Deadscorpion vs Broken Hearts (Handicap match)

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=El gran Luchadore=
00martedì 7 novembre 2006 17:32
Bene io il mio spot ce l'ho fatta a produrlo, adesso fammi sapere se sei pronto anche te così lo posto!

P.S.
Se qualcuno può avvisare That mi fa un piacere!!! [SM=x898272]
|Mattitude|
00martedì 7 novembre 2006 21:16
[SM=x898351]
=El gran Luchadore=
00martedì 7 novembre 2006 21:57
Vabbè, io spotto che domani non ci sono.
Per il match bhè, se spotta decide Dib.
Se non spotta facciamo No-Contest, poi magari Dib mi da il permesso di riutilizzare il mio spot! [SM=x898324]
=El gran Luchadore=
00martedì 7 novembre 2006 22:01
Paranoia
“Certo, il panico è già di per se distruttivo, ma qualcuno si è mai fermato a domandarsi cosa sia consequenziale ad esso?
Credo di no, visto la riluttanza dell’uomo comune (il debole) di trattare argomenti di tale fascino e mistero.

Essi hanno paura di tutto ciò che non conoscono e questo li porta molto spesso a ignorare le soluzioni dei loro quesiti esistenziali, che spesso sono le più semplici!
Anzi, più che semplici le oserei definire intuitive…

Ed infatti anche la risposta alla domanda postavi in precedenza è alquanto intuitiva: la conseguenza di un qualsiasi attacco di panico è nient’altro che la paranoia…

Già, la paranoia…

Proprio essa, con il suo potere, è in grado di destabilizzare il cervello umano, fino a portarlo al delirio più totale…

Una psicosi che, grazia all’assalto del panico, penetrata fino al centro del cervello iniziandone una lenta logorazione che trova il suo termine con una distruzione totale ed irreversibile.

Un soggetto paranoico è quindi in una costante situazione di panico, terrore e paura!
Astruso e raffinato ne è quindi l’utilizzo, essendo essa la forma di paura semiperfetta…

Nulla può alcun tentativo di opposizione razionale, poiché la razionalità stessa viene stanata prima e soffocata poi dal suo enigmatico potere.

Un po’ come una mosca caduta nella tela del ragno: la veloce mosca, con il suo inarrestabile volare, sarebbe imprendibile dal lento e pesante ragno che, però, è in grado di sfruttare appieno le sue capacità di tessitore tendendogli un astuto quanto semplice tranello in grado di immobilizzarla diventando così la sua cena…”


12 GENNAIO 2006, Boston (MASSACHUSETTS)

7:05 A.M.


Sono passati ben cinque anni da quando quello strano accadimento stravolse la vita di Jay Logan.
Certo, prima di quel giorno la sua vita non è che fosse un granché, ma comunque meglio di ciò che Jay visse da li in poi: fra paranoia e depressione, Jay esercitava un incontrollato autolesionismo, seguito da svariati tentativi di suicidio.

Era impazzito, Jay…

Ed è proprio per tale motivo che ormai da 3 mesi risiedeva nella clinica Black Rose.
Fu la sorella, Martha, a decidere di rinchiuderlo in quella clinica di cura dopo averlo trovato sul marciapiede di fronte casa sua con le braccia squartate dai tagli della lama di un rasoio.

Era l’ennesimo tentavo di suicidio nell’ultimo periodo.
Pensò, dunque, che farlo curare dai medici fosse la cosa migliore.
Forse l’unica in grado di salvarne la vita…

Ma ora era li, tutto solo, intrappolato da una camicia di forza in quella stanza completamente imbottita.
Imbottito anch’egli di psicofarmaci e schifezze simili, i quali lo fecero diventare un vegetale più che un essere umano.
Lo ritenevano necessario per difenderlo da se stesso, visto che anche lì Jay tentò svariate volte di farla finita: provò persino strappandosi al lingua a morsi con l’obiettivo di morire dissanguato…

Sapeva di essere rimasto solo Jay, solo con quello strano essere che da 5 anni lo perseguitava.
Provò a raccontarlo in giro, ma nessuno credeva alla sua fantomatica storia.
Tanto meno cercavano concretamente di aiutarlo.
Nessuno credeva alle sue paure.
Lo chiamavano schizzato, pazzo, paranoico…
Ormai per Jay la sola speranza di salvezza albergava nella morte.

La sua paura lo divorava: aveva paura di una qualcosa che non aveva né viso né nome.
Jay lo chiamava Lui.
Un’entità mistica alla quale Jay doveva la propria anima
Aveva una risata raccapricciante che risuonava continuamente nella orecchie del povero Jay.

Ma stavolta le risate non rimasero solo nella testa di Jay…

Erano le 7:05, la stessa ora della prima apparizione, la stanza si trasformò in una specie di grotta infernale.
Jay spalancò gli occhi, sapeva che ormai il suo destino era giunto alla fine.
Tutto poi venne avvolto dalle tenebre dalle quali si materializzò un’enorme sagoma umana, la quale si diresse con passo solenne verso Jay.
Si avvicinava sempre di più prendendo le sembianze di uno scorpione nero, il quale, arrivato di fronte alla preda, decise di entrargli nel corpo.

Jay sentiva dei dolori lancinanti dentro di se, la sua anima stava soccombendo alla forza di quello strano scorpione.
Il dolore cresceva ed insieme ad esso una sensazione di freddo si faceva largo nelle sue viscere.

Jay passò alcuni dei minuti più dolorosi di tutta la sua esistenza, fino a quando lo scorpione uscì dal suo corpo e, riprendendo sembianze umane, pareva che tenesse con se qualcosa: si trattava dell’anima di Jay!

Jay rimase esanime nelle tenebre, in quelle tenebre che mai più si diradarono…


“Così fa l’eletto che, con il suo imprescindibile potere, piega ogni umana capacità al proprio volere.
Soggiogazione e tirannia, prima l’uno e poi l’altro, ciò che l’eletto compie ai danni dell’umanità ponendosi come signore e padrone incontrastato.

Megalomania!?
No…
Sarebbe più corretto definirlo realismo…

Certo, questo può apparire molto cinico come discorso, ma in fin dei conti non viviamo in una realtà tanto cinica quanto spietata?
Anche qui trovare la risposta è tutto sommato alquanto semplice, ma anche in questo caso nessuno avrà il coraggio di provare a cercarla.

Semplice è l’accontentarsi di una realtà ipocrita, ma ancora più semplice è il piegarsi ad essa realizzando le utopie di un unico uomo: l’eletto…

Vi chiederete il perché, io vi stia rivelando così tante verità…
Vi chiederete il perché, io creda così ciecamente a queste mie dottrine…
Vi chiederete, semplicemente, perché…

Bhè, in questo non vi è alcuna rivelazione filosofica…

Poiché ciò riguarda il mio personalismo godere nel vedervi soggiogati e combattuti da cotali rivelazioni.
Il gusto sadistico nel farvi rabbrividire, sentire la vostra paura, nutrirmene…
E si…

Io e la mia spada d’Oro ne abbiamo continuamente bisogno della paura nei vostri cuori, sani o malati che siano, che arriva ai vostri cervelli fino ad offuscarli ed azzerarli.

Per ora credo possa bastare…

Tornerò presto a narrarvi della paura perfetta e dell’ultimo obiettivo della mia esistenza: conquistare l’armatura d’Oro…

Non siate impazienti di conoscere, la vostra fame è ben lungi dall’eterna soddisfazione!
La mia dottrina, infatti, non ha ancora avvistato orizzonte alcuno.
Che possiate voi bramarla!
Così come io bramo la vostra povera anima…


Abbiate PAURA!!!”

[Modificato da =El gran Luchadore= 07/11/2006 22.02]

|Mattitude|
00martedì 7 novembre 2006 22:13
Ho detto che [SM=x898351] , ma tu spotti lo stesso... Non vale... [SM=x898274]
=El gran Luchadore=
00martedì 7 novembre 2006 22:14

Scritto da: |Mattitude| 07/11/2006 22.13
Ho detto che [SM=x898351] , ma tu spotti lo stesso... Non vale... [SM=x898274]


Vabbè, chiedi scusa alla signora allora! [SM=x898294]
|Mattitude|
00martedì 7 novembre 2006 22:16
Re:

Scritto da: =El gran Luchadore= 07/11/2006 22.14

Vabbè, chiedi scusa alla signora allora! [SM=x898294]



Ha detto che ti odia [SM=x898274]
Kurtangle86
00martedì 7 novembre 2006 22:54
Re: Re:

Scritto da: |Mattitude| 07/11/2006 22.16


Ha detto che ti odia [SM=x898274]



Diceva a suo figlio [SM=x898284]
=El gran Luchadore=
00martedì 7 novembre 2006 22:55
NOOOOOOOOOOOO!!!!
Adesso cado in depressione [SM=g28000] [SM=x898292]


Almeno non disturbo...

[Modificato da =El gran Luchadore= 07/11/2006 22.57]

|Mattitude|
00martedì 7 novembre 2006 22:56
Re: Re: Re:

Scritto da: Kurtangle86 07/11/2006 22.54


Diceva a suo figlio [SM=x898284]



No no diceva a lui


Aspe...


Anche a te... [SM=x898284]
Mr.That
00martedì 7 novembre 2006 23:06
io sono stato occupato in questi giorni, se riesco a finirlo domani lo posto

se no mi attacco al cazzo e fischio...


[SM=x898313]
Mr.That
00mercoledì 8 novembre 2006 17:39
Il motivo per cui lottavo
Philadelphia.

Siamo nella città natale di Anthony Dreamer.
Qui i lwrestler è tornato sotto indicazione del suo nuovo compagno di coppia ementore The Essence.

Ritornare nella città dove tutto è iniziato ti farà bene per ritrovare la giusta motivazione

Sarà vero? non ne sono molto convinto, ma venire a Philadelphia non mi crea problemi e sopratutto voglio vedere fino a dove quello svitato canadese sa quello che fa. Finora non ha ancora sbagliato niente. Tutto quello che mi ha detto era vero e piano piano sto ritrovando gli stimoli giusti per ricominciare. Non ha ancora sbagliato niente. Se non fosse che non vuole vestirsi di viola sarebbe perfetto...

Tra questi pensieri That aveva attraversato la strada di Philadelphia che aveva segnato la sua vita.
Era qui che da piccolo giocava con gli amici. Era in un locale su questa via che lavorava come spogliarellista. ed era sempre su questa strada, seppur in uangolo buio e nascosto che si trova la bisca dove aveva iniziato a lottare clandestinamente.
Ed era proprio lì che era deciso ad andare. Dove avva iniziato a lottare.
Entrò nella villa che come sempre da fuori sembrava disabitata e subito entrato nell'atrio sentì il profumo che per anni non era riuscito a togliersi di dosso come una maledizione a ricordargli da dove veniva.
Quell'odore di sangue, fumo di sigari, alccol e sesso. E' qui che tutt'ora si trova la gente peggiore di Philadelphia.
Ubriaconi, spacciatori, puttanieri, drogati e scommettitori ovviamente.
Probabilmente in città ce ne sono a decine di posti come questo, templi della perdizione e del peccato. That non era mai stato un santo o un buon cristiano e da questa gente si faceva pagare per massacrare il barbone in cerca di soldi si turno.
Ogni suo incontro si chiudeva in breve, senza che gli avversari riuscissero a colpirlo. E quando questi con qualche scorrettezza o con qualche arma riuscivano a colpirlo, scatenavano in lui una furia fuori dal comune che distruggeva i nemici facendoli pentire di averlo colpito e forse anche di essere nati.
L'intoccabile.
The Untochable.
Avevano iniziato a chiamarlo così proprio in quella bisca.
Era quasi impossibile colpirlo e quando lo si faceva si finiva male.
Chi poteva fronteggiare un uomo così?
Aveva anche un altro soprannome che lui però tendeva a non ascoltare.
L'imbattuto lo chiamavano.
non aveva mai perso un incontro in quela bettola. Nessuno era mai riuscito a salvarsi dalla sua presa alle spalle.
Spanciatthatattack la chiama ora.
Lui non badava molto a quel nomignolo sapeva che non in quel luogo una volta era stato sconfitto.
Mentre ricordava tutte le storie e le sfide che aveva vissuto in quel luogo si addentrò nell'edificio fino ad arrivare al bar.
Lì un grosso barista lo guardò stranito.

Barista: "madre de dios, tu a qui?"
That: "sì sono tornato"
Barista: "l'intocable... el imbatuto... torni a lotar?"
That: "ah il buon vecchio Alfonso... Non hai ancora imparato a dovere la nostra lingua vero?"
Barista: "quando me pagherano abastansia lo farò"
That: "comunque non sono qui per lottare Alfonso, dammi il solito."
Barista: "el solito? non pretenderas che io recuerdi? saranno passatidieci anos...
That: "ok ti rinfresco la memoria. Un long Island. Senza ghiaccio. Senza lime. E bevi pure tu la Coca Cola.
Barista: "ora remembro"
That: "dimmi, c'è qualcuno?"
Barista: "ale 3 del los pome? non credo proprio senor.
That: "allora grazie mille epr il drink Alfonso. A buon rendere."
Barista: "non lo pagas?"
That: "avanti Alfonso, non vorrai metterti contro l'Intoccabile..."
Barista: "adios hombre..."
That: "adios Alfonso..."

That uscì dalla villa e tornò per strada mentre nuovi pensieri gli occupavano la mente.

Quanti avversari ho sconfitto lì dentro... quanti poeveracci ho massacrato per soldi... Quanti tagli mi sono procurato... e quanti drink non ho pagato al povero Alfonso... Eppure non è per questo che lottavo... non era per i loro sporchi dollari... e allora per cosa? Possibile che io l'abbia dimenticato? Come possono i mieiproblemi avermi fatto scordare cosa mi spingeva a lottare? e soprattutto cos...
COSA?!?

Senza rendersene conto That aveva camminato in mezzo alla gente che riconoscendolo lo stava indicando, mentre si trovava dinanzi alla donna più bella di tutta Philadelphia.
Secondo il suo parere ovviamente.

"Tu qui?"

affermò stranito Tony.

"già"

rispose lei con voce dolce. Poi si mise a piangere e si buttò tra le braccia di That.

Ragazza: "credevo fossi morto! Sono tornata qui a Philadelphia quando ho saputo che eri in ospedale! quindi sono venuta qui per sapere se qualcuno ti aveva visto e..."
That: "ok ok ho capito. Devi essere tu la donna che mi cercava in ospedale.
Ragazza: "sì, io sono venuta a trovarti e..."
That: "l'aveva detto il primario che era una donna bellissima... Sai il giorno stesso che sei venuta in ospedale mi sono risvegliato dal coma.
Ragazza: "senti... io devo dirti una cosa..."
That: "dimmi pure... deve essere importante se sei arrivata fino a Philadelphia apposta..."
Ragazza: "te lo dirò senza girarci troppo intorno... io ti amo ancora... e voglio restare qui assieme a te per sempre..."

D'un tratto nella mente di That tutto fu più chiaro. Era lei la ragione per la quale combatteva.
Si erano lasciati e aveva frequentato moltissime donne dopo di lei...
ma nessuna riusciva a dargli le emozioni che per lei provava. Ed era epr questo che aveva iniziato a lottare. per dimenticarsi di lei facendosi una nuova vita... per attirare l'attenzione di altre donne per poterla dimenticare.
non c'era riuscito.
Non ce l'aveva fatta per tutto questo tempo e non ce l'avrebbe fatta dopo questo incontro.
Lei era l'unica che lui avesse mai amato.
Il motivo per cui lottava.

That: "tu sei l'unica che io abbia mai amato... e forse anch'io ti amo ancora...Non so dirti se è così ora... ho bisogno di fare chiarezza in me prima di farla con te... ma non voglio perderti di nuovo... aspettami ti prego... dove vivi?"
Ragazza: "in un albergo su questa strada"
That: "non esiste... tieni le chiavi di casa mia... io dovrò andare via per lavoro, ma tu devi rimanere qui... aspettami a casa mia... tra una o massimo due settimane tornerò da te e chiriremo..."
Ragazza: "ti aspetterò..."

i due si scambiarono un bacio. Non lunghissimo, ma profondo, pieno di significato per entrambi. Lo aspettavano da anniquel bacio. e per anni erano scappati da quel momento senza riuscirci.

That: "come facevi a sapere che ero qui?"
ragazza: 2un uomo che non conosco mi ha detto che ti trovavi qui e io ci ho sperato.. non avevo altra soluzione... se solo sapessi chi è potrei ringraziarlo..."
That: " non preoccuparti, io so chi è quest'uomo, lo ringrazierò anche da parte tua. ora però devo andare. tornerò presto. Ciao"
Ragazza: "ciao!"

i due si allontanarono in direzioni diverse. Lui verso l'aeroporto e lei verso casa sua.
Mentre lei però entrava in casa dove piangendo per la gioia si buttò su un letto lui era nella sala d'attesa dell'aeroporto e con il cellulare stava chiamando qualcuno.


Montreal nello stesso momento

driin...driin...

Max: "pronto?"
That: "ehi sei Max?"
Max: "certo che sono io... dimmi That..."
That: "diavolo diun canadese... ecco perchè diavolo doveva andare a Philadelphia! Non volevi fare brutta figura con la ragazza eh?"
Max: "l'ho fatto per te cretino... è importante per te non puoi perderla..."
That: "grazie davvero amico... è stata una grande sorpresa..."
Max: "ah e dimmi... hai scoperto perchè avevi incominciato?"
That: "sì"
Max: "hai intenzione di dirmelo?"
That: "no"
Max: "è una donna..."
That: "tu non sbagli mai vero?"
Max: "ma concentriamoci sul lavoro... stasera siamo contro DSC... so che questo match vuol dire molto per te..."
That: "è stato uno scorpione a pungermi, ma non posso sapere se era suo oppure no. ma sta certo che questo match per me non sarà come gli altri..."
Max: "farò il possibile per aiutarti a vincere oggi. Io ti sosterrrò se sarai in difficoltà. Conta su di me"
That: "oltre allo scopo per il quale combattevo ho rivisto una parte di me che non vedevo da tempo... ho riscoperto il guerriero che ero... l'Intoccabile... avevo scordato il perchè di quel nome..."
Max: "sono felice che tu abbia superato il blocco... abbattuti gli ostacoli della mente supererai quelli al cuore"
That: "già... a new era is beginning... the era of the untochabler..."
Max: "ehi non dimentichi qualcosa... the era of Broken Hearts is beginning..."
That: "ehi non vorrai rubarmi la scena...."
Max: "AH vai al diavolo... ci vediamo dopo..."
That: "ciao... e grazie... mi sdebiterò..."

tlac

molto bene.. ha ritrovato il motivo per cui combatteva... non sarà facile batterlo nemmeno per DSC... ora tocca a me tornare quello che ero... vedrai Dibbio... vedrai...
Mr.That
00mercoledì 8 novembre 2006 17:40
spero di essere in tempo per jobbare con onore...

oppure per vincere

uahahaahhahahahahahaha

no no per jobbare...
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