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Kerigma_A3

Ultimo Aggiornamento: 25/11/2011 15:52
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24/09/2011 20:39
 
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A3 - LE VIE DELLA LIBERAZIONE

  In Asia sono riconoscibili chiaramente alcuni tipi di esperienze spirituali che non si identificano  con le religioni occidentali tradizionali e che in Europa compaiono solo accidentalmente, anche se in maniera crescente. Questi tipi di esperienza non fanno alcun riferimento al misticismo. In esse non è ravvisabile neppure il senso di comunione con Dio, come invece accade nel contesto religioso teistico. Più che di religioni si tratta quindi di sistemi. Perciò è più adatto usare il termine “vie di liberazione” per descrivere queste forme di esperienza spirituale ; esse riguardano la coscienza di liberazione dell’umanità dalle condizioni di dipendenza sociale. Tuttavia non devono essere considerate antireligiose, in quanto, esse non ricercano tanto di contrastare le religioni e le convenzioni istituzionali, quanto di usarle, senza però legarsi ad esse, per raggiungere la realizzazione di se. Si sforzano di andare oltre la visione del mondo, acquisita tramite l’uso del sentimento e del linguaggio; esse considerano la visione tradizionale della realtà enfatizzata dalle divisioni e dalle differenze di pensiero che tendono a far si che le persone trascurino la loro inseparabilità totale dall’universo.  Le principali nuove religiosità che si definiscono “vie di salvezza” sono quelle fondate sull’Induismo (Vedanta e  Yoga), Buddhismo, e Taoismo che considerano il tutto unico e indivisibile, negando l’individualità della persona ; per cui le persone non sarebbero che manifestazioni apparenti ed irreali della totalità.  Induismo Il complesso culturale dell’induismo considera legittimo un numero considerevole di  darshana, o punti di vista, che l’individuo può adottare. Il più rimarchevole è quello Vedanta, basato sull’insegnamento delle Upanishad, che può essere considerato un insieme di scritture poetiche; e quello Yoga, una via di meditazione trascendentale adottata  dagli indigeni dell’india. Entrambi, Vedanta e Yoga, sono concepiti come vie di liberazione dal mondo, che è considerato una illusione della realtà.Normalmente , sia il Vedanta che lo Yoga sono intrapresi al raggiungimento dell’età adulta, quando cioè l’individuo si è stabilito nella propria casta, che può essere considerata il suo ruolo e la sua vocazione, ed  è finalmente pronto a trasmettere i suoi doveri sociali ai propri figli. Per cui, Vedanta e Yoga non sono usualmente accessibili ai bambini, così come le Scritture ed i dogmi di parecchie religioni tradizionali, ma solo agli adulti maturi e pienamente educati socialmente. Queste  vie possono coinvolgere completamente l’individuo che rinuncia al proprio ruolo mantenendo solo gli obblighi sociali e decide di prepararsi alla morte.  La ragione è che la morte è ritenuta una calamità quando capita ad una persona che si ritiene ancora un individuo distinto e separato, per cui è ritenuto necessario intraprendere questa via almeno prima di morire. Secondo i Vedanta, l’idea che il mondo è una molteplicità di oggetti distinti  è considerata maya (illusione), risultante da un modo di pensare convenzionale. Siccome  maya originariamente significava “misurare”, il mondo è creduto essere misurato e classificato come differenza di esperienze umane rese possibili dalla parola o dall’idea (desiderio). Nello stesso modo, cioè, che per definire una curva complessa occorre misurarla come se fosse una serie di punti distinti, per descrivere e pensare la natura, occorre dividere in unità e termini comprensibili qualsiasi cosa o evento. Questa procedura, anche se utile, da l’impressione che gli eventi siano separabili gli uni dagli altri e che un evento potrebbe capitare indipendentemente dagli altri. Per cui il piacere potrebbe esistere senza il dolore o la vita senza la morte. Lo stesso dicasi per tutte le cose. I Vedanta sostengono che tutte le distinzioni sono collegate l’una all’altra e così anche gli opposti : il conoscitore al conosciuto, il soggetto all’oggetto cioè essi sono distinti ma inseparabili come le due facce della stessa moneta. In altre parole il mondo può essere diviso in cose separate solo nei pensieri. In concreto il mondo è un’unità inseparabile o precisamente una non-dualità, perchè l’unità è un concetto   che esiste soltanto in relazione all’idea della diversità. Il vero stato del mondo non sarebbe ne unità nè molteplicità, sarebbe piuttosto un tutto incommensurabile, indescrivibile ed indefinibile.  Un uomo perciò potrebbe riconoscere che nel suo profondo conscio (atman, nell’induismo) egli non sia un individuo distinto ma addirittura Brahman, oppure l’indefinibile totalità. Il  Brahman è indefinibile, perchè la realtà del mondo non può essere classificata.Anche se Brahman non può essere definito con parole o concetti astratti, può essere però sperimentato, e la realizzazione di questa esperienza è la funzione dello Yoga. Questa realizzazione consiste nella così detta unificazione della coscienza, cioè nella rinuncia temporanea dei pensieri divisivi e nell’abbandono di tutte le idee e dei  concetti della vita. Il mondo così può essere provato nella sua originalità, realtà e inseparabilità.  Questo tipo di esperienza non è come si potrebbe pensare, il vuoto della mente e neppure la concezione di uno spazio vuoto. Se lo studioso di religioni comparative chiede ad un Cristiano ed a un Vedantista di esprimere le loro idee sulla realtà ultima, il Vedantista rimarrebbe in silenzio o direbbe quello che non è, invece il Cristiano descriverebbe con affermazioni gli attributi di DIO come il suo amore, la sua saggezza e intelligenza. Lo studioso potrebbe presupporre che quest’ultimo riconosce un Dio che esiste positivamente mentre il primo un dio quasi inesistente. Lo studioso potrebbe concludere che il Vedanta è una religione con l’idea di un dio impoverito, e non percepire  che il fatto della mancanza di un linguaggio religioso indica in effetti che il Vedanta ,non può essere considerato una religione. Due modi distinti di esprimersi caratterizzano due diverse esperienze spirituali : il modo religioso cerca di descrivere la realtà ultima come chi volesse descrivere i colori ad una persona cieca comparandoli alle diverse temperature. Il modo delle vie della liberazione la descrive invece come chi cercasse di descrivere alla persona cieca quello che il colore invece non è. Comunque entrambi questi modi di parlare possono essere usati. Una religione descrive l’ultima realtà in termini comprensibili al pensiero e all’immaginazione umana, e così l’immagine di Dio è determinata in modo definito. La via di liberazione invece tralascia i concetti relativi alle esperienze e alle sensazioni dirette negando qualsiasi definizione, e così il suo punto di vista rimane indeterminato e indefinito.         Buddhismo Il Buddhismo, la dottrina di Siddartha Gautama (Buddha = illuminato), è iniziata come chiarificazione o movimento di riforma dell’Induismo. Per molti versi gli obbiettivi del Buddhismo sono uguali a quelli dei Vedanta e dello Yoga. Gautama Buddha ha evitato di dare un nome a quello che è la realtà ultima, sia nel suo aspetto universale come  Brahman, sia nel suo aspetto umano più profondo (Atma). Egli reputava che questi termini diventavano troppo facilmente idee e tipi di pensiero che avrebbero potuto allontanare dall’esperienza diretta. Il suo insegnamento era che l’uomo soffre per avidità o ignoranza della relatività totale del mondo. Il pensiero è avidità perchè è un processo che tende a concentrarsi su un particolare aspetto dell’esperienza ignorando tutto il resto. E’ un modo di guardare alla vita un po’ alla volta invece che insieme che risulta poi essere avidità (= Trishna, nel Buddhismo).  Desiderio è in altre parole cercare di afferrare pezzi di esperienza anziché  l’intero tutto ; ma siccome il buono e’ sempre in relazione con il cattivo, questa separazione non può essere compiuta. Nello stesso modo non si può sperimentare un solido senza lo spazio che lo circonda, spazio e solido sono in relazione l’uno con l’altro. La rinuncia all’avidità conduce all’idea buddhista del Nirvana, che Gautama Buddha ha rifiutato di definire se non in termini di negazione, proprio come il Vedantista definisce la liberazione. L’insegnamento di Gautama Buddha ha causato un frainteso ; cioè che la liberazione può essere cercata come una fuga dalla sofferenza o come una condizione di felicità. Più tardi i leader  buddisti, specialmente quelli della scuola Mahayana , corressero questo frainteso indicando che cercare il Nirvana come fuga alla sofferenza è sempre avidità. Così l’ideale dell’illuminato superava la concezione indù di lasciare il mondo sociale per prepararsi alla morte, comprendendo anche il ritorno alla piena attività nella società una volta resosi libero. L’illuminato, infatti secondo l’etica Buddhista, dovrebbe dedicarsi ad atti di compassione per coloro che sono ancora legati all’illusione (= Maya). L’insegnamento buddista esorta alla moralità e alla compassione non come un comandamento ma come azione volontaria alla quale la persona libera può dedicarsi senza speranza di ricompensa o paura di castigo. Il buddismo non ritiene che la condotta morale sia conformata ad un disegno divino, ma piuttosto la considera alla stessa stregua di un insieme di regole grammaticali, cioè semplicemente come convenzioni umane necessarie per l’esistenza sociale. Anche se Buddha non ha dato un nome a quello che lui considerava l’ultima realtà, più tardi altri insegnanti di buddismo hanno parlato dello stato reale del mondo come “sunjata” o vuoto, o più esattamente come un tutto indefinibile e inclassificabile. Questo atteggiamento filosofico non è in nessun modo equivalente all’ateismo occidentale o nichilismo, perchè il buddismo considera questo vuoto non come realtà in se stessa, ma come idea che la mente umana cerca di figurarsi (Zen), per cui perfino il nulla è illusione.  Taoismo Attribuito ai filosofi cinesi Lao-tzu Chuang-tzu (IV secolo BC), il Taoismo è una via  specificamente cinese di liberazione. Sotto certi aspetti assomiglia al buddismo, tanto che molti termini taoisti erano usati liberamente nella traduzione dei testi buddisti dal Sanscritto al Cinese. Come i Vedanta e lo Yoga, il Taoismo è stato adottato da uomini che hanno svolto il loro ruolo nella società, basandosi sulle convenzioni date da Confucio. Come il Buddismo Mahayana, il Taoismo prevede il ritorno alla vita del saggio liberato dagli affanni del mondo. Il testo principale “Tao Tê Ching” (Insegnamento di Tao), attribuito a Lao-tzu, fu scritto come manuale per consigliare i governatori.Il vero Taoismo, come insegnano Lao-tzu e Chuang-tzu, non deve essere confuso con il così detto culto Taoista di divinazione, alchimia e magia che è Taoista solo di nome.  Il Taoismo non ha mai avuto una struttura organizzata ed è stato praticato perlopiù   da studiosi indipendenti e filosofi sia in Cina che in Giappone per più di duemila anni. L’esperienza del Tao (= via ) non può essere spiegata nè tramite l’intelletto nè tramite la speculazione  verbale, bensì deve essere realizzata tramite un Koan (come lo Zen), cioè mediante la contemplazione silenziosa della natura, e l’”wu-wei” ( = “l’assenza di sforzo fisico e mentale”), che è uguale all’atteggiamento buddista di “non avidità”. Il Taoismo enfatizza l’unione tra l’individuale e la natura suggerendo, che ognuno  può controllare l’ambiente non contrastandolo ma cooperando con esso, come il marinaio non si oppone al vento ma lo usa a suo vantaggio per viaggiare, convogliandolo nelle vele della propria imbarcazione. Il Taoismo è la filosofia che sottolinea il così detto modo gentile (= “jujitsu”) di difendere se stesso usando la forza del concorrente per sconfiggerlo, insegna anche che ognuno deve controllare se stesso, ponendo fiducia nei propri istinti naturali invece di opporvisi, guidandoli nella direzione che essi indicano  invece di resistervi.   Studio delle Religioni ORIENTALI  Lo studio delle tradizioni religiose del mondo coincide con l’espansione politica ed economica dell’Europa occidentale. La Scuola Occidentale dell’Inizio include i missionari Gesuiti del 17° secolo,  specialmente, gli Italiani  Matteo Ricci in Cina e Roberto de Nobili in India, e il santo spagnolo Francesco Saverio in Giappone. Le prime traduzioni in latino dei testi di Confucio e del Taoismo effettuate dai Gesuiti durante il 18° secolo hanno suscitato molto interesse tra gli studiosi e i filosofi occidentali. Per un po’ di tempo la cultura Cinese fu idealizzata specialmente dai deisti che trovavano in essa prova della loro teoria, cioè la moralità poteva prosperare senza dogmi religiosi (deismo[1]). Pionieri in questo campo furono i filosofi tedeschi Jhann Gottfried von Herder e G. W. F. Hegel e il filologo inglese Friedrich Max Müller. Il loro lavoro fu continuato dal filosofo inglese Edward Caird nella sua “L’Evoluzione della Religione” (1894), dal teologo olandese Cornelius Petrus Tiele nel suo studio “Elementi della Scienza della  Religione” (1897-99), e dal filosofo e psicologo americano William James nella sua opera “Varietà dell’Esperienza Religiosa” (1902), il primo studio di psicologia delle religioni di una certa importantanza.    Riferimenti : ·       A.C.Bouquet, Breve storia delle religioni, A. Mondadori Editore (Mi 1963). ·       F Brezzi, Le grandi religioni, Newton Compton  (Roma 1994).·       Garma C.C. Chang, La dottrina Buddhista della totalità. La filosofia del Buddhismo Hwa Yen, Ubaldini Editore (Roma)·       Filippani Ronconi, Il Buddhismo,  Newton Compton(Roma 1994).·       Borges, Cos’è il Buddhismo, Newton Compton  (Roma 1995).·       Filippani Ronconi, L’Induismo, Newton Compton  (Roma 1994).                                                                                                                                                                                                                                                                ·       Wood, YOGA, Enciclopedie Pratiche Sansoni Editore (Firenze 1969)·       A.Elenjimittam, La Bhagavad Gita, Mursia Editore (Milano 1982)·       Le Grandi Religioni , Editrice Missionaria Italiana  (Bologna 1993)          


 


[1]

Dottrina che ammette un Dio come primo principio dell’universo, senza però ammettere la religione rivelata e la Provvidenza.
[Modificato da maxis35 25/11/2011 15:52]
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