la libertà di espressione comporta un’assunzione di responsabilità da parte di tutti

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vanni-merlin
00sabato 18 febbraio 2006 00:08
Amnesty International: la libertà di espressione comporta un’assunzione di responsabilità da parte di tutti


Gli avvenimenti delle ultime settimane hanno messo in evidenza la difficile questione di quale dovrebbe essere il legittimo obiettivo della libertà di espressione in società che esprimono culture diverse.

Mentre differenti società hanno stabilito, con modalità differenti, limiti al libero pensiero, la controversa questione della vignette mostra come, in uno spazio mediatico sempre più globale, l’impatto di un’azione in un paese può essere avvertito ben oltre i suoi confini. Oggi, più che mai, le società si trovano ad affrontare la sfida di ribadire i principi universali dei diritti umani in un’area tradizionalmente delegata alle leggi nazionali di uno Stato e ai valori che esse incarnano.

Di fronte all’aumentato clima di intolleranza e di sospetto tra religioni e comunità in molte parti del mondo, Europa compresa, si scontrano due principi.

Da parte della stampa, si è giustificata la pubblicazione di vignette che molti musulmani hanno ritenuto insultanti, sostenendo che la libertà di espressione artistica e la critica delle opinioni sono essenziali in una società pluralista e democratica. Dall’altro lato, i musulmani di numerosi paesi hanno trovato le vignette profondamente offensive nei confronti della propria fede religiosa e un abuso della libertà di espressione. In molti casi, le proteste contro le vignette sono degenerate in atti di violenza fisica, e dichiarazioni pubbliche hanno ulteriormente alimentato l’ostilità e la violenza.

Il diritto alla libertà di opinione ed espressione dovrebbe essere una delle pietre miliari di ogni società. Questo diritto comprende “la libertà di avere opinioni senza interferenze e di cercare, ricevere e fornire informazioni e idee attraverso qualsiasi mezzo, a prescindere dalle frontiere” (articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti umani). Da oltre 40 anni, Amnesty International difende questo diritto dai tentativi dei governi di ogni parte del mondo di stroncare il dissenso religioso, l’opposizione politica e la creatività artistica.

Tuttavia, il diritto alla libertà di espressione non è assoluto, né per chi crea materiale né per chi lo critica. Questo diritto comporta l’assunzione di responsabilità e può, dunque, essere soggetto a limitazioni in nome della salvaguardia dei diritti degli altri. In particolare, ogni invocazione all’odio nazionale, razziale o religioso che costituisca incitamento alla discriminazione, all’ostilità e alla violenza non può essere considerata un esercizio legittimo della libertà di espressione. In base agli standard internazionali, tale “espressione di odio” dovrebbe essere vietata per legge.

Amnesty International chiede a tutti i governi e ai responsabili dell’applicazione della legge e dell’amministrazione della giustizia di essere guidati da questi principi nell’affrontare l’attuale situazione.

Amnesty International chiede inoltre a coloro che lavorano nel campo dell’informazione di agire con sensibilità e con responsabilità per non esacerbare l’attuale situazione. Questo episodio dimostra il potere e la diffusione dei mezzi d’informazione e Amnesty International chiede agli operatori di questo settore di usare maggiore giudizio politico, tenendo in considerazione il potenziale impatto del loro lavoro e la dimensione di valutazioni, spesso in conflitto tra loro, sui diritti umani.

Mentre Amnesty International riconosce il diritto di ogni persona a esprimere pacificamente le proprie opinioni, anche mediante proteste pacifiche, l’uso e la minaccia della violenza sono inaccettabili. I leader delle comunità devono fare tutto ciò che è in loro potere per attenuare l’attuale atmosfera di ostilità e di violenza. La cultura e la religione sono aspetti di importanza centrale per la vita di molte persone e non possono essere usate come una scusa per violare i diritti umani.


07.02.2006


da:http://www.amnesty.it/pressroom/documenti/vignette?page=documenti

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