Proprio ieri ho terminato di rileggere "Orgoglio e sentimento" che è la brutta copia di Orgoglio e pregiudizio" di Jane Austen: una noia mortale, stesse parole, stessa ambientazione, stesse protagoniste.
Tre figlie dimenticate dal fratello ricchissimo e nobile; al solito c'è la "Jo" di Piccole donne", al solito la bellissima "Amy", e la eccezionale "Beth",così scontate, così squallida con una madre un po' cretina da averne la nausea.
Certo nella Austen c'era la volontà di denunciare le ridicole usanze della nobiltà, una specie di satira ante litterman.
In questo periodo leggo alla mia mamma libri di Liala.
Ho scoperto un'autrice infelicemente oscurata, una deliziosa miscellanea di eleganza in un perfetto italiano un po' demodé; mai fuori dalle righe, sensibile e con un talento incantevole che ti fa amare i suoi personaggi (pur con nomi ridicoli)
che ti incatenano.
Io che leggo molti thriller non ho mai voluto conoscere il finale; ebbene con Liala lo faccio, tanta è la smania di voler prevedere e gustare meglio la storia che si dipana in un intreccio davvero geniale.
Finito il libro ti accorgi che i personaggi sono entrati nel tuo cuore, ti sono divenuti cari.
Ora capisco come sia possibile quel successo di pubblico; e devo chiedere scusa per la mia "superiorità" intellettiva che mi faceva snobbare quella nobildonna piccola e fragile, amata ed osannata dal d'Annunzio, che scriveva con il cuore.
Mi chiedo, non è che nella nostra esterofilia ci scordiamo dei nostri autori ed esaltiamo i mediocri?