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ECUMENISMO

Ultimo Aggiornamento: 23/08/2011 19:13
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23/08/2011 18:57
 
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incontro con i fratelli cristiani separati

La societa’ contemporanea : una realtà religiosa composita

Nel medioevo l’Europa era praticamente un mondo a sè, il cristianesimo era la religione dominante ed aveva come unico confronto l’Islam.   
Questo confronto si manifestava spesso come scontro violento, caratterizzato da reciproca incomprensione e disprezzo che sfociava talvolta in guerre cruente.Qualche notizia di altri popoli veniva riportata dagli esploratori di terre lontane che riferivano di certe usanze alquanto inconsuete. Alcune di queste stupivano e suscitavano l’interesse della gente, per lo più incredula, soprattutto per gli aspetti inerenti le religioni, i riti e le cerimonie di questi popoli di razza e di usi differenti. Oggi i mezzi di comunicazione hanno permesso l’incontro fra persone di cultura e religione diversa, consentendo uno scambio continuo di informazioni, per cui il confronto si è allargato a tutte le realtà religiose. L’immigrazione e la diffusione di nuove forme di religiosità sono una sfida alle Chiese cristiane di ogni confessione che non può essere  ignorata ed esige una risposta che può essere solo di carattere ecumenico. La presenza di diverse espressioni religiose suggerisce una particolare attenzione ad evitare qualsiasi fenomeno di razzismo o xenofobia che degenererebbe  certamente in preoccupanti tensioni sociali.   
L’ECUMENISMO
Prima del XX secolo, sono stati fatti solo sporadici tentativi di riunire le Chiese cristiane separatesi nei secoli a causa degli scismi, della riforma protestante, e di altre dispute. Già nel XIX secolo furono effettuate pressioni per la riunione delle Chiese da parte di alcune organizzazioni missionarie, di società di studi della Bibbia e dalla associazione “Giovani Uomini Cristiani  e Giovani Donne Cristiane”, formata da Protestanti di varia denominazione uniti per una causa comune. Agli inizi di questo secolo il movimento era formato esclusivamente da Protestanti.La Conferenza Missionaria Mondiale del 1910, tenuta ad Edimburgo, segnò l’inizio dell’ecumenismo moderno. Da essa presero l’avvio tre diverse linee di azione ecumenica: la missione di evangelizzazione, il servizio, e la dottrina. Il Concilio Mondiale delle Chiese, costituito nel 1948, si basò su queste tre attività ampliandole fino a comprendere nel 1980 ben  295 chiese in più di 90 nazioni.L’attività della missione di evangelizzazione ecumenica moderna prese l’avvio nel 1921 dal  Concilio Missionario Internazionale che ne definì le strategie e giunse alla formazione di 17 organizzazioni missionarie internazionali.L’attività di servizio ebbe inizio nel 1925, a  Stoccolma con la Conferenza Cristiana Universale per la Vita che decise lo studio dell’applicazione dell’ecumenismo all’industria, al sociale, alla politica,  e agli affari internazionali. Questo movimento prese l’avvio con lo slogan “il servizio unisce ma la dottrina divide”.Nel 1927 con il convegno della prima Conferenza Mondiale  della Fede e dell’Ordine ebbe finalmente inizio l’attività della Dottrina Ecumenica. La conferenza giunse a concludere che “Dio ci riunirà .. (e)... anche se abbiamo motivi per giustificare l’inizio delle divisioni, non vogliamo che esse continuino”. La seconda conferenza sulla Fede e l’Ordine si tenne nel 1937 ad Edimburgo in concomitanza con la Conferenza sulla Vita e sul Lavoro tenuta all’Università di Oxford. I delegati delle due conferenze concordarono che il loro lavoro fosse coordinato comunemente e nel 1938 fu dato inizio un comitato di lavoro chiamato a stabilire un “corpo rappresentativo delle chiese”. Nel 1941 ebbe inizio il Concilio Mondiale delle Chiese che dovette essere ritardato di sette anni a causa della II Guerra Mondiale. L’impulso all’unità fu messo in atto per lo più dai Protestanti fino al 1920, anno in cui il Patriarcato di Costantinopoli promulgò un’enciclica per la riunione di tutti i Cristiani. Tutte le Chiese Ortodosse sono membri del Concilio Mondiale fin dalla sua costituzione. Il punto di vista della Chiesa Cattolica, enfatizzato con una enciclica del 1928 emessa da Papa Pio XII,  era allora quello di considerare l’unità esclusivamente come il ritorno delle “sette scismatiche” all’unica vera Chiesa, per cui rimase esterna a questo movimento fino al Concilio Vaticano II.Nel 1959, Papa Giovanni XXIII diede inizio al secondo Concilio Vaticano per completare il lavoro iniziato dal primo Concilio Vaticano del 1870. Il Pontefice  istituì la Segreteria per la Promozione dell’Unità dei Cristiani e incaricò una commissione di  osservatori Cattolici di partecipare ufficialmente al terzo Concilio Mondiale delle Chiese. Nel 1961 i missionari protestanti ecumenici si unirono alle correnti del servizio e della dottrina dando inizio all’unione del Concilio Missionario Internazionale con il Concilio Mondiale delle Chiese. Quando il Concilio Vaticano II fu aperto nella Basilica di San Pietro nel 1962, furono invitati diversi osservatori Protestanti e Ortodossi come ospiti e inclusi nelle sessioni di lavoro. Ben 2500 vescovi Cattolici lavorarono per quattro anni in quattro sessioni conciliari (1962-65) per la realizzazione dell’unità Cristiana. Il loro decreto sull’ecumenismo, promulgato nel 1964, parlò non più di “scismatici” ma di “fratelli separati”.Alla morte di Papa Giovanni, nel 1963, il suo successore , Papa Paolo VI, fece conoscere la sua intenzione di continuare gli sforzi ecumenici, definendo l’unità come “obiettivo di interesse primario, studio sistematico e carità costante.” Nel 1964 il Papa e i patriarchi Ortodossi, parteciparono ad un incontro di importanza storica a Gerusalemme, si trattava del primo incontro delle due chiese, Ortodossa e Cattolica, dopo più di 500 anni. Nel 1966, l’arcivescovo di Canterbury, capo della Comunità Anglicana, fece visita a Papa Paolo VI, e nel 1967 il pontefice visitò i patriarchi Ortodossi in Turchia. Alla chiusura del Concilio Vaticano II, fu stabilito un gruppo di lavoro comune tra il Vaticano e il Concilio Mondiale delle Chiese. Ebbero così inizio numerosi dialoghi internazionali tra la Chiesa Cattolica ed i Protestanti. Dal 1967 finalmente non vi erano più due movimenti ma uno solo per la riunificazione delle Chiese Cristiane. Più tardi, durante la quarta assemblea del Concilio Mondiale, nel 1968, un teologo Gesuita parlò dei Cattolici quali partner  degli altri Cristiani nelle questioni sull’unità “che è volontà di Cristo per la Sua Chiesa”, e prospettò la possibilità che la Chiesa Cattolica partecipasse come membro effettivo del Concilio Mondiale. Da allora la Chiesa Cattolica continua ad avere buoni rapporti  di lavoro, e partecipa  regolarmente alle sessioni di lavoro del Concilio Mondiale.L’Ecumenismo sta maturando ed il consolidamento delle chiese Protestanti progredisce rapidamente. Durante gli anni 80, il movimento ecumenico fu caratterizzato dalla crescita del consenso sulle questioni dottrinali che all’inizio erano oggetto di forti dispute. Questo fu preparato e reso possibile dai dialoghi avvenuti tra le tutte le Chiese Cristiane (Anglicana, Ortodossa, Protestante, e Cattolica) negli anni 70.L’Ecumenismo ha superato notevoli difficoltà in questa ricostruzione dell’unità ma è altresì conscio che vi sono ancora grossi ostacoli teologici e di base da affrontare, quali : l’ordinazione delle donne, l’autorità del Papa, la Mariologia, la contraccezione, e la reciproca prevenzione dei fedeli nei confronti delle altre confessioni. Il Concilio Ecumenico Vaticano II ha definito come movimento ecumenico (dal greco oikoumene = che riguarda tutta la terra abitabile) l’insieme delle attività e delle iniziative che hanno lo scopo di promuovere l’unità dei cristiani separati(1) e che sono suscitate dalla coscienza che la divisione tra le Chiese cristiane è in contrasto con l’unità voluta da Gesù Cristo (Cfr. Gv 17,20-21). Nel 1984 a Bari, nell’occasione dell’incontro ecumenico con la Chiesa d’Oriente, Giovanni Paolo II affermò : “L’unità della Chiesa nascente è stata generata nel sangue della Croce e suggellata, il mattino di Pentecoste, nel fuoco dello Spirito. ... L’unità è il frutto maturo dello Spirito ; essa è la forma che soltanto l’amore può dare alla vita : essa non è assorbimento e neppure fusione” (2). Vi è oggi un impulso misterioso e meraviglioso dello Spirito Santo che spinge i fedeli di tutte le Chiese cristiane a vivere la Parola di Gesù per ricucire le lacerazioni storiche e ricostruire la comunione nell’unità del Corpo di Cristo.  Il Concilio Vaticano II ha definito alcuni punti necessari perchè questo avvenga(3) :  
·     il rinnovamento della Chiesa in una accresciuta fedeltà alla sua vocazione verso l'unità;                                                  
·     il condurre una vita più conforme al Vangelo, poiché è la negligenza a praticare i suoi insegnamenti a causare le divisioni;                  
·     la preghiera in comune, la “conversione del cuore” e la “santità della vita”, perchè sono l'anima di tutto il movimento ecumenico spirituale;
·     la reciproca conoscenza fraterna;
·     la formazione ecumenica dei fedeli e specialmente dei preti;      
·     il dialogo tra i teologi e gli incontri tra i cristiani delle differenti Chiese e comunità;
·     la cooperazione tra cristiani di tutte le Chiese nei diversi ambiti del servizio agli uomini. Su questi fondamenti il Diritto Canonico esorta i Vescovi a favorire l’Ecumenismo, assumendo un atteggiamento umanitario e caritatevole verso quei fratelli che non sono nella piena comunione con la Chiesa Cattolica.(4) Tuttavia l’impegno per la riunificazione dei cristiani non è stato privo di delusioni - un esempio recente è quello di alcune decisioni della Chiesa Anglicana che pongono un ostacolo alla riunificazione ; a tal proposito il Papa Giovanni XXIII era solito dire che “ciò che ci divide come fede è molto minore di quanto ci unisce”. Lo stesso concetto è stato ripreso e ampliato da Papa Giovanni Paolo II nel suo libro “Varcare la soglia della speranza” ; egli asserisce infatti che crediamo nello stesso Cristo e che tale fede è essenzialmente il retaggio dell’insegnamento dei primi sette concili ecumenici precedenti l’anno mille(5) e che quindi esistono i presupposti per il superamento delle divisioni, in grande misura conseguenza della convinzione del possesso esclusivo della verità.   


1)  Cfr. Decreto sull’ecumenismo Unitatis redintegratio, 4

2)  “La Traccia” 2 (1984), pp. 198-200.

3)  Cfr. Decreto sull’ecumenismo Unitatis redintegratio, 4.

4)  Cfr. Diritto Canonico 383,1

5)  Giovanni Paolo II, Varcare la soglia della speranza, A.Mondadori Ed. (Mi 1994), pag. 160s 

[Modificato da maxis35 23/08/2011 19:13]
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