Priorità di governo: il Ponte sullo Stretto di Messina

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PATONE86
00sabato 24 maggio 2008 16:24
più di 10 anni, ma vi rendete conto?

berlusconi
Riparte il Ponte sullo Stretto. Il ministro Matteoli scrive al presidente della società creata ad hoc: «È un’opera prioritaria». Ciucci scandisce i tempi: l’anno prossimo la prima pietra, nel 2016 l’apertura al traffico, nel 2019 l’infrastruttura sarà realtà. Non è una sorpresa, ma il governo si è mosso in velocità. Berlusconi nel 2002 aveva avviato il progetto, senza riuscirci perché il successivo esecutivo Prodi non considerava il ponte una priorità. Adesso il rilancio, apprezzato non da tutti.

Il ministro ombra delle Infrastrutture Andrea Martella frena: «Prima opere stradali e ferroviarie in Calabria e Sicilia. Bisogna uscire dal clima di annunci e propaganda, ma ascolteremo le proposte governative». I Verdi ritengono inutile la costruzione perché la gente preferirà comunque l’aereo. Ma il «governatore» siciliano Lombardo si dice soddisfatto: «Il governo regionale lavorerà di concerto con quello nazionale». E il sottosegretario alle Infrastrutture Reina, anche lui dell’Mpa, promette: «Rispetteremo gli impegni presi. E Palazzo Chigi troverà le risorse nella sua programmazione economica».

Quello dei finanziamenti è un punto critico. Il ponte costerà 6,5 miliardi di euro, da reperire tra aumenti di capitale e project financing. I circa 50 milioni che il decreto fiscale del 2006 aveva destinato allo scopo sono stati dirottati dall’Unione sulla costruzione di strade e autostrade nelle due regioni coinvolte. Ora quindi, dopo sei anni di stop and go, si riparte da zero. Intanto arriva la decisione del consiglio dei ministri che quei fondi ex Fintecna destinati a opere pubbliche al Sud verranno usati per coprire il taglio dell’Ici. Protesta Anna Finocchiaro: «Uno scippo alla Sicilia, una scelta molto grave». Parla di «scandalo» anche il deputato del Pd Capodicasa, mentre Oliverio denuncia: «Il sud preso in giro e abbandonato».

Scrive Matteoli a Pietro Ciucci, presidente dell’Anas e della Stretto di Messina Spa: «Il collegamento stabile tra Sicilia e Continente è tra le infrastrutture che rivestono carattere prioritario e la sua realizzazione ha già costituito oggetto di affidamento al general contractor (Impregilo, ndr). Occorre porre in essere nei tempi più brevi tutte le condizioni per la ripresa delle attività». Il ministero farà la sua parte, promette Matteoli, e serve «un’immediata revisione della concessione e del piano economico-finanziario».

Ciucci risponde che i prossimi sei mesi serviranno a mettere in ordine le carte, poi verrà ridefinita la concessione, fino ad aprire il cantiere nel maggio-giugno 2010. Obiettivo: inaugurare il ponte sullo Stretto di Messina nel 2016. È una boccata di ossigeno per la società, che l’ex ministro Di Pietro era riuscito a non far chiudere ma galleggiava senza prospettive. La prima ipotesi di un ponte verso l’Isola risale agli anni ‘60. Dieci anni dopo fu costituita la Spa con capitali Iri, Ferrovie, Anas e regionali. Niente di fatto però fino all’accelerazione impressa da Berlusconi. Nel 2003 ha varato il decreto per la realizzazione, l’anno dopo Impregilo ha vinto la gara d’appalto. Deadline: 2007. Poi, le elezioni cambiano lo scenario.

I fondi vengono destinati ad altro. Il Parlamento, con una risoluzione, seppellisce l’opera. La commissione Bilancio del Senato approva un emendamento che prevedeva la messa in liquidazione della società entro il marzo 2008. Di Pietro però interviene: allo Stato costerebbe 500 milioni in penali alle imprese.

Federica Fantozzi
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