6 Gennaio 2006
A coccolandia il tempo è bello, giornata soleggiata e temperatura mite
Caro blogrum,
tu forse ancora non lo sai, ma sei l’ultimo di una serie di diari che non ho mai compilato.
Perché non ne ho mai capito l’utilità.
Quindi non so se l’hai già compreso ma non ho una grande considerazione di te, cerca di farmela cambiare in fretta sennò ti banno.
Il mio primo non-diario è stato uno di quei librettini col lucchetto che si regalano alle ragazzine quattordicenni. Non so chi diavolo me l’abbia regalato, probabilmente è uno di quei doni da prima comunione, anche perché l’età (mia) era quella.
Già allora non ha esordito bene, perché ho perso immediatamente le chiavi.
Ma tanto era un lucchetto talmente stupido che riuscivo ad aprirlo con una graffetta, come fanno nei film di agenti segreti.
Poi, a forza di ravanare, si vede che ho rotto il lucchetto e l’unica strada per aprirlo è stata quella di tirargli sopra una pesante martellata.
Ed intanto ho risolto il problema di come aprirlo.
Il secondo problema, questo sì insormontabile, è stato cosa scriverci.
Non ne ho mai avuto idea ed infatti non ci ho mai scritto nulla. Perché semplicemente era un peccato sprecare quelle pagine candide di cartoncino spesso e formato largo.
Così l’ho riempito di disegni e mi sono divertito assai. Ed ovviamente, caro blogrum, i più bei disegni potrei appiccicarli qui sopra, tanto per renderti partecipe ed abbellirti.
Peccato che ci sia un problemino: ho perso anche il diario.
Ed i diari di scuola? Mi dirai tu?
Beh, devo ammettere che in prima elementare ho posseduto un grandissimo diario, forse il più bel diario della storia dell’umanità: il Diario Vitt del 77, quello con Jack Mandolino.
Peccato che fossi un pupo ed avessi qualche problema con la scrittura, figurati tenere un vero diario.
Comunque ho una notizia: quel diario non l’ho perso, lo possiedo ancora.
A differenza di tutti gli altri. Quelli li ho buttati via.
Che poi come si fa a tenere un diario personale su un diario scolastico? E’ il mezzo (idiota) che maestre/professoresse e famiglia usano per comunicare. Quindi lo leggono praticamente tutti. Figurati la privacy, caro blo’.
Io sui miei diari scolastici ci disegnavo!
Sai che novità, penserai tu. Ebbene facevo delle vignette spaziali. Per un periodo ho tenuto una striscia quotidiana sulle avventure del mio professore di topografia, gran personaggio. Tanto lui il diario non lo voleva mai vedere. Mica comunicava. E neanche faceva compiti in classe. E neppure interrogava. I voti lui li dava su ispirazione divina.
Sai caro blogrum, ora sono grande.
E lavoro in un grosso ente, il più grosso della mia città.
E, indovina un po’, ogni anno questo ente fornisce a noi dipendenti una bella agenda con sopra stampigliato il suo logo.
Dovrebbe servire per il lavoro, naturalmente, ma alla fine ci si scrive di tutto.
Ed ovviamente mica ci si tiene sopra un diario personale, pensa se te lo becca qualche collega!
Io ci appunto gli impegni che non dovrei dimenticarmi ma che regolarmente buco.
Ma prima di tutto, prima ancora di sfogliare l’agenda, indovina cosa faccio nella prima pagina, quella di cartoncino un po’ più spesso, di quel bel colore bianco-giallino?
Ma come diavolo hai indovinato?
[Modificato da coccolino + 07/01/2006 21.59]