secondo il mio punto di vista...
secondo il mio punto di vista l'aborto in se dovrebbe essere impedito dopo la 10ma settimana di gravidanza in quanto quello e' il punto in cui il cuore del feto comincia a battere e da li' in poi potrebbe essere considerata una persona a se stante, con una sua determinata esistenza, indipendentemente dal modo in cui questa e' stata concepita.
Ho capito che non e' una persona senziente, ma ha braccia, gambe, mani, piedi, tutte le dita, il naso, gli occhi, i denti, la spina dorsale, una vescica e un cuore che batte.
Detto questo, una donna che vuole abortire prima della decima settimana dovrebbe, pero', avere a disposizione tutti gli aiuti necessari e l'immediata (o quasi) possibilita', strutture e burocrazie per farlo con i mezzi piu' adeguati (e soprattutto senza essere questionata in alcun modo sulla decisione presa) che sia stata violentata o meno.
In quei paesi o situazioni dove questo non accade, il mio punto di vista va un bel po' a farsi f...riggere.
Poi c'e' da dire che il mio punto di vista potrebbe essere ben contestato da chi considera la viabilita' del feto come punto di riferimento (come ha scritto anche Fri2), circa 21-24 settimane, dopo le quali il bambino potrebbe in teoria vivere e respirare al di fuori dell'utero (seppure con un respiratore, in un'incubatrice).
Cosa che comunque non accade dalla 10ma settimana.
Nel caso in questione, questa donna, anche se ha un sacco di attenuanti, rimane un'assassina e una persona disturbata mentalmente: dovrebbe scontare una pena (o una cura) che la porterebbe comunque ad allontanarsi dal bambino e non avere in alcun modo l'obbligo di crescerlo o avere contatti con lui.
Non credo che abbia la possibilita' di decidere direttamente della sua vita e di quella del bambino, in quanto e' (o dovrebbe trovarsi) in carcere, quindi spetta ad altri decidere fino a che punto questi abusi l'hanno devastata a livello mentale.
Se le persone responsabili per lei riterranno che una gravidanza ed un parto potrebbero aggravare drammaticamente il suo stato mettendola veramente in pericolo di vita, forse l'opportunita' di un aborto non e' da scartare.
Se, pero', una valutazione dimostrasse che questo evento non la danneggerebbe (piu' di quanto non lo sia gia') potrebbe trovarsi davvero a fare da "mera incubatrice": la gravidanza non sara' una passeggiata, ma a mio avviso l'ergastolo o gli ospedali psichiatrici sono un attimo peggio.
Ribadisco che io non sto qui a dire che non si deve abortire dal concepimento perche' e' una cosa ingiusta nei confronti del feto, chi lo dice non sta molto bene, visto che un ovulo fecondato e un cancro maligno sono quasi la stessa cosa, ma non si puo' dire neanche "beh, finche' e' nel mio utero ci faccio quello che voglio e abortisco quando voglio".