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Eppure è solo un bambino

Ultimo Aggiornamento: 25/12/2008 22:38
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25/12/2008 22:38
 
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In quei giorni, un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il
censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era
governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare,
ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe che era della casa e della famiglia
di Davide, dalla città di Na- zaret e dalla Galilea salì in Giudea alla
città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria
sua sposa che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si
compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio
primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, per- chè non
c'era posto per loro nell'albergo. C'erano in quella regione alcuni pastori
che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del
Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di
luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro: "Non
temete, ecco io vi annunzio una grande gioia che sarà di tutto il popolo:
oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore.
Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce che giace in
una mangiatoia". E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito
celeste che lodava Dio e diceva: "Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace
in terra agli uomini che egli ama".

Nessuna festa cristiana è stata sottoposta a un attacco così ambiguo e
insidioso come il Natale: dopo aver ridotto tutta la vicenda a una bella
favola ed eliminato (più o meno) Dio dalla scena, ci si son messi d'impegno
maestre e sindaci sensibili a trasformare l'evento cristiano in innocua
festa di pace e gioia (e valori laici equivalenti) così da non emarginare
più i non-cattolici.

Per non parlare poi delle associazioni di commercianti e consumatori che da
anni tentano di sostituire il povero neonato con il vecchio carico di regali
per tutti (non ci sono ancora riusciti del tutto, ma sono sulla buona
strada)...

Ebbene, anche se un simile scempio dovesse malauguratamente realizzarsi,
anche allora per i cristiani l'unico segno della festa di Natale rimarrà
quello dato ai pastori dagli angeli nella notte santa : un bambino avvolto
in fasce che giace in una mangiatoia.

Perché come ci ricorda Dietrich Bonhoeffer, grande profeta del nostro tempo,
il Natale non celebra l'azione rivoluzionaria di un uomo forte, né l'audace
scoperta di un sapiente e neppure l'opera di pietà di un santo, ma soltanto
la nascita di un bambino con l'unica differenza rispetto a tutti gli altri,
che lui è il nostro Dio.

Un Dio bambino nudo, debole e indifeso come tutti i neonati, che si mette
letteralmente nelle nostre mani, si lascia prendere in braccio da gente come
noi e accetta di dipendere dalle nostre sollecitudini per sopravvivere.

Un Dio che non si limita a volerci bene, ma decide di fidarsi anzi di
affidarsi alle cure di persone come noi che lo obblighiamo a venire al mondo
in una grotta e ad accettare come culla una mangiatoia perché siamo troppo
distratti e svogliati per trovare un posto ai suoi poveri genitori.

Un Dio che nonostante tutto non riesce a vivere lontano dalle sue creature e
si fa figlio nostro, per poter essere stretto fra le nostre braccia,
rischiando di rimanere orfano o addirittura di morire se non ce ne prendiamo
cura, dimenticandoci di lui, come puntualmente avverrà.

Un Dio dolce, tenero certo, ma deludente: non ci avevano forse annunciato i
profeti e il Battista l'arrivo del più forte, il Signore della storia, il
giudice che finalmente avreb- be separato il grano dalla paglia e battezzato
il mondo nel fuoco e nello spirito, instaurando un Regno di giustizia e pace
universali?

Come può un neonato risolvere i nostri immensi problemi o toglierci dai
nostri guai infiniti?

Lo ignoriamo, ma di sicuro egli fà ciò che con meravigliosa semplicità
diceva una giovane coppia del primogenito appena nato: "Come abbiamo fatto
finora a vivere senza di lui?"

Perché un figlio cambia la vita di chi lo accoglie, diventando il motivo
della sua gioia, dando pienezza di vita al suo amore e insegnando, lui che
non sa neanche parlare, che la soluzione dei nostri guai sta nel prenderci
cura con amore di tutto e tutti, cominciando dai più piccoli e indifesi.

Ai desideri e alle suppliche dei poveri e dei miseri della terra e ai
progetti ambiziosi di chi confida solo nel proprio potere o ricchezza o
intelligenza, l'Onnipotente risponde allo stesso modo: collocando nel centro
della storia mondiale un bimbo generato da uomini, un figlio donato da Dio.

Nel Bambino di Betlemme infatti si abbassa fino a noi l'infinita
misericordia divina per soccorrere gli sconfitti della storia, per chi
avendo perduto tutto, non ha rinunciato alla speranza; in Lui misericordia e
verità si incontrano, giustizia e pace si baciano, il cielo risponde al
gemito della terra e questa si apre per accogliere il dono del cielo.

Il Bambino avvolto in fasce e deposto nella mangiatoia ha portato nella
storia le beatitudini della povertà, mitezza, purezza di cuore, misericordia
che sono i tratti del volto di Dio: per questo il Padre gli affida il
giudizio.

Basterà il suo sguardo a disperdere i superbi, ad abbattere i potenti dai
troni, a rimandare a mani vuote i ricchi, così come basta lo sguardo di un
bambino a confondere chi ha disimparato innocenza e semplicità.

Perché il neonato di Betlemme che mette la sua vita nelle nostre mani, è il
Signore che ha la nostra vita nelle sue.

Buon Natale!

Don Davide - Mozzo
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