III DOMENICA DI PASQUA

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enricorns
00sabato 25 aprile 2009 14:47
MESSA VIGILIARE DELLA III DOMENICA DI PASQUA

VANGELO DELLA RISURREZIONE
Annuncio della Risurrezione del Signore Nostro Gesù Cristo secondo Marco 16, 1-8a


Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungere il corpo di Gesù. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?». Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande. Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”». Esse uscirono e fuggirono via dal sepolcro, perché erano piene di spavento e di stupore.
Cristo Signore è risorto! Alleluia. Alleluia!
® Rendiamo Grazie a Dio! Alleluia. Alleluia

At 16, 22-24; Sal 97; Col 1,24-29; Gv 14,1-11a
 
LETTURA
Lettura degli Atti degli Apostoli 16, 22-34

In quei giorni. La folla insorse contro Paolo e Sila e i magistrati, fatti strappare loro i vestiti, ordinarono di bastonarli e, dopo averli caricati di colpi, li gettarono in carcere e ordinarono al carceriere di fare buona guardia. Egli, ricevuto quest’ordine, li gettò nella parte più interna del carcere e assicurò i loro piedi ai ceppi.
Verso mezzanotte Paolo e Sila, in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i prigionieri stavano ad ascoltarli. D’improvviso venne un terremoto così forte che furono scosse le fondamenta della prigione; subito si aprirono tutte le porte e caddero le catene di tutti. Il carceriere si svegliò e, vedendo aperte le porte del carcere, tirò fuori la spada e stava per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti. Ma Paolo gridò forte: «Non farti del male, siamo tutti qui». Quello allora chiese un lume, si precipitò dentro e tremando cadde ai piedi di Paolo e Sila; poi li condusse fuori e disse: «Signori, che cosa devo fare per essere salvato?». Risposero: «Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia». E proclamarono la parola del Signore a lui e a tutti quelli della sua casa. Egli li prese con sé, a quell’ora della notte, ne lavò le piaghe e subito fu battezzato lui con tutti i suoi; poi li fece salire in casa, apparecchiò la tavola e fu pieno di gioia insieme a tutti i suoi per avere creduto in Dio.

SALMO
Sal 97

® Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia. oppure ® Alleluia, alleluia, alleluia.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo. ®

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele. ®

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni! ®

EPISTOLA
Lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi 1, 24-29

Fratelli, io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa. Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio verso di voi di portare a compimento la parola di Dio, il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi. A loro Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo alle genti: Cristo in voi, speranza della gloria. È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo. Per questo mi affatico e lotto, con la forza che viene da lui e che agisce in me con potenza.

VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Giovanni 14, 1-11a

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me».
enricorns
00sabato 25 aprile 2009 14:56
Commento al Vangelo del 26 aprile
Gesù è la strada
III Domenica di Pasqua

di Giuseppe GRAMPA
Parroco di S. Giovanni in Laterano, Milano


Ripetutamente nell’evangelo odierno Gesù dice: Vado… è quindi in cammino, anzi aggiunge Io sono la strada. Vorrei sostare su questo simbolo. Gesù è la strada: ecco un simbolo universale per indicare la condizione umana. Tutti ricordiamo le prime parole della Divina Commedia: Nel mezzo del cammin di nostra vita… È consueto questo simbolo per indicare l’avventura dell’esistenza, l’andare verso una meta, la faticosa conquista giorno dopo giorno della vetta. Ma se la vita è cammino, allora l’uomo è nella sua verità un camminatore, un cercatore. Non c’è quindi vita autentica se non nella inquietudine della ricerca. Guai agli installati, a coloro che si considerano arrivati. Se la vita è cammino allora solo chi è in ricerca vive pienamente. Anche la fede è cammino. E infatti il padre dei credenti, Abramo, è stato un grande camminatore. “Dio disse ad Abramo: Parti dalla tua terra e và verso la terra che io ti indicherò. E Abramo partì”. Dopo di lui quanti camminatori, uomini e donne in ricerca. Dissipiamo un equivoco: la fede non è come talora si pensa, un tranquillo possesso di certezze che risolvendo ogni interrogativo dispenserebbe dall’inquietudine della ricerca. Proprio la fede, l’affidarsi a Dio, impone di andare, di mettersi in strada, di cercare senza stancarsi. Quando Gesù dice: io sono la strada, propone ai suoi discepoli lo stile del camminatore, scuote la nostra passiva accettazione del presente, dell’esistente. Se Gesù è la strada, allora i suoi discepoli non possono essere dei sedentari. Il libro degli Atti degli Apostoli per indicare i discepoli di Gesù, i cristiani usa una stupenda espressione, dice: gli uomini e le donne appartenenti a questa strada (9,2; 18,25; 24,22).

Un passo dopo l’altro

Ma la strada, a differenza del labirinto o del vicolo cieco, la strada è tale perché va verso un termine, verso una mèta. Se Gesù è la strada, allora con lui, dietro a lui noi non andremo a casaccio, bighellonando a zonzo, peggio a tentoni senza orizzonte né mèta. “Io sono la strada” dice Gesù “e chi mi segue non cammina nelle tenebre ma ha la iuce della vita”. Con lui e dietro a lui il nostro vivere non sarà mai avventura disperata e insensata: è cammino, è andare non verso l’ignoto ma verso un orizzonte che ha un volto, paterno. Gesù è la strada perché lui solo è la via che conduce al Padre, ci riporta a quell’origine da cui hanno principio i nostri giorni. Dire strada vuol dire anche evocare tanti passi, la fatica di una ascensione, la costante perseveranza di fare un passo dopo l’altro, senza cedimenti. Anche il cammino di fede conosce la fatica di fare un passo dopo l’altro. La fede non è una scorciatoia che ci esoneri dalla fatica paziente, non è espediente che ci liberi d’un balzo, istantaneamente dalla fatica. Certo non sono mancate nella storia le conversione repentine, improvvise, come un lampo che squarcia l’oscurità di una notte. Ma venire alla fede è più spesso un cammino talvolta lunghissimo, fatto di innumerevoli passi, anche di soste, di battute d’arresto, di ritorni indietro… come quando, stanchi, decidiamo di non proseguire fino alla vetta ma di tornare più comodamente al piano. Ma non dimentichiamo: cristiano vuol dire uomo, donna di quella strada che è Gesù.
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