Usa, la Cia «smobilita» i cacciatori di Benladen

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vanni-merlin
00mercoledì 5 luglio 2006 19:36
LA STRATEGIA AMERICANA
Critico con la decisione l’ex capo del pool Scheuer. Ma fonti del governo assicurano: ogni giorno ci sono agenti che hanno il compito di prendere o di uccidere Ossama


Usa, la Cia «smobilita» i cacciatori di Benladen


Chiusa l'unità speciale che aveva il compito sin dal 1996 di rintracciare e catturare il capo di al-Qaeda. Secondo l'Agenzia il terrorista saudita oggi rappresenta più che altro «un simbolo» e non è più il vertice dell'organizzazione terroristica. Washington intende concentrare gli sforzi sulle cellule locali che agiscono in completa autonomia


Da New York Loretta Bricchi Lee

Ossama Benladen è ancora il terrorista numero uno, ma l'agenzia di spionaggio Usa ha chiuso la divisione che per gli ultimi dieci anni è stata incaricata di ricercare e consegnare alla giustizia il capo di al-Qaeda e i suoi luogotenenti. Alla fine dell'anno scorso, infatti, la Cia ha tacitamente eliminato l'unità "Alec station" e ha riassorbito i suoi agenti al centro antiterrorismo, facendo ora sorgere questioni su una tale decisione. «Gli sforzi per trovare Benladen sono più che mai sostenuti», ha dichiarato la portavoce dell'agenzia, Jennifer Millerwise Dyck, spiegando che «la decisione è stata presa per assicurare una maggiore portata» e flessibilità delle operazioni. Funzionari Cia sostengono infatti che sebbene la cattura del capo di al-Qaeda rimanga una delle priorità, il governo riterrebbe che gravi minacce - quali quelle terroristiche - possano essere meglio affrontate concentrandosi sulle loro tendenze regionali piuttosto che su organizzazioni o individui specifici. Secondo alcuni, però, la Cia non considererebbe più al-Qaeda una struttura gerarchica, con Benladen al vertice. Il miliardario terrorista sarebbe piuttosto diventato - insieme con il suo nome ormai familiare - una figura d'ispirazione per vari gruppi del terrore che però pianificano e agiscono indipendentemente. Percezione rispecchiata anche dall'atteggiamento adottato recentemente da Benladen stesso. Il saudita non si sentirebbe infatti braccato come in passato e ora non avrebbe così timore a comunicare con il mondo occidentale. I suoi estesi silenzi erano visti sia quali il risultato di difficoltà a inviare messaggi mentre in fuga sulle montagne dell'Afghanistan che tattiche di precauzione per evitare di essere rintracciato. Chiaramente, però, Benladen è ora in possesso di una maggiore capacità di comunicazione e nel contempo si sente più al sicuro. Prova ne sono le sue ultime e ravvicinate apparizioni video in cui ha commentato eventi di attualità: giovedì scorso con il tributo al suo luogo tenente Abu Musab al-Zarqawi, ucciso dalle truppe americane lo scorso 7 giugno, e il giorno seguente con un appello ai sunniti perché facciano rappresaglie contro gli sciiti in Iraq. Lo smantellamento del centro su Benladen è un segno che l'agenzia non lo considera più la minaccia del passato, pensa anche Michael Scheuer, l'ex capo della divisione dell'"Alec station" che per primo denunciò gli errori dell'amministrazione nella lotta al terrorismo in un libro pubblicato anonimamente. «Questo chiaramente denigra le nostre operazioni contro al-Qaeda», ha spiegato, sostenendo che «ora all'agenzia Benladen e al-Qaeda sembrano essere considerati solo primi fra pari». Quando, nel 1996, venne creata l'unità - che porta il nome del figlio di Scheuer - il capo di al-Qaeda e la sua chiamata per una «guerra santa globale» rappresentavano una crescente preoccupazione per Washington e "Alec station" lavorava incessantemente per la sua cattura. Le due dozzine di agenti della divisione sarebbero però stati così ossessionati dall'organizzazione terroristica che avrebbero creato tensione all'interno della stessa agenzia. La chiusura della divisione "Benladen" sarebbe però da attribuire alla decisione dell'ex capo del centro antiterrorismo, Robert Grenier, di riallineare la lotta ai costanti mutamenti del nemico. «La nostra comprensione di al-Qaeda si è enormemente evoluta dagli anni Novanta», ha spiegato al New York Times un funzionario Cia: «Ci sono però agenti che ogni giorno si alzano con il compito di cercare di trovare Benladen».

da: www.avvenire.it/

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