Chiacchiere al chiaro di luna

Fehrer
00mercoledì 19 ottobre 2016 16:21
Elysiane, Fehrer

Riassunto:

Mentre è nelle stalle, intento a strigliare la propria cavalcatura, Fehrer è raggiunto da Elysiane, che porta con sé suo figlio.
E' il tempo delle presentazioni, di un dono e di rivelazioni che scoprono parte del passato di entrambi. Lentamente, il rapporto di fiducia si solidifica.

Commento:

E' bello il legame che hanno costruito. Grazie :)


FEHRER [Tempio - Stalle] E' seduto su uno sgabello, con le maniche d'una camicia senza bottoni arrotolate sui gomiti, ed è intento nella strigliatura di Félaròf. Col tempo, gli inservienti - uomini e donne - della dimora della Dea hanno fatto l'abitudine alla presenza di quel Barbaro che, seppure grosso e apparentemente ingombrante, occupa il proprio spazio con silenzio e discrezione; e, probabilmente, gli si sono perfino affezionati, dacché col passare degli anni questa è divenuta una seconda abitazione. Ai piedi della seduta, sta un secchio colmo d'acqua nella quale l'Alfiere ha evidentemente già immerso più volte la piccola spugna con cui sta accarezzando il manto dell'animale: è torbida, il fondo non si vede più. L'Alfiere accompagna ogni operazione con un fischiettare leggero, che evoca vecchie canzoncine - qualcuna, forse, anche un po' sconcia - dell'Armrinn che gli ha dato i natali. I capelli sono, come di consueto, tenuti fermi da un nastro; e un angolo delle labbra ospita la pipa che, chi ha imparato a conoscerlo, gli ha visto spesso fumare. [Buono] mormora, la voce arrochita dal fumo e distorta dal lungo bocchino, che segue una legge di gravità non scritta da alcuna parte: continua a star su, indifferente al movimento della bocca.

ELYSIANE [ . Stalle . ] Cammina lenta, con passi misurati, solo il rumore dei calzari accompagna la sua passeggiata e quella di suo figlio. Stretto fra le braccia ha un involucro nero, un piccolo manto col quale ha avvolto la sua creatura: con le diafane palpebre calate sulle iridi cerulee e le labbra schiuse in un’espressione beata, Aiden sonnecchia adagiato contro il petto materno, i capelli chiarissimi coperti dalla nigra stoffa e celati ad occhi indiscreti. La Dama del Lago è iperprotettiva con suo figlio, più di quanto non lo sia una normale madre premurosa: venuta a conoscenza delle debolezze e dei rischi della condizione che affligge il piccolo, è solita fare le ore piccole pur di portarlo fuori a passeggiare, baciati dai raggi della luna. Sente una stretta al cuore ogni volta che si ricorda che il suo bambino non potrà mai giocare sotto al sole senza il pericolo di ferirsi ed è onestamente preoccupata per le sorti della sua prole: che futuro può avere un ragazzino che non può uscire di giorno? Con un sospiro sommesso scaccia i pensieri negativi, allontanandosi dall’orto ed appropinquandosi alle stalle. D’un tratto, attratta dal nitrito d’un cavallo, varca la soglia del loco per assicurarsi che niente e nessuno disturbi gli animali, avvedendosi solo ora della presenza del Nordico. Resta in silenzio alle sue spalle, appoggiata allo stipite cullando con movimenti delicati suo figlio. Per la prima volta dopo la gravidanza, ha dismesso le vesti ampie in favore di un paio di calzoni di pelle i quali, per la sua gioia, si sono allacciati senza fare troppe bizze; la camicia che abbiglia il busto non è stretta in vita da una cinta ma è lasciata morbida e libera di lambire le cosce, coprendo la pancetta che la ventunenne sta tentando di eliminare con del sano esercizio fisico; i capelli castani sono domati in uno chignon alla base della nuca ed i lati rasati del capo sono decorati con ghirigori blu raffiguranti motivi floreali e simboli religiosi. Il Medaglione del Drago è accompagnato dai serpenti alati tatuati sugli avambracci della Sacerdotessa, i quali s’illuminano ogni volta che Fehrer è nei paraggi.

FEHRER [Tempio - Stalle] Di spalle, l'Alfiere non nota immediatamente l'avvento dell'ancella del meriggio. Continua anzi nella sua articolata opera di cura: ha dismesso le vesti che indossa di consueto, fatte di istinto e sensi all'erta, indossando quelle più comuni, di quiete e serenità. Il Lupo Bianco s'adopra in silenzio, eccezion fatta per tutte quelle volte in cui, la lingua scivolando abilmente fra i denti, fischietta un ritornello che credeva d'aver perduto, richiamando alla memoria antiche strofe sussurrate nel gelo, dinnanzi a un falò schiaffeggiato da una tormenta fitta fitta, gomito a gomito coi compagni della Notte Nera. La presenza di Elysiane gli viene segnalata dalla cavalcatura: sbuffa, scuotendo il muso, più curioso che infastidito dai movimenti leggeri della Somma, ferma sulla soglia delle stalle. Gwynbleidd si volta, ruotando di mezzo giro a sinistra senza levarsi dallo sgabello, fino - se possibile - a incrociare lo sguardo della donna da breve divenuta madre. [Ehi. Credevo riposassi.] La osserva, facendo scivolare gli occhi sui tatuaggi sulle braccia. I suoi contatti con le sacerdotesse si sono arrestati a una conoscenza piuttosto profonda di Rhiannon e delle sue tenebre; mediante Elysiane, tuttavia, ha scoperto un rapporto non meno radicato con Cerridwen e con la sua luce, trovandolo piacevole. Si alza adesso, andandole incontro non prima d'aver recuperato una pezza, utilizzandola per strofinarsi le mani. Cammina lentamente, evitando il più possibile di fare rumore, immaginando che l'involucro stretto contenga un bimbo dormiente. Lo indica con un cenno del mento, eloquente. [Come stai?]

ELYSIANE [ . Stalle . ] Gli stava già sorridendo ancor prima che egli si voltasse: saranno stati i movimenti gentili indirizzati al cavallo, saranno stati i motivetti fischiettati con zelo, eppure la ventunenne non può impedire a sé stessa di provare simpatia per quell’uomo tanto imponente. Da che ne ha memoria, l’ha sempre visto a zonzo per il Tempio, prima come compagno di Roseline, poi come protettore delle sacre mura; dopo la dipartita della Stella del Vespro, non era di certo obbligato a restare e a farsi carico della sicurezza delle Sacerdotesse eppure l’ha fatto senza battere ciglio e per questo il Norreno avrà l’eterna gratitudine della Dama del Lago. Continua a sorridergli anche quando l’Ishtuk si muove nella sua direzione, cercando di non far troppo rumore. [ Stanca ] Commenta stringendosi nelle spalle, mostrando le occhiaie coperte a malapena dal trucco scuro. Solleva lo sguardo quel tanto che basta per incontrare gli occhi chiari del suo interlocutore: prati che annegano nel ghiaccio. [ E tu come stai? Ed Haynes? Non la vedo da parecchio tempo.. ] Non che le due siano andate mai troppo d’accordo, ma s’è presa l’incarico di badare a lei per quanto possibile e l’è parso di averlo fatto al meglio, almeno finché la ragazzina non ha deciso di andarsene per i fatti suoi. Prima o poi tutti i figli lo fanno – si ripete fra sé – Le iridi scivolano sul fagotto che stringe al petto forse troppo convulsamente; lentamente, la presa si scioglie e la mancina va a scostare il manto dal viso del piccolo: egli apparirà come di gesso sotto le fioche luci delle torce ed i capelli argentati si arrufferanno appena sotto il tocco gentile delle dita materne. [ Ti presento mio figlio: Aiden. ] Proferisce in un sussurro, mantenendo lo sguardo basso quasi ad evitare il volto del Norreno. [ L’ho consacrato a Cerridwen ancor prima che nascesse, l’ho chiamato come le Fiamme che ardono nei bracieri ma la Dea ha uno strano senso dell’umorismo… ] La sua voce si spezza, arrochita dalla stanchezza. Non ha bisogno di esplicare altro all’uomo che ha di fronte, sicuramente egli s’accorgerà da solo che il bambino assomiglia più al ghiaccio che al fuoco.

FEHRER [Tempio - Stalle] I passi dell'uomo del Nord si fermano a un metro dall'ancella, perché possa vedere lei e, quando il tessuto scivolerà via, il bambino. Ha le mani ormai pulite, tanto minuziosamente le ha strofinate le une sulle altre dentro il panno bagnato: la sinistra finirebbe per posarsi sul volto di lei, il pollice all'altezza dello zigomo e il resto delle dita poco sotto il mento. Pare essere rassicurante, quel tocco, e pieno di parole che, per abitudine e incapacità, non può esprimere: suggerisce complimenti, auguri e vicinanza. Attraverso di esso, pare dirle: "sei forte. E, per grazia del cielo, sei Madre." Un cenno d'assenso, d'intesa, prima di lasciar scivolare via la carezza. [Invecchio] mormora sorridendo. Eppure, perfino nel sorriso più quieto, Gwynbleidd risulta tagliente. C'è un'ombra di vivacità e fierezza nell'angolo delle labbra che si leva, espressivo. [Mentre mia figlia sta bene: ha scelto la sua vocazione. A quanto pare sarà una Ranger.] Curioso di incontrare la reazione sul viso di lei, vi lascerà lo sguardo per un poco, certo che una nuova guerriera al cospetto della Dea non possa che giovare al giardino sempre fertile del Tempio. Aiden. Risulta lampante, all'Ishtuk, la diversità del neonato, tuttavia il draconico non si scompone. Piuttosto, coglie il riferimento di Elysiane al nome del ragazzino e alle burle della Triade e si stringe nelle spalle. [Ha due braccia, due gambe e ogni altro organo al suo posto. Ti darà soddisfazioni, e questo è quel che conta.] Una frase presumibilmente simile, per contenuti, a quella pronunciata dall'ipotetica levatrice che l'ha accompagnata nell'impresa più importante per una donna: mettere al mondo il sangue del proprio sangue. In fondo, col fuoco è come coi ricordi: conta quanto ne hai dentro, piuttosto che quel che mostri esteriormente. Le dà le spalle giusto il tempo per tornare allo sgabello, recuperarlo e, tornando dai due, sistemarlo accanto alle gambe di Elysiane. [Siediti.]

ELYSIANE [m] Il tocco del Guerriero è delicato ma deciso, capace di dare alla Sacerdotessa la forza di alzare il mento e mostrarsi austera di nuovo, seppur sfiancata dagli eventi giornalieri. Ha imparato un poco a conoscere l’Ishtuk, perciò non si aspetta da lui frasi di circostanza che difatti non arrivano, sostituite da gesti altrettanto eloquenti. Annuisce lentamente, tentando di immaginare un futuro per il suo pargolo, scacciando quel pensiero subito dopo: non è al mondo nemmeno da un mese e già pretende tenere d’occhio il suo destino? Concentra le sue attenzioni sulle parole di Fehrer, inarcando il sopracciglio destro per la sorpresa non appena lo ode parlare di Haynes. [ Una protettrice della foresta.. ] Ripete assorta. Ella non è di certo a conoscenza del segreto dell’Animorph, dunque non può comprendere a fondo le motivazioni della scelta effettuata dalla sedicenne. [ E’ sempre stata una ragazza forte, se la caverà ] Indirizza un sorriso incoraggiante al biondo prima di sedersi sullo sgabello allungato dal Cavaliere dei Draghi: con delicatezza, lascia che il didietro si posi sulla superficie lignea, stando attento a non sballottare troppo il manto con cui ha avvolto la piccola imago di suo figlio. E’ su quest’ultimo che gli occhi sono posati, sebbene la sua favella sia indirizzata all’amico. [ Ultimamente non ho avuto modo di interessarmi alla politica, ho avuto altro a cui pensare. Tu sei più stato dall’altra parte del Lago? Hai più visto Nyule? ] Si preoccupa per lei come se fosse una creatura uscita dal suo grembo; ora che suo figlio è venuto al mondo, è bene che la Somma Stella riprenda la situazione in mano. [ Ho intenzione di incontrare la Reggente ed il Supremo Cavaliere il più presto possibile. Non appena Inwe mi darà la sua disponibilità, l’accompagnerò sulla Terraferma per capire cosa stia succedendo. ] Cerca gli occhi di Gwynbleidd, indi sghignazza. [ La maternità non è molto diversa dalla politica: quando c’è troppo silenzio è perché qualcuno sta facendo qualcosa di nascosto. E non è mai un bene. ]

FEHRER [Tempio - Stalle] Tenendosi la spalla sinistra, lo stesso braccio che prende faticosamente a ruotare, l'Alfiere scivola sul pavimento delle stalle, senza curarsi di sedere in terra. Abituato alle bettole di bassa lega, all'uomo del Nord non interessa su cosa finirà per posare il sedere o quel che ingoierà da boccali di dubbia provenienza. Raccoglie un ginocchio, guardandola dal basso verso l'alto - e, sebbene la momentanea differenza di stature, la grossa mole gli consente quasi di pareggiare la sua testa perfino da qui. [Indubbiamente] annuisce con decisione, credendo fermamente nella bontà delle scelte di Haynes. E' responsabile e con la testa sulle spalle: non prenderà decisioni scellerate. [No, ma fossi in voi tutte eviterei di preoccuparmi troppo. E anche di immaginare che Nyule possa rimanere tanto a lungo in un luogo soltanto.] Chi meglio di un draconico per spiegare le attitudini di un drago? La Sacerdotessa in questione è una dorata, figlia della giustizia e della libertà: tarparle le ali è più difficile che narrare della morte naturale agli elfi. [Ti sconsiglio di affrontare un viaggio del genere adesso. Per lui] mormora indicando il piccolo con la testa, e riprendendo poco dopo. [Peraltro, pare che i barringtoniani indiranno libere elezioni per decidere chi siederà sul trono. Pare che le due parti - Rastal e le congreghe - abbiano infine trovato un accordo.] Non è stato necessario recarsi sulla terraferma per scoprirlo: quelli di oltre lago hanno pensato bene di affiggere il messaggio anche ad Avalon, pur ammettendo adesioni soltanto dai propri cittadini. Ma il Lupo Bianco è soltanto un guerriero, e potrebbe mal comprendere certe dinamiche che muovono, talvolta, i cervelli dei sapienti. [...o magari desiderano che non ficchiamo il naso nei loro affari. Avrebbe senso] conclude verbalmente il proprio pensiero con un gran ghigno, e a Elysiane non risulterà difficile eseguire quella semplice operazione logica che le permetta di intuire le riflessioni del Barbaro. Che si alza, infine, dirigendosi verso il cavallo. [Ho una cosa per te.] Trafficando con l'ampia sacca sul fianco dell'animale, l'uomo dei ghiacci estrae un lungo manto che finisce per spiegare, evitando che tocchi terra. Sulle spalle è impreziosito da un vello che, in vita, ha probabilmente fatto da pelle a un orso, o a dei lupi. Tornando di fronte alla Somma, abbassa un ginocchio e, se gli fosse concesso, le poggerebbe la cappa sulle spalle, sistemandogliela poi con entrambe le mani, e sorridendo infine con soddisfazione. [Non sei una vera Nordica se non ne indossi uno.]

ELYSIANE [ . Stalle .] Non si spreca in commenti quando vede il Guerriero sedersi a terra: sa che nel suo intimo è e sempre resterà un uomo semplice, ovviamente nel senso più nobile del termine. Con la sua voce profonda, egli le racconta degli ultimi avvenimenti che si sono succeduti sulla Terraferma; Elysiane resta in silenzio, lasciandolo finire senza effettuare interruzioni. Quel che è strano è che la ventunenne permane silente anche qualche minuto dopo la fine del discorso, piegando il capo di lato con un espressione pensosa. D’improvviso, le labbra si schiudono e ne fuoriesce un sospiro rassegnato, mentre la testa ciondola come se volesse scacciare un pensiero. [ E sia, attenderò che un nuovo Governatore venga eletto. Il popolo di Barrington ha tutto il diritto di decidere chi siederà sul trono. ] Rafforza il proprio credo annuendo, aggiungendo poi gli ultimi strascichi del discorso. [ Sono felice che Rastal abbia trovato un accordo con le congregazioni e sono altrettanto curiosa di scoprire chi sarà il prescelto. Governare un simile territorio non è facile: ci sono pressioni dall’interno e dall’esterno. ] Il suo sguardo è lontano, duro ed assente, come se si stesse immedesimando nel futuro rettore della cittadella. Fortunatamente per lei, il suo potere s’estende solo sugli animi dei Fedeli, sui quali veglia con zelo. Non parla di Nyule, decide di fidarsi di Fehrer e di non scocciare la Diaconessa del Meriggio. Si fida di lei, altrimenti non le avrebbe affidato un compito tanto delicato. Gli occhi si posano ferventi sul manto che l’Ishtuk reca fra le grandi mani; senza che ella si sposti, l’uomo posa il suo regalo sulle spalle della giovane, la quale è costretta a scacciare qualche lacrima che tentava in tutti i modi di fare capolino. Rimira quel poco che riesce a vedere dalla sua posizione, sfiorando con le dita della destra la folta pelliccia. [ E’ bellissimo ] Niente ringraziamenti, sa che Fehrer non ne va matto. Non c’è che dire: coi capelli rasati, gli occhi cerchiati di scuro, gli abiti maschili ed il suo nuovo manto, la Dama del Lago sembra tutto fuorché Romana. [ Se mi vedesse mio padre mi strangolerebbe ] Curva gli angoli della bocca in un sorrisetto, ricordando amaramente l’uomo senza scrupoli che la vendette ad un vecchio in cambio di denaro e terre.

FEHRER [Tempio - Stalle] Non aggiunge altro a quanto già detto sul Governo di Barrington. Se già la Corona e i suoi ruoli non toccano - non più, almeno - da vicino l'Alfiere dei Draghi, tutto ciò che concerne gli intrighi della terraferma non sfiora minimamente la sua coscienza: in quei tempi difficili, il supporto offerto a Rastal nacque da una vecchia amicizia e da un favore concesso proprio a questa dimora. Piuttosto, rimira l'opera, sistemando le ultime pieghe ribelli che, infine, si stendono sulle spalle di Elysiane, per farne un tappeto unico. Si allontana dalla donna, alzandosi soltanto per riguadagnare la sua posizione a un paio di metri da lei: seduto in terra, con un ginocchio raccolto sul petto e lo sguardo ch'indaga sul volto altrui. [E perché?] le domanda sollevando un sopracciglio, onde poi scuotere la testa, sorridendo. [Fa nulla, in fondo. L'importante è che, ora come ora, sia cieco a tutto questo.] Se c'è una cosa che accomuna gli uomini e le donne dell'Isola, è quell'insieme di trascorsi che, talvolta, affligge tuttora il loro presente, obnubilato da ricordi difficili da cancellare: guerre flagellanti, miserie e stermini, genitori violenti e potenti tiranni. L'Ishtuk ha avuto la sua dose di crudeltà e indifferenza: se tutto filava nel verso giusto, la sua esistenza era semplicemente ignorata. [Io sono un figlio bastardo, Elysiane.] La getta lì come se quest'affermazione non avesse significato, carezzandosi distrattamente il mento, le dita perdendosi fra le punte ispide d'una barba già piuttosto lunga. [Tuo figlio è fortunato. E starà bene.]

ELYSIANE [ . Stalle . ] Lascia che l’Alfiere le sistemi il manto sulle spalle, restando perlopiù ferma e muovendo le braccia di tanto in tanto solo per cullare Aiden. Il piccolo non sembra essere infastidito dalla conversazione che si instaura fra i due, forse perché quest’ultima si protrae con un tono sommesso; nemmeno gli scalpiccii del cavallo di Fehrer paiono far desistere il bambino dal sonno. La Sacerdotessa farebbe per rispondere alla domanda a lei rivolta dall’uomo quando questi le rivela un particolare della sua vita; egli non proferisce altro, non fornisce ulteriori dettagli ma la ventunenne è in grado di captare un velo d’amarezza nella sua voce profonda. Può solo immaginare quanto un figlio bastardo possa sentirsi inadeguato ed indesiderato, anche se pure lei a modo suo ha avuto delle difficoltà da superare. [ Io sono nata femmina in un territorio molto maschilista. ] Spiega con tono placido e volume basso, quasi che per lei il passato sia diventato solo una storia da raccontare. [ Non appena ebbi compiuto tredici anni, mio padre decise di arrangiare un matrimonio con un proprietario terriero, un uomo ben sopra la cinquantina dai modi poco gentili. ] Sorride appena, scrollando le spalle. [ Con l’intento di non essere ceduta come una giumenta, scappai di casa e raggiunsi la tenuta di mia nonna, una donna dedita a pratiche considerate poco ortodosse dai Cristiani della zona. Sono sempre stata a contatto coi Misteri e col sacerdozio, non c’è stato mai altro per me e credevo che nulla di più avrei ricevuto. Non mi sono mai vista nei panni di una madre, ma guardami ora ] Accarezza il capo del neonato. [ Temevo gli uomini ma ho giaciuto nella foresta con uno sconosciuto. A volte mi sembra di aver iniziato a vivere solo da qualche mese! ] Interrompe il suo monologo per riflettere sulle parole di Fehrer: sì, suo figlio starà bene. Ha una casa, una genitrice che lo ama ed è tutto sommato in salute.

FEHRER [Tempio - Stalle] Mentre Elysiane parla, raccontandosi, l'Alfiere giochicchia con l'anello al pollice della mano sinistra: lo sfila, lo indossa di nuovo, lo fa ruotare di dito in dito, neppure fosse un pirata dai denti scheggiati, dalla pelle impestata di sole e sale e con una sfilza di storie da raccontare. Di tanto in tanto la osserva, annuendo a ogni sua pausa, perché sappia che la segue, e che capisce. C'è perfino lo spazio per un sorriso, a margine del racconto di lei. [Potrei ascoltarvi tutte e sentire un particolare comune: nessuna di voi, in nessun momento della propria vita, si è vista nei panni di una madre.] Le parole del Barbaro non assumono un tono accusatore, ma curioso: come se questo dettaglio lo mettesse di buon umore, senza ragione. [Roseline, più di ogni altra, aveva anzi il terrore cieco di mettere al mondo nostra figlia. Si è rivelata una brava madre. E se ce l'ha fatta lei...] lascia cadere la questione, il sorriso che va facendosi tagliente. Lo Scandinavo si alza, dandosi qualche pacca leggera sulle gambe per far cadere la paglia ivi accumulatasi. [Sai, Elysiane... io non ero un uomo di cui fidarsi. Tuo padre voleva venderti per guadagnare sulla sua figlia femmina; mio padre voleva uccidermi per evitare problemi. La differenza tra i due è che il mio vecchio era perfettamente assennato. Aveva ragione. I problemi, poi, sono arrivati.] Quiescente fino ad ora, la Bestia che cova nelle cervella si desta dal proprio sonno, schiudendo gli occhi di rettile sul mondo che si spiega dinnanzi allo sguardo del Suo Prescelto. Ghigna, il Demonio, dando intimamente ragione al mortale: l'Antico è da sempre presente nella coscienza, perfino quando la sua presenza non era neppure lontanamente percepibile. [Ma ne parleremo poi. Ora lascia che ti accompagni nelle tue stanze.] Se Elysiane permettesse, l'uomo del Nord la guiderebbe fino all'interno del Tempio, silenzioso. E mentre inizierà il riposo della Somma, avrà luogo l'ennesima veglia del Bastardo.
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