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Ieri i due ordigni che hanno provocato la morte di 95 persone e il ferimento di 563
Prime indagini. E i commentatori mettono sotto accusa il premier Al Maliki
Nuovo attentato in un mercato a Bagdad
Esplode una bicicletta, 2 morti e 8 feriti
BAGDAD - Dopo gli attentati che ieri sono costati la vita a 95 persone, stamane a Bagdad è esplosa una bicicletta-bomba. Due i morti, e otto i feriti. L'ordigno, che era stato nascosto nella bicicletta, è stato fatto esplodere in un mercato, nell'affollata piazza Hafed al Qadi, su via Al Rashid. L'esplosione, secondo l'agenzia irachena Nina, ha provocato, oltre alle vittime, anche ingenti danni materiali nei palazzi vicini.
Intanto, dieci poliziotti e militari iracheni sono stati arrestati con l'obiettivo di sottoporli a interrogatorio in relazione agli attentati di ieri. "Addetti alla sicurezza delle aree di Bab al-Moazzam e al-Salihiya sono stati arrestati e saranno interrogati in relazione agli attacchi che si sono verificati nei loro distretti", si legge in un comunicato del Comando militare operativo di Bagdad, pubblicato dal quotidiano Al-Sabah.
I due sanguinosi attentati di ieri costituiscono un duro colpo all'immagine del premier sciita Nouri Al Maliki, che chiede il ritiro delle truppe straniere dal Paese. "La sicurezza è la sola carta che il capo del governo ha potuto utilizzare per vincere le elezioni provinciali del 2009, e aveva intenzione di giocarla di nuovo alle prossime politiche: i terroristi hanno voluto chiaramente indicare che la democrazia in Iraq ha fallito e questo potrebbe provocare una reazione negativa alle urne nei confronti di Al Maliki", afferma Hamid Fadi, professore di scienze politiche all'università di Bagdad.
Ieri il premier aveva annunciato di voler rivedere le misure di sicurezza adottate dopo il ritiro statunitense dalle principali città, come previsto dagli accordi con Washington: tra queste, spiccava l'eliminazione dei muri in cemento armato che proteggevano i principali edifici di Bagdad fuori dalla zona verde.
Al Maliki ha definito gli attentati un "disperato tentativo di far fallire il processo politico e mettere a rischio le elezioni", uno scenario che stando agli analisti potrebbe in effetti verificarsi e portare alla caduta del governo: le stragi minacciano la credibilità del premier, che avrebbe avuto troppa fretta nel presentare il ritiro statunitense come una vittoria irachena, tanto da proclamare il 30 giugno giornata di festa nazionale.
(20 agosto 2009)
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Secondo me questo dimostra che era pura utopia pensare che gli attentati in Iraq fossero provocati dalla presenza delle truppe americane e che il ritiro di queste (per il momento solo dai centri urbani) li avrebbe fatti cessare. Mi sembra piuttosto che ci possa essere un rapido deterioramento della situazione, dopo i relativi progressi degli ultimi mesi.