Pazzia ai giorni nostri

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Francesca Akira89
00domenica 22 settembre 2013 08:57
La protagonista si accorge che il padre ha molto probabilmente uno squilibrio mentale. Disprezza tutto e tutti, trova strane le cose più normali, urla e inveisce per ore sugli altri per le cose più futili (tipo che aveva fretta di andare in bagno e ha trovato la tavoletta abbassata, o è caduto un limone a terra mentre prendeva una cosa dal frigo, o non ha potuto mangiare gli stuzzichini che voleva a pranzo). Diciamo che è sempre stato strano, ma che è peggiorato sempre di più fino a diventare sempre più irragionevole. Insulta continuamente, soprattutto con parole come "pazza" e "anormale", la moglie. Ha pretese assurde e spesso non si capisce neppure di cosa stia parlando. E quando non è preso da una cosa in particolare borbotta parolacce o cantilene.

Quello che vorrei sapere... come potrebbe fare la protagonista a risolvere la situazione, posto che la convivenza è diventata insostenibile?
Naturalmente il padre non vorrebbe neanche vedere un medico, esiste un sistema (ai tempi nostri) di costringere una persona a curarsi?
O, in alternativa, qualcuno mi suggerisce un modo in cui la protagonista potrebbe comunque far esaminare il padre da un analista senza che lui lo sappia?
Nike DeBoner
00domenica 22 settembre 2013 23:36
C'è, si chiama TSO - Trattamento sanitario obbligatorio.

E' una trafila lunga, che non ricordo di preciso come si articola, ma tipo dovrebbe essere: un parente (o chi per lui) del paziente chiama il 118 > il medico* chiama la polizia > la polizia fa una richiesta a un giudice > il giudice firma i fogli per 'ordinare' il TSO > la polizia accompagna il medico a far rispettare l'ordinanza del giudice.

E' una cosa del genere, ma non ricordo se, tipo, il parente possa chiamare direttamente la polizia e richiederlo (penso, però, serva il giudizio di un medico); né so come si svolga esattamente l'iter polizia-giudice. :/

Comunque, funziona sia per motivi fisici che per motivi psichiatrici.


*non è detto che il 118 mandi subito l'ambulanza con il medico a bordo, in questo caso c'è un altro passaggio in cui il volontario del 118 chiama la centrale per farsi mandare un dottore, perché mi pare solo un sanitario può richiederlo. :/
Se ti serve nello specifico, posso informarmi meglio.
zorrorosso@EFP
00lunedì 23 settembre 2013 09:53

E' una cosa del genere, ma non ricordo se, tipo, il parente possa chiamare direttamente la polizia e richiederlo (penso, però, serva il giudizio di un medico); né so come si svolga esattamente l'iter polizia-giudice. :/



Io so che in "pratica" la polizia e i carabinieri non fanno assolutamente nulla se chiamati per primi senza esporre denuncia: si fanno vedere in uniforme, cercando di portare un po' di calma, al massimo fanno un "mero" servizio taxi portando la persona a casa (nel caso fosse scappata). Possono pero' consigliare ai familiari di prendere ulteriori provvedimenti tramite un medico.
In un primo momento, il familiare stesso potrebbe somministrare un test di valutazione alla persona per aiutare nella diagnosi e poi medici e sanitari possono visitare la persona a casa successivamente per valutare la situazione personalmente.

Se pero' questa persona e' molto ostile e magari si ritira per i fatti suoi o viene in qualche modo allontanato senza mai procedere ad una vera e propria analisi, oppure ha degli sdoppiamenti di personalita' che lo fanno apparire normale agli occhi della gente comune, tutte queste procedure potrebbero andare avanti per anni, se non decenni.
Nike DeBoner
00lunedì 23 settembre 2013 11:31
Re:
zorrorosso@EFP, 23/09/2013 09:53:


Se pero' questa persona e' molto ostile e magari si ritira per i fatti suoi o viene in qualche modo allontanato senza mai procedere ad una vera e propria analisi, oppure ha degli sdoppiamenti di personalita' che lo fanno apparire normale agli occhi della gente comune, tutte queste procedure potrebbero andare avanti per anni, se non decenni.




Il TSO serve proprio se la persona è ostile e violenta (come mi sembra il caso), e non mi sembra voglia allontanarsi (da quello che ha detto Aki, quanto meno) e se il medico arriva a casa è facile che ci scappi che l'uomo insulti la moglie o comunque si comporti come sempre in casa propria. Il medico sente poi anche i familiari per decidere.
Al punto che ha descritto, però, non credo ci vorrà molto più del tempo necessario per svolgere le pratiche (ho sentito, da racconti di medici e paramedici) che ci possono volere delle ore, specie se la chiamata al 118 avviene di notte, ma solo perché è difficile trovare un giudice sveglio, o rintracciarlo. xD
suinogiallo
00lunedì 23 settembre 2013 14:09
Chiariamo una cosa, il Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO) non viene disposto da un giudice ma dal sindaco del comune in cui si trova la persona.
Non viene disposto perché la persona è violenta ma perché rifiuta un trattamento sanitario utile per se o per gli altri (un malato di TBC che non vuole farsi isolare ad esempio).
E' corretto che viene richiesto da un medico (due se si presuppone il ricovero ospedaliero).

Questo per quanto riguarda l'Italia, se la storia è ambientata altrove, è da vedere.

Hasta Luego
Nike DeBoner
00lunedì 23 settembre 2013 15:58
Avevo dato per sottinteso la parte in cui avesse bisogno di cure (psichiatriche, ma sempre cure). Posso aver scordato la parte del sindaco, ma ero alquanto certa sull'esserci bisogno di un giudice. Va beh, avevo comunque di già premessodi non ricordarlo con esattezza, son passati alcuni mesi da quando me l'hanno detto XD
Francesca Akira89
00domenica 27 ottobre 2013 10:29
Grazie per le risposte.

A dire il vero, pensavo a qualcosa di un po' più... "alla chetichella".
Come ho detto, sono i figli a voler fare qualcosa, la moglie è un tipino abbastanza passivo e sarebbe difficile vederla rivolgersi a un tribunale...
Ma diciamo che tutta la famiglia manca un po' di iniziativa, altrimenti ci sarebbe già stato un divorzio e tanti saluti.
zorrorosso@EFP
00domenica 27 ottobre 2013 15:18

altrimenti ci sarebbe già stato un divorzio e tanti saluti.


Di solito, se la persona rifiuta di curarsi o di ammettere che il rapporto non e' sano, segue prima o poi una separazione/divorzio (soprattutto se le persone coinvolte stanno abbastanza bene o sono abbastanza giovani).

La situazione che descrivi potrebbe capitare con piu' facilita' con l'avanzare dell'eta', quando altre condizioni invalidanti impediscono l'allontanamento o rendono la separazione/divorzio del tutto inutile (ad esempio se la madre e' invalida, non indipendente e decide di separarsi dal padre, che gia' non puo' provvedere a se stesso e solo uno dei figli prende in custodia entrambi).
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