Preghiere e ricordi

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enricorns
00giovedì 29 gennaio 2009 20:28

Preghiere e ricordi



Ricordo il giorno in cui mi è stato chiesto di pregare su un giovane: si era ammalato e il medico di famiglia aveva detto ai genitori che non poteva curarlo perché non sapeva neppure che cosa avesse, per cui li aveva consigliati di ricoverarlo nel migliore ospedale di Bombay. Il ragazzo rimase nell’ospedale due settimane, e alla fine gli specialisti che anche dopo aver fatto tutte le analisi, la tac, le radiografie, non erano in grado di guarirlo e non avevano neppure capito di che malattia si trattasse. Il giovane si sentiva triste e oppresso al punto che chiese ai genitori di incontrarmi.

Con riluttanza andai al reparto di terapia intensiva dell’ospedale, dove il ragazzo era circondato da macchine e tubi e gli chiesi cosa voleva da me. Con mia grande sorpresa lui mi disse: «Mi voglio confessare».

Mi resi conto subito che confessarsi era proprio quello di cui aveva bisogno, perché passò in rassegna la sua intera vita. Poi lasciai quella stanza , ma mente stavo per uscire mi sono detto: «Torna dentro, la tua opera di sacerdote non è ancora finita!». Mi tornò alla mente la parabola del paralitico che fu calato dal tetto di fronte a Gesù e guarì quando lui gli disse: «Alzati e cammina» (cf Mc 2,4ss)

Quindi tornai al letto di quel ragazzo malato e pregai dicendo «Signore, adesso gli hai donato una guarigione spirituale, della sua colpa, fa per lui quello che hai fatto per quel paralitico duemila anni fa, fa’ che si alzi e cammini».

Dopo solo tre o quattro minuti di preghiera ero certo che era successo nella storia del vangelo duemila anni prima sarebbe successo in quel momento.

Dissi a quel ragazzo di muoversi, nonostante sapessi che non poteva farlo a causa delle intense sofferenze fisiche, ma il Signore Gesù mosse il suo corpo: lo feci sedere sul letto egli dissi: «Vieni avanti, piegati», e quel ragazzo lo fece; continuai dicendo: «Ora comincia a camminare», e lui cominciò a camminare. Il giorno dopo venne dimesso dall’ospedale.

Un anno dopo, mentre predicavo un ritiro, gli chiesi di raccontare la sua testimonianza, e questo ragazzo disse: «nel momento in cui feci una sincera e completa confessione di di tutta la mia vita, sapevo già che ero guarito anche fisicamente. Non c’era bisogno che il sacerdote tornasse indietro a pregare su d me». Da allora mi sono reso conto dell’immensa potenza del sacramento della riconciliazione.

Questo sacramento è il dono bellissimo di Dio alla Chiesa cattolica per la guarigione del corpo e dello spirito.

Quando qualcuno viene da me per confessarsi, io non prego soltanto per l’assoluzione dei suoi peccati, ma anche per la guarigione fisica e per la sua liberazione.


(tratto da: Per il potere della Chiesa di p. Rufus Pereira*, Rivista Alleluia N.2 – 2008 pagg. 30 e 31)


* vicepresidente internazionale degli esorcisti

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