"Il Cristiano" - La Parola di Dio e i “Testimoni di Geova”

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alex.kirk
00giovedì 26 gennaio 2006 15:06
Con molto piacere leggo, nel mensile evangelico: Il Cristiano uno studio su i Testimoni di Geova.
Molto è già stato detto, magari si troverà qualcosa di nuovo e, in ogni modo, ricordarlo non fa mai male :-)
Mi permetto di allegare lo studio, oltre a segnalare il link, credo che il materiale in questione lo meriti..... [SM=g27836]

[Modificato da alex.kirk 26/01/2006 15.15]

alex.kirk
00giovedì 26 gennaio 2006 15:09
Introduzione
www.ilcristiano.it/2006/gen06/tdg.htm

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Crediamo utile e necessario, di tanto in tanto, rivedere alla luce degli insegnamenti della Parola di Dio le dottrine diffuse dai cosidetti “testimoni di geova”. Quando infatti siamo chiamati, il più delle volte occasionalmente, ad incontrarci e a confrontarci con loro, non dobbiamo trovarci impreparati e soprattutto non dobbiamo proporre altro se non ciò che “sta scritto”!

Introduzione

A chi di voi non è mai capitato di ricevere una visita oppure di avere una discussione con un “testimone di geova” su qualche argomento biblico?
A chi non è mai successo di notare per strada uomini e donne ben vestiti che, sempre in coppia, cercano di vendere libretti della “Torre di Guardia”1 ?
Siamo convinti che la capillare diffusione delle “Sale del Regno dei Testimoni di Geova” e la loro febbrile attività di proselitismo, rendano molto comuni tali esperienze. Per questa ragione riteniamo necessario che, come cristiani nati di nuovo, affrontiamo biblicamente le dottrine e le questioni che caratterizzano questo gruppo religioso.
In questo studio desideriamo fornire elementi conoscitivi tratti dalla Parola di Dio, che possano risultare utili per aiutare tutti i cristiani a difendersi dagli attacchi spirituali portati avanti da questo movimento2.
Il taglio di lettura sarà soprattutto quello dell’esegesi di testi della Scrittura, in particolar modo sotto il profilo grammaticale: siamo convinti, infatti, che la Bibbia sia la Parola di Dio e che essa sia il metro per misurare ogni dottrina ed ogni teoria, al fine di valutarne l’origine umana o divina.

D’altro canto, desideriamo anche maturare un profondo amore ed una vera compassione per le anime che sono preda di quest’organizzazione con fini di lucro, allo scopo di imparare a pregare seriamente per loro e di farci usare dal Signore Gesù per la conversione al vero Dio di molte di queste anime preziose.

È bene ricordare, a tal proposito, che ciascun “testimone di geova” (tdg) è una creatura amata da Dio, per la quale Gesù ha dato la sua vita sulla croce: se il tdg non ha bestemmiato contro lo Spirito Santo, è sempre possibile il suo ravvedimento e la sua salvezza eterna!

Al fine di concretizzare una più efficace testimonianza cristiana nei confronti dei tdg, elenchiamo qui di seguito alcuni consigli preliminari, che valgono anche come introduzione allo studio che ci siamo prefissi di svolgere:

Alcuni consigli preliminari

1. Si tratta di una battaglia spirituale: non pensiamo di combatterla con i nostri soli sforzi! Viviamola in preghiera, prepariamoci in ginocchio affinché molti tdg siano strappati dal regno delle tenebre!
2. Non ci soffermiamo coi tdg se non abbiamo niente da dire loro: a volte siamo davvero impreparati e questo studio vuol essere un contributo per colmare eventuali lacune.
3. Se avremo degli incontri con dei tdg, mostriamoci gentili e cortesi con loro (hanno tanto bisogno di conoscere l’amore di Dio) ma pure fermi e decisi (hanno tanto bisogno di conoscere la verità di Dio)!
4. All’inizio di ogni incontro, e magari anche nel bel mezzo di essi, chiediamo ai tdg di pregare insieme con noi ed invochiamo la guida e la sovranità di Gesù Cristo su quell’incontro!
5. Nei nostri contatti, affrontiamo un argomento alla volta, cercando di sviscerarlo bene secondo la Parola di Dio, e non ci allontaniamo mai dalla Scrittura con frasi del tipo: “Secondo me…” oppure “Nella nostra chiesa…”.
6. Conduciamo ogni discorso verso la persona di Gesù e la necessità di avere una conversione ed un’esperienza personale col Dio vivente, realtà impossibili senza il sacrificio del Figlio di Dio sulla croce.
7. Chiediamo loro di raccontarci la loro conversione e narriamo la nostra: vivendo solo un’adesione intellettuale ad un’organizzazione umana, in genere non sapranno cosa dire e il Signore è potente da far loro capire la necessità della nuova nascita!
8. Evitiamo un confronto fra religioni ed anche un dibattito sul contenuto dei loro libretti: confrontiamoci solo con la Parola di Dio e sfidiamoli ad usare solo la loro traduzione della Bibbia!

[Modificato da alex.kirk 26/01/2006 15.11]

alex.kirk
00giovedì 26 gennaio 2006 15:12
Il nome di Dio (1)
www.ilcristiano.it/2006/gen06/tdg.htm

Uno degli argomenti “forti” per i tdg è quello relativo al nome di Dio, che essi ritengono (erroneamente) essere quello di “Geova”. È un punto cruciale per qualsiasi tdg, in quanto la denominazione del loro stesso movimento trae origine dal nome che essi danno al loro dio3… ma si tratta davvero del nome che la Bibbia prevede per il Dio d’Israele?


La posizione della Torre di Guardia

I tdg sfruttano spesso una diffusa ignoranza in campo spirituale e teologico per “sorprendere” altre persone, magari cattoliche all’acqua di rose, con dottrine piuttosto originali. Fra queste, uno dei loro “cavalli di battaglia” è dato dal nome proprio di Dio: per loro, la corretta traduzione del tetragramma ebraico YHWH, presente per la prima volta nella Scrittura in Esoso 3:11-15, non è “Signore” oppure “Eterno”, come nelle nostre Bibbie, ma “Geova”.
Questo nome ha per loro un’importanza fondamentale: è assolutamente necessario, per la loro religione, attribuire a Dio un nome proprio come lo ha qualsiasi altra persona. Inoltre, per un tdg invocare il nome proprio di Dio è necessario per essere salvati e pertanto i tdg invocano il nome di “Geova” nella convinzione di essere nel giusto. Se, però, questo nome fosse sbagliato? Un tdg potrebbe essere salvato per l’eternità soltanto se venisse alla conoscenza del vero nome del vero Dio.


I nomi per gli Ebrei

Mentre nella nostra società occidentale i nomi svolgono solo una funzione di mera identificazione delle persone, nella cultura ebraica il nome indicava o voleva indicare qualcosa di più profondo, ovvero l’essenza del soggetto che lo portava, la sua stessa personalità. In Israele i nomi venivano dati in relazione a fatti precisi e con finalità ben specifiche (es. Ge 29:32-35) e talvolta venivano anche cambiati in rapporto a particolari situazioni o per scopi determinati (es. Ge 17:5; 32:28).
Al contrario di quanto affermano i tdg, pertanto, nel brano di Es 3:14-15 che fra poco esamineremo nel dettaglio, Dio non fornisce a Mosè il suo nome proprio secondo la nostra concezione moderna ma piuttosto, seguendo l’usanza ebraica, egli rivela qualcosa di molto più importante in relazione alla sua stessa personalità o essenza divina. In altre parole, nel brano di Esodo 3:14-15 ciò che davvero conta non è tanto l’esatta pronuncia o la corretta traduzione del tetragramma YHWH, come vorrebbero i tdg4: questo nome non ha nulla di magico, ma allo stesso tempo insegna qualcosa d’importante in rapporto alla Persona dell’unico vero Dio.


Analisi di Esodo 3:14-15

Passiamo ad un esame più approfondito del brano di Esodo 3:14-15, ricordando che il contesto parla di un pastore ebreo (Mosè) che pascolava le pecore di suo suocero Jetro nel paese di Madian. Giunto al monte Oreb, Mosè vide un pruno che ardeva senza consumarsi (3:1-3) e da quel pruno Dio lo chiamò e lo incaricò di andare in Egitto per liberare il popolo d’Israele che viveva in schiavitù (v. 4-10). Alle resistenze di Mosè, che fra l’altro chiese a Dio quale fosse il suo nome (v. 11-13), il Signore stesso rispose: “Io Sono Colui Che Sono” e poi aggiunse: “Dirai così ai figli d’Israele: «L’Io Sono mi ha mandato a voi»” (v. 14).
In questo brano la traduzione della “Torre di Guardia” della Bibbia5 rende: “Io mostrerò d’essere colui che mostrerò di essere” e dopo: “Io mostrerò d’essere”.
L’ebraico6 porta qui la forma verbale ‘eheièh che è prima persona singolare dell’imperfetto del verbo essere (ebr. haiàh). Il tempo imperfetto rende in ebraico il futuro, ma assai più spesso individua un’azione continua ed abituale, per cui si potrebbe qui tradurre: “Io sarò”, ma ancora meglio: “Io ero, sono e sarò sempre”. La lettura “Io Sono” è corretta se intesa in questo senso di continuità ed abitualità dell’azione. La traduzione dei tdg, invece, appare piuttosto libera e non rende né la lettera né il senso del verbo ebraico.
Nel nostro passo, inoltre, c’è uno spiccato senso di dinamismo: Dio interviene nella storia d’Israele per liberarlo, Egli agisce concretamente nelle vicende del suo popolo ed opera a suo vantaggio. In questo senso, allora, una traduzione meno letterale potrebbe essere: “Io sono Colui che è intervenuto, che interviene e che interverrà”.
Dalle riflessioni che precedono desumiamo l’insegnamento del v. 14 al nostro esame. Dio non rivela tanto il Suo nome proprio con finalità auto-identificative, egli svela piuttosto alcune caratteristiche peculiari della sua personalità: Egli è Colui che esiste in sé stesso e che allo stesso tempo è l’Essere Supremo che è presente ed attivo nella storia dell’umanità.
Nel successivo v. 15 troviamo per la prima volta il tetragramma YHWH, quando Dio dice ancora a Mosè: “Dirai così ai figli d’Israele: «YHWH mi ha mandato a voi ». Tale è il mio nome in perpetuo, tale è la mia designazione per tutte le generazioni”. Il vocabolo YHWH, che a rigore deve essere letto iehawèh, viene riscontrato altre 6823 volte nell’Antico Testamento (AT) per indicare il Nome dell’unico vero Dio. Le versioni evangeliche della Bibbia lo traducono quasi sempre “Eterno” o “Signore”, mentre la “Traduzione del Nuovo Mondo” (TNM) lo rende con “Geova”. È bene ricordare che nell’originale dei manoscritti ebraici dell’AT non esiste punteggiatura né vocalizzazione: essa è stata aggiunta in un momento successivo dai Masoreti, per cui in linea di principio dovremmo dire che ci è sconosciuta l’esatta lettura di qualsiasi parola ebraica dell’AT, compreso il tetragramma.
Gli Ebrei, inoltre, per sommo rispetto di Dio ed in osservanza al comandamento di Esodo 20:7, non nominavano mai il nome esatto di Dio secondo la sua dizione originaria, usando invece il termine adonài.
Nel VII secolo d. C. i Masoreti, nell’aggiungere le vocali a tutti i vocaboli ebraici dell’AT, al tetragramma YHWH posero le vocali della parola adonai, per consentire ai Giudei di leggere il nome di Dio senza violare Esodo 20:7. In questo modo, ciò che in ebraico doveva scriversi e leggersi “YeHaWèH” (da cui “Javè”), si scriveva “YaHoWàH”, con le consonanti di YHWH e con le vocali di adonai, ma si leggeva “aDoNaI” per rispettare il riserbo giudaico7. Il nome “YaHoWàH”, quindi, di per sé non significa nulla e dovrebbe essere usato solo come scrittura e mai come lettura… però, se viene letto così com’è, può essere pronunciato anche “Ieowà” ed essere italianizzato con “Geova”, come ha fatto la “Torre di Guardia”.
Tale ultima procedura, però, è chiaramente scorretta ed errata per almeno tre motivi:
1. Non è esatta la punteggiatura e la vocalizzazione, per cui è errata anche la pronuncia di YHWH. Dalla comparazione del v. 15 col v. 14 è lecito pensare che la vocalizzazione originaria del tetragramma (a noi oggi sconosciuta) fosse iehawèh, visto che questa è la terza persona singolare dell’imperfetto del verbo haiàh (essere), la cui prima persona singolare del medesimo tempo imperfetto è stata già riscontrata al v. 14. In altre parole, nel v. 14 Dio parla in prima persona e si definisce “Io sono colui che sono”, mentre nel v. 15 Dio parla in terza persona e si definisce “Colui che è”.
2. In realtà i Masoreti aggiunsero al tetragramma la vocalizzazione “a-o-a” non per leggere ma per scrivere YHWH, per cui oggi è un errore leggere ciò che era solo scritto in quel modo ma veniva (e viene) letto diversamente8. Noi siamo abituati a leggere un vocabolo seguendo le regole di pronuncia relative alle consonanti e alle vocali presenti nel vocabolo stesso, perciò facciamo fatica a comprendere un’eccezione a tale regola. In realtà, però, “YaHoWàH” è solo scritto così e non dev’essere letto “YaHoWàH” ma invece “aDoNaI”. Nessun ebreo legge il tetragramma con “YaHoWàH” ed è pertanto sbagliato dare a Dio il nome di “Geova”, partendo da tale errore di lettura9.
3. In senso più ampio è bene ricordare anche che il nome YHWH non è l’unico nome di Dio nell’AT, come talvolta affermano i tdg. Infatti:
• i Giudei, nei loro rapporti coi pagani o quando non si trovavano in Israele, evitavano di usare il nome YHWH e ne adoperavano altri più comprensibili ai loro interlocutori (es. Da 2:28, 37, 44, 45);
• nell’AT troviamo anche altri nomi propri di Dio, come ad esempio “El-Shaddai”, Dio onnipotente (es. Ge 17:1); “El-Elion”, Dio altissimo (es. Ge 14:8); “El-Olam”, Dio eterno (es. Ge 21:33); “Kadosh”, il Santo (es. Is 57:15);
• nell’AT vi sono anche nomi composti da YHWH e da un suffisso, che indicano particolari attributi o azioni di Dio, come ad esempio “Javè-Sabaoth”, l’Eterno degli eserciti (es. 1Sa 1:3); “Javè-Jireh”, l’Eterno provvederà (es. Ge 22:13-14); “Javè-Rafà”, l’Eterno guarisce (es. Es 15:26); “Javè-Shalom”, l’Eterno è pace (es. Gc 6:24); ecc.
alex.kirk
00giovedì 26 gennaio 2006 15:14
Il nome di Dio (1a)
www.ilcristiano.it/2006/gen06/tdg.htm

Altri rilievi sul nome di Dio

In conclusione di questo primo articolo, esponiamo altre tre considerazioni attinenti l’argomento del Nome di Dio nell’AT, che completano i rilievi fin qui svolti:
1. Non è vero che il tetragramma sia presente nel NT, come talvolta affermano i tdg. Il NT è stato scritto interamente in greco koinè, ed anche se in alcuni casi sporadici vi sono delle citazioni dell’AT (es. Mr 15:35), nessuno studioso serio della Scrittura ha mai rinvenuto né potrà mai rinvenire un solo versetto in cui venga menzionato direttamente il termine YHWH.
2. È interessante notare che più volte Gesù si sia definito “Io Sono”, identificandosi in tal modo con YHWH dell’AT. Ed è interessante notare che in questi casi (Gv 8:58-59; 18:5) il Signore abbia usato il perfetto greco (egò eimì) che rende un’azione continua e un’esistenza immutabile ed eterna… proprio come l’imperfetto ebraico con cui è stato reso YHWH in Esodo 3:14-15! Tra l’altro, quando la versione dei Settanta traduce il tetragramma in greco (es. in Is 43:10), a volte lo rende proprio egò eimì, e questo prima ancora che Gesù l’adoperasse per sé stesso…!
3. È corretta la traduzione “Eterno” che, fra gli altri, usa Luzzi nella sua versione della Bibbia del 1923, dal momento che si tratta di un nome che corrisponde meglio al significato di YHWH.
Lo stesso può dirsi per la traduzione “Signore” che viene adoperata, fra gli altri, da Diodati e dalla Nuova Riveduta. In quest’ultimo caso, ricordiamo che “Adonai” può significare anche “mio signore”: non a caso, infatti, la versione greca dell’AT (detta dei Settanta) ha tradotto YHWH soprattutto “Signore” (greco: kurios). Lo stesso NT, fra l’altro, riporta più di 700 volte la parola kurios citando i Settanta…


NOTE alla Prima Parte:

1. Intendiamo per “Torre di Guardia” la società con scopi di lucro nonché l’organizzazione internazionale che produce i noti libretti “Svegliatevi!”.
Per “testimoni di geova”, invece, intendiamo tute quelle persone che, più o meno attivamente o consapevolmente, lavorano (senza retribuzione...) per la società della “Torre di Guardia”, aderendo alle dottrine proclamate dai suoi capi.
2. La mia ricerca è stata svolta originariamente nel 1993 e manoscritta in attesa della sua trasposizione su supporto informatico. Ciò è avvenuto nel 2004 con alcune rivisitazioni nel testo e nel contenuto.
3. In realtà, anche la pretesa di essere gli unici “testimoni” del Dio della Bibbia non è confermata dalla Parola di Dio. L’AT, infatti, parla del popolo d’Israele come dei “testimoni dell’Eterno” (es. Is 43:10, 12) e il NT proclama i discepoli di Gesù come “suoi testimoni” (At 1:8): queste evidenti dichiarazioni possono essere trascurate solo se ci si ritiene il “nuovo Israele” o se si pensa che Gesù non sia Dio, ma entrambi gli assoluti non reggono dinanzi ad una corretta lettura della Bibbia.
4. Anche la pronuncia e la traduzione di YHWH hanno la loro rilevanza e anche su questi aspetti i tdg hanno molto da imparare dalla Scrittura. Qui vogliamo affermare che il tetragramma è importante soprattutto per il suo significato e che innanzitutto per tale significato Dio lo ha rivelato al pruno ardente... non per essere identificato e distinto dagli altri dèi (o almeno non principalmente per questo scopo).
5. Nel presente studio abbiamo consultato l’edizione del 1967 della “Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture” (TNM), che non a caso evita di denominarsi “Bibbia” o “Sacre Scritture”. Come vedremo ripetutamente nel prosieguo di questo studio si tratta, infatti, di una traduzione spesso imperfetta, se non talvolta errata o intenzionalmente sbagliata, realizzata da persone che non conoscevano e non conoscono sufficientemente né il greco né l’ebraico, o che almeno all’atto pratico dimostrano di non conoscere le lingue originali.
6. Per i termini e la traduzione dell’AT, nel presente lavoro ci siamo avvalsi della Biblia Hebraica Stuttgartensia, 4a edizione, 1990, Deutsche Bibelgesellschaft, Stoccarda, in questo caso alla pag. 89. Per quanto riguarda la trasposizione dei vocaboli, abbiamo preferito riportare, nel testo, la lettura e non la trascrizione dei fonemi, visto che la prima è accessibile a tutti i lettori e la seconda è nota solo agli addetti ai lavori.
7. Il sommo rispetto dei Giudei per il nome di Dio è dimostrato anche dal fatto che, in realtà, con la punteggiatura aggiunta dai Masoreti, nell’AT il tetragramma si trova scritto “YaHWàH” e non “YaHoWàH”. La mancanza della “o” ebraica è spiegata dal fatto che questa vocale si scrive con un puntino al di sopra della rispettiva consonante (in questo caso la “H”) e siccome niente e nessuno è al di sopra di Javè, neppure questa vocale può essere trascritta al di sopra del Nome di Dio che è tre volte santo.
8. È come se oggi pretendessimo di scrivere e leggere “PuLLoVer” con le consonanti di “CaPPeLLo”: introdurremmo il neologismo “PaLLeVoR”, che non significa nulla e cadremmo nel ridicolo se ci ostinassimo a proclamare al mondo intero che, in realtà, i nostri predecessori si erano sbagliati e che, di conseguenza, questo è “l’unico vero modo per chiamare quei famosi maglioncini in inglese”.
9. Per questo motivo siamo assolutamente contrari all’uso del nome “Geova” in testi cristiani di qualunque genere, che tra l’altro rischiano di confondere i credenti ed anche di mettere sullo stesso piano la Chiesa di Dio e l’organizzazione religiosa dei tdg. Talvolta questo nome errato viene riscontrato in vecchi commentari della Bibbia ed i tdg amano citare (per esempio) la nota di Luzzi nella sua versione della Scrittura in Matteo 1:21 ma oggi siamo consapevoli dell’errore e anche del maggior pericolo di confusione, evitiamo “Geova” nei libri e nelle canzoni cristiane!!

(1. continua)

Giuseppe Martelli
(Assemblea di Roma Borgata Finocchio)
alex.kirk
00martedì 21 febbraio 2006 14:34
La Tri-Unità (1)
Fra le dottrine rivelate nella Bibbia, la dottrina relativa alla Trinità di Dio è quella che viene maggiormente contestata e rinnegata dai “Testimoni di Geova”. Di conseguenza viene negata anche la divinità di Cristo mentre lo Spirito Santo è declassato da “Persona” (quale egli veramente è!) a una semplice forza emanata da Dio.

LA TRI-UNITÀ

Un altro “cavallo di battaglia” dei tdg è la loro teoria inerente la Trinità, teoria che talvolta lascia spiazzati gli interlocutori meno preparati. In questo secondo articolo desideriamo sviscerare l’argomento, sia per conoscere quanto la Scrittura afferma in merito a quest’importante dottrina, sia per glorificare l’unico vero Dio per le sue meravigliose caratteristiche.1

- Note:

1. Fra i tanti contributi evangelici a questo dibattito, segnaliamo in particolare lo studio di Donald Tinder, “La dottrina della Trinità: il suo sviluppo storico e le sue deviazioni”, apparso su Lux Biblica n. 29, I semestre 2004, ed. IBEI Roma. pagg. 5 e segg.

alex.kirk
00martedì 21 febbraio 2006 14:39
La Tri-Unità (2)
La posizione della Torre di Guardia

In questa materia i tdg seguono, forse inconsapevolmente, l’eresia dell’Unitarismo. In genere, essi sostengono soprattutto tre tesi:

1. dal momento che Dio è uno, egli non potrebbe essere trino: non sarebbe ammissibile l’esistenza di nessuna entità vivente che sia unica e trivalente allo stesso tempo;

2. la Trinità sarebbe, di conseguenza, un’invenzione della cristianità corrotta del Medio Evo, e la relativa dottrina non avrebbe pertanto alcuna base scritturale;

3. “Geova”, pertanto, sarebbe l’unico Dio e né Gesù Cristo né lo Spirito Santo avrebbero natura divina.

Di fronte a queste dottrine, che cosa possiamo rispondere a un tdg? E soprattutto, che cosa dice la Parola di Dio in merito alla Trinità?


Il Dio unico è anche plurimo

È certamente vero che la Scrittura afferma l’unicità di Dio, ed è certamente vero che non vi è alcun altro Dio al di fuori di Javè. Allo stesso tempo, però, dobbiamo riconoscere che la Bibbia, secondo la regola della rivelazione progressiva, parla anche di un Dio in più persone (nell’Antico Testamento) e di un Dio in tre persone (nel Nuovo Testamento).
Innanzitutto, l’Antico Testamento parla di un Dio unico ed anche plurimo, che può essere rinvenuto in almeno sette brani scritturali:

1. “Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza…»” (Ge 1:16).
La TNM (Traduzione del Nuovo Mondo edita dai tdg) è sostanzialmente conforme, ed è interessante notare come sussistono, in questo passo, più di un elemento di pluralità in relazione alla Persona di Dio:

• la traduzione presenta un verbo al plurale (“facciamo”) ed anche un aggettivo al plurale (“nostra”);

• anche se non si nota nella traduzione, pure il nome “Dio” è qui al plurale (in ebraico: elohìm), mentre il verbo “dire” è usato alla terza persona singolare;

• inoltre, se è vero che il verbo “fare” è usato alla prima persona plurale, è anche vero che i termini per “immagine” e per “somiglianza” sono al singolare…

2. “Poi l’Eterno Dio disse: «Ecco, l’uomo è diventato come uno di noi, quanto a conoscenza del bene e del male. Guardiamo che egli non stenda la sua ma-
no…
»” (Ge 3:22).
La TNM è sostanzialmente conforme, ma anche in questo caso troviamo YHWH al singolare e “Dio” al plurale (ebr. elohìm); il verbo “dire” al singolare e il verbo “guardare” al plurale, ma soprattutto “uno di noi” (ebr. achàd mimmìnu) che manifesta la pluralità nella Persona di Dio.

3. “E l’Eterno disse: «…Orsù, scendiamo e confondiamo la loro lingua…»” (Ge 11:6-7).
La TNM è sostanzialmente conforme, anche se troviamo Javè a suo agio con il plurale dei verbi “scendere” e “confondere”, e perdutamente a suo agio a causa dell’alternarsi del singolare e del plurale. Al v. 6, infatti, “l’Eterno” (ebr: YHWH) e “disse” sono al singolare, mentre al v. 7 i verbi sono entrambi al plurale. Per inciso, al v. 8 torna un verbo al singolare perché sta scritto che “l’Eterno li disperse…”.

4. “Ascolta, Israele: l’Eterno, il tuo Dio, è l’unico Eterno” (De 6:4).
La TNM rende qui: “… è un solo Geova”, anche se l’unica traduzione valida è quella di Luzzi o altre analoghe, in quanto la parola ebraica echàd significa “unico” e non “solo” (che in ebraico viene reso con iachìd, per esempio in Za 12:10).
Dal canto suo, echàd contiene l’accezione di “unico nell’essenza, nella natura” ed allo stesso tempo di “unità composta, seppure non fisicamente”. In questo senso, echàd viene usato per esempio in Ge 2:24 dove sta scritto: “… e i due saranno una sola carne”. L’unico Eterno, quindi, è in realtà un’unità composta da più persone aventi tutte la medesima natura divina!

5. “Poi udii la voce dell’Eterno che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?»” (Is 6:8).
La TNM è sostanzialmente conforme: ciò può sembrare strano perché qui abbiamo un’ulteriore prova che YHWH è uno e plurimo. Troviamo infatti due verbi al singolare (“dire” e “mandare”) e un pronome al plurale (“noi”).

6. “A Betel lo trovò; là egli parlò con noi” (Os 12:5).
Qui la TNM legge: “…parlò con lui”, seguendo la variante minoritaria data dalla versione siriana dell’Antico Testamento e da alcuni manoscritti della LXX attribuiti a Luciano. La versione ebraica dell’Antico Testamento, invece, riporta senza varianti il pronome “noi”, riferito a YHWH, che qui ricorda un episodio della vita di Giacobbe e del suo incontro con lui… o loro (cfr. Ge 35:9-15).

7. “Così parla l’Eterno degli eserciti: «È per rivendicare la Sua gloria che Egli mi ha mandato verso le nazioni… infatti, ecco, io sto per agitare la mia mano contro di loro… e voi conoscerete che l’Eterno degli eserciti mi ha mandato… ecco, io sto per venire e abiterò in mezzo a te» dice l’Eterno…” (Za 2:8-10).
La TNM è sostanzialmente conforme. Ciò è significativo, perché in questo brano YHWH proclama la sua sovranità e preannuncia un suo intervento speciale nella storia umana.
Allo stesso tempo, vediamo lo stesso YHWH che parla di qualcuno che lo ha mandato a compiere questa missione verso le nazioni… YHWH è l’unico Dio, che punirà le nazioni e che allo stesso tempo viene mandato da YHWH per compiere questo giudizio! È un Dio unico, è l’unico Dio, ma nella sua essenza contiene almeno due persone!
alex.kirk
00martedì 21 febbraio 2006 14:43
La Tri-Unità (3)
Il Dio unico è anche trino

Secondo il principio della rivelazione progressiva della Parola di Dio, non è strano constatare che il Nuovo Testamento, anche in tema di Trinità, contenga una rivelazione più completa. In particolare, il Dio unico e plurimo dell’Antico Testamento si manifesta in modo più esaustivo come un Dio uno e trino allo stesso tempo. Si tratta di una dottrina e di una realtà spirituale che possiamo vedere snodarsi nel Nuovo Testamento almeno sotto tre profili diversi:

1. Innanzitutto vi sono brani nel Nuovo Testamento dove le tre persone della Tri-Unità sono insieme. In particolare, possiamo elencare almeno i seguenti passi:

• Matteo 28:19, quando Gesù risorto, prima di tornare a Padre disse tra l’altro ai Suoi discepoli:
Andate dunque, ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.
Il nome è uno solo, ma le persone sono tre…

• Giovanni 14:26, allorché Gesù diede le ultime indicazioni ai suoi discepoli prima di morire e disse fra l’altro:
Il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel Mio nome, Egli v’insegnerà ogni cosa e vi rammenterà tutto quello che io vi ho detto”.
Perfetta collaborazione, dunque, fra tre persone dotate di pari autorità e dignità…

• At 20:28, quando Paolo disse tra l’altro agli anziani della chiesa di Efeso:
Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio, la quale egli ha acquistata col proprio sangue”.
Anche qui, rispetto alla Chiesa, si manifesta la Tri-Unità: il Figlio l’ha acquistata, il Padre ne è il proprietario, lo Spirito vi costituisce le guide.

• Romani 15:30, dove sta scritto:
Io v’esorto per il Signore nostro Gesù Cristo e per la carità dello Spirito Santo, a combattere con me nelle vostre preghiere a Dio per me”.

• 2 Co 13:13, nel saluto di Paolo alla chiesa di Corinto, dove leggiamo:
La grazia del Signore Gesù Cristo e l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi”.
Abbiamo bisogno di tutte e tre le persone di Dio, perché ognuna di esse è portatrice di aspetti diversi e complementari della variegata grazia di Dio.

• Tito 3:5-6, quando l’apostolo riassume l’opera di salvezza di Dio Padre con queste parole:
Egli ci ha salvati… mediante il lavacro della rigenerazione e il rinnovamento dello Spirito Santo, che Egli ha copiosamente sparso su noi per mezzo di Gesù Cristo nostro Salvatore”.
Anche nell’ambito della salvezza eterna possiamo constatare che Dio ha operato ed opera in tre Persone, Ciascuna con le proprie peculiarità.

• 1Pietro 1:2, dove sta scritto:
“...eletti, secondo la prescienza di Dio Padre, mediante la santificazione dello Spirito, ad ubbidire e ad essere cosparsi del sangue di Gesù Cristo...”.
Quale miglior saluto per i credenti dispersi nell’Asia Minore, un augurio di grazia e di pace da tutte e tre le persone di Dio!2

2. In secondo luogo, nel Nuovo Testamento troviamo dei brani in cui è possibile rinvenire delle caratteristiche comuni alle tre persone divine. Ciò soprattutto con riferimento ai seguenti attributi:

• Potenza, che vediamo in Dio Padre almeno in 1Pietro 1:5, in Dio Figlio almeno in 2Corinzi 12:9 e in Dio Spirito almeno in Romani 15:18-19.

• Santità, che vediamo in Dio Padre almeno in Apocalisse 15:4, in Dio Figlio almeno in Atti 3:14 e in Dio Spirito almeno in Matteo 28:19.

• Verità, che vediamo in Dio Padre almeno in Giovanni 7:28, in Dio Figlio almeno in Apocalisse 3:7 e in Dio Spirito almeno in 1Giovanni 5:6.

3. In terzo luogo, nel Nuovo Testamento troviamo dei brani in cui è possibile rinvenire opere comuni delle tre persone divine. Ciò soprattutto con riferimento alle seguenti attività di Dio:

• Redenzione, che vediamo in Dio Padre almeno in Romani 8:32, in Dio Figlio almeno in Giovanni 10:11 e in Dio Spirito almeno in Ebrei 9:14.

• Resurrezione, che vediamo in Dio Padre almeno in Atti 2:24, in Dio Figlio almeno in Giovanni 10:18 e in Dio Spirito almeno in 1Pietro 3:18.
• Ispirazione della Bibbia, che vediamo in Dio Padre almeno in 2Timoteo 3:16, in Dio Figlio almeno in 1Pietro 1:10-11 e in Dio Spirito almeno in 2Pietro 1:21.

• Doni spirituali, che vediamo in Dio Padre almeno in 1Corinzi 12:28, in Dio Figlio almeno in Efesini 4:4-7 e in Dio Spirito almeno in 1Corinzi 12:7-11.
alex.kirk
00martedì 21 febbraio 2006 14:46
La Tri-Unità (4)
La Trinità è biblica, logica e ragionevole

Una delle principali obiezioni dei tdg alla dottrina biblica della Trinità è data dal fatto che, essi affermano, la relativa parola è assente nella Scrittura e che, di conseguenza, sarebbe un errore parlare di un Dio unico e anche trino.

Ancora una volta, i tdg affermano qualcosa di vero ma giungono a conclusioni errate. È senz’altro vero che la parola “trinità” non sia presente nelle pagine della Bibbia, ma nella Parola di Dio non troviamo neppure parole moderne come “natura” e “responsabilità”, né concetti teologici come la “cristologia” o le “dispensazioni”, senza che per questo si possa affermare che non esistono responsabilità o che sia un errore studiare la figura di Cristo.

D’altro canto, nei precedenti paragrafi abbiamo visto come il concetto di un Dio unico e plurimo o trino sia presente dalla Genesi all’Apocalisse, per cui non basta rigettare una dottrina solo perché non si trova traccia del suo nome nella Bibbia. Ciò che davvero conta è la sostanza, non la forma della questione: la Scrittura afferma chiaramente che c’è un Dio unico che si è rivelato e si rivela in tre persone distinte ma fra loro coessenziali, consustanziali e coeterne.

Un altro motivo di critica dei tdg contro la dottrina della trinità è dovuta alla loro affermazione che essa sia contraria alla logica e alla ragione, per cui essa dovrebbe essere rigettata. Ma tale assunto è errato e privo di fondamento.

È errato perché vi sono tante dottrine bibliche, in parte condivise dagli stessi tdg, che hanno poco di razionale e di logico sotto il profilo meramente umano. La grazia di Dio, la fede dell’uomo, la giustificazione, l’espiazione vicaria di Cristo… cos’hanno di “logico” o di “razionale”?

Eppure sono i capisaldi del cristianesimo e nessuno ne contesta la validità solo perché noi uomini non siamo capaci di inquadrarle nei nostri schemi mentali!
È anche privo di fondamento affermare che la dottrina della Tri-Unità sia contraria alla logica. Ciò perché, in realtà, si possono citare vari esempi scientifici per dimostrare che in natura o nelle convenzioni fisico-matematiche esistono fenomeni di “unicità trina” che confermano la possibilità e la “logicità” di questa dottrina cristiana.
Facciamo solo quattro esempi:

In chimica, l’acqua è formata da due molecole di idrogeno (H2) e da una molecola di ossigeno (O): messa in un recipiente vuoto e sottoposta ad una pressione di circa 230 mm e ad una temperatura di zero gradi, l’acqua si solidifica sul fondo del contenitore, rimane liquida al centro e diventa gassosa in superficie. In un solo momento, cioè, una materia unica assume tre stati differenti…

In fisica, la corrente elettrica viene da noi percepita come luce, colore e suono allo stesso tempo: si tratta di tre manifestazioni diverse di un medesimo fenomeno. In altre parole, possiamo parlare di corrente elettrica e allo stesso momento di colore, luce e suono, senza cadere in alcun tipo di errore e senza rischiare di essere fraintesi.

Lo spazio, dal canto suo, è anch’esso tridimensionale, essendo composto da lunghezza, larghezza e profondità. Sono tre componenti diverse di un medesimo fenomeno, che tra loro possono essere prese in considerazione congiuntamente ma anche separatamente, ad ulteriore dimostrazione che ciascuna di esse ha la propria individualità, pur restando lo spazio una realtà autonoma e distinta dai suoi componenti.

Anche il tempo è costituito da tre elementi che lo compongono e allo stesso tempo sono separabili fra loro: il passato, il presente e il futuro. Si tratta di elementi intercambiabili fra loro (es. oggi è domani per ieri), ma che non modificano il fatto che il tempo sia anche un fattore in sé come lo sono ciascuno dei suoi tre elementi che lo compongono.


Giuseppe Martelli
(Assemblea di Roma Borgata Finocchio)
(2. continua)
alex.kirk
00lunedì 13 marzo 2006 13:54
Lo Spirito Santo (1)
La negazione della dottrina biblica della Tri-Unità di Dio porta, di conseguenza, a negare la divinità di Cristo e la personalità dello Spirito Santo, ridotto al rango di una mera “forza attiva”, una sorta di emanazione immateriale di Dio. Ma l’insegnamento di Dio nella sua Parola è completamente diverso!

LO SPIRITO SANTO

La dottrina dello Spirito Santo non è forse quella maggiormente contestata dai tdg, né probabilmente siamo di fronte al tema più usuale in una discussione teologica con i membri di quest’organizzazione.
Allo stesso tempo, però, riteniamo che sia necessario affrontarlo, perché è in gioco l’onore di Dio stesso, nella sua terza persona.

La posizione della Torre di Guardia

Per la Torre di Guardia lo Spirito Santo non è Dio né tanto meno una persona con natura e attributi divini: d’altronde, se per loro non può esistere la Trinità e Dio è uno e unico (eresia dell’unitarismo) va da sé che, di conseguenza, non può esistere alcuna terza persona della Trinità, che nell’essenza e nelle manifestazioni sia perfettamente Dio.
Per un tdg, normalmente lo Spirito Santo non è altro che:
una forza immateriale,
un’entità dotata di natura spirituale e di potenza,
• nient’altro che una forza attiva impersonale.
Che cosa dice la Parola di Dio al riguardo?
Che cosa possiamo credere e rispondere sulla base delle Sacre Scritture?


Le dichiarazioni scritturali

Al contrario di quanto sostengono i tdg, la Bibbia considera lo Spirito Santo una vera e propria persona con attributi divini, un soggetto reale e personale che pensa, parla, opera e manifesta attributi propri di una persona ma allo stesso tempo propri esclusivamente di Dio.
Ciò accade soprattutto nel vangelo di Giovanni e nel libro degli Atti, ma riscontriamo testimonianze in tal senso pure in altri libri del Nuovo Testamento.

alex.kirk
00lunedì 13 marzo 2006 14:00
LO SPIRITO SANTO (2)
Lo Spirito Santo nel Vangelo di Giovanni

Per quanto riguarda il vangelo di Giovanni, possono essere esaminati almeno i seguenti sei brani, tratti dal discorso di Gesù ai discepoli durante l’ultima cena:

• “Io pregherò il Padre, ed egli vi darà un altro Consolatore… lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi e sarà in voi” (Gv 14:16-17).
La Traduzione del Nuovo Mondo (TNM) è sostanzialmente conforme, tranne per il penultimo verbo, che rende “rimane” al posto di “dimora”. Queste parole di Gesù si realizzano ancora oggi: per i figli di Dio, che hanno ricevuto la salvezza per grazia, lo Spirito Santo è una realtà personale, che “dimora” nei loro cuori ed “è” in loro.
Certo, per chi (come i tdg) non vivono questa realtà, si manifesta l’altra parte del versetto secondo cui “il mondo non lo conosce, non lo vede e non lo può ricevere”.
Si tratta di una battaglia spirituale e lo Spirito di Dio vuole dimorare, come terza persona della Trinità, in tutti i cuori disponibili, compresi quelli di molti tdg.

“…il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, v’insegnerà ogni cosa e vi rammenterà quello che vi ho detto…(Gv 14:26)
La TNM, in questo caso, è totalmente conforme, senza probabilmente rendersi conto che in un solo versetto vi è l’ennesima manifestazione di tutte e tre le persone delle deità, fra le quali lo Spirito Santo, mandato da Dio Padre in nome di Dio Figlio, svolge un ruolo attivo d’insegnamento completo ed esaustivo, nonché di ricordo di tutto ciò che Dio Figlio ha detto quand’era in mezzo a noi. Quale “forza attiva” sarebbe capace di fare altrettanto?

“…ma quando sarà venuto il Consolatore, che io vi manderò da parte del Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli testimonierà di me” (Gv 15:26)
Anche qui, la TNM è conforme e rinveniamo ancora una splendida manifestazione di attività coordinata fra le tre persone divine: stavolta è Dio Figlio che manda Dio Spirito da parte di Dio Padre, ma permane l’opera specifica dello Spirito Santo, che è quella di testimoniare di Cristo al mondo e alla Chiesa. E chi potrebbe testimoniare in un tribunale umano se non un’entità vivente, intelligente e personale?

• “verrà a voi il Consolatore…” (Gv 16:7)
Così pure la TNM. È un nome dello Spirito di Dio che troviamo più volte in questi capitoli di Giovanni, ma è pure uno dei suoi principali compiti, che certamente nessuna semplice “forza” potrà mai realizzare.
La parola greca è qui paràcletos, che significa “Colui che consola, conforta, aiuta, consiglia, soccorre, intercede, esorta”: tutte queste attività si riferiscono necessariamente ad una persona, tant’è vero che lo stesso Gesù è chiamato paràcletos in 1Giovanni 2:1 senza che a nessun tdg sia mai venuto in mente di affermare che Gesù sia soltanto una “forza attiva”.

• “…quando sarà venuto lui, convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio…” (Gv 16:8)
La TNM è sostanzialmente conforme, anche se rende: “darà al mondo una convincente prova”.
In ogni dialogo e in ogni contraddittorio, allorché una parte vuole convincere l’altra, troviamo sempre due soggetti dotati d’intelligenza e di capacità di scelta e di ragionamento, in altre parole si confrontano delle persone e mai delle semplici forze immateriali ed impersonali!

“…e quando sarà venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di suo ma dirà tutto quello che avrà udito e vi annunzierà le cose a venire” (Gv 16:13).
La TNM è sostanzialmente conforme, anche se traduce “quello” invece di “lui”. Questa traduzione, però, è errata se si considera che il greco porta qui, ed anche nei precedenti vv. 7, 8 e 13, l’aggettivo ekèinos che è maschile e nominativo, per cui rende il soggetto della frase: quest’ultimo, allora, non può essere reso con “quello” ma soltanto con “lui”. Si tratta, in altre parole, di un essere personale e non di una misteriosa forza della natura.
D’altronde, la stessa TNM traduce bene i verbi presenti nel versetto in esame, e tali verbi (venire, guidare, parlare, udire, annunziare) implicano un’esistenza personale, sensibile e intelligente.

[Modificato da alex.kirk 13/03/2006 14.01]

alex.kirk
00lunedì 13 marzo 2006 14:11
LO SPIRITO SANTO (3)
Lo Spirito Santo nel libro degli Atti

Passando ora ad esaminare il libro degli Atti degli Apostoli, elenchiamo almeno quattordici brani che parlano dello Spirito Santo come Dio e come Persona:

“…perché Satana ha riempito il cuor tuo da farti mentire allo Spirito Santo?” (At 5:3)1.
La TNM riporta qui: “fare il falso allo spirito santo”, cercando di nascondere che si tratta di una vera e propria menzogna che Anania aveva raccontato ai discepoli (v. 2). E l’elemento singolare sta proprio in questo: la menzogna fu detta ai discepoli (che ovviamente erano delle persone) ma Dio ha rivelato l’inganno a Pietro comunicandogli che in realtà questa menzogna era stata rivolta contro lo Spirito Santo, che pertanto è creduto come una persona ed anche come Dio, visto che alla fine del v. 4 Pietro aggiunge: “Tu non hai mentito agli uomini, ma a Dio!”.

• “Perché vi siete accordati per tentare lo Spirito del Signore?” (At 5:9)
La TNM legge in questo caso: “provare lo spirito di Geova”. Ci troviamo alla fine della triste storia di Anania e Saffira: anche quest’ultima era consenziente alla menzogna detta ai discepoli, a Dio e al Suo Spirito. In questo versetto si parla di “mettere alla prova” un essere personale come lo Spirito Santo, che se fosse stato soltanto un’entità immateriale certamente non avrebbe potuto essere tentato da nessuno.

“…noi siamo testimoni di queste cose, ed anche lo Spirito Santo…” (At 5:32).
La TNM è conforme, se non fosse per le iniziali minuscole alla terza persona delle deità, che stavolta proprio non sono riusciti a tradurre diversamente. Nell’episodio in questione, gli apostoli hanno proclamato dinanzi al Sinedrio la loro fede nel Messia d’Israele, morto e risorto per la salvezza dell’umanità.
Ma di queste verità meravigliose non ne erano testimoni solo dei semplici uomini, ma anche lo Spirito Santo mandato da Dio Padre secondo le promesse di Dio Figlio e, certamente, non si può essere testimoni di qualcosa se non si è persone intelligenti e capaci d’intendere e di volere!

“…voi contrastate sempre lo Spirito Santo: come fecero i vostri padri così fate anche voi!” (At 7:51)
La TNM è sostanzialmente conforme, con l’unica eccezione del primo verbo che traducono “voi resistete”, senza che ciò modifichi il senso del brano.
È interessante notare che qui Stefano si riferisce ai vari casi dell’Antico Testamento in cui il popolo d’Israele contrasta YHWH, e ciò dimostra che lo Spirito Santo ha la stessa natura e la stessa essenza di Dio Padre. Ed è anche una Persona come lo è YHWH, visto che nell’Antico Testamento è stato contrastato soltanto Dio. D’altronde, solo un essere personale e sensibile può subire le contestazioni ed i contrasti di altre persone.

…lo Spirito disse a Filippo: «Accostati e raggiungi codesto carro…»” (At 8:29)
La TNM è anche qui conforme, se non fosse ancora per le lettere minuscole date allo Spirito di Dio. Ci sembra ovvio che questo passo contenga chiare indicazioni sulle spiccate capacità decisionali dello Spirito santo, che solo un essere personale può avere. Ci sembra chiaro, peraltro, che solo Dio può legittimamente indirizzare i suoi discepoli in un campo di missione anziché in un altro.2

…lo Spirito del Signore rapì Filippo…” (At 8:39)
La TNM traduce qui: “lo spirito di Geova condusse via Filippo”. Come abbiamo visto in precedenza, per vari motivi è errata la traduzione del greco kurios con “Geova” anziché con “Signore”, ma ciò non toglie che questo brano rafforza l’assunto secondo cui lo Spirito Santo abbia chiare capacità decisionali, già manifestate al v. 29, perché questa persona delibera anche quale sia il momento finale del ministero di Filippo.
In ciò, lo Spirito dimostra ancora una volta la sua essenza divina, perché indirizza il suo servo verso altri campi di missione.

• “Lo Spirito Santo disse: «Mettetemi a parte Paolo e Barnaba per l’opera alla quale io li ho chiamati»” (At 13:2).
La TNM è conforme, se non fosse (ancora!) per le iniziali minuscole alla terza persona delle deità. Ma è davvero palese, in questo caso, la natura divina dello Spirito Santo: egli “chiama” i suoi servitori e lo fa in modo del tutto autonomo dalle altre persone della Trinità.
Egli “separa” dagli altri i discepoli prescelti per il servizio cui egli ha deciso di destinarli, e lo fa senza interpellare altri. Solo Dio potrebbe fare questo, solo un Essere personale e sovranamente capace potrebbe fare altrettanto!

È parso bene allo Spirito Santo e a noi di non imporvi altro peso...” (At 15:28)
La TNM traduce allo stesso modo, con le sole iniziali minuscole per lo Spirito di Dio. Anche qui, però, si tratta di un mero espediente per cercare di sminuire l’evidenza e la realtà: lo Spirito Santo ha precise capacità di scelta e di giudizio, come e molto più di una persona.
Una “forza attiva” non è in grado di esprimere valutazioni e pareri, mentre Dio collabora con i suoi figli nelle scelte da compiere all’interno della Chiesa.

“…avendo lo Spirito Santo vietato loro di annunziare la Parola di Dio in Asia...” (At 16.6).
La TNM legge: “…essendo stati impediti…”, che però non regge alla luce della lingua originale, dove troviamo un verbo attivo (da noi tradotto “vietare”) e non un verbo passivo che si possa rendere con “essere impediti”.
Per quanto i tdg cerchino anche qui di ridurre il ruolo attivo e personale dello Spirito di Dio, la Scrittura attesta con chiarezza che la terza persona della deità vietò assolutamente lo svolgimento di un ministero spirituale in una larga regione del mondo conosciuto di allora.
Come abbiamo visto pure in Atti 8:29, ciò dimostra ulteriormente che questa persona è anche Dio, perché solo l’onnisciente Signore della mèsse può conoscere i tempi e i modi migliori per diffondere la sua parola di grazia e di salvezza.

“…ma lo Spirito di Gesù non lo permise loro...” (At 16:7).
La TNM è conforme, se non fosse anche qui per le iniziali minuscole date allo Spirito Santo, che peraltro mostra ulteriormente di essere persona e Dio: quale forza attiva, infatti, potrebbe mai impedire agli uomini di fare questo o quello?
E non è Dio e Dio soltanto che può gestire ed amministrare il servizio dei suoi discepoli?

Lo Spirito Santo mi attesta in ogni città che legami ed afflizioni mi aspettano…” (At 20:23).
La TNM è solo in parte conforme, perché traduce: “…ripetutamente mi rende testimonianza…”. A parte il fatto che in questo versetto la lingua greca non riporta alcun avverbio, anche i tdg confermano in questo caso che lo Spirito Santo può rendere testimonianza di qualcosa a qualcuno: ma nessun giudice chiamerebbe una “forza attiva” a testimoniare in un tribunale!
Oltre a ciò, il nostro brano aggiunge che lo Spirito di Dio è capace di profetizzare e di attestare con certezza eventi futuri: attività che solo YHWH ed i suoi profeti compiono nell’Antico Testamento!

“…il gregge in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi per pascere la chiesa di Dio, la quale egli si è acquistata col suo sangue…” (At 20:28).
La TNM rende diversamente quando traduce “sorveglianti” e poi “col sangue del suo proprio (figlio)”. Se la prima variante è accettabile, perché fra i significati di epìskopos vi è anche quello di “sorvegliante”, la seconda variante ha delle rarissime attestazioni e comunque non cambia il senso dell’inciso.
In realtà, in questo versetto vediamo ancora che lo Spirito Santo è una persona (ha poteri decisionali autonomi) ed è Dio (utilizza questi poteri per attribuire posti di responsabilità nella Chiesa). In secondo luogo, nel nostro passo scorgiamo le Trinità in azione congiunta: Dio Padre è il padrone della Chiesa, Dio Figlio ha versato il suo sangue per comprarla, Dio Spirito costituisce i vescovi (anziani) per pascere il gregge.

“…essi, mossi dallo Spirito, dicevano a Paolo di non mettere piede a Gerusalemme” (At 21:4).
La TNM traduce “per mezzo dello spirito”, ma ciò non intacca la verità fondamentale per cui soltanto una persona, e non una forza attiva, può suscitare dei pensieri e delle parole agli uomini, e soltanto Dio può muovere dei suoi figli in una certa direzione oppure impedire loro di andare in qualche luogo.

• “Ben parlò lo Spirito Santo ai vostri padri per mezzo del profeta Isaia…” (At 28:25 e segue la citazione di Is 6:8-9).
La TNM è conforme, ma traduce ancora una volta in minuscolo il nome dello Spirito di Dio. È interessante sottolineare che il brano dell’Antico Testamento citato in questo passo riporta delle parole dette da YHWH stesso (Is 6:8) e ciò conferma ulteriormente che lo Spirito Santo è Dio.

[Modificato da alex.kirk 13/03/2006 14.12]

alex.kirk
00lunedì 13 marzo 2006 14:18
LO SPIRITO SANTO (4)
Lo Spirito Santo in altri brani del Nuovo Testamento

Analizziamo, infine, altri tredici brani del resto del Nuovo Testamento che trattano dello Spirito Santo come realtà personale e come entità divina:

“…ma la bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà perdonata…e a chiunque parli contro lo Spirito Santo non sarà perdonato né in questo mondo né in quello a venire” (Mt 12:31-32).
La TNM è sostanzialmente conforme, ma con le solite iniziali minuscole per lo Spirito di Dio.
Che quest’ultimo sia un essere personale è qui confermato dal fatto che non si può bestemmiare una “forza attiva” né parlare contro di essa.
Che lo Spirito Santo sia anche Dio è poi ulteriormente dimostrato dalla gravità delle conseguenze per chi avrà oltraggiato la sua santa persona. Qualsiasi altra bestemmia potrà essere perdonata, ma non quella diretta contro la terza persona della Trinità; qualsiasi parola contro Gesù stesso potrà essere perdonata (dopo richiesta di perdono), ma non quelle indirizzate contro lo Spirito Santo!
• “…lo Spirito stesso attesta con il nostro spirito che siamo figli di Dio…” (Ro 8:16).
La TNM traduce diversamente solo con “rende testimonianza”, che però non riesce ad indebolire la sostanza del verbo greco siummartùrei, che non è una semplice testimonianza ma una vera e propria garanzia o attestazione di una verità assoluta.
È un verbo molto forte, che contiene in sé in senso di un’azione specifica, di chi afferma o dichiara espressamente e fermamente una verità, assumendosene tutte le responsabilità. Solo una persona può fare questo, solo Dio può attestare la verità meravigliosa che per sua grazia siamo divenuti suoi figli!

“…lo Spirito intercede egli stesso per noi con sospiri ineffabili” (Ro 8:26).
La TNM è sostanzialmente conforme, solo con lo Spirito Santo minuscolo. L’opera della preghiera d’intercessione è propria di un essere personale dotato di conoscenza, energia, costanza, intelligenza, amore.
Lo stesso Gesù compie quest’opera per i credenti (Ro 8:34; 1Gv 2:1) e non si può certo dire che egli sia una mera “forza attiva”.

• “Colui che investiga i cuori conosce quale sia il sentimento dello Spirito…” (Ro 8:27).
La TNM traduce “intenzioni” ma per il resto è conforme, tranne l’iniziale minuscola per Spirito. La parola greca in questione, resa con “sentimento”, è frònema e comunque la si voglia tradurre non si può prescindere dalla constatazione che solo una persona può avere dei sentimenti o delle intenzioni, cioè una sensibilità ed una volontà.

• “…io vi esorto… per la carità dello Spirito…” (Ro 15:30).
La TNM traduce “amore”, come fanno altre versioni della Bibbia, ed è senz’altro una traduzione ammissibile. Ma il punto è un altro. Alla luce di questo versetto è dato chiedersi: può una semplice “forza attiva” essere capace di amare, cioè di discernere il soggetto destinatario di un tale sentimento e donarsi ad esso con tutto il cuore? Solo un essere personale può avere carità, e solo Dio è amore: così lo Spirito Santo ama perché è la terza persona della Trinità!

• “…ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito, perché lo Spirito investiga ogni cosa, anche le cose profonde di Dio…” (1Co 2:10).
La TNM rende “per mezzo del suo spirito”. L’aggiunta di quest’aggettivo è possibile solo accettando alcune varianti del testo greco, e in ogni caso non farebbe altro che rafforzare la natura divina dello Spirito Santo. Quest’ultimo dimostra anche qui di essere una vera e propria persona, visto che Dio Padre si serve di lui per rivelare le sue verità profonde, e che lo Spirito Santo stesso è capace di investigarle con grande discernimento e potenza spirituale!

• “…noi ne parliamo… con parole… insegnate… dallo Spirito…” (1Co 2:13).
La TNM è conforme, se non fosse anche qui per le iniziali minuscole date allo Spirito Santo, che però non riescono ad offuscare la realtà per cui soltanto una persona può insegnare e solo Dio può farlo in relazione ai doni che Egli stesso elargisce (v. 12), peraltro con parole adatte alla nostra comprensione.

• “…ma tutte queste cose le opera quell’uno e medesimo Spirito, distribuendo i suoi doni a ciascuno, come egli vuole…” (1Co 12:11).
La TNM è conforme, ma ancora riporta le iniziali minuscole per il nome di Dio nella sua terza persona.
In questo versetto lo Spirito Santo dimostra di essere in grado di operare, di scegliere, di volere, di distribuire, ovvero di compiere atti di volontà e d’azione che presuppongono l’esistenza di una persona.
La quale, peraltro, ha anche natura divina, visto che i doni sono “suoi” e le operazioni descritte sono servizi spirituali che appartengono a Dio stesso: al v. 18, infatti, è lui che colloca i membri nel corpo come vuole.

• “…e non contristate lo Spirito Santo di Dio, con il Quale siete stati suggellati per il giorno della redenzione…” (Ef 4:30).
La TNM è sostanzialmente conforme, ma di certo una “forza” impersonale non potrà mai essere contristata, cioè afflitta e rattristata per il comportamento di qualche uomo!

• “Perciò, come dice lo Spirito Santo:…” (Eb 3:7-11 e segue la citazione di Es 17:2-7 e di Sl 95:8-11).
La TNM traduce diversamente solo con le iniziali minuscole dello Spirito di Dio. I versetti di Esodo, che qui vengono citati, ci riportano all’episodio di Massa e Meriba, dove fu tentato YHWH in persona. Inoltre, viene attribuito allo Spirito Santo il testo del Salmo dove YHWH stesso dice: “Mi tentarono… mettendomi alla prova… videro le mie opere… mi disgustai… dissi… le mie vie… nell’ira mia… nel mio riposo…”. È dunque evidente che lo Spirito Santo sia il Dio dell’Antico Testamento, e nessun tdg potrebbe mai affermare che YHWH è una semplice “forza attiva”! Solo un Dio personale poteva fare e ha fatto queste operazioni e queste affermazioni.

• “È lo Spirito Santo che ce ne rende testimonianza. Infatti, dopo aver detto: segue Gr 31:33-34… Egli aggiunge: segue Gr 31:34b” (Eb 10:15-17).
La TNM è sostanzialmente conforme, ma anche qui è chiaro che solo una persona intelligente e dotata può parlare o rendere testimonianza. Ed è altrettanto chiaro che attribuire allo Spirito Santo le dichiarazioni di Gr 31:33-34 significa equipararlo a Dio, perché è YHWH stesso a parlare in questi versetti20!

• “…avrà calpestato il Figlio di Dio… e avrà oltraggiato lo Spirito della grazia?” (Eb 10:29).
La TNM è conforme, se non fosse per le consuete iniziali maiuscole alla parola “Spirito”. Una mera “forza attiva” non potrà mai essere destinataria di oltraggi, e come si può calpestare solo una persona come Gesù, così si può oltraggiare solo un essere dotato di personalità!

(3. continua)

Giuseppe Martelli
(Assemblea di Roma Borgata Finocchio)



Note:
1. Nell’elenco che qui inizia non abbiamo citato espressamente Atti 2:4, dove sta scritto che i discepoli a Pentecoste “furono riempiti dallo Spirito Santo”, il che conferma il carattere soggettivo della terza persona della Tri-Unità. Allo stesso modo, in Atti 5:3 che stiamo esaminando, Satana ha “riempito” il cuore di Anania, e i tdg riconoscono che il Diavolo sia uno spirito ed anche un essere personale ma non certo una semplice “forza attiva”.
2. Usare le lettere maiuscole è un’operazione grammaticalmente possibile ma non necessaria: nella lingua originale tutti i caratteri sono minuscoli ed è lasciata al traduttore la scelta di renderli eventualmente con la maiuscola. Evidentemente, per la TNM, lo Spirito Santo non è Dio – malgrado le prove contrarie – e pertanto non c’è bisogno di indicarlo con le lettere maiuscole. Da parte nostra, come cristiani, ci sembra un semplice tentativo – piuttosto ridicolo e maldestro – di sminuire la deità della terza persona della Trinità.

[Modificato da alex.kirk 13/03/2006 14.19]

alex.kirk
00lunedì 17 aprile 2006 09:56
Quarta parte: L’anima, l’inferno, Satana (1)
www.ilcristiano.it/2006/apr06/tdg4.htm

LA PAROLA DI DIO E I “TESTIMONI DI GEOVA” Quarta parte: L’anima, l’inferno, Satana


Ancora un confronto fra le dottrine insegnate dai “testimoni di geova” e la Parola di Dio: questa volta vengono prese in esame le loro convinzioni relative all’anima, al destino degli increduli e di Satana. Anche in questo caso la Bibbia ci rivela una realtà ben diversa....


L’anima, l’inferno e Satana: si tratta di argomenti diversi fra loro, ma che intendiamo affrontare nello stesso capitolo per le loro interconnessioni teologiche. In ogni caso, esamineremo ciascuno di questi temi separatamente, anche perché siamo di fronte a questioni che spesso diventano oggetto di dibattito coi tdg.


L’anima è eterna?

Per quanto riguarda la posizione dei tdg, ricordiamo che essi sostengono che l’anima sia un principio di vita, mortale e finito. Non sarebbe, pertanto, una vera e propria entità spirituale autonoma, né tanto meno essa avrebbe un carattere eterno: secondo i tdg, con la morte del corpo cessa d’esistere anche l’anima, che pertanto non vivrà nell’eternità.
In relazione a queste dottrine, che cosa afferma la Parola di Dio? Che cosa possiamo rispondere a un tdg sulla base delle Sacre Scritture?

1. In primo luogo, la Bibbia afferma che l’anima è un’entità autonoma e che nella vita terrena essa è in possesso degli attributi propri della vita. Anche nell’esistenza di quaggiù, essa è chiaramente distinta dal corpo, anche se strettamente correlata ad esso. Due testi scritturali, fra gli altri, potranno dare luce a quest’aspetto:
• “… Venite a me e l’anima vostra vivrà…” (Is 55:3).
La TNM (Traduzione del Nuovo Mondo dei tdg) traduce qui “…continuerà a vivere…”, ma anche questa lettura non toglie nulla alla considerazione fondamentale secondo cui l’anima è un’entità vivente e autonoma, ben distinta dal corpo.
• “…l’intero essere vostro, corpo, anima e spirito…” (1Te 5:23).
La TNM traduce “…corpo [composto]…” e le parentesi quadre testimoniano tutto l’imbarazzo della Torre di Guardia, che aggiunge arbitrariamente un aggettivo inesistente nel greco, solo per cercare di affermare le proprie tesi. La distinzione del corpo dall’anima non può essere contestata dimostrando poca lealtà verso il testo ispirato da Dio, tanto più che anche in altri passi della Bibbia viene confermata la distinzione dell’anima dal corpo (Mt 10:28; Eb 4:12).

2. Per quanto concerne l’insegnamento biblico in rapporto alla vita dell’anima dopo la morte del corpo, Dio afferma chiaramente che essa abbandona il corpo fisico ma non subisce la morte né la decomposizione. Ciò è evidente in almeno sette brani dell’Antico Testamento e del Nuovo Testamento:
• “… e come ella (Rachele) stava per rendere l’anima, perché morì…” (Ge 35:18).
La TNM traduce qui “…mentre la sua anima stava per uscire…”. Ciò sembra difficile da sostenere alla luce del testo ebraico, ma paradossalmente si pone in conflitto con la loro dottrina in materia, perché dimostrerebbe che al momento della morte l’anima si separa dal corpo. Il brano in questione insegna che l’anima viene restituita a Dio che l’ha creata e che, inoltre, alla morte fisica essa esce dal corpo per essere restituita al suo Creatore.
• “… vedo un essere sovrumano che esce di sotto terra… Perché mi hai disturbato, facendomi salire?…” (1Sa 28:13-19).
La TNM è sostanzialmente conforme. Si tratta dell’episodio del peccato di Saul che consulta una negromante per parlare col defunto profeta Samuele: effettivamente, l’anima di quest’ultimo viene richiamata dal suo luogo di riposo ed il profeta viene riconosciuto. Samuele era vivente e parlò con autorità, usando rimproveri e profetizzando la fine di Saul: si tratta, allora, di un’altra dimostrazione che l’anima non muore dopo la morte fisica, ma continua un’esistenza cosciente e attiva.
• “… l’anima, del fanciullo tornò in lui…” (1Re 17:21-22).
La TNM è sostanzialmente conforme. Il figlio della vedova di Sarepta era morto, ma Dio compì un miracolo per mezzo del profeta Elia ed il fanciullo resuscitò: sta scritto che in lui tornò la vita e con essa pure l’anima che ne era uscita alla morte fisica. Di conseguenza, possiamo dire che l’anima sia per la Bibbia un’entità spirituale ben separata dal corpo fisico, con una propria esistenza autonoma rispetto ai cinque sensi materiali.
• Mt 17:3,4,8 “… ecco, apparvero loro Mosè ed Elia che stavano parlando con lui… ed essi, alzati gli occhi, non videro nessuno se non Gesù tutto solo…” (Mt 17:3, 4, 8).
La TNM è sostanzialmente conforme. Mosè ed Elia apparvero sul monte della trasfigurazione e parlarono con Gesù, essendo peraltro ben visibili ai discepoli presenti. Evidentemente, le loro anime erano viventi anche dopo la morte del corpo ed avevano una loro piena autonomia rispetto alla parte fisica del loro essere. Alla fine, scendendo dal monte, Gesù dirà ai suoi discepoli di non parlare a nessuno di quella “visione”, fino alla sua resurrezione dai morti. Si trattò, allora, di un vero e proprio “spettacolo visibile”, come intende la parola greca òrama che noi traduciamo “visione” (anche la TNM traduce “visione”, anche se poi, nei commenti al brano, la interpreta erroneamente come se fosse una specie di sogno).
• “… che i morti risuscitino anche Mosè lo dichiarò… Or Egli non è un Dio di morti ma di viventi…” (Lu 20:37-38).
La TNM è sostanzialmente conforme: per il Signore tutti sono viventi, anche i morti come Abramo, Isacco e Giacobbe, che sono considerati “anime viventi”.
• “… se questa tenda, che è la nostra dimora terrena, viene disfatta, noi abbiamo da Dio un edificio… eterno, nei cieli…” (2Co 5:1-9).
La TNM è sostanzialmente conforme, eppure qui è scritto con chiarezza che il corpo è una semplice “tenda” da abitare provvisoriamente in questa vita, per poi dimorare stabilmente col Signore dopo essere “partiti” dal corpo ed aver ricevuto da Dio un “edificio eterno e celeste”, che è l’anima. Essa sarà “sopravvestita” del corpo spirituale della resurrezione e certamente non cesserà d’esistere alla morte fisica della nostra “tenda” terrena.
• “… vidi sotto l’altare le anime di quelli che erano stati uccisi per la Parola di Dio… e gridarono a gran voce… e fu loro detto che si riposassero ancora un po’ di tempo…” (Ap 6:9-11).
La TNM è sostanzialmente conforme, anche se qui è evidente che le anime dei martiri cristiani non si siano decomposte insieme ai corpi martirizzati: queste anime sono vive e gridano a gran voce come solo degli esseri viventi e coscienti possono fare! Inoltre, Dio dice loro di continuare a “riposare”, ma nessun morto può parlare ed essere invitato semplicemente a riposare “ancora per un po’ di tempo”.

3. In terzo luogo, domandiamoci quale sia secondo la Bibbia il destino dell’anima dopo la sua separazione dal corpo. Su quest’argomento, la Parola di Dio delinea chiaramente due diversi destini che attendono gli uomini, a seconda che essi siano nati di nuovo oppure siano morti nei loro peccati:
• Per coloro che non si convertono a Gesù Cristo, la loro esistenza futura sarà caratterizzata da sofferenze atroci, che vengono evidenziate dalle espressioni usate nella Bibbia: “stagno di fuoco” (Ap 20:15), “tenebre dov’è il pianto e lo stridor di denti” (Mt 8:12), “fornace di fuoco e di zolfo” dove saranno tormentati “senza riposo né giorno né notte” (Mt 13:42,50; Ap 14:9-11), “caligine delle tenebre” (2P 2:17; Gd 13). Il vero inferno non è qui sulla terra, ma sarà nell’eternità per chi non chiede perdono a Gesù!
• Per coloro che si sono convertiti a Gesù Cristo, invece, la Scrittura parla di un’eternità meravigliosa, da passare insieme al loro Signore (Gv 17:24) per vivere con lui, vedendolo faccia a faccia e abitando con lui nella casa che Gesù stesso sta preparando per loro (Gv 14:1-3). I credenti lo serviranno e regneranno con lui per sempre (Ap 22:4-5). In ogni caso, la loro anima continuerà a vivere anche dopo la morte del corpo fisico, proprio come accadrà agli increduli, che invece passeranno l’eternità nell’inferno.


alex.kirk
00lunedì 17 aprile 2006 09:58
Quarta parte: L’anima, l’inferno, Satana (2)
Esiste l’inferno?

La risposta potrebbe essere desunta già dai rilievi che hanno concluso il precedente paragrafo ma preferiamo, anche in questo caso, operare un esame più completo dei dati scritturali per poter analizzare meglio quello che Dio afferma su questo tema.
Per quanto concerne la posizione dei tdg, essi sostengono che non esista alcun luogo di tormento eterno delle anime, comunque tale luogo lo si voglia denominare, perché la vita degli empi finisce con la morte fisica. Ma che cosa dice la Parola di Dio a questo riguardo?

1. In primo luogo, vediamo quali siano i dati biblici in relazione alla morte come realtà ineluttabile del corpo umano.
• Dal punto di vista fisico, sta scritto che la morte è una separazione del corpo dall’anima: il primo va nella tomba e aspetta la resurrezione mentre la seconda va in un luogo intermedio in attesa di essere riunita al corpo spirituale.
• Sotto il profilo esistenziale, dopo la morte del corpo l’anima vive coscientemente e non si estingue come invece sostengono i tdg. La Bibbia non lesina vocaboli comprensibili per noi uomini, al fine di renderci edotti in merito a quest’aspetto della vita futura dell’anima: la Scrittura parla di riposo, di silenzio, di oblio, sia per i credenti che per gli increduli.
• Dal punto di vista spirituale, infine, la morte viene presentata nella Bibbia come una separazione dell’uomo da Dio, analoga alla separazione fisica del corpo dall’anima, che caratterizza la morte sotto il profilo fisico. La morte come separazione spirituale è rappresentata sin dalle prime pagine della Scrittura, quando in Genesi 2:17 l’Eterno avverte l’uomo che sarebbe “morto” se avesse mangiato dell’albero della conoscenza del bene e del male… ed effettivamente, in Genesi 3:22-24 si verifica la triste e drammatica separazione dell’uomo da Dio, in quanto il peccato era entrato nel cuore di Adamo e di Eva ed a quel punto essi non potevano stare più alla presenza di Javè. In tal senso, allora, vanno interpretati molti altri brani della Scrittura che parlano di morte dell’uomo come separazione, temporanea o eterna, dell’anima da Dio: in Ezechiele 18:4 sta scritto che “l’anima che pecca è quella che morrà”, mentre in Romani 8:13 leggiamo che “se vivete secondo la carne voi morrete” e in Efesini 2:1 leggiamo: “(Dio) voi pure ha vivificati, voi che eravate morti nei vostri falli e nei vostri peccati”. Altri passi biblici che parlano più indirettamente di tale separazione sono per esempio: “Sono le vostre iniquità quelle che hanno posto una barriera fra voi e il vostro Dio” (Is 59:1-2); “Abbiamo molto di più caro di partire dal corpo ed abitare col Signore” (2Co 5:8).

2. Una seconda questione è quella concernente il luogo designato per la vita eterna dell’anima non convertita. Esso viene denominato in vario modo nella Parola di Dio (“geenna”, “inferno”, “ades”, “sheol”, ecc.) ma sia nell’Antico Testamento che nel Nuovo Testamento esso viene sempre presentato come un luogo reale, nel quale le anime subiscono un tormento eterno e non una distruzione eterna, come invece sostengono i tdg.
Nell’Antico Testamento, ci sono almeno due brani che parlano di quest’argomento:
• “Chi di noi potrà resistere al fuoco divorante? Chi di noi potrà resistere alle fiamme eterne?” (Is 33:14).
La TNM traduce qui: “…alle conflagrazioni di lunga durata…”, ma si tratta di un tentativo avventuroso, perché l’aggettivo ebraico ‘olam sta a rappresentare anche il nome di Dio quando si parla della sua eternità, e di certo egli non ha solo una “lunga durata”. In ogni caso, è notevole sottolineare come qui siano gli empi a parlare, coscienti di un futuro di tormenti senza fine che li aspettano se non si pentono dei loro peccati.
• “E molti di coloro che dormono nella polvere della terra si risveglieranno: gli uni per la vita eterna, gli altri per l’obbrobrio e un’eterna infamia” (Da 12:2).
La TNM traduce qui: “…di durata indefinita…”, ed anche qui non sono esenti da critiche, seppure traducono un po’ meglio che nel brano precedente: qui troviamo ancora l’aggettivo ebraico ‘olam, che la LXX rende col greco aiònion che significa “senza fine” e che la stessa TNM traduce con “eterno” in Mt 18:8 e 25:41.
Nel Nuovo Testamento, poi, troviamo molteplici riferimenti a quel luogo reale in cui le anime degli increduli saranno tormentate eternamente. Qui di seguito ricordiamo le principali espressioni scritturali che si riferiscono a tale realtà:
• “Il pianto e lo stridor di denti” (Mt 8:12, 13:42,50, 22:13; Lu 13:24-28);
• “Il fuoco eterno” (Mt 18:8 e 25:41, con TNM conforme);
• “Il fuoco inestinguibile” (Mt 3:12; Mr 9:43 con TNM conforme);
• “Il verme che non muore e il fuoco che non si spegne” (Mr 9:48; cfr Is 66:24 con TNM conforme);
• Un luogo “di tormento giorno e notte, nei secoli dei secoli” (Ap 20:10; cfr 14:10-11 con TNM conforme). In particolare, qui viene usato il verbo greco basanìzo che significa “tormento in stato cosciente” e giammai “estinzione, annientamento” (così, per esempio, anche in Mt 8:6 e Mr 5:7, dove la TNM è conforme);
• Lo stesso nome “geenna” (Mr 9:46 e ref.) deriva dall’ebraico ghe-hinnom e significa letteralmente “valle di Hinnom”, ovvero quel luogo vicino Gerusalemme dove anticamente un fuoco perpetuo bruciava le immondizie, ogni giorno ed ogni notte.

3. In terzo luogo, se analizziamo l’uso biblico delle parole distruzione e perdizione con riferimento alle anime degli uomini, scopriremo che tali vocaboli non contengono mai l’accezione di “annichilimento” oppure di “estinzione”, come vorrebbero i tdg, ma piuttosto rendono il concetto di “eterna infelicità, sofferenza e rovina”. Facciamo qualche esempio di brani dell’Antico Testamento e del Nuovo Testamento, soprattutto di quelli che possono creare alcune difficoltà coi tdg per la stessa traduzione della Luzzi, che talvolta appare infelice:
• “…ma gli empi periranno nelle tenebre…” (1Sa 2:9).
La TNM traduce qui: “...saranno ridotti al silenzio…”. Paradossalmente, la versione di Luzzi offre maggiori spunti a favore dei tdg e la loro traduzione del nostro brano rende un’interpretazione plausibile e anche preferibile del verbo ebraico damàn. Quest’ultimo, infatti, non significa tanto “morire, essere ridotto al nulla” quanto piuttosto “tacere, osservare il silenzio”. In questo senso, infatti, tale verbo viene utilizzato, anche dalla TNM, in brani come Salmo 30:12 e 31:17.
• “…Tu mi levi per aria, mi fai portar via dal vento e mi annienti nella tempesta…” (Gb 30:22).
La TNM traduce qui: “...mi dissolvi…”. Stavolta, però, si tratta di un’interpretazione errata, in quanto il verbo ebraico mug ha il senso di “indebolire, fondere, rammollire” e non di “dissolvere completamente”. La stessa TNM traduce questo verbo con “struggere” in passi come Salmo 46:7 ed Amos 9:5, ovvero con “appassire” in Isaia 64:6.
• “…Egli li distruggerà mediante la loro propria malizia…” (Sl 94:23).
La TNM traduce: “...li ridurrà al silenzio…”, e rende meglio di Luzzi il verbo ebraico tsamàt, che viene tradotto “consumare” nel Salmo 119:139 (la TNM rende “sfinire”) e in ogni caso non contiene l’accezione di “distruggere per sempre”.
• “Non temete coloro che uccidono il corpo ma non possono uccidere l’anima; temete piuttosto Colui che può far perire l’anima e il corpo nella Geenna” (Mt 10:28).
La TNM traduce: “...distruggere…”. Qui è Gesù che parla ed usa il verbo greco apòllumi che viene sempre adoperato per indicare perdite recuperabili, come le pecore sperdute della casa d’Israele (Mt 10:6; la TNM traduce “smarrite”); la pecora, la dramma e il figlio prodigo delle relative parabole (Lu 15:6,9,24; la TNM legge “smarrito” e “perduto”); la pecora persa fra le altre cento (Mt 18:12; la TNM traduce anche qui “smarrita”).
• “…Coloro che non conoscono Dio saranno puniti di eterna distruzione, respinti dalla presenza del Signore…” (2Te 1:9).
La TNM è conforme e traduce: “...distruzione…”, ma il termine greco qui adoperato è òletros e ha il senso di “rovina”, come può essere confermato da passi come 1Corinzi 5:5 e 1Tessalonicesi 5:3, dove però la TNM continua a leggere “distruzione”. A rigor di logica, però, va sottolineato che una vera e propria distruzione, intesa come “riduzione al nulla”, non può durare per l’eternità, in quanto essa si verifica in tempi brevi e non ha effetti duraturi: una cosa o una persona fisicamente distrutta in maniera completa, si dissolve presto e presto se ne perde perfino il ricordo.
• Spesso nel Nuovo Testamento troviamo il verbo greco katarghèo, che letteralmente significa “rendere inefficace, abolire” ma talvolta viene reso anche con “annientare, distruggere”, da intendersi però come “rendere impotente” o altri analoghi.
Almeno in sei brani del Nuovo Testamento troviamo questo verbo con tali accezioni: in Romani 6:6 sta scritto “…affinché il corpo del peccato fosse annullato…” (la TNM, anche meglio, rende “fosse reso inattivo”); in 1Corinzi 2:6 troviamo “…i dominatori di questo mondo stanno per essere annientati…” (la TNM legge “ridotti al nulla”); in 1Corinzi 15:24 “…dopo che avrà ridotto al nulla ogni principato, ogni potestà ed ogni potenza…” (TNM conforme); in 1Corinzi 15:26 “…l’ultimo nemico che sarà distrutto sarà la morte…” (la TNM, anche meglio, rende “ridotta al nulla”); in 2Tessalonicesi 2:8 “…allora sarà manifestato l’Empio, che il Signore Gesù distruggerà col soffio della Sua bocca e annienterà con l’apparizione della Sua venuta…” (la TNM, anche meglio, rende “ridurrà al nulla”: paradossalmente la TNM traduce meglio in questo e in altri brani il verbo katarghèo. Nel nostro caso, bisogna considerare che la Bibbia afferma chiaramente che l’Anticristo verrà tormentato in eterno, Ap 20:10, e quindi non potrà essere mai distrutto o annientato completamente.); in Ebrei 2:14 “…affinché distruggesse il diavolo…” (la TNM, anche meglio, rende “riducesse al nulla” quel Satana che non è ancora distrutto ed è ben attivo al giorno d’oggi!).
In altri brani del Nuovo Testamento lo stesso verbo katarghèo viene tradotto con “rendere improduttivo” (es. Lu 13:7) oppure “abolire” (es. 1Co 13:7) o ancora “abbattere” (es. Ef 2:14), a dimostrazione del fatto che tale verbo contenga essenzialmente l’accezione di “ridurre all’impotenza, rendere inoperante o inattivo” e non certo quella di “distruggere in modo definitivo e permanente”.


Satana sarà annientato?

In merito alla figura del Nemico di Dio, la posizione dei tdg è meno distante dalla Bibbia rispetto ad altre loro dottrine. L’unico vero problema è dato dalla loro teoria per la quale Satana, come peraltro tutti gli altri empi, non verrà sottoposto a tormenti eterni ma sarà distrutto per sempre.
Oltre a ciò che abbiamo detto finora in merito al destino delle anime, qui ci soffermeremo su un brano citato molto dai tdg a sostegno di questa loro posizione, ovvero quello di Ezechiele 28:12-19.
In questo passo viene esposto il “lamento sul re di Tiro”, che anche molti commentatori evangelici riferiscono alla caduta di Lucifero e dei suoi seguaci. Secondo quest’interpretazione, peraltro non condivisa da diversi studiosi della Bibbia, nel nostro brano si parla di un angelo di Dio che era superiore a tutti gli altri perché “metteva il suggello alla perfezione” ed era “pieno di saggezza e di una bellezza perfetta” (v. 12). Egli abitava nel giardino di Eden ed era “coperto di ogni sorta di pietre preziose” (v. 13); era stato stabilito da Dio stesso come cherubino e protettore (v. 14) ed era perfetto nelle sue vie perché in lui non v’era perversità (v. 15). Ad un certo punto, però, venne il giorno della sua ribellione a Dio ed egli peccò contro il Santo: allora egli fu scacciato dal monte del Signore, che lo fece sparire dalla sua presenza (v. 16) a motivo del suo cuore altero (v. 17).
In questo racconto, sono due le espressione che i tdg usano per giustificare la loro teoria della distruzione eterna di Satana, ma in entrambi i casi basta un esame dei termini nella lingua originale per comprendere la fragilità della teoria della Torre di Guardia:
•v. 18, quando Javè esclama: “…Io ti riduco in cenere sulla terra…”.
La TNM traduce qui: “...ti renderò cenere…”, ma il verbo ebraico ‘abàl ha il senso di “gettare via, perdere, abbandonare, considerare perduto”, che è molto diverso dall’accezione, voluta dai tdg, di “distruggere per sempre”. Per inciso, un altro passo biblico in cui compare tale verbo è Ecclesiaste 3:6 e non per nulla la Luzzi rende “perdere” e la stessa TNM traduce “dare come perso”.
• v. 19, quando Javè aggiunge: “…e non esisterai mai più”.
La TNM traduce qui: “...non sarai più a tempo indefinito”. In realtà, però, il verbo ebraico ‘ayìm significa “venir meno, andare via” ma non certo “cessare di esistere” come vorrebbero i tdg. D’altronde, la stessa TNM legge questo medesimo verbo con “essersene andato” in 1Re 20:40 (la Luzzi traduce “sparire”) ed “essere senza potenza” in Isaia 44:12 (dove la Luzzi rende “venir meno delle forze”).



(4. continua)

Giuseppe Martelli
(Assemblea di Roma Borgata Finocchio)


Achille Lorenzi
00martedì 18 aprile 2006 07:31
Essendo questa la pagina dei links, non è necessario riposrarvi il contenuto di interi siti.
Hai segnalato il link del sito e se qualcuno vuole leggerne i contenuti lo può fare da solo, senza che tu ne faccia un copia/incolla, cosa fra l'altro che il regolamento sconsiglia.

Saluti
Achille/moderatore
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