[DESCRITTIVO] Segni di schiavitù. [OK CON INDICAZIONI]

.Melisande.
00giovedì 22 ottobre 2015 07:59
Riassunto
Mentre il pomeriggio scivola via il lago ci restituisce quello che, a primo impatto, sembra un cadavere: una donna giace con metà busto in acqua e metà sulla sabbia umida, indossa un cencioso vestito color della sabbia che ha visto tempi migliori. Non è cosciente. Una bambina, accando al presunto cadavere, gioca a "colpisci il cadavere" con dei legnetti. Ma il cadavere apre gli occhi, spaventando la mocciosa che corre via. E chi abbiamo qui? Kaltia, l'ex caotica, che versa in condizioni pietose: non ha forze, è affetta da una seria cefalea e da amnesia. Denutrita, disidratata e confusa Kaltia riesce a trovare le forze per guardarsi intorno, per riconoscere la baia e per notare piccoli nuovi paticolari su questa nuova se stessa: due macchie rosso scuro larghe 5cm circa e diffuse le circondano entrambi i polsi. L'umana ha freddo e facendo leva sugli allenamenti passati riesce ad allontanarsi dall'acqua, quindi viene soccorsa dalla corpulenta mamma della ragazzina impertinente vista prima e dalla ragazzina stessa. La donna riesce ad issarla in piedi e nota, sul collo di Kaltia, una macchia simile a quella dei polsi mentre la figlia riesce a vedere un anellino sul dito medio del piede sinistro. Kaltia domanda alla donna se sa qualcosa su quei segni e questa, prima di trascinarla verso il sanitarium, le risponde che un tempo erano sinonimi di schiavitù.

Commento
Salute del PG:
denutrita, disidratata, pallidissima. Non so quante giocate di cura ci vorranno per rimettere il PG in sesto, mi rimetto ad un ufficiale per quantificare.
Per gli ospitalieri: la ragazza non presenta segni di violenza e sembra essere rimasta chiusa in un luogo buio per diverso tempo (mesi), tanto che se giocherà di giorno dovrà accusare per un certo periodo (facciamo 3 gdr) una forte fotosensibilizzazione. La memoria di Kaltia sembra bloccata: non ricorda nulla degli ultimi tre anni e se dovesse cercare di ricordare un'emicrania fulminante le impedirà di farlo. I memoria inerente al periodo prima della scomparsa risulta intatta.

I segni su polso e collo: ho fatto tirare a Kaltia un dado per decidere se la signora le avrebbe risposto o no. Ha ottenuto un numero > 51 quindi la signora ha risposto, anche se in modo un po' vago. Kaltia dovrà indagare! Per il resto i segni non vanno via se lavati, qualsiasi detergente verrà usato quelli rimarranno ma EDAVE sarà in grado di comprendere che non sono stati tatuati.

Anello al dito medio del piede sx: http://i00.i.aliimg.com/wsphoto/v0/1914143706/le-donne-della-signora-elegante-regolabile-argento-antico-del-metallo-dell-anello-della-punta-spiaggia-piede.jpg
L'anello non disturba: è della dimensione perfetta, decorato come nell'immagine, però se si prova a toglierlo si stringe. Anche qui Kaltia può cominciare a indagare!

Presto in sezione di coordinamento posterò le schede di oggetti e quant'altro. Per qualsiasi perplessità non esitate a contattarmi, master e PG!


La mia prima QUEST nata praticamente dal nulla: fantastico! Grazie Kaltiucciabedda per avermi magistralmente seguita: saranno pure 3 anni che non giochi, figghia mia, ma te la cavi meglio di me XD

Buon gioco a tutti!




[ATTENDERE RESPONSO]

Il clima, questo pomeriggio, è strano. Il sole sta quasi per tramontare, tinge di arancio il cielo privo di nubi. La temperatura comincia a perdere il calore dell'estate e diviene più mite. Quello che, realmente, infastidice è l'umidità: rende la temperatura dell'ambiente più fredda e il freddo sembra penetrare nelle ossa. Soprattutto nelle ossa di chi, come Kaltia, si ritrova con metà corpo nelle acque del lago che collega l'Isola delle Mele alla terraferma. Non è un Lago come tanti altri questo, no. E' magico! Ma questo a noi non interessa, non oggi almeno. A noi interessa Kaltia, l'ex caotica. O forse Caotica lo è ancora? In questo momento non farebbe paura a nessuno, comunque. E' immersa fino alla vita nell'acqua fredda ma tutto il suo corpo è zuppo. Che ti è successo, Kaltia? A pancia in giù, con il viso sul braccio sinistro. Il respiro sembra flebile. Occhi chiusi. Indossa un cencioso vestito color della sabbia su cui si è arenato il suo corpo (Immagine vestito: http://raccontiamoilmedioevo.wikispaces.com/file/view/gonnella%20donna%201.jpg/383726120/316x200/gonnella%20donna%201.jpg): la veste è troppo grande, bucata in più punti. Non è la solita veste che siamo abituati a vedere indosso alla caotica. Una bambinetta, di circa sette anni, osserva la caotica incuriosita: si è inginocchiata sulla sabbia, a circa due metri di distanza. Con le manine cicciottelle acchiappa l'ennesimo legnetto e prova a tirardo addosso all'umana, mancandola di qualche centimetro. Sbuffa la mocciosa. *Ma ti vuoi svegliare?* Gracchia. Ti sveglierai, Kaltia?

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KALTIA [Riva] [Riva] [ ...come una falena in balia della fitta trama di un ragno, la nordica per ore, giorni, o forse anche mesi, sembra essere stata in balia del fato. Inerme, almeno all'apparenza, preda dell'acqua che cozza contro il corpo – probabilmente più esile di come la rammentate – gelida, ale da attanagliare le carni un superficie e profondamente, fino alle ossa, con la sua morsa, a cui – invero – la donna non oppone chissà quale resistenza. La muscolatura rilassa, o sarebbe meglio dire – quasi atrofizzata, bloccata – conferisce un aspetto statuario alla sua figura che segue in un silenzio religioso il volere delle onde; le stesse che, oramai, l'avrebbero condotta a ridosso della riva. Ha una pelle chiara, perfettamente liscia, zuppa in ogni dove: su di essa aderisce la stoffa rovinata del vestito largo e bucato che le fascia le membra, bagnato anch'esso dallo scollo presso le scapole agli ultimi lembi inferiori. Acqua e sabbia bagnata cospargono i crini corvini, spettinati sulla sommità del capo e appiccicati alle gote lateralmente, mentre qualche striscia di fango segna la fisionomia del volto smagrito, lì dove gli occhi rimangono chiusi e le labbra piene presentano un colore violaceo. ] … [ il capo è sostenuto dal braccio sinistro flesso al gomito, i sensi ovattati, come se si trovasse all'interno di un'ampolla fredda e ingannevole che confonde, e non consente alcun collegamento con il mondo esterno, estraniandola, costringendola in una realtà di cui è parte, ma di cui non ricorda quasi niente. L'ennesimo ramoscello andrà a sfiorarla, e forse – almeno questa volta – qualcosa andrebbe a mutare negli attimi a seguire: le palpebre andrebbero a serrarsi, uno, due, tre colpi di tosse, aria stemperata seccamente dalla bocca e qualche schizzo freddo qua e là contro il viso. Il corpo inizierebbe a reagire, percependo dopo ore e ore di sonno, l'influenza brutale del gelo: e sarebbe proprio tale insieme di sensazioni a spingere le iridi a sgranarsi, presto destinate ad appuntarsi sul volto paffuto della bambina lì vicino. ] e tu... [ ha una voce roca, resa gutturale dalla gola secca, vibrante. ] tu.. chi [ un'ennesima pausa, mentre il torace inizierebbe a comprimersi e dilatarsi profondamente, come se la mente – finalmente – riuscisse a prestare attenzione al ritmo della respirazione, e pian piano iniziasse a prendere le redini del corpo. ] chi sei? [ confusa, spaesata, le mani si serrano, e le falangi vanno a raccogliere la sabbia bagnata, tentando di trovare dalla terra un appiglio materiale. ] dove sono? [ una fitta alle tempie, adesso che proverebbe a muovere gli occhi prima a destra, poi a sinistra, optando – infine – per tornare a velarli con le palpebre. ]

[ ATTENDERE RESPONSO ]

La bambina, vedendo il corpo di Kaltia vibrare e gli occhi aprirsi, sentendo la voce roca dell'ex caotica beh.. non può che spaventarsi. Urla con tutto il fiato che ha in gola, diventando anche paonazza, come se avesse appeno visto una donna risorgere dai morti e, terrorizzata, dopo aver strisciato il più rapidamente possibile sulla sabbia andando all'indietro -come solo i bambini sanno fare- scappa via come se avesse tutti i demoni dell'inferno alle calcagna. *Aiuto! Aiuto!* Gracchia, dirigendosi verso il molo, fuori dalla portata di Kaltia. Devi proprio far paura, donna, con i capelli corvini impiastricciati di sabbia, bianca come un cadavere. Le occhiaie ho paura persino a descriverle: viola, blu. Rosse. Sei dimagrita tanto, ex caotica. Troppo. Uno scheletro. E la testa ti fa male, tanto. Ogni volta che cerchi di ricordare qualcosa, qualsiasi cosa che riguarda il tuo immediato passato, la cefalea aumenta. Provare per credere. Ti senti confusa e non hai forze. Da quanti giorni non mangi? Non senti nemmeno i morsi della fame, quindi direi che sono proprio parecchi giorni che non tocchi cibo. Ma cerca in te la forza di guardarti intorno, forse scoprirai che sei in baia e che sei tornata a casa.

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KALTIA [Riva] [ Ha gli occhi tersi, di un azzurro ghiaccio che risulta più intenso nei contorni, vacui, perduti, freddi. Puntati sulla figura di quella ragazzina che , attualmente, ha innanzi al corpo disteso. Le fitte alla testa, già piuttosto dolorante in ogni parte, andrebbero inevitabilmente ad aumentare, intensificandosi, non appena la voce stridula della bambina giunge a riempirle le orecchie. La dentatura si serra, le palpebre con forza si strizzano. ] Dannata ragazzina, torna indietro! Non mi hai detto dove mi trovo! [ non ha la forza di gridare, e il dolore alla gola è lancinante: sarebbe difatti una sorta di rantolo affatto rassicurante quello pronto ad essere liberato quasi dalle profondità del petto, tramutandosi in suono baritonale – oltre le labbra gonfie e fredde – in direzione della sconosciuta. A fatica gli occhi andrebbero a seguirla, la vista appannata ne seguirebbe la corsa, perdendo la sagoma in lontananza. ] torna indietro ...o giuro che ti cavo la lingua appena ti trovo! [ cerca di sbattere il pugno della manca contro la riva stessa, emettendo al contempo una sorta di ringhio basso ed esasperato, e sarebbe un movimento scoordinato in tutto e per tutto, che come conseguenza avrà solo e soltanto altra sabbia commista con acqua contro il viso. ] … [ il gelo morde la carne, confina movenze, costringe sensi: non un briciolo di forza in corpo, un formicolio costante e doloroso che rende quasi immobili gli arti, e provoca innumerevoli brividi lungo la spina dorsale, dall'osso sacro all'attaccatura dei capelli. E per qualche altro, lungo istante permane ferma, impietrita, lì solitaria ed abbandonata, lasciando alle acque del lago il privilegio di lambirla a proprio piacimento, almeno fino al ventre. Sarebbero forse proprio gli occhi l'elemento più vivo nella nordica, pronti a tentare ancora una volta la precedente impresa: prima a destra, poi a sinistra, poi davanti... inizierebbe a guardarsi attorno con una flemma estrema. Stralci di ricordi, di un passato remoto, fin troppo lontani, inizierebbero ad accavallarsi nella mente, come fulmini molteplici a ciel sereno. La baia, proprio come la rammentava, unica e sola... le mura di Barrington, le oscure fronde del Bosco... ] non è possibile. [ un sussurro basso, strozzato: solo questo dalle labbra della donna. ]

[ ATTENDERE RESPONSO ]

Non è possibile? Davvero? Eppure è così. Dovresti saperlo ormai, umana: in queste terre folli tutto è possibile. Tornare a casa, la casa del cuore. Sei tornata, Kaltia, anche se le tue condizioni fisiche (e vogliamo dire anche psichiche?) non sono più le stesse. Ma l'animo caotico, devo dire, è sempre ben vivo dentro di te: non è da tutti minacciare l'unica ancora di salvezza presente in mezzo a tanta desolazione. Ti guardi attorno, Kaltia, più cosciente di prima ma sempre confusa, meno distratta dalla presenza della mocciosa urlante. Ora siete tu e la baia, anche se in lontananza, guadando nella direzione in cui è scomparsa la bambina, potresti riuscire a vedere due figure in arrivo: una alta, grassa e tozza e una molto più piccola. Ma non puoi esserne sicura: forse la sete ti sta confondendo le idee. Forse è un miraggio. Il freddo, però no che non è un miraggio: ti penetra nelle ossa e i muscoli si contraggono in lunghi brividi. La risposta fisiologica di un corpo stremato: un lungo brivido che parte dalla nuca e scende fino alla fine della colonna vertebrale, donandoti qualche istante di sollievo. Nel suo vagare il tuo sguardo potrebbe posarsi, casualmente, su uno dei tuoi polsi -o su entrambi, non fa differenza- e quello che vedrebbero i tuoi occhi chiari e vacui sarebbe davvero curioso: una stricia di colore rosso scuro diffuso e larga 5 centimetri corona entrambi i polsi come un bracciale (come i bracciali del Genio della lampada di Addalin, per intenderci). Ma non è un bracciale perchè altrimenti ne percepiresti la fisicità. Una macchia? O peggio... un tatuaggio?

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KALTIA [Riva] [ …brontolii continui animano le viscere dello stomaco, ma l'appetito è svanito, come anche la sete, o ogni altro istinto primordiale. Forse perchè il gelo le ha “congelato” pure gli organi interni, rendendola fredda, inerme, come un pezzo di marmo arenato sulla riva. Avrebbe l'appoggio di entrambi i gomiti flessi su quest'ultima, il torace appena sollevato a fatica ed il capo piegato in basso, come se anche il solo peso naturale della testa le pesasse. Brividi perenni che come serpi sguscianti le divorano le carni lungo la schiena bagnata. Gli occhi serrati, dal basso, continuano a sforzarsi per seguire la scia della ragazzina scomparsa in lontananza, ed è proprio in quell'istante che inizierebbero a captare le ombre distanti di due sagome di cui, al momento, non riesce a carpire alcun particolare. Si sforza, tenta una messa a fuoco, e torna a digrignare i denti, lasciando apparire sulle gote chiare, scavate, la curva in rilievo della mandibola. ] … [ è la solita testa calda di sempre, tremendamente orgogliosa e strafottente all'eccesso – quando vuole - tanto da lasciare balenare in mente il pensiero di non chiedere aiuto alcuno; mettiamoci che è anche mettiamoci che è anche confusa, e parzialmente convinta di essere in balia di un'allucinazione bella e buona, giacchè – per ora – la realtà le risulta come un coacervo confuso di sensazioni opprimenti. Tace a lungo, e tenta di mantenersi sveglia: ogni briciolo di lucidità ed attenzione verrebbero protesi al ritmo della respirazione, nel tentativo di (//verrebbe* proteso) mantenerla quanto più viva e costante possibile. I gomiti premerebbero contro la sabbia bagnata, la muscolatura delle braccia invece, per quanto possibile, andrebbe a contrarsi – parimenti quella dell'addome e delle cosce – in modo che possa cercare di strisciare in avanti lungo il suolo. E non sarà facile, avrà bisogno di tutta la forza di volontà e fisica, o ciò che rimane nel suo corpo, tutto per compiere un movimento che, in ben altre circostanze, consumerebbe in fluidamente e in un batter d'occhio. (//potenza +1) Stringe i denti dunque la nordica, emette un altro suono basso, arrochito, direttamente dai meandri della gola, come conseguenza allo sforzo in atto... ed infine cede: gli occhi di ghiaccio puntano le sagome, e il bisogno, la sopravvivenza, diventano più importanti del senso dell'orgoglio che tanto in passato l'ha contraddistinta. ] Voi! [ tenta di alzare la voce, e per farlo avrà bisogno di prendere un respiro profondo, dilatando ampiamente i seni, contraendo ogni fibra muscolare. ] Voi! Quaggiù! [ e quelle sole parole gridate le faranno nuovamente abbassare la testa per la debolezza, giusto in tempo per abbassare lo sguardo e adocchiare i segni rossi che le circondano i polsi. Batte le palpebre, una, due volte, cerca un'altra messa a fuoco e scava nei ricordi, senza, almeno per il momento, trovare una spiegazione o un evento passato plausibile. ] che diamine... [ brontola, butta aria calda dalle narici e le fa fremere in un automatismo che sa ha il sapore della follia. E continua a guardare quei simboli... li studia, li scruta, li soppesa. ]

[ATTENDERE RESPONSO]

Tra un brivido e l'altro, confusa o meno, riesci nel tuo intento di sollevarti sui gomiti: tremano le braccia per via del freddo, per via della mancanza di nutrimento e di liquidi, per via della stanchezza. Riesci a strisciare in avanti per un metro circa, lasciando a mollo solo le punte dei piedi. Il sole, però, tramonta ad una velocità impressionante e la consapevolezza che non ti asciugherai senza un po' di aiuto potrebbe farsi strada nella tua mente: non per forza, certo, ma potrebbe. In ogni caso hai urlato, per attirare l'attenzione di quelle due figure che piano piano si avvicinano senza che però tu possa vederle bene. *Hai visto mamma?* La voce impertinente la conosci bene, Kaltia *Te l'avevo detto che c'era un cadavere vivente nell'acqua!* La bambina rimane prudentemente a distanza di due metri da te, mente la mamma -una donna grassoccia, alta quasi 1.80mt e molto corpolenta invece si avvicina e si china, strizzando gli occhietti porcini per poterti osservare meglio. *Non esistono i cadaveri viventi, sciocca. E' solo una ragazza, non lo vedi?* Risponde acida la mamma alla figlia, per poi decidere che tu, Kaltia, non rappresenti un pericolo per lei o per la figlia e quindi si avvicina fino a riddure a pochi centimetri la distanza tra di voi *Cosa ti è successo bambina, eh? Sembri più morta che viva!* dice, bonaria... forse anche preoccupata. *Ora ci penso io a te! Ti porto al sanitarium e loro sapranno cosa fare.* Dice. *Ma dammi una mano anche tu, altrimenti non riusciamo a tirarti in piedi.* Detto questo, se tu glielo permetterrai, sistemerà le sue mani grassocce sotto le tue ascelle e proverà a tirarti in piedi in modo rude ma probabilmente efficace. Non ti lascerà andare finchè non avrai recuperato l'equilibrio. *Hai gli stessi segni dei polsi sul collo, bambina. Ma che ti è successo? Come ti chiami?* Un collare rosso scuro diffuso, largo 5 centimetri.

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KALTIA [ Riva ] [… ha ancora il capo chino, gli occhi serrati, le pupille concentrate su quei segni che marchiano i suoi polsi come bracciali. La tonalità così scura, simile a quella di rivoli di sangue vecchi di qualche ora, le faranno ben presto prendere coscienza della scarsa luminosità circostante: il capo si alza, lo sguardo cerca i nuovi colori che tingono la volta celeste, e un nuovo brivido – più corposo, più brutale – torna ad accarezzarle la schiena, spandendo una nuova contrazione muscolare. Probabilmente perchè, al contempo, anche la consapevolezza di un malanno eventuale e imminente inizia a concretizzarsi nella sua testa. ] … [ ha coperto un metro, e lascerebbe in contrazione i muscoli delle braccia piegate e tremolanti, continuerebbe a spingere con forza con i gomiti contro la sabbia, in modo da non abbandonarsi al terreno e cercare, con tutta la volontà possibile di un animo compromesso, che in questi momenti sfiora più la pazzia che la lucidità, di trattenere il torace elevato, il capo non del tutto basso, e lo sguardo sulle figure ormai vicine. (//potenza +1) ] saggia decisione.. [ lo sibila verso la ragazzina, freddamente, e forse – all'udito altrui – avrà poco senso; poco importa, continua a respirare profondamente, e ascolta a fatica le parole della donna più anziana. Parole ovattate, come se distanti, ma abbastanza percepibili da captarne il significato. Non risponde, non subito almeno. Piuttosto torna a contrarre l'addome, si lascia afferrare dalla giuntura delle spalle – da sotto le ascelle – andando al contempo a flettere le gambe: sarebbero le fibre delle cosce a spingere contro il suolo, grazie al nuovo appoggio che gli avampiedi avrebbero trovato con la sabbia – adesso che è stata sollevata dalla donna – cercando così di farsi aiutare per tornare del tutto in piedi, sebbene con un equilibrio precario. Il braccio destro tenterà, durante tutto il processo, di porsi dietro la nuca della donna, come a fasciarle le spalle e trovare un sostegno anche da quella presa. ] forse... [ sfoggia una voce bassissima, ancora roca, e anche un mezzo sorriso nervoso, accompagnato da enigma. ] sono davvero tornata in vita dalla morte. [ è ironica, ma il sorriso che va a farsi più ampio potrebbe risultare inquietante alla vista delle due. ] comunque non ne ho idea . Tu sai che significano questi segni? [ un altro mormorio , meno sarcastico e più atono, lasciando sfilare nuovamente gli occhi sul polso visibile e lungo il fianco, il sinistro, deglutendo dolorante all'idea di avere lo stesso simbolo attorno al collo. ]

Tira un dado!

KALTIA ha ottenuto: 84

[ ATTENDERE RESPONSO ]

*Mamma mamma guarda!!!* Urla la ragazzina, indicando il piede sinistro di Kaltia. *Ha anche un anellino al dito! Che bello! Posso averlo pure io?* Lo sguardo della signora grassoccia, che ha deciso di trascinarti in giro per la baia mettendoti un braccio dietro la schiena per sorreggerti, abbassa lo sguardo, seguendo quello della figlia. In effetti, se lo farai anche tu (e ti girerà la testa, sai?), vedrai che il terzo dito del piede sinistro è adornato con un piccolo anellino che proprio non è nel tuo stile minimalista [Immagine anellino: http://i00.i.aliimg.com/wsphoto/v0/1914143706/le-donne-della-signora-elegante-regolabile-argento-antico-del-metallo-dell-anello-della-punta-spiaggia-piede.jpg]. *Taci ragazzina, forza! Andiamo da Edave. Aiutami con lei.* Le intima la madre. E mentre la ragazzina si metterà dall'altra parte rispetto alla mamma per offrirti il suo sostegno, la signora ti dirà con voce greve *Quando ero piccola mia nonna mi raccontava che marchiavano in questo modo gli schiavi. Ma è passato tanto tempo!* Cerca anche di tirarti su il morale *Ora forza, un passo dopo l'altro e arriveremo al Sanitarium prima dell'alba.* Bentornata, Kaltia.

Vai KALTIA, ultimo post!


KALTIA [ Riva ] [ …non appena la voce della ragazzina torna a stuzzicarle le orecchie, d'istinto la nordica va a compiere uno scatto verso il basso a sinistra con la testa, andando a condurre gli occhi cristallini, attorniati da visibili aloni scuro rossastri, sul piede sinistro ancora immobile. Giusto in tempo per prendere coscienza d'aver consumato un gesto troppo irruento, tale da provocarle un giramento di testa affatto trascurabile: strizza gli occhi di nuovo, serra la mascella, inspira fortemente l'aria fredda dalle narici, e rimane completamente immobile. Nausea, disagio... ma per fortuna lo stomaco è vuoto. ] che anello è? [ spontanea, stizzita, tanto nel verbo quanto nell'occhiata che riserva alla bambina, torna a tossire più volte, cercando di resistere e di opporsi al dolore presso la gola inaridita, allo stesso modo di non perire sotto gli effetti sfiancanti della fame, della sete, della debolezza... e dell'assenza totale di ricordi rassicuranti. ] schiavi? [ sgrana le iridi, e le appunta sul profilo della donna che le sostiene il corpo e la guida lungo la baia verso il sanitarium – neanche volesse trafiggerla – per poi zittirsi del tutto, e cercare nel suo silenzio quasi sepolcrale, di scavare e scavare nella trama intricata della mente. Il braccio destro si mantiene dietro la sua nuca e cerca di non perdere la stretta, in modo che le gambe non abbiano tutto il peso corporeo da sostenere, ma possano trovare il sostegno necessario dal corpo della sua accompagnatrice. Non molla, non ancora. D'altronde, inverni o no, il suo animo è stato temprato dalla guerra e dal sangue. ] si...il sanitarium... [ sibila di nuovo, piatta, vacua. La sua mente è altrove, i suoi ricordi perduti. Quasi sotto le sembianze di uno spettro... ma è tornata a casa. ]

[ GDR END ]



ALIAS.ALIAS
00giovedì 22 ottobre 2015 09:34
GDR APPROVATO



Salute del PG:
denutrita, disidratata, pallidissima. Non so quante giocate di cura ci vorranno per rimettere il PG in sesto, mi rimetto ad un ufficiale per quantificare.
Per gli ospitalieri: la ragazza non presenta segni di violenza e sembra essere rimasta chiusa in un luogo buio per diverso tempo (mesi), tanto che se giocherà di giorno dovrà accusare per un certo periodo (facciamo 3 gdr) una forte fotosensibilizzazione. La memoria di Kaltia sembra bloccata: non ricorda nulla degli ultimi tre anni e se dovesse cercare di ricordare un'emicrania fulminante le impedirà di farlo. I memoria inerente al periodo prima della scomparsa risulta intatta.



Sottraggo 100 ps per le condizioni di malnutrizione del corpo e 100 pm connessi alla amnesia.

Per il recupero dei punti serviranno 4 gdr di cura e 4 gdr di riposo.

Una gran bella giocata e spero che Melisande riesca a seguirla accompagnando la player alla scoperta degli ultimi 3 anni!!

Bentornata!! Per le cure accordiamoci in appuntamenti on e off [SM=g27823]
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