Storie, di M W

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Myrrdin Wilt
00lunedì 14 gennaio 2008 13:42
Mattia
son 15 gg che vivo qui, in questo ospedale, dove ti sto aspettando...
tua mamma trepida e trema...è gonfia, stanca...ma le brillano gli occhi...
tempi passati...
poi...di corsa, in sala!! tu luca non puoi entrare...ma dentro ci sono persone fidate...
aspetto....



aspetto.....



eccoti! mi passi davanti, piccolo, fragile...i capelli neri, riccioli, da imperatore romano; il nasino a patata, quasi trasparente..."fermati un momento"
-non si può...-

cammino incorridoio...aspetto dalla sala...
aspetto dalla culla...

mi cerca l'ostetrica, non si è ancora cambiata
"mi dia un nome per il bambino, per favore"
-non so, cosi alla sprovvist..si aveva un'idea...posso aspettare lei?..."

quello sguardo, quel tono, quella domanda...
"per favore...un nome...uno qualsiasi...breve..."
espiro "Mattia" (dono di Dio)

tua mamma esce, sconvolta, dolorante, delirante
"non mi hanno ricucita!!
mi grida dalla barella, con la fiala di morfina attaccata al braccio...
mio Dio...che ti hanno fatto...

finalmente mi fanno entrare da te: sei piccolo...in una culla termica
"ha problemi di circolazione, non si scalda"
ti guardo...un cencio di diafano cordone ombelicale...
ultimo ricordo di una Casa calda e protetta...
ma non ultimo legame con la mamma.
mai provata una emozione cosi.
introduco la mano nella culla,
la pediatra non mi toglie gli occhi da dosso...
ti accarezzo...piccolo, tenero, dolce pezzo del mio cuore...
vorrei stringerti a me...non posso...
ha un rene solo
è ipospadico
ha il sangue troppo spesso...
popoi...
inoltre...
da considerare...
teniamo conto che...

10 gg cosi...logorio

tua mamma trema, non crede che sei nato, che sei normale...solo fragile...fragilissimo: un colpo di vento e...

cerco di descriverti, cerco di sirle come sei, colore, odore, rumore, sapore...tutto quello che ho potuto "rubare"

lalla fine, chiedo alla pediatra: lei non può muoversi, vorrebbe vederlo...

lo portano in una cullina, piccola, coperto, in modo che la madre lo possa abbracciare; perchè non lo stringi al petto?...
è cosi debole che non ha la forza di nutrirsi...


son passati ormai più di quattro anni...è solo un ricordo...
ora, attila, al tuo confronto, era un costruttore....
ci siamo divertiti, tanto: abbiamo guìiocato, riso, corso, mangiato, litigato...

ti amo, piccolo mio..

myrr
tondetta
00lunedì 14 gennaio 2008 14:26
Che bella Myrr, davvero commovente. Ti sono vicina e ti capisco molto bene. Un bacio a Mattia.
marmellatadifragole
00lunedì 14 gennaio 2008 18:05
Bella [SM=g27823]
@Rosy
00lunedì 14 gennaio 2008 21:21
vedo che anche voi maschietti siete partecipi alla nascita dei pargolini [SM=g27823] almeno, tu lo sei stato...
non so quanti riescano ad avere sentimenti così teneri verso questi cucciolini di uomo, per noi mamme è diverso... è tutto diverso [SM=x965950] li conosciamo da sempre i nostri bambini, li amiamo da sempre, e vederli nascere, vederli e poterli toccare è un'emozione forte ed intensa, ma che completa una conoscenza già avvenuta, invece per voi è tutto diverso, è quello il momento in cui nasce il vostro legame [SM=x965950]
Myrrdin Wilt
00mercoledì 16 gennaio 2008 12:44
La doccia
…l’acqua scende dalla doccia…allegra e gioiosa, sa cosa sta per incontrare…
infatti, eccola avvolgere lentamente i tuoi capelli, con una carezza lieve si appropriano
del loro profumo;
scende leggera e si ferma a gorgogliare sulle guance, timida, prima di sfiorarti le labbra;
indugia sul mento, poi scivola ad accarezzare l’eburnea pelle del tuo collo…non osa…
non può evitare di avvolgerti le spalle con il suo caldo abbraccio, sfiora i tuoi fianchi…
ma una gocciolina è temeraria…scende nell’incavo del tuo seno, veloce e discreta, per cadere verso il ventre morbido…
di più…
un rivolo ribelle devia la sua corsa, si sofferma sulla seta del tuo seno, circonda il roseo fiore del desiderio ed, estasiato, si allontana col suo tesoro;
…come poter evitare di lambire il pendio del tuo fianco…come non poter cercare di fermarsi indecisi, per poi tuffarsi dove il profumo tuo di donna si fa intenso ed inebriante…
goccia ribelle, hai raggiunto la meta, ora, soddisfatta ti lasci cadere lungo la coscia, pregna del tuo sapore….saluti il polpaccio con un rivolo…
rallenti per una carezza ed un ultimo bacio ai tuoi piedi, e, ricca del tuo ricordo, scompari, tenendo stretto l’ambito premio…
…mai una mia carezza fu così desiderosa di incontrarti…
Myrrdin Wilt
00giovedì 17 gennaio 2008 01:24
Ci sono ricordi che mi fanno molto male...e che sono felice di dimenticare...
ma ci sono ricordi che mi hanno reso felice
e che non posso dimenticare..
ricordi che mi hanno fatto sognare,
ormai svaniti,
ricordi che mi hanno lasciato lacrime di nostalgia..
ricordi che tu mi hai donato,
e che il mio cuore
non vuole cancellare...


Myrrdin Wilt
00giovedì 17 gennaio 2008 01:34


Un giorno
su un vetro appannato
scrissi il tuo nome
con la speranza
di dimenticarti in fretta...
Oggi
su quel vetro appannato
è riapparso il tuo nome
ed io gli ho scritto affianco:
NON TI DIMENTICHERO' MAI!!!!

Myrrdin Wilt
00lunedì 21 gennaio 2008 00:37
La nonna
La nonna

all'inizio senti gracchiare, poi, lentamente, le note prendono forma e scaldano la stanza; i mobili, della sua mamma, sono ai lati.

www.youtube.com/watch?v=r0VUXLsBSjo&mode=related&search=

tranne il tavolo: lo fece il nonno, con un ciliegio millenario, nessuno ha la forza di spostarlo...

posa le mie mani, una sulla sua spalla, l'altra sul fianco, delicato, spiegandomi bene che la presa è da cavaliere, lenta, ma sicura.
e posa le sue su di me.
poi, prendo con la sinistra, la sua destra, e mi muovo...
seguo il ritmo
la sua bocca espira lentamente unnnn…duuuue treeee! unnnn…duuuue treeee! unnnn…duuuue treeee!


"piano, Luca, il tempo è lento...hai tutto il tempo...
leggero...
ma deciso: devi corteggiarmi
devi farmi volare
devo sentirmi protette
desiderata..."
“nonna…cosa vuol dire desiderata?”
“lo imparerai…lo sentirai da solo…”

Piano, il walzer si accompagna a noi, ci fa suo, ci prende l’anima, il cuore, lo spirito…
Il walzer, per la nonna, è solo viennese: un’opera d’arte, fatta di passi, ritorni, sguardi e sorrisi…
Un’avventura, una sensualità che solo lei sapeva dargli.
La guardo negli occhi, liquidi dal dolore, e vedo, in fondo, un sorriso accennato. È felice.
L’angelo delicato mi insegna a farla volare…


Ora ho la barba;
gli occhi, i capelli, lo sguardo, non sono più quelli della nonna.
Ma il dolore, lancinante, è sempre presente.
Sei giovane, bella, troppo…ma non per uomini….
Eppure, è a me che lo chiedi
“Luca, cullami col viennese…fai che la mia mente si perda…”

Non so se è la storia del walzer o della nonna.

Forse la mia.

Myrrdin Wilt
00giovedì 24 gennaio 2008 07:45
Il gelato


Cominciava a fare caldo quel giornata di metà aprile, il sole era alto nel cielo e per le strade la gente passeggiava in maniche di camicie con il chiacchiericcio generale del primo pomeriggio di una normale giornata feriale. Un uomo e una donna confusi nel via vai generale, parlano piacevolmente. La donna ha un gelato in mano, per scappare dalla calura che si sta facendo opprimente, per essere in primavera. Stanno in piedi, uno di fronte all'altro, sorridono semplicemente, parlando fitto fitto tra loro, scherzando su chissà quale argomento, occhi negli occhi e quel gelato. Unica cosa particolare è il fatto che il gelato è solo uno, un candido cono semplicissimo tenuto da entrambi. Sembrano due bambini che litigano per avere il primo assaggio. Chi passa vicino a loro non si accorge della carica erotica che sta nascendo tra i due, con le loro battute intime appena sussurrate e così sottili, che nemmeno il vento riesce a cogliere. C'è tra loro quella passione, quella voglia di stare insieme che vorrebbero tutti, ma che solo pochi sanno ottenere. L'uomo accosta leggermente il gelato alle labbra della ragazza, sfiora giocando con quel cibo che da sollievo al riarso dell'aria, poi lo sposta delicatamente per posare le sue labbra su quella bocca ora fresca, per avere anche lui, seppur in modo indiretto, il sollievo dal riarso. Una scena dolcissima e talmente sensuale che ora anche chi passa sente il calore della giornata.
Il gelato però è un cibo freddo, e non è certo destinato a rimanere intatto e fresco sotto la pioggia dei raggi caldi, comincia lentamente a sciogliersi, gocciolando sulle mani di entrambi, creando scie zuccherose sulle dita, sulle braccia e finendo inesorabilmente in terra. La bocca di lui si sposta sulle dita della ragazza, succhiando dolcemente il nettare cremoso e sciolto del gelato che si mescola al profumo inebriante di una pelle accalorata e invitante. Le sensazioni di dare e ricevere certi stimoli sapendo di essere uno spettacolo inconsueto arriva ad essere quasi esilarante. Le labbra di lui accarezzano dolcemente le dita sottili della donna, con lo sguardo fisso sul volto inondato dal sole, sorridente e malizioso. Lei si muove lentamente, si accosta più vicina a lui e, avvicinando le sue dita alle labbra sfiora provocante sia le une che le altre … un giocare decisamente malizioso il loro, ma il sole non è certo incline ad esaudire tal’uni giochi. Il gelato è quasi sciolto infatti e i due amanti, ormai completamente presi dalla situazione si avviano per una stradina solitaria. E’ una biforcazione della strada principale, circondata da alti edifici senza finestre, in penombra ed isolato…. Si addentrano dolcemente, mano nella mano, verso l’antro del vicolo, Sono tranquilli, sorridenti e molto eccitati. Percorrono pochi metri quando lui, ormai al limite, si ferma all’improvviso, l’abbraccia stretta e comincia a baciarla intensamente. Un gioco di lingua intimo che mette il fuoco nelle vene, che fa aumentare le pulsazioni, che porta i due amanti a stati impressionanti di passione. Con l’adrenalina ormai alle stelle lui passa i palmi delle mani sotto il soffice maglioncino di lei, tocca dolcemente, con flemma e pressioni mirate che inducono la donna ad osare di più. Le mani di lei infatti si muovo quasi involontariamente verso il tondo posteriore maschile. Palpano timide all’inizio e sempre più audaci poi sfiorano la cintola, giocano col caldo della schiena. L’inguine si avvicina sempre di più finché non assumono una posa erotica, col bacino di entrambi che simulano le spinte dell’amplesso… sempre più audaci, sempre più presi, ormai il mondo per loro non esiste più, la gente è sparita, il caldo evapora, rimane solo quella voglia, ormai impossibile da frenare! Lui abbassa le mani sui glutei femminili, alzando lentamente la grande gonna e stuzzicando il fulcro mieloso di eccitazione e passione, che sa mandare in visibilio l’intero universo maschile. Esplora quelle parti in modo sensuale, avido. Irradia la voglia peccaminosa di arrivare all’amplesso tanto agognato, i baci che si danno ora sono impetuosi, profondi, un lottare di lingue seducente, intimo, intrigante! Con le mani di lui nell’innocenza peccaminosa femminile e le mani di lei nel fantastico mondo virile maschile si fondono in un unione di concupiscenza tra carne e fluidi che si mescolano, si uniscono e culminano insieme, nel caldo pomeriggio cittadino!!!!!!
Myrrdin Wilt
00lunedì 21 aprile 2008 08:13
25/12/03


E’ il pomeriggio natalizio…
Laura e Mattia sono a spasso con una sua amica,la ho lasciata tranquilla…o come dice qualcuno, “spesso cantiamo la ninna nanna ai nostri bambini per dormire noi…”
Si, approfitto di questo momento di calma, finta calma.
Io mi sono tranquillizzato un po’ per la salute di un piccolo che, come hai visto, trova tempo solo per sorridere, giocare ed essere felice: è difficile sentirlo piangere, anche nei momenti di noia più assoluta; bè…se cade, mentre tenta di camminare, se fa un brutto sogno…fa parte del gioco. Ma per il resto, tutto è un modo per giocare. Da quando gattona ha preso il vizio di passarmi sotto le gambe, se poi sono anche io a 4 zampe il passaggio è più divertente…salvo per una piccola parte di me che comincia a sentire le testate di chi continua a crescere!....imita tutto, impara in fretta le piccole cose: ascolta il blues (chissà chi glielo insegna…) ed ha imparato a battere le manine sulle cosciotte quasi a tempo….gli suono la chitarra, per quello che mi ricordo, e lui la batteria su una scatola, fa il verso della mucca, vista in montagna, del maiale, visto in una cascina di amici, del pesce….quello rosso nella boccia!...ed il verso di Mattia, un insieme di suoni e movimenti che ripete quando gli dici “come fa Mattia?”
Si, a volte mi sento come quei papà un po’ dementi che fanno tutto per i loro figli….
(anche questo ostacolo è stato ampiamente superato….)
gli abbiamo dato un soprannome: piccolo Conan, il distruttore…una sera, alle 10, mi sono ingegnato a creare protezioni anti-pupo alle librerie e cassetti bassi, soprattutto per la sua sicurezza! Ed anche per il contenuto…avevamo una teiera, avevamo un videoregistratore…colpa nostra, non abbiamo calcolato la velocità di crescita dell’infante…

Myrrdin Wilt
00lunedì 21 aprile 2008 08:17
eppure dovrei essere felice;
ho portatato il mio spirito a cercare la pace, una pace che da troppo tempo gli ho rinnegato. lo maltratto, troppo spesso, obbligandolo a fare strade che non vuole, obbligandolo a tacere, quando in realtà, sta per esplodere.
è pasqua.
in genere ci son le uove con le sorprese.
ne volevo una anche io: piccola...mia...scordata nella fretta, tralasciata per l'eccitazione gioiosa di quello che si è poi rilevata un'illusione.
una busta...due tratti...risolto.
un anno e più...
ed io sono ancora qui che ci penso,che quando entra in testa rimbalza, da un punto all'altro, senza lasciarti respiro, senza lasciarti un pensiero, un momento...
nopn so se quello che mi ha assalito è rabbia o cosa...so che mi ha fermato il cuore. come puoi chiederlo?
non può battere un cuore spezzato, non può!
e te ne rendi conto. e ti accoprgi che le tua utopia sfiora cosi tanto la realtà da essere quasi solida...tagliente.
non riesco a mettere insieme i pensieri, non riesco.
si accavallano, vogliono prepotenti essere li, quando io vorrei spostarli altrove.
ma nemmeno io capisco csa scrivo e nemmeno io so perche e perchi lo faccio.
ci ho creduto, sino all'ultimo, sino a quando il baratro appare, e vedi la soluzione.

ma sono io, allora?
sono io, che ancora oggi, con una lacrima, appoggio leggere le dita su una scarpetta piccina...ricordando la strada percorsa.

il qudernetto è vergine...non esiste storia.

PianetaRosso
00lunedì 21 aprile 2008 20:23
La prima è commovente, ma anche quella della nonna è molto dolce [SM=g27823]
Myrrdin Wilt
00martedì 22 aprile 2008 01:27
grazie. le altre?
PianetaRosso
00martedì 22 aprile 2008 07:00
Re:
Myrrdin Wilt, 22/04/2008 1.27:

grazie. le altre?




[SM=g27833]
Myrrdin Wilt
00martedì 22 aprile 2008 07:34
le altre, pianetino: son sempre "pezzi" della mia vita....

PianetaRosso
00martedì 22 aprile 2008 18:59
Re:
Myrrdin Wilt, 22/04/2008 7.34:

le altre, pianetino: son sempre "pezzi" della mia vita....





Traspare una certa malinconia
Myrrdin Wilt
00giovedì 24 aprile 2008 08:24
Il centro, fisico, economico e sociale di Alessandria, è sempre stato "la piazzetta"; uno slargo triangolare, con il vertice diretto a Nord;
Piazza della Lega Lombarda, con l'obelisco dove sono incisi i nomi degli alessandrini presenti sul carroccio.
Ero bambino quando il nonno mi portò in quel "centro commerciale"
ogni gg della settimana, al mattino, c'era un mercato diverso: in poche ore si vendevano staie di grano, quintali di farina, e, nel caso del nonno, animali da macello.
l'idioma era principalmente l'Italiano, con contratti "segreti" fatti in dialetto locale stretto, di difficile comprensione ai paesi limitrofi, era tutto un sussurrare e stringersi la mano.
dal 1807 a deliziare il palato dei cittadini, e non solo, l'antica gelateria "Cercenà", situata sulla base del triangolo, con le porte aperte verso la Sinagoga. sui lati, un bar, un cinema, due banche.
Al pomeriggio erano le famiglie che regnavano sovrane, con chieccherii e bambini che corrono; la sera...be, il commercio era diverso, ma la zona era tranquilla. prima arrivava la "crema" della città, vestiti firmati, persone agiate, snob, che aspettavano, spesso, i "commercianti" della notte, i reietti.
non era pericoloso, però, bastava passare largo: al massimo rischiavi due urla e una spinta, ma non correvi rischi.
c'era comunque un codice, si rispettava il territorio, i troppo piccoli venivano protetti anche dai "cattivi".
mai ho vuto paura di quel luogo riservato.
sulla viuzza laterale una luce indica la porta di un ba, un bar dove le donne non le lasciano entrare, è indecoroso, ma fuori c'è una poltrona: a volte vanno a cercare il marito, e devono attndere comode.
nel bar c'è di tutto: biliardo, carte, flipper, e scacchi; io andavo per quelli. giocavo con "il professire" mai saputo in cosa. questi era cosi avaro, che per non stazzonare i pantaloni, li lasciava al guardaroba, e girava il bar in mutande a mezza coscia....
se non lo salutavo per primo, mi sgridava: "me l'ajo i cavì bionc!"

oggi sono in piazzetta con Mattia: il gelato ha ancora la sua leggenda, e la giornata invitante...
be'...mi guardo intorno, come non facevo da tempo.
il perimetro della Sinagoga è violentato da vetrine illuminate, il patio della piazza invaso dai tavolini dei bar, il monumento non è di facile lettura, per il suo originale...i graffiti spray portano scritte non proprio decorose...il traffico pedonale è sempr eimmenso, le bancarelle sempre presenti.
Qualcosa è cambiato, però...si, son pannsati una 'ntina d'anni.

tra le prime cose che mi arrivano all'orecchio, vi sono le parole, incomprensibili, dei passanti...non solo non è dialetto locale, ma nemmeno un qualunque dialetto Italiano! proprio non è figlio del vernacolese!
osservo, forse per la prima volta, la gente intorno: i lineamenti, quei lineamenti per cui Lombroso scrisse le sue - erronee o meno- tesi sulla fisionomia...
il bar ha chiuso da anni....
aspiro l'odore della piazzetta: chi mi conosce, sa che sono capace.
non è più il suo odore...stringo la manina di Mattia, quasi a fargli male, e lo porto lontano: siamo stranieri, stranieri in casa...

non sono razzista. trovo giusto che ognuno guadagni il suo spazio, la sua libertà. ma mi son sentito a disagio.
amavo, da ragazzo, percorrere il corso sino in piazzetta, giungere come un piccolo eroe al raduno dei coetanei, trovare il mio gruppetto, rasentare "quelli balordi" come un temerario, unirmi a coloro che...avevano il loro spazio, delimitato da un confine invisibile, che nessuno avrebbe superato.
oggi quel confine non è più. la sicurezza non è più. il modo di parlare, la prepotenza, la spavalderia e l'ineducazione regnano sovrane, tra un gruppo di persone, principalmente maschili, che delimitano i cammimnamenti, facendo lala al tuo passare, osservandoti, forse valutando quanto puoi avere in tasca.
senti gli occhi addosso, capisci che il brusio è diretto a te, e ti rendi conto di una cosa: i tuoi concittadini sono nelle vie laterali, quelle, un tempo, dei reietti...

myrr
Myrrdin Wilt
00martedì 29 aprile 2008 01:31
WE di mer...


tutto comincia con un rumorino strano, seguito da una risata innocente e argentina...
è venerdi, si sta caricando la macchina per una tre gg di relax, pupo e nanna...(trombare non è nella lista...)
cercando di non dare troppo peso alla prodezza infantile, si parte canticchiando una canzoncina.
poi cominciano le piccole lamentele sul male al pancino...ma anche qui grosso errore: sappiamo che il suo entusiasmo per i viaggi in macchina è nullo, e pensiamo sia una scusa.
fortuna sua si addormente subito, tra lo stanco e il malessere.

fortuna mia, si addormenta anche lei...

è stato durante la coda...si, anche noi eravamo quelli che, con il condizionatore a manetta occupavano i loro tre metri quadri sotto il sole.

dicevo: è stato durante la coda...il piccolo si sveglia, si guarda intorno e sussurra "papi..."
subito dopo il rumore di un lavandino sgorgato...
a seguire, l'ìmpellente necessità di spalancare i finestrini, e l'impossibilità di raggiungere la piazzola adiacente..

ma, come colpiti da un refolo malefico, la coda si dirada, e -miracolo!!- intorno a noi il vuoto!! (cadaveri a parte....)
raccolta non so dove una boccata d'ossigeno, sosto in corsia d'emergenza (decisamente!)
apri le portiere, cambia l'aria, nota i fiori del prato che chinano la testa, e provvedi a estrarre il pupo dal suo...prodotto...

"mattia che succede?"
-ho fatto un po di cacca...mi è 'cappata dal culetto....-
"dalla quantità direi che ti sei fatto prestare il culetto da un dinosauro..."
-no, no, è il mio! vedi? è piccolo e mobbido!!-

(si ringrazia la società autostrade per il cestino dove son stati messi i panni del pupo, avvolti in una tela nera con una croce gialla sopra....)

provveduto con l'idrovora alla pulizia infantile, avvolto il suo seggiolino in un sacco nero, gentilmete offerto da un (pallidissimo) viandante autostradale, si riparte, confidando nella buona sorte, di poter arrivare a destinazione, e confidando nei pannoloni comprati in emergenza per l'occasione.

il resto...è facile da immaginare. i tre gg di relax non son stati questi, il riposo nopn si è avvicinato.
il piccolo flagello di attila è stato decimato dal mal di pancia, la madre dalla febbre. i tre giorni son stati peggio di quelli del condor.

partiamo infine dal campeggio, certi di aver lasciato un tangibile segno del nostro passaggio, rendendo dubbiosi gli effluvi di cucina, spesso misti a quelli...culinari...

fortuna vuole che a casa tutto è finito, almeno il bimbo ritreova la sua serenità, e può, con la massima innocenza, avvisarti per il futuro:
"mamma, mamma!! ho capito a cosa sono alleggico...alle vacanze..."


























(di questo passo, anche io....)

tondetta
00martedì 29 aprile 2008 07:43
Scusami non dovrei, ma immagino la scena.... [SM=g1551421] [SM=g1551421]
Myrrdin Wilt
00martedì 29 aprile 2008 12:46
anche io la ho presa sul ridere...che altro dovevo fare?...

Myrrdin Wilt
00giovedì 15 maggio 2008 01:19
Hai avuto la fortuna di entrare nella vita di un uomo meraviglioso. Un uomo vero. Sei riuscita a fargli battere forte il cuore ed a farlo innamorare di te. Ti ha amato profondamente e ti ha donato tutto sè stesso con slancio e devozione. Una persona così non s'incontra ad ogni angolo della strada. Una persona cosi è unica. Tanti pregi racchiusi in una sola persona.. anche molti difetti certo!! Perchè hai lasciato che quell'uomo ti sfuggisse tra le dita? Perchè lo hai fatto soffrire cosi tanto? Ho visto il tormento sul suo viso, ho visto la tristezza del suo sguardo. Il suo dolore è diventato il mio. Ho pianto per lui e per te. Lo chiamavi amore, ma non era amore. No, non era amore. Tu. Hai avuto il suo cuore, la sua mente, il suo spirito, il suo corpo. Lo hai posseduto senza Amore. Perchè tu ami solo te stessa. Di te gli hai dato solo briciole, che per lui erano Paradiso. Egoismo puro, tu non sai dare, non sai ascoltare. Lui aveva bisogno di te, ma tu nemmeno te ne sei accorta. Mille donne ha avuto, e mille ne avrà ancora.... ma sono poche coloro che hanno lasciato il segno. Tu. Il patto col diavolo avrei fatto per entrare nella sua vita. Carte false per avere il suo cuore. Non era destino. Ringrazio Dio di averlo messo sulla mia strada, e di potergli stare vicino ugualmente. Lui è la mia luce, il mio sole che non tramonta mai. Sono fortunato, posso sentire la sua voce ogni giorno, posso vederlo ogni giorno... Tu potevi averlo e l'hai lasciato andare... stupida!!.. io non potrò mai averlo pur amandolo di Amore Vero. Non c'è scrittore, non c'è poeta che possa descrivere il mio sentire. Magia e dannazione per un amore così immenso, meraviglioso, puro.... e così sprecato. Lui vuole te. Amalo con tutta l'intensità, con tutta la tenerezza e la dolcezza con cui lo amerei io. Ascoltalo con benevolenza ed attenzione come avrei voluto fare io. Comprendi il suo sè, cosi complicato e fragile come avrei voluto fare io. Tu puoi renderlo felice, come avrei voluto fare io. Non soffermarti sui suoi difetti. Certo ne ha diversi, e poco piacevoli, come tutti del resto. Accettalo ed amalo per come è. Per come è. Sono egoista anche io. Voglio vederlo felice per essere felice. Questo, è l'Amore Vero, quello che gioisce nel dare, senza chiedere contropartite . Si, lo amo. Ma la vita continua.. e amerò ancora di affetto sincero. Dio sà quanto vorrei prendere il tuo posto. In questa vita sono perdente. Accogli quell'uomo nel tuo cuore, rendilo felice . Ed amalo anche per me.

myrr
Myrrdin Wilt
00lunedì 19 maggio 2008 02:05
le parole che seguono, non sapevo dove metterle
e nemmeno se ero io a doverlo fare.
sono mie. nate, ieri, in un momento di rabbia. rabbia per la mia incapacità


Quando saprò trovare
quelle parole che ancora non esistono.
Quando avrò in mano
quel cuore che ancora non batte.
Quando splenderà quella stella
che ancora deve nascere
In quel momento
io
sarò capace
di dirti
Quanto ti amo.



Myrrdin Wilt
marmellatadifragole
00lunedì 19 maggio 2008 11:52
[SM=g27833]
Myrrdin Wilt
00lunedì 19 maggio 2008 13:30
...a chi lo dici...

marmellatadifragole
00lunedì 19 maggio 2008 17:12
Scusami se mi sono permessa di commentare il tuo scritto ma a volte sei davvero enigmatico
Myrrdin Wilt
00mercoledì 21 maggio 2008 01:51
i commenti vengono anche dal cuore...
enigmatico.
sono innamorato.

marmellatadifragole
00mercoledì 21 maggio 2008 11:17
Che eri innamorato lo avevo capito [SM=g27828]
Myrrdin Wilt
00mercoledì 21 maggio 2008 23:22
di quello che ormai è un sogno...un ricordo
preso a calci
PianetaRosso
00mercoledì 21 maggio 2008 23:43
Re:
Myrrdin Wilt, 21/05/2008 23.22:

di quello che ormai è un sogno...un ricordo
preso a calci




Perchè, allora, non lasciarlo volare via?
marmellatadifragole
00giovedì 22 maggio 2008 11:33
[SM=x965959]
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