si, ma "suoi" del salvatore o del peccatore, qui è che non si riesce a comprendere bene....
ho trovato questo:
Sappia colui che chi converte un peccatore dall'errore della sua via,
dall'errore in cui cammina teoricamente e praticamente. Questo errare lungi dalla verità, ripiomba il cristiano nella categoria generale dei peccatori nemici di Dio, coll'aggravante dell'aver conosciuto e professato per un tempo la verità. Ad ogni modo, è applicabile al caso particolare dei fuorviati l'incoraggiamento formulato riguardo ai peccatori in genere.
salverà un'anima dalla morte
così porta il cod. vaticano B col K, L, mentre il sin. e l'aless. portano: "l'anima di lui" lezione adottata da Tischendorf e da Nestle. Ma è da preferire la lez. più breve. Per morte l'autore intende la morte eterna conseguenza ultima del peccato (Cfr. Giacomo 1:15).
e coprirà moltitudine di peccati.
perchè, col ricondurre a pentimento e a fede il peccatore, gli assicurerà il per dono dei suoi numerosi peccati passati. Il perdono divino è raffigurato nella Scrittura come un "coprire" i peccati, per modo che l'occhio di Dio, in certa guisa, non li vede più. «Beato l'uomo la cui trasgressione è rimessa, il cui peccato è coperto» Salmi 32:1; 85:2; Neemia 4:5. È completamente estranea al testo l'idea che chi converte un peccatore assicura a se stesso il perdono dei propri peccati. Giacomo mira a far sentire quanto grande sia il privilegio dell'essere, nelle mani di Dio, un istrumento per salvare delle anime dalla morte eterna ridonando loro, per prima cosa, la pace del perdono divino.
che poi pensandoci, il fatto di ricoprire i peccati e come fanno oggi i preti, che si accollano i tuoi perccati per salvarti...