, cui i pellegrini che si recavano al pilone affidavano i loro dolori e le loro sofferenze.

icci
00mercoledì 16 giugno 2004 10:23
Le strade di ritorno nella via del sale
Quando nel passato i mercanti ritornavano nelle terre del nord con il sale recuperato in Liguria e Francia le vie percorse non erano sempre quelle piu’ note e ortodosse.[SM=g27832]
Spesso vi erano vie di fuga per il contrabbando,[SM=g27813] e non solo il sale era oggetto di scambio dei contrabbandieri, ma anche altre merci soggette a tassazione.[SM=g27818]

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00venerdì 2 luglio 2004 10:27
L'intuizione felice del Consorzio Idrico
Leggo dal libro del sindaco Vallepiano intitolato "Sangiacomo":
Nella primavera del 1953 nacque-dopo una complessa fase di preparativi e studi-il Consorzio Idrico di Sangiacomo...
Cio' avvenne a costo di molti sacrifici, sia personali, che collettivi, grazie soprattutto alla volonta'del geometra Brunengo.
Gli obiettivi del Consorzio non erano solo di portare l'acqua nei casolari,ma anche di " sopperire alle insufficienze organizzative e strutturali del paese, alla base di qualunque forma di sviluppo".
Una volta sistemato l'acquedotto, anche le strade vennero preparate per accogliere i primi villeggianti.
icci
00martedì 13 luglio 2004 18:44
La splendida avventura
Questo il nome dato alla mostra documentaria allestita attualmente a Bossea(nota per le particolari grotte),sorta per celebrare il 130esimo anniversario dell'apertura al pubblico.
Gli amanti di storia, tradizioni, miti, curiosita',avventura e amarcord potranno recarsi a Bossea giovedi' 22 luglio, alle ore 21, nella sala polivalente allestita anche di fotografie.
Si affrontera' anche il tema del kjè, la parlata locale antica, di cui si è ampiamente trattato in questo link.
Affrontera' la tematica la prof.ssa Barbero Ruffino.
icci
00mercoledì 1 settembre 2004 09:47
La Restaurazione
Quando nel 1815 si apri’ il Congresso di Vienna tra le potenze europee di Francia, Inghilterra, Austria, Prussia e Russia per decidere le sorti dei popoli dopo l’avvento napoleonico, si ebbe il ritorno alla monarchia assoluta.
Questo implico’ la cancellazione dei principi di uguaglianza, fratellanza e indipendenza che erano stati la bandiera dell’Illuminismo in generale e della rivoluzione francese in particolare.
Dopo il 1815 il Piemonte passo’ definitivamente con Liguria e Sardegna sotto i Savoia, dai quali ebbe origine l’indipendenza del futuro Stato italiano.[SM=g27823]

icci
00giovedì 16 settembre 2004 18:49
Trofeo Ausonia a Sangiacomo
Dal libro di Vallepiano “Sangiacomo” riporto: La prima importante gara di sci [SM=x291715] fu disputata nel 1967 e vide gareggiare a Sangiacomo le squadre di Sestriere e Bardonecchia.
icci
00giovedì 30 settembre 2004 09:18
L’antica Roburent
La prima volta che compare in modo chiaro il nome del comune di Roburent è nel 1153: papa Eugenio III stila al vescovo Anselmo di Asti un documento di proprieta’ riguardante il luogo attorno al “castrum Rivobruzento”.
Tale zona era gia’ citata in un documento del 1118 e riguardava l’utilizzo di un bosco attorno a quel “castrum”, situato tra le rive del Corsaglia.
Pare che il castello di Roburent avesse origine intorno al 1000, o addirittura alla fine del 900, nel periodo delle invasioni moresche.

icci
00giovedì 7 ottobre 2004 16:32
Viva Verdi
I patrioti piemontesi, lombardi ed emiliani, durante il Risorgimento, scrivevano su locandine da appendere sui muri : “Viva Verdi!”, a celebrare il grande compositore, ma anche a sottoscrivere, dalle iniziali delle parole: Viva Vittorio Emanuele re d’Italia, il sovrano piemontese che tutti vedevano come futuro re dell’Italia unita e libera.
Anche a teatro Verdi veniva acclamato e molti patrioti aggiungevano: “Fuori l’autore”.
Il gioco di parole, tanto caro a chi voleva l’indipendenza italiana, stava a significare:”Fuori lo straniero!”

icci
00mercoledì 20 ottobre 2004 12:43
Incremento demografico a Bosconero dopo il Mille
Come in altre parti d’Europa, Bosconero si ripopola dopo il 1000-1100, periodo di cui abbiamo gia’ notizie.
“ L’incremento demografico da’ origine, di conseguenza, alla crescita dei centri abitati, i cui effetti si manifestano anche attraverso un fame crescente di terra da coltivare “.
(da “Sangiacomo” di Bruno Vallepiano)

icci
00mercoledì 27 ottobre 2004 12:34
Le conseguenze di un aumento della popolazione
In seguito all’incremento demografico del 1100, a Bosconero si avranno nuovi insediamenti cittadini, con la conseguente bonifica di zone boschive e prative incolte.
Le popolazioni cominciano cosi’ a coltivare campi e preparare pascoli, far legna alle pendici dell’Alpet, organizzare l’allevamento.

icci
00lunedì 8 novembre 2004 15:49
Ci si contende Bosconero
Per la ricchezza di boschi, prati, legname, Bosconero nel 1200 fu oggetto di contesa fra gli abitanti di Montaldo e i Monregalesi.
A tutti interessava “mettere le mani” su castagni, querce, pascoli.
Sangiacomo, come precedentemente gia’ detto, si chiamava “Pianfei” ed era legato ai villaggi di Roburent.
(da “Sangiacomo” di B.Vallepiano).

icci
00martedì 9 novembre 2004 08:30
Via dei cannoni
Nel comprensorio c’è una strada secondaria tra il monte Alpet e l’alpe Robert denominata “Via dei cannoni”, a triste ricordo del passaggio di armamenti da guerra durante l’invasione napoleonica.
AlbertoSG
00martedì 9 novembre 2004 17:17
Via dei cannoni
aggiungo che in zona Alpe di San Robert si dice ci siano anche i
resti di un accampamento del passaggio delle truppe napoleoniche.
icci
00giovedì 25 novembre 2004 15:59
Alberghi del comprensorio negli anni Sessanta
L’Ente provinciale per il turismo di Cuneo agli inizi degli anni '60 elenca questi alberghi per il comune di Roburent:
Bellavista, Stella Alpina, Uranio e Nazionale a Sangiacomo;
pensione Gabriella, pensione Promis, albergo Roati e albergo Italia a Roburent.
Era praticamente avviato il turismo nel comprensorio![SM=g27823]

AlbertoSG
00giovedì 25 novembre 2004 18:55
All'epoca ai Cardini esisteva gia' l'albergo Alpino
alpino, all'epoca ancora "rifugio".
Ho anche una foto fornitami dai gestori, appena la
trovo la pubblico.[SM=g27811]
icci
00venerdì 3 dicembre 2004 11:40
Il mitico signor Brunengo
A Sangiacomo la figura di Edoardo Brunengo è ricordata da tutti con simpatia e gratitudine.
Egli fu il primo artefice dello sviluppo turistico del paese, grazie alle sue doti lungimiranti.
Brunengo fu la figura piu’ carismatica nel sostenere la nascita del Consorzio idrico.
Il padre era di Montaldo, la madre di Sangiacomo; gli sposi furono costretti ad emigrare in America per ragioni di lavoro:
Edoardo nacque nel 1905.
Di ritorno alla casa d’origine, i genitori di Edoardo presero la decisione di far registrare il figlioletto presso il comune di Roburent.
Edoardo frequento’ le scuole prima a Sangiacomo, poi a Mondovi’.
In seguito lavoro’ al progetto per la realizzazione dell’acquedotto, dedicandosi con tutte le sue forze e collaborando a stretto contatto con la popolazione.
Dopo alterne vicende, tra scavi, organizzazione di tubature, preparazione di serbatoi, il 19 marzo del 1953 si costituisce ufficialmente il Consorzio idrico.
La fortunata captazione di tre sorgenti ( Moja Lunga, Bech, Buoncristiano ) fa convogliare le acque nel nuovo serbatoio, ubicato presso la napoleonica “via dei cannoni”; da qui l’acqua si dirige verso tutte le principali borgate.

[Modificato da icci 03/12/2004 11.41]

icci
00lunedì 13 dicembre 2004 13:01
Inaugurazione dell’acquedotto
A Sangiacomo l’acquedotto è stato inaugurato il 14 giugno del 1953, con una memorabile cerimonia, cui tutti parteciparono.
Il pranzo successivo all’inaugurazione si tenne presso l’albergo Nazionale.
Anche la Stella Alpina fece il pienone ed ospito’ la banda.

icci
00martedì 18 gennaio 2005 12:42
Il sindaco Brunengo
Edoardo Brunengo, di cui gia’ si è parlato, fu sindaco a Roburent dal 1956.
La sua carriera amministrativa continuo’ nel tempo e fu sindaco fino al 1973!

paolap40
00martedì 18 gennaio 2005 13:52
alla faccia della continuità!!!!!!!!!!!! purtroppo mi sa che è stata la sua amministrazione a permettere la costruzione di quello scempio che è il grattacielo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!perciò se c'è stato del buono nel suo lavoro, quello per me ha vanificato TUTTO[SM=g27812] [SM=g27812] [SM=g27812]
fabioic
00mercoledì 19 gennaio 2005 16:13
...se però leggi il libro di BVP.l'ultimo sulla storia di SG e del Consorzio, ,non è stato proprio così...
e a Sangiacomo è l'unica persona,mi è parso,di cui si parla un gran bene ovunque,magnanimo,umano,benefattore!
Sul grattacielo non so dirti....beh pensa al Setriere...sono riusciti a farlo diventare un Monumento...ed un simbolo!


fab[SM=g27823]

[Modificato da fabioic 19/01/2005 16.14]

paolap40
00giovedì 20 gennaio 2005 09:24
a mio parere un simbolo alla cementificazione e alla distruzione dei paesaggi naturali (così come vogliono fare ora sull'ermo colle leopardiano).
così come trovo vergognosa l'idea di costruire delle abitazioni laddove hanno allargato la strada dalla chiesa, mentre sarebbe stato più utile fare un'area attrezzata dove d'estate mettere il mercato e d'inverno un bel parcheggio (di cui a sangiacomo si sente la necessità).
però si sa, la lungimiranza degli amministratori è sempre stata tale da preoccuparsi più di scempiare e di riempire le tasche dei costruttori che quella di preservare il paese
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