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Teh Bullone
00venerdì 9 luglio 2010 14:04
"La rete mobile rischia il collasso?

Nella sua relazione annuale, il presidente dell’Autorità Garante per le Comunicazioni Corrado Calabrò ha lanciato un allarme: «La rete di telefonia mobile è a rischio collasso». Come è possibile?
Secondo il Garante con la diffusione degli smartphone (in Europa siamo i primi per numero di cellulari con le funzioni di computer), delle pennette Usb per collegare il portatile in mobilità, e di nuovi apparecchi con sim come alcuni modelli dell'iPad di Apple, il traffico dati mobile in Italia si è moltiplicato (10 milioni di utenti a fine 2009 saliti già a 15 quest'estate), rendendo necessaria più banda larga per non intasare un’infrastruttura come le costose reti 3G (standard di terza generazione), una delle modalità di accesso ad Internet preferite dagli italiani, anche per la poca diffusione nel nostro Paese di punti di accesso wi-fi pubblici.
Che cosa propone il Garante per affrontare il rischio di saturazione della rete?
Calabrò ha sollecitato il governo a intervenire con urgenza. Ha parlato di un riordinamento radicale basato su nuove norme per la costruzione e condivisione di infrastrutture. E ha accennato a minori vincoli nella gestione delle reti wi-fi.

Che cosa dicono gli operatori telefonici?
Telecom Italia, che con Tim è leader di mercato, promette la propria disponibilità a una sinergia sulle infrastrutture per inserire la fibra ottica nel mobile, ma secondo l’amministratore delegato Franco Bernabè «non c’è alcun rischio collasso» della rete a larga banda mobile, visti gli investimenti fatti dagli operatori. Invece per Paolo Bertoluzzo, ad di Vodafone Italia, il rischio ventilato da Calabrò è concreto e per sventarlo bisogna smantellare il sistema della tariffa «flat» perché «non è sostenibile».

Come mai in Italia le reti 3G dominano e il Wi-fi non decolla?
Secondo il centro studi indipendente Nexa del Politecnico di Torino, una delle possibili spiegazioni è legata alla legge Pisanu, approvata cinque anni fa in clima di lotta al terrorismo internazionale e da allora sempre prorogata. Tale legge prevede una serie di adempimenti tecnico-amministrativi per chiunque voglia offrire un accesso Internet aperto (a pagamento o gratis), nonché l’obbligo di identificare ogni utente tramite documento di identità. Il costo - tecnico-gestionale - di tali adempimenti scoraggia, secondo il centro Nexa, molti locali pubblici, videoteche, amministrazioni eccetera, dall’offrire accesso a Internet. Di conseguenza, l’accesso wi-fi alla Rete, molto comune in altri Paesi in Italia è molto meno diffuso. Di conseguenza l’Italia è leader nell’utilizzo della più costosa rete 3G, che offre sì l’accesso a Internet in mobilità, ma a velocità tipicamente inferiori al Wi-fi- e comunque solo a chi se lo può permettere.

Il problema è solo l’accesso oppure anche la qualità dell’accesso alla Rete?
Con una rete satura, la velocità su Internet in mobilità cade a picco per tutti gli utenti. Da tempo le associazioni consumatori denunciano la necessità di misurare la qualità delle connessioni a Internet, sia mobili sia Adsl: Agcom ha annunciato che entro ottobre divulgherà un software apposito per l’Adsl. Già ora la velocità reale su Internet mobile nei centri urbani (fuori la situazione è generalmente molto peggiore) arriva spesso solo a 1-2 Megabit al secondo: ben lontana da quanto pubblicizzato dagli operatori, che promettono «fino a» 7, 14 o 28 Megabit al secondo.

Che soluzioni propone l’Agcom?
Liberalizzare le frequenze radio, mettendo all’asta prima del 2015 circa 300 MHz per larga banda, liberando spazi da quelle emittenti tv (9 in tutto) che non sono state in grado di approntare un palinsesto «degno di questo nome», sentenzia il Garante.

All’estero come fanno?
Ovunque nelle democrazie occidentali è decollato il wi-fi in alternativa al 3G. Usa e Germania hanno fatto un'asta per dare alla banda larga le frequenze liberate con il digitale terrestre e in altri Paesi europei si fanno aste per assegnare anche frequenze sui 2,6 GHz, un’estensione del 3G.

I proventi dell’asta a chi è previsto che vadano?
Come richiesto dalla Commissione Europea, i proventi dovrebbero essere utilizzati come incentivi alla banda larga per ridurre il divario digitale, in Italia particolarmente pronunciato.

Il Garante ha anche parlato del progetto Ngn: che cos’è?
Ngn sta per «Next Generation Network», una rete in fibra ottica di nuova generazione a 50mbit/s per collegare gli italiani a Internet ad altissima velocità. Ma il progetto, è da anni in fase di dibattito tra i diversi attori. Il Garante si rivolge al governo denunciando una mancanza di iniziativa unica comune.
La rete mobile rischia il collasso? "
Teh Bullone
00venerdì 9 luglio 2010 14:07
"Finlandia, Internet diventa un diritto civile
Lo ha deciso il governo

Il governo finlandese ha deciso di definire un «diritto legale» l’accesso a Internet per tutti gli oltre cinque milioni di cittadini del Paese, a partire da oggi.

Il Ministero per le Comunicazioni afferma infatti che «una connessione a banda larga di alta qualità a un prezzo ragionevole è un diritto elementare»; tutti i 26 operatori presenti nel Paese «definiti come fornitori di un servizio universale, dovranno essere in grado di servire ogni abitazione residenziale permanente o ufficio» con una velocità di download dei dati di almeno un megabit al secondo.

Secondo fonti del Ministero la quasi totalità delle abitazioni residenziali rispetta già le direttive adottate. (Fonte: La Stampa) "
Absurd'
00venerdì 9 luglio 2010 15:02
E' risaputo che a livello di infrastrutture tecnologiche in Italia siam peggio del terzo mondo [SM=x1630091] .

-Kenji87-
00venerdì 9 luglio 2010 15:51
Re:
Absurd', 09/07/2010 15.02:

E' risaputo che a livello di infrastrutture tecnologiche in Italia siam peggio del terzo mondo [SM=x1630091] .




e che i nordici sono avanti, grande finlandia [SM=g28002]
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