Nei dati Isfol disoccupazione ai minimi. Ma è precario un lavoratore su dieci.

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vanni-merlin
00martedì 20 novembre 2007 19:30
Nei dati Isfol disoccupazione ai minimi. Ma è precario un lavoratore su dieci.

Il lavoro atipico coinvolge tra le 3,5 e i 4,5 milioni di persone. Quasi la metà dei contratti atipici sono stati già rinnovati almeno una volta. Tra gli "under 30" solo il 53 per cento ha un contratto a tempo indeterminato. Penalizzate anche le donne. TABELLA: le tipologie contrattuali




Addio lavoro standard. Addio posto fisso. Il lavoro è sempre più a termine. Ora coinvolge dieci italiani su cento. Sono soprattutto contratti a tempo determinato, di apprendistato o percorsi interinali. Ma sono ancora di più se a questi si aggiungono il 5,7 per cento dei lavoratori che hanno solo un contratto di collaborazione. Che siano co.co.co., co.co.pro o occasionali. I lavoratori atipici, nel complesso, sono "tra i 3,5 e i 4,5 milioni". Sono questi i risultati resi noti dal Rapporto Isfol, presentato dal presidente Sergio Trevisanato, che analizza in dettaglio il mercato del lavoro italiano.

Cresce ad ogni modo il livello dell'occupazione italiana. Nel nostro paese si è toccato il numero di 23 miloni di occupati. Allo stesso tempo è sceso il livello di disoccupazione che ha raggiunto i minimi storici, il 6 per cento, anche se rimane insufficiente il tasso di partecipazione al lavoro, in particolare dei giovani e delle donne. L'Italia rimane infatti ancora lontana da tutti gli obiettivi di Lisbona. In particolare, sottolineano gli autori del rapporto, prosegue la flessione dei tassi di attività che svelano come ci siano ampi segmenti di popolazione in età attiva che non lavorano e non cercano lavoro.

Tale fenomeno sembra riconducibile anche al fatto che il lavoro disponibile non risponde alle attese e alle esigenze dei lavoratori. In particolare quelle dei giovani e delle donne. Molte occasioni di impiego riguardano lavori poco o per niente qualificati, prevedono contratti a carattere temporaneo e le retribuzioni proposte sono al di sotto delle attese e della soglia di necessità.

"Il lavoro atipico - spiegano gli autori della ricerca - coinvolge quasi 3,5 milioni di persone, poco più del 15 per cento dell'occupazione, includendo gli occupati a termine (compreso l'apprendistato) e i parasubordinati (occupati autonomi esposti a più vincoli di subordinazione). Se si includono i part-time involontari e tutti coloro che non conoscono la tipologia del proprio contratto di lavoro, nel suo insieme la platea della "atipicità" massima è formata da poco più di 4,5 milioni di persone, pari a circa il 20 per cento degli occupati".

La natura atipica colpisce soprattutto il segmento dei più giovani. Tra gli "under 30" il 24,7 per cento ha un contratto di dipendente a termine, il 10 per cento è autonomo, l'8,4 per cento ha un contratto di collaborazione e il 4,3 per cento ha altri contratti non standard. Tra chi ha meno di 30 anni solo il 53 per cento può contare su un contratto a tempo indeterminato.

Anche le donne si confermano tra i segmenti deboli del mercato dell'occupazione. Quasi sette su dieci accede a un posto di lavoro con un contratto atipico: oggi sono il 63 per cento (erano il 60 per cento l'anno scorso). Non vanno bene le cose neppure se si guarda alle retribuzioni. I salari delle lavoratrici sono in media inferiori del 25 per cento di quelli dei lavoratori. A parità di contratto e di livello di inquadramento poi, la differenza è quasi del 16 per cento.



da: miojob.repubblica.it/notizie-e-servizi/notizie/dettaglio/lavoro-precario-un-italiano-su-dieci...

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