Dove il vento
di Amarganta, Ormedelcaos, Lazharus, Cerca.mi
Dove il vento
ascolta dei colori
i pensieri
o anche il suono di un flauto
e il giallo tra la pergamena
e la penna che scivola
lenta
tra una sillaba e un'altra
oggi che è domenica
dove le viole
non san decidere
tra la terra
e il cielo
dove gli abissi e gli incarti
o solo gli aliti delle stagioni
e i muri d’un compromesso
alle porte di rovere se si aprono da sinistra
dove le sirene
senza coda e senza canto
piangon le parole
dove i lacci alle scarpe o i gatti bianchi
sui tetti quando il buio o le domestiche
incinta
e i lanternini alle lucciole
e lì
dove il vento o l'incuria
o i nostri giorni stanchi e le domeniche
lì dove quei passeri ai nidi
e il fromboliere stanco
lì dove i trucioli dell'inverno
o le bambole di primavera
lì dove noi
e gli altri
se le finestre
sono chiuse
lì dove il vento
scorse quei giorni
di un passato-meteora-orizzonte
li un giocoliere
elegge parole
sull'uscio di una chiesa.
Fui dall’aria d’accanto
su palme e corinzi
di fili e di soste amorose
abachi e nodi, per sgranare il tempo
là, dove il vento
o uno dei venti
s'avventa
a sfogliare penombre,
ricordi
e il destino
attonita verso o attonito dico
se l’acqua ci bagna le tempie
dopo la clessidra
e suona dolce la musica che sniffa
da un alto riposo o, solo,
da un attento ciglio
là dove il vento
pesca più in là di una lira, il soldo
di un colore smarrito
Là dove il vento versa
a strati di clessidra
l’Oriente a Ovest
il sangue
cola piegato
di mitraglia sul gradino
e l’olio nei capelli
non fraintende
gli occhi lucidi
del martire.
Dove il vento gira
e sfronda le parole.