peccare prima di nascere?

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Francesca Galvani
00venerdì 25 luglio 2008 10:55
Ieri, a seguito di una domanda che mi è stata fatta sul "cieco nato" (Giovanni:9:1,2), ho scoperto che per gli ebrei il peccato può essere avvenuto anche durante l'esistenza prenatale del bambino. Rabbah del Cantico 1,41 dice ad esempio che quando una donna incinta adora un idolo anche il bambino che porta in grembo comette idolatria ed è nel peccato come lei. Ci sono altre testimonianze rabbiniche secondo cui il bambino poteva peccare già nel seno materno. In Rabbah di Genesi 63,6 si parla di un possibile peccato prenatale di Giacobbe ed Esaù. Inoltre, Filone di Alessandria e gli Esseni testimoniano l'esistenza di un'idea di preesistenza delle anime (cioè che le anime discendevano nei corpi, ma prima di discendere comunque erano esistenti; non in altri corpi, ma in cielo).

Avete qualche informazione in più?

Topsy
00venerdì 25 luglio 2008 12:21
Re:
Francesca Galvani, 25/07/2008 10.55:

Ieri, a seguito di una domanda che mi è stata fatta sul "cieco nato" (Giovanni:9:1,2), ho scoperto che per gli ebrei il peccato può essere avvenuto anche durante l'esistenza prenatale del bambino. Rabbah del Cantico 1,41 dice ad esempio che quando una donna incinta adora un idolo anche il bambino che porta in grembo comette idolatria ed è nel peccato come lei. Ci sono altre testimonianze rabbiniche secondo cui il bambino poteva peccare già nel seno materno. In Rabbah di Genesi 63,6 si parla di un possibile peccato prenatale di Giacobbe ed Esaù. Inoltre, Filone di Alessandria e gli Esseni testimoniano l'esistenza di un'idea di preesistenza delle anime (cioè che le anime discendevano nei corpi, ma prima di discendere comunque erano esistenti; non in altri corpi, ma in cielo).

Avete qualche informazione in più?





Ciao Francesca, purtroppo proprio oggi sono di partenza e non mi è possibile riportarti nel dettaglio quanto testimoniato dalla letteratura rabbinica. Posso solo accennarti che essa riporta innumerevoli dibattiti sorti tra i maestri d'Israele attorno ad alcune tematiche specifiche. Per tradizione non vengono documentate semplicemente le opinioni più diffuse e della maggioranza, ma anche quelle minoritarie, o non condivise, di norma non vengono condannate come eretiche, esse hanno ugualmente diritto di cittadinanza presso i testi rabbinici perchè esprimono cmq delle voci alternative.

L'orientamento che ha prevalso sulla questione da te citata è che il peccato dei nostri antenati rende più vulnerabili, ma sempre libere, le generazione successive (il peccato del vitello d'oro, ne è un esempio). L'idea di una colpevolezza-punibilità che si trasmette per via ereditaria è bandita dall'ebraismo. L'uomo non può essere oppresso dalle conseguenze del male commesso dai suoi avi.

Le citazioni talmudiche più significative a questo proposito sono:

" Felice l'uomo di cui l'ora della morte somiglia all'ora della nascita; come alla sua nascita è esente da peccato, così alla sua morte possa essere esente da peccato". (Ber. 4d)

"Allora la polvere tornerà alla terra, com'era; e lo spirito tornerà a Dio che l'ha dato" (Eccles. 12,7) "Rendiglielo come te lo ha dato, in condizione di purezza" (Shab. 152b).



Per gli Esseni va fatto un discorso a parte poichè la loro concezione di peccato si differenziava da quella farisaica e rabbinica successiva.

Un abbraccio!
Francesca Galvani
00venerdì 25 luglio 2008 13:01
Carissima,
tutto nasce dall'analisi di questi versi:
Giovanni, 9, 1-2,: "E passando vide un uomo che era cieco fin dalla nascita. E i suoi discepoli lo interrogarono, dicendo: 'Rabbi, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?"

Chi mi ha fatto la domanda asseriva che nessun individuo può peccare prima della sua nascita a meno che non si dia per scontata la sua preesistenza dell'anima e una colpa derivante da una precedente incarnazione.

Da quello che so, (se sbaglio sarò lieta di ricevere correzioni) nel mondo giudaico non esistono testimonianze di credenze in precedenti incarnazioni, così l'unica spiegazione plausibile è che i discepoli supponessero che il cieco potesse aver peccato ancor prima di nascere nelle modalità che ho espresso sopra.

Approfondiremo al tuo ritorno.

buona serata e buone vacanze [SM=g27823]
[SM=x570897]
Topsy
00venerdì 25 luglio 2008 13:31
Re:
Francesca Galvani, 25/07/2008 13.01:

Carissima,
tutto nasce dall'analisi di questi versi:
Giovanni, 9, 1-2,: "E passando vide un uomo che era cieco fin dalla nascita. E i suoi discepoli lo interrogarono, dicendo: 'Rabbi, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?"

Chi mi ha fatto la domanda asseriva che nessun individuo può peccare prima della sua nascita a meno che non si dia per scontata la sua preesistenza dell'anima e una colpa derivante da una precedente incarnazione.



Essendo la giustizia un attributo di Dio, era convinzione che i fatti della vita dovessero trovare spiegazione in accordo con questa conclusione. I giusti dovevano essere premiati per la loro fedeltà, e i malvagi puniti per la loro ribellione. Se i fatti però sembravano contraddire questa conclusione, bisognava cercare una spiegazione che conciliasse il tutto.
Sembrerebbe che i Farisei credessero nella trasmigrazione delle anime, così che il peccato commesso in una esistenza precedente si poteva ripercuotere in quella successiva, è il cosidetto "gilgul". Tale credenza servirà anche come giustificazione razionale per l'apparente assenza di giustizia nel mondo e come soluzione del problema delle sofferenze dei giusti e della prosperità dei malvagi. Tale dottrina fu trasmessa anche dalle dottrine esoteriche della Qabbalah. Molti versetti biblici e comandamenti vennero interpretati in termine di reincarnazione. L'intero libro di Giobbe e la soluzione del mistero della sua sofferenza, fu interpretata in termini di trasmigrazione.






buona serata e buone vacanze ...




Grazie ... arrisentirci al mio rientro! [SM=x570865]
Epifanio di Salamina
00venerdì 25 luglio 2008 20:41
Re: Re:
Topsy:


Sembrerebbe che i Farisei credessero nella trasmigrazione delle anime, così che il peccato commesso in una esistenza precedente si poteva ripercuotere in quella successiva, è il cosidetto "gilgul".



Topsy non dire bestalità!

[SM=x570880]

La teoria della trasmigrazione delle anime è ESTRANEA al giudaismo almeno fino al secolo VIII d.C. E il gilgul è cosa medievale, legata poi alla cabala e portata in auge da Isaac Luria (1534–1572).
I Farisei erano morti e sepolti.

Ottimo articolo dell'enciclopedia giudaica:
www.jewishencyclopedia.com/view.jsp?artid=298&letter=T&search=Transmigration%20of%20So...

Bellissimo e divertentissimo:
P. GRAMAGLIA, La reincarnazione, Casale, Piemme, 1989.
Mauro di Arcisate
00sabato 26 luglio 2008 09:49
Re: Re: Re:
Epifanio di Salamina, 25/07/2008 20.41:


La teoria della trasmigrazione delle anime è ESTRANEA al giudaismo almeno fino al secolo VIII d.C. E il gilgul è cosa medievale




la parola a Topsy.
Da post cristiano trovo interessante la cosa perche', gilgul e terminismi a parte, se i farisei credevano a una qualche trasmigrazione delle anime allora tale dottrina poteva essere conosciuto pure da alcuni primi cristiani.

Personalmente preferisco credere a Topsy, visto che da quel poco che so degli ebrei so che hanno sempre avuto posizioni molto variegate.
Cosa che personalmente trovo positiva, non credendo io di essere depositario di alcuna verita'. [SM=g27823]

Mauro

Mauro di Arcisate
00sabato 26 luglio 2008 09:53
Re: Re:
Topsy, 25/07/2008 13.31:


Essendo la giustizia un attributo di Dio, era convinzione che i fatti della vita dovessero trovare spiegazione in accordo con questa conclusione.




pure nel cristianesimo molti spiegano "il male nel mondo" quale conseguenza del Peccato Originale.
Dio' è Buono, Dio è Giusto, ecc. ecc.
tuttavia a causa del peccato di Adamo il male avrebbe corrotto il mondo.


Mauro che non crede che i dinosauri vivessero in Eden.

Epifanio di Salamina
00sabato 26 luglio 2008 11:50
Re: Re: Re:
Io:


Topsy non dire bestalità!



Naturalmente questo l'ho scritto solo per farla arrabbiare.
Comunque la questione è basata su alcuni passi di Flavio Giuseppe in cui si parla della sopravvivenza delle anime dei giusti e della loro reintegrazione in un corpo (ma non di altri uomini, nel corpo della risurrezione!).

Adesso faccio parlare Topsy:

"Non ho i miei libri con me e quindi non posso trovare il riferimento (un libro di Stemberger, principalmente, in cui si legge la parola "trasmigrazione" a proposito dei Farisei).
E a casa di Andrea (Epifanio) quel libro non c'è.

Shalom aleckem
Francesca Galvani
00sabato 26 luglio 2008 12:19
Grazie a Topsy ed a Epifanio [SM=g27823]
Rimandiamo la discussione a quando Topsy rientrerà in possesso dei suoi libri, intanto auguro ad entrambi di trascorrere giorni felici [SM=x570865]
[SM=x570892]
Mauro di Arcisate
00sabato 26 luglio 2008 13:18
Re:
Francesca Galvani, 26/07/2008 12.19:

Grazie a Topsy ed a Epifanio [SM=g27823]
Rimandiamo la discussione a quando Topsy rientrerà in possesso dei suoi libri, intanto auguro ad entrambi di trascorrere giorni felici [SM=x570865]
[SM=x570892]




in attesa che Topsy torni ho trovato questo sito che tocca l'argomento.

www.kosherlive.com/MISTICA/cabalaTERMINOLOGIA.htm#Gilgul_(reincar...


ciao,
Mauro


cavdna
00sabato 26 luglio 2008 14:30
Re:
vi saluto in CRISTO SIGNORE

miei cari fratelli e sorelle

Francesca Galvani, 25/07/2008 10.55:

Ieri, a seguito di una domanda che mi è stata fatta sul "cieco nato" (Giovanni:9:1,2), ho scoperto che per gli ebrei il peccato può essere avvenuto anche durante l'esistenza prenatale del bambino. Rabbah del Cantico 1,41 dice ad esempio che quando una donna incinta adora un idolo anche il bambino che porta in grembo comette idolatria ed è nel peccato come lei. Ci sono altre testimonianze rabbiniche secondo cui il bambino poteva peccare già nel seno materno. In Rabbah di Genesi 63,6 si parla di un possibile peccato prenatale di Giacobbe ed Esaù. Inoltre, Filone di Alessandria e gli Esseni testimoniano l'esistenza di un'idea di preesistenza delle anime (cioè che le anime discendevano nei corpi, ma prima di discendere comunque erano esistenti; non in altri corpi, ma in cielo).

Avete qualche informazione in più?





R I S P O S T A

(vuole essere solo un approccio iniziale?)

un pò come dire che il nostro "IO" non è mai nato e mai morrà?
(nessun inizio e nussuna fine = eterno o infinito ?)


però a me lascia molto a pensare che noi tutti abbiano origine dall'ETERNO (DIO)

è lui che ci ha costituito (carne/polvere/=finito)

ed è sempre LUI che ci ha donato un "alito di vita" ("IO"/psyche/anima/=Infinito in quanto l'alito di DIO appartenendo a DIO non può essere di natura finita)

grazie [SM=x570864] [SM=x570890]

vi saluto in CRISTO RISORTO


.









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