[in pausa] Apparizione al tor

Ambrosya0
00giovedì 5 giugno 2014 18:20
=Titolo assai provvisorio=


[ATTENDERE RESPONSO]

Massiccia roccia che sembra voler sostenere la cupola del cielo, secondo una disposizione mistica che ad alcuni ricorda il mondo e le stelle. Un luogo che per molti è qualcosa di talmente sacro da essere inviolabile,mentre per tutti gli altri è solo un mistero da scoprire. Attorno a quel circolo di pietre ci sono tre persone. Stamattina il tempo è sereno ma un vento forte ha iniziato a >>

EREBO soffiare, a raffiche feroci. In contrasto con la limpidezza dell'aria ha spazzato via ogni nuvola chiara. Ha lasciato solo il turchese del cielo come un'iride. Con una pupilla al centro,ma anzichè nera, di una tonalità dorata forte, quasi squarciante. Ecco, nel cielo c'è quella sorta di vortice che però non è affatto un sole. Somigliante, vagamente, per chi l'avesse visto, a quello nero che>>

già qualcuna aveva veduto nel tempio, prossima alle statue. Molto tempo fa, apparso e scomparso senza un perchè. O forse, senza nessuno che abbia avuto il coraggio,l'imprudenza o la veemenza per scoprirlo. I tre personaggi che camminano intorno alle pietre sono già di per sè particolari tanto da rendere quella giornata stravagante. Un bambino con un libro in mano, un uomo che dipinge e >>

una donna che muove le labbra come se cantasse ma senza produrre suoni. Hanno tutti e tre i capelli castani. [QUEST START, VAI SIHNE]

SIHNE { Sentiero -> Cima Tor } I comodi spazi del Tempio sono sempre calzati stretti alla bastarda: non c'è giorno in cui si fermi a dragare con lo sguardo il cielo e le nuvole che lo caricano, mute come grandi bestie bianche. Da poco la voce del vento ha alzato il tiro: saetta verso tonalità che accusano parvenze di tempesta scuotendo i lunghi capelli della Diaconessa e sembra voler gonfiare >

SIHNE l'orlo dell'abito color notte ben oltre le caviglie ossute. Le decine di perline in vetro infilate tra una ciocca e l'altra sbatacchiano, eccitate, ricordando la risposta sottovoce dell'arenile all'arrivo dell'onda, mentre gli Spiriti affondano con ferocia gli artigli dove i ciuffi si arricciano in qualche nodo figlio dell'incuria. Man mano che i passo della Veggente spazzano la distanza che >

SIHNE li separa dal serto di pietre che fascia il capo dell'Isola, lo sguardo azzurro abbandona le sagome cotonose delle ultime nubi rimaste per incagliarsi dove uno strappo dorato squarcia la volta laddove dovrebbe riposare l'astro del mattino. Fissarlo fa persino male. Presto le iridi accusano il colpo, iniziano a lacrimare, vittime della remota sensibilità che il sangue silvano ha iniettato nel >

SIHNE suo corpo ben prima della nascita [ // Ipersensibilità ]. C'è sorpresa, innegabile, riflessa in quegli occhi bastardi, ben oltre l'approccio con l'alone che screzia il blu del cielo, giocoforza. Non ha avuto modo di verificare di persona in buco nero apertosi vicino alle Nicchie lune orsono, eppure un grande vuoto le riempie l'addome: una sensazione terribilmente simile al respiro che precede >

SIHNE l'apnea delle Visioni, il salto verso il buio profondo. In una manciata di secondi raggiunge la piana che ospita il Cerchio Sacro flagellato dalla corrente. Oltre la cortina di capelli che si agitano impazziti davanti al proprio campo visivo riesce ad intravedere tre sagome, senza tuttavia distinguere i particolari che le rendono diverse l'una dall'altra. Coglie un unico dettaglio, >

SIHNE per il momento bastevole per una blanda categorizzazione: capelli castani. Proprio come i suoi. Sì, la valutazione rifrange un egocentrismo latente, retaggio di una stirpe spezzata, dura a morire, che si fa largo anche nei frangenti più insperati. Lentamente sfida le folate che dettano legge sulla cupola di Avalon ed avanza di un paio di falcate, a sufficienza per sondare una seconda volta >

SIHNE i tre, ma non abbastanza da allontanarsi da un'area che possa garantire un minimo di copertura.

[ATTENDERE RESPONSO]

E' sempre nel mezzo Sihné figlia di due contrasti che si sono inspiegabilmente incrociati lungo i crocevia del destino. Come il nome stesso di quella stirpe, che più che divisa o binomio è spezzata dentro dalle carenze anzichè fortificata dalle vittorie del sangue sull'una e l'altra debolezza di razza. Gli spiriti vorticano attorno a lei improvvisamente. Si muovono più rapidi e a spirale >>

attorno alla donna e all'uomo, più lenti attorno al bambino. Scorrono come diverse correnti senza che nessuno dei presenti li veda, salvo lei. Nel cielo chiarissimo si ode un rombo. Una sorta di remotissima esplosione. Un contatto. Un drago. Una magia. Un evento. Qualsiasi cosa sia è già passata senza lasciare alcuna traccia. Forse. Invece la donna che canta in silenzio smette. L'uomo che >>

dipinge cessa. Il bambino ricomincia a leggere. Sono tutti e tre ciechi. I loro occhi pallidi senza pupilla fissano il nulla. Al centro delle pietre del Tor un odore simile al fuoco di sterpi si leva. Neanche gli spiriti a quello osano avvicinarsi. Sihné intravede qualcosa simile a un guscio. Tondeggiante, a cupola, posato sul centro della terra. E' trasparente ma lo vede. Dentro è vuoto. >>

EREBO oppure anche lei è impazzita. [GDR PLAY!]

oppure anche lei è impazzita. [GDR PLAY!]

SIHNE { Cima Tor } D'un tratto i fantasmi abbandonano il porto sicuro che è la chioma dell'Impura e si concedono alla corrente, frenetici, senza una ragione: il contatto viene a mancare senza preavviso, lasciando dietro di sé una debole vertigine, un dolore soffocato che esplode all'altezza dello stomaco e pulsa a lungo. Istintivamente porta la mano sinistra sull'addome, vittima dell'illusione che >

SIHNE gli ectoplasmi le hanno trapuntato nelle carni prima di andarsene. L'impulso di seguirli risorge da ceneri ancora calde, ma quando li vede planare verso le tre figure ai margini del Cerchio rallenta il passo a favore di una marcia calibrata, a tratti instabili. Ululati e grida e strepiti satura l'aria per il momento di un battito di ciglia, poi la terra tace. È il cielo a farsi largo, di >

SIHNE nuovo, per primo. Tuona qualche nota dalle sue più ancestrali regioni, il che obbliga la Diaconessa ad alzare ancora lo sguardo. Nulla, se non l'odore pungente di erbe vittime delle fiamme. Non possono essere stati gli Spiriti: le loro scie lattescenti sono così lontane da sembrare residui di nebbia, i loro occhi nebulosi restano distratti da sagome mai viste, malgrado ciò >

SIHNE poco niente denota la presenza di un fuoco oltre il perimetro delle pietre. A bassa voce e con tono secco rigira il nome di Rhiannon tra le labbra, frustrata, tant'è che il sibilo che l'Ancella della Notte sputa nel silenzio è più simile ad una bestemmia che ad una preghiera. Ingoia ossigeno a grandi ma lontane boccate: sente la gola secca come se avesse ingurgitato fumo e non certo l'aria >

SIHNE pulita che di solito spira lassù. Ora è così vicina i tre da poter distinguere ben oltre la misera cornice dei loro corpi. I loro occhi sono vuoti come quelli dei fantasmi, ed uno è un uomo, l'altra una donna e l'ultimo un bambino con lo sguardo perso tra due pagine rigate d'inchiostro. Mai prima d'ora li ha visti. Lo osserva senza fiatare, li studia a lungo con l'insistenza che si trascina >

SIHNE al seguito da quando ha imparato a farsi valere. E più indaga più il mondo si scioglie, più perde i confini a cui la Mezzosangue è abituata. Facile far inciampare la sua lucidità intermittente. La cupola incolore rivesta a terra è la goccia che fa traboccare il vaso. Il volto è il primo a dar voce al disagio nascente: inarca le sopracciglia, lo sguardo scivola ossessivo da un viso all'altro, >

SIHNE al cielo, alla calotta, agli ectoplasmi che vorticano a briglia sciolta. Uno dopo l'altro, i punti di riferimento di tutti i giorni, collassano e si schiantano nelle desolate praterie della psiche con un frastuono assordante. Cosa sta succedendo? Cosa le sta succedendo? La ricerca di una stella polare si carica di toni sempre più carichi, cupi, fin quando la Diaconessa solleva i palmi verso >

SIHNE le tempie, lì lì per oscurare la vista.

[ATTENDERE RESPONSO]

Adesso che si avvicina la Diaconessa arriva a stare a 5 metri dalla cupola che si trova fra i massi, verso il suo lato. Mentre gli altri tre strani individui sono disposti ognuno di fronte a un masso davanti a lei. A destra la donna e il pittore quasi affiancati, a sinistra il bimbo, equidistanti da lei a 3 metri. Stanno fermi immobili. Sembra quasi una scena teatrale della quale lei sia>>

ignara mentre i vortici di spiriti erranti attorno sembrano solo più agitati del solito. Non le ispirano nè calma nè pericolo. Solo l'attesa frenetica come quando si guarda in lontananza un carro. O forse tutto deve accadere. No, magari è già accaduto. Nella cupola trasparente un guizzo dorato si muove. Il varco nel cielo si riassorbe ma ne resta un puntino sottile, come la cicatrice di una>>

EREBO tracheotomia. Cinque metri da qualcosa che non si vede. Che deforma la realtà stessa senza mostrarsi. Una volta vuota, come gli occhi dei tre ora silenziosi come cadaveri. Assorti. [GDR PLAY, VAI SIHNé!]

Tracheotomia. Cinque metri da qualcosa che non si vede. Che deforma la realtà stessa senza mostrarsi. Una volta vuota, come gli occhi dei tre ora silenziosi come cadaveri. Assorti. [GDR PLAY, VAI SIHNé!]

SIHNE { Cima Tor } La Sua Notte distrugge fuori dal corpo e dentro le ossa, polverizza i sentimenti e concede al terrore un posto d'onore nell'empireo dei compagni di viaggio; così che si corra con massi alle caviglie fin quando non si trovi la volontà per svincolarsi. Quel passo, per Sihné, è ancora lontano. Nel silenzio nero degli incubi, tutto può uccidere. Persino uno sguardo lattiginoso simile >

SIHNE a quello degli uomini tra le Pietre. Pazzesco non reggere lo sguardo vitreo di tre stranieri quando si sono sopportate le mire taglienti dei mostri generati dalle ombre e gli sputi degli aguzzini in piazze lontano miglia da questo ritaglio di terra a nord del mondo. Deglutisce nell'attimo in cui un sorriso bieco le curva le labbra in un disegno malsano, stanco. Respira, ma ad ogni fiato la >

SIHNE coscienza di inalare fumo color pece si fa pesante. { Chi siete? } Ringhia solo due parole - il minimo indispensabile - verso gli sconosciuti, senza sbilanciarsi verso la premura con cui ancora troppi bollano le Figlie dell'Isola sacra. Il silenzio si compatta rapido, lascia possibilità di manovra solo agli Spiriti che, dissennati, sfrecciano da un capo all'altro della cima schivando per poco >

SIHNE gli stanti. Sembra diventato un immenso pavimento liscio di ghiaccio, il Tor, tra ectoplasmi che slittano carichi adrenalina ed il freddo nelle parole che la Veggente ha scaraventato con poca cura contro i propri interlocutori. Chissà, prima o poi il cielo potrebbe piangere neve. Forse è questo che Avalon sta aspettando, chiusa in un mutismo d'attesa senza pari. Si stringe nelle spalle, >

SIHNE sulla difensiva, Sihné, ed abbassa lo sguardo verso la calotta stinta, in tempo per cogliere il tremolio dorato che pulsa sotto la superficie.

[GDR PAUSA]
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