Dibbio vs Ramon, EWF WAR 18/10/2006

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HHHThegame
00martedì 17 ottobre 2006 16:19
Cribbio valè t'avevo mandato na ffz ma me sà che nn l'hai vista... cmq come famo? Prova a fa no spottarello o dimme se hai problemi, io ho unospot pronto e posso metterlo anche ora, ma attendo una tua risposta! [SM=x898272]
vd2
00martedì 17 ottobre 2006 18:02
No, la FFZ non l'ho vista.

Stasera spotto.

HHHThegame
00martedì 17 ottobre 2006 20:57
ecco il mio spot, se te per caso hai qlk prob e nn ce la fai a metterlo in tempo, o proprio nn ce la fai, avvertimi e mi regolo io! [SM=x898272]






Lettera ad un figlio

Vediamo un po’… mi ritrovo in una stanza, esausto e sfinito dopo l’ennesimo match trionfato dopo il mio cambio d’essere… osservo il mio titolo scintillante e do un’occhiata alle foto appese alla parete, giro la testa e noto che sulla scrivania vi sono numerose scartoffie burocratiche da firmare per assicurarsi la prenotazione dei palazzetti per i prossimi show…
“Perché no?”, mi chiedo, in fondo compilandole ora, in questa nottata in cui non riesco a prender sonno, mi porterei avanti il lavoro di mesi.
Sposto la sedia in pelle e mi siedo, metto qualche firma qua e la e dopo pochi secondi mi ritrovo tra le mani una mia vecchia foto, di me in compagnia di una mia vecchia fiamma. Entrambi sorridenti, sembravamo la coppia più felice del mondo; pensare a come poi sia finita mi fa ricordare una delle lezioni più dure della vita, ovvero che niente di bello è per sempre. Sotto la foto riesco a notare un pezzo di carta bianca, di quelli per le fotocopie, e mi viene in mente un’idea che nessuno si aspetterebbe mai di vedere da me, ma che invece prende il mio cervello e mi impone a scrivere quanto segue.

“Questa lettera è per te. Se la leggerai non lo so, forse non lo saprò mai, anche perché non ho la più pallida idea se nascerai. Probabilmente quando la leggerai io sarò un vecchio rincoglionito, o magari ancora un aitante ragazzo che si ritrova a pagare l’errore di gioventù di un figlio che magari non avrei dovuto riconoscere. Prendi con le molle questa lettera, qui dentro c’è tutta la mia saggezza, che però ti sarà inutile probabilmente, se queste cose non le proverai di prima persona.
Appena sarai nato la prima cosa che ti sentirai dire da me è di avere rispetto. Rispetto per qualunque persona, uomo donna o bambino che sia, perché non tutti partiamo dallo stesso livello in questa vita, ma non per questo chi nasce svantaggiato deve meritarsi gli insulti di chi è più benestante e facoltoso di lui, oltre che più potente.
Quando cammini per strada, tieni sempre alta la testa. Tutti devono vedere chi sei, e non devi vergognarti di ciò che sei diventato.
Se un giorno fallirai in qualcosa, non chinare la testa e non perderti in inutili lacrime. Piuttosto, fai retromarcia coi tuoi pensieri e vedi dove hai sbagliato.
E se poi proprio non riuscirai a rimediare ai tuoi errori e le salate lacrime saranno impossibili da fermare nella loro discesa, non rintanarti in un angoletto a versarle; piuttosto alzati e mostra al mondo che non temi i tuoi fallimenti, bensì sei pronto ad affrontarne altri, che mai potranno fermarti.
Invece, se mai vedrai una donna piangere, augurati di non essere stato te a causare tali lacrime, perché altrimenti non basterebbe tutto il disprezzo de mondo a far capire cosa provo verso mio figlio. Piuttosto, consolala e compi la sua vendetta verso colui che le ha causato tristezza, aiutando il sesso debole ad avere le sue soddisfazioni verso beceri individui quali sono gli uomini.
Ricorda inoltre di distinguere la tua donna dalla tua ragazza. La prima sarà colei con la quale ti confiderai e ti affiderai quando avrai bisogno di risolvere i tuoi problemi e le avversioni che ti verranno causate dalla vita. Non tradirla mai, sii sempre sincero e venerala come una Dea, lei sarà la tua guida oltre che la cosa più importante della tua vita.
La tua ragazza invece sarà semplicemente colei che ti svuoterà le palle e alla prima occasione cambierà tubo su cui saltare.
Quando da casa tua scenderai nel tuo quartiere, fa che il tuo nome sia conosciuto e rispettato. Tirati fuori dalle risse ma non scappare, se qualcuno cercherà te affrontalo e tieni alto il tuo nome. Anche se le prenderai non ne uscirai veramente sconfitto.
Non essere mai un codardo e non operare mai decisioni che in un futuro prossimo potranno portarti alla fuga per paura.
Elimina la paura dal tuo cervello, fa che i tuoi sensi non la temano, invece fattela amica e sfruttala come alleata, semmai seguirai la mia strada e ti troverai come me a lottare su un ring, fa che anche se tu non disporrai di un aspetto temibile gli avversari abbiano timore di te.
Cerca di crearti un ambiente piacevole quando tornerai a casa dal lavoro. Non scaricare le tue colpe sulla tua futura famiglia, anche loro avranno i loro problemi e potranno non essere dell’umore giusto per scaricare le tue depressioni.
Accetta ogni sconfitta da uomo e risolvi ogni problema contando su te stesso.
Non mostrarti diverso da ciò che sei, ti causerà solo problemi quando poi si verrà a scoprire la tua vera natura. Sii sempre leale con il prossimo e comportati sempre correttamente. So di essere l’ultimo a poter dire ciò, ma mai come ora so quanto siano giuste queste parole.
Non tradire mai nessuno, amici donna o sconosciuto che sia, perché la sua vendetta potrebbe essere quanto più solerte e temibile di quanto tu ti aspetti.
Non fidarti mai degli amici, non esistono. Esiste solo gente che ti è fratello, non di sangue, ma legata a te in modo imprescindibile. Potrai sempre contare su di loro, e a loro dovrai sempre dimostrare la stessa fiducia che loro dimostrano a te.
Ricordati che ogni fuga prevede un ritorno. Non si può scappare dal passato e dalla propria vita.
Per finire, ricordati questo mio ultimo fondamentale insegnamento: non sei al centro del mondo, ma sei indispensabile per farlo girare.

Ora, puoi decidere se seguire questi miei consigli, ed essere qualcuno nella vita.

Oppure puoi decidere di ignorarli, ed essere un Dio come me che non li ho mai rispettati.

Papà/Dib”
vd2
00martedì 17 ottobre 2006 23:54
Non ho letto lo spot, ma gia l idea mi sembra ottima.

Ora ho da fare, il mio spot lo faccio piu tardi, ma la deadline quand'è??

Kurtangle86
00mercoledì 18 ottobre 2006 00:29
Re:

Scritto da: vd2 17/10/2006 23.54
Non ho letto lo spot, ma gia l idea mi sembra ottima.

Ora ho da fare, il mio spot lo faccio piu tardi, ma la deadline quand'è??




Visto che Dibbio è fuori rispondo io.
Entro domani pomeriggio penso, credo tu possa fare con comodo tanto Dib non ha mai ucciso nessuno per la deadline [SM=x898276]
HHHThegame
00mercoledì 18 ottobre 2006 01:09
Re:

Scritto da: vd2 17/10/2006 23.54
Non ho letto lo spot, ma gia l idea mi sembra ottima.

Ora ho da fare, il mio spot lo faccio piu tardi, ma la deadline quand'è??




Di solito per le puntate settimanali la deadline è alle 13 del mercoledi, però hai tempo fino alle 17 circa per farlo, perchè sennò dopo mi è impossibile leggerlo con calma causa writing...

Certo, se fai prima me fai un regalo... [SM=x898276]

[Modificato da HHHThegame 18/10/2006 1.10]

vd2
00mercoledì 18 ottobre 2006 02:38
Amore, aspettami, verrò a prenderti.
Una visione, un angelo che mi sorrideva, una sensazione di benessere tutto intorno, mi sentivo bene…mi sentivo vivo…la volevo..


Non lo voleva fare, ma doveva.
Erano notti insonni le sue, erano notti dannate, eppure era lui stesso a crearsi il suo male, era lui stesso a voler ricercare quella sensazioni, quelle visioni cosi paradisiache, anche se sapeva che a lungo andare non portavano benefici al suo corpo, se non quegli attimi di assoluta felicità.
Lo stava per rifare, ne voleva un altro po’, il suo corpo ormai era ingordo del suo profumo, del suo sorriso e dei suoi occhi così candidi e rassicuranti, forse si stavo innamorando.



Ecco, fra poco la incontrerò.
So già cosa devo fare, questa fredda e buia foresta ormai non mi spaventa più.
Ancora qualche passo e la raggiungerò, sarà mia, questa volta non me la farò scappare, lei è l’unica che riesci a farmi sentire così bene.
Nel mio cammino come solito la paura non si degna di lasciarmi in pace, o ovunque giro il mio sguardo vedo animali rabbiosi che mi fissano, forse vogliono attaccarmi, i loro di occhi sono colmi di rabbia e di invidia, forse sono invidiosi che non possono condividere la sua essenza pia, solo io posso farlo, solo io.
Nonostante loro siano abitanti di questa foresta, solo io ho questo privilegio, questo diritto, il diritto di sentirmi bene, il diritto di averla.
Manca poco ormai, riconosco questo posto, sono quasi arrivato a destinazione.
Eccomi, questo è il giardino dove l’ho incontrata la prima volta, mi tocca solo aspettare.
Una fresca ma accogliente brezza mi smuove i capelli, una dolce melodia coccola i miei sensi, mentre il suo profumo ormai rende piacevole il buio della foresta, sento che si sta avvicinando, la mia amata mi sta raggiungendo.
Una luce si fa spazio tra questa oscurità opprimente, sta arrivando.
Eccola, riconosco le sue labbra candide, riconosco la sua pelle così liscia, i suoi occhi profondi, e questa sensazione di benessere che il solo guardarla mi dà, questa volta deve essere mia, e per sempre.
Mi prende la mano, stringo la sua, in un attimo che sembra no finire mai, il mio corpo è riscaldato dalla sua presenza, messo a suo agio.
La mia mente sgombra di preoccupazioni come non mai, libera di poter godere ciò che lei mi dà.
Il mio cuore gonfio di gioia, di vita;stringo forte la mia mano attorno alla sua vita, la desidero.
Alcune bestie si avvicinano cercando di non farsi notare, e nascoste tra i cespugli vedo i loro occhi invidiosi desiderare la mia morte, loro on possono toccarla, io posso gustarmi la sua pia essenza, io posso vivere.
Il suo sguardo è dolce, vorrei dirgli che la voglio mia per sempre, ma la sua bellezza mi blocca.
Gli passo una mano lentamente sui capelli, biondi e fini come seta, assoluto piacere mi creaano questi movimenti lenti.
Devo fare qualcosa o altrimenti potrebbe finire come sempre, devo evitare di perderla di nuovo, il mio corpo non può resistere ancora a lungo in questa foresta, devo portarla via con me.
No!
Si sta allontanando, le sue mani lentamente si allontanano dalle mie, il suo corpo scivola dalle mie braccia, cosi come i suoi candidi capelli, tutto sta per svanire, e le bestie sghignazzano, da dietro i cespugli.
Lei è l’unica che dona attimi di intensa felicità e piacere alla mia vita scarna di emozioni, non posso lasciarmela sfuggire.

“Aspettami…perché scappi?”

Non mi risponde, ma si gira, mi guarda.
Un sorriso, enigmatico si dipinge sul suo angelico volto e la rende ancor più deliziosa.

“Io…non voglio perderti…cosa devo fare per averti…?”

Un altro sorriso, poi le sue labbra si avvicinano, un bacio.
Un bacio.
Dolce sensazione, ma d’un tratto, lei non c’è più.
Sono steso a terra, il freddo della rugiada mi provoca disagio, ma quando alzo il mio sguardo mi accorgo che non sono da solo.
Le bestie.
Sono qui di fronte a me.
Sono rabbiose, sono invidiose.
Non sono riuscito ad averla mia nemmeno stavolta, e ora i padroni di questa foresta mi vogliono morto.
Nono accettano che io sia così vicino a lei.
Ma io la amo, io amo ciò che lei mi dà.
Evidentemente nono sono il solo, penso, mentre i ghigni di rabbia ora preoccupano i miei sensi.
Cerco un riparo, quando qualcosa cattura la mia attenzione.
Nella fitta foresta la sua luce splende ancora.
Lontano da quel giardino, lei sta scappando, devo raggiungerla.
Una corsa, improvvisa, devo raggiungerla.
Le bestie dietro di me mi inseguono, ma lei non è sola.
Piange, è con lei vi è un altro animale.
Non riesco a riconoscerne le sembianze, ma questa evidentemente conosce bene le mie, e di scatto mi attacca.
La mia amata cade a terra in lacrime, mentre l’animale sta per colpirmi, la mia fine è vicina, la morte è venuta a prendermi in una fredda e buia foresta abitata da animali pericolosi e da lei.
Lei che ora mi fissa morire, lei che non sono riuscito a raggiungere, e mentre osservo con occhi innamorati le sue lacrime mi accingo al suolo, in attesa che l’animale che l’aveva portata via da me mi dia il suo colpo, per far terminare questa esistenza inutile, questa esistenza senza di lei.



Si svegliò.
Era sudato, esausto, e steso a terra.
I suoi occhi erano appannati, la sua mente debole, il suo fisico provato.
Lo aveva rifatto, aveva voluto provare ancora quelle sensazioni, erano ormai parecchie notti che la sua mente sotto effetto di rituali gli portava tali visioni, e la fine era sempre la stessa.
Poco capiva, se non cosa era bene o no per lui.
Lei era il bene, lei era benessere, lei era la sua amata.
Loro, e soprattutto Lui erano il male, erano la realtà che gli portava via la sua felicità, la sua amata.
Si svegliava sempre prima di sapere il verdetto, mentre attendeva il colpo dell’animale la sua mente tornava alla realtà, senza informarlo se quel colpo sarebbe andato a segno o meno, se le lacrime dell’amata sarebbero state versate o sprecate.
Rapidamente si riportò in piedi, diede un’occhiata fuori dalla finestra, dove la luna faceva da padrona nel cielo, regalando alla città il solito chiarore delicato e raffinato.
Poi osservò il suo tavolino, dove sopra vi era una candela di incenso che ancora bruciava, varie boccette di metallo ed alcune siringhe.
Pensò di nascondere il tutto, ma la stanchezza non glie lo permise.
Tuttavia, non c’era niente da nasconder, era tuta roba legale, i suoi riti di certo non lo erano, ma li conosceva solo lui.
La sua mente tornava su quelle ambigue visioni, come alla ricerca di quelle strane ma piacevoli sensazioni che provava una volta in trance.
Voleva riportare quelle visioni a qualcosa di reale di logico.
Se la sua amata esisteva nelle sue visioni, allora c’era qualcosa anche nella sua vita pronto a sorridergli, a stringergli la mano e a piangere per lui.
Qualcosa che lo avrebbe fatto sentire bene, qualcosa che lo avrebbe fatto sentire invidiato dagli altri, qualcosa per cui doveva lottare con un animale furioso e pericoloso.
La stanchezza era ormai sorpassata, così la dipendenza dal mistero lo portò a rigettarsi al lavoro su quel tavolino.
Prese tutti i suoi attrezzi, voleva un'altra dose di benessere, e un'altra dose di dubbi.
Decise di aumentare le dosi, voleva vedere la fine della visione, voleva vedere se i dolci e splendidi occhi della sua amata erano destinati a specchiarsi in un lago di sangue, oppure nei sue stessi di occhi.
Prima di tutto decise di cambiare la carta che ricopriva il tavolino, con cui bruciava alcuni materiali.
Era un cartoncino, rovinato, completamente bianco.
Lo prese e lo rigirò, quando si accorse che il retro di esso no era bianco, ma vi erano eloquenti e chiare figure sopra.
Vi era lui.
Uno shock lo colpì, la foresta in un flashback tornò nei suoi pensieri.
Vi era l’EWF World Title.
Vi era il marchio EWF War.
E vi era Dibbio, che teneva stretto in spalla la sua cintura, posando con un sorriso.
Il ghigno dell’animale tuonò nella sua mente, e ne prese il comando.
Il gigno di rabbia dell’animale che tormentava la sua mente provata nelle sue visioni si opponeva come nemico alla sua stabilità mentale in quegli attimi.
Fece cadere il cartoncino, e con esso il suo corpo, che andò a adagiarsi sul pavimento.
Il suo corpo esausto necessitava di riposo.
Si rialzò a forza, e con un gesto gettò a terra tutto il contenuto del tavolino.
Non aveva bisogno di altre visioni.
Non desiderava più andare a scoprire il finale delle sue visioni.
Preferiva vedere il finale della sua vita.
Prese il cartoncino, ormai consumato e bruciato in più parti.
Accese una candela di incenso sopra al volto del General Mnagar, e il profumo invase subito la stanza.
Diede un bacio all’altezza della sue cintura, e poi lasciò alla notte il suo corpo e la sua mente.
Si addormentò, innamorato, e con un finale a lieto fine da costruire, la sua amata non voleva piangere ancora…e neanche lui.





[Modificato da vd2 18/10/2006 2.47]

vd2
00mercoledì 18 ottobre 2006 02:39
Dibbio mi devi un favore [SM=x898294]
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