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9. L’invocazione di Maria e dei santi; Maria nella lode e nella preghiera cristiana.

Ultimo Aggiornamento: 09/05/2011 13:34
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09/05/2011 13:34
 
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L’invocazione di Maria e dei santi; Maria nella lode e nella preghiera cristiana.
  

1.     L’invocazione di Maria e dei santi; Maria nella lode e nella preghiera cristiana.

 

Un altro punto controverso è quello che concerne il “culto mariano”.

L’incomprensione tra le varie confessioni cristiane nasce già dall’imprecisione del significato che viene attribuito al termine culto.

Certamente a rigor di termini, non c’è culto se non di Dio, Padre, Figlio e Spirito santo.

Il concilio Vaticano II ha precisato delle norme sul culto della Vergine Maria, ricordando che esso “differisce essenzialmente dal culto di adorazione, prestato al Verbo incarnato come al Padre e allo Spirito santo” (LG 66). Ha chiesto inoltre ai teologi e ai predicatori di “astenersi con ogni cura da qualunque falsa esagerazione, come pure da una eccessiva ristrettezza di mente…”(LG 67) mantenendo l’orientamento cristologico di questo culto.

Per chiarire ogni dubbio, per “culto mariano” si deve intendere venerazione e lode a Maria, corrispondente all’invito del Magnificat: “Tutte le generazioni mi chiameranno beata”(Lc 1,48).

Per noi cattolici la preghiera è sempre rivolta a Dio, che può essere trasmessa a Lui anche tramite l’intercessione di Maria e dei santi; la preghiera di intercessione non implica alcuna separazione tra coloro che pregano, coloro per cui si prega e Colui al quale la preghiera è rivolta.

I riformatori invece rifiutano ogni forma di invocazione e di intercessione rivolta a Maria e ai santi perché pare loro che ciò sminuisca in qualche misura la grazia del nostro Signore Gesù che riconoscono come unico Intercessore e Mediatore.

Comunque entrambi, protestanti e cattolici sono d’accordo nel riconoscere che si deve, con le Scritture, venerare, amare e rispettare e onorare la Vergine Maria e lodare Dio per colei “che tutte le generazioni” hanno il dovere di dichiarare “beata”.

Occorre però concepire l’intercessione come parte integrante della comunione dei santi, nella Chiesa operante e trionfante, in unione con l’eterna intercessione del Figlio presso il Padre, alla quale ci uniamo noi uomini per mezzo dello Spirito Santo che con gemiti inesprimibili prega in noi, intercedendo per noi peccatori giustificati, presso il Padre.

La tradizione protestante nega a Maria qualsiasi ruolo di intercessione, mentre  i cattolici non rinunciano alla sua protezione materna ed  ogni giorno la invocano chiedendole accoratamente: “Prega per noi, peccatori”.

Si fatica a capire come i protestanti che amano la Nostra Signora non meno dei cattolici debbano, per timore di eccessi, privarsi di ripetere la parola angelica dell’Ave Maria o la parola “Tu sei benedetta fra tutte le donne”, entrambe tratte dalla sola Scrittura. 

Certo non si può dubitare che sia la stessa fede ad unire coloro che professano che Maria sia pervasa da questa salvezza e coloro che esitano davanti a queste devozioni dogmatiche che non leggono nelle Scritture.

Nemmeno è possibile pensare a una separazione a motivo di colei che non fu certo all’origine delle nostre divisioni confessionali.

Al di là di ogni polemica teologica e della vigilanza nei confronti di ogni possibile deviazione ed esagerazione nella venerazione a Maria e ai santi, sarebbe auspicabile che anche le chiese protestanti tenessero conto nel culto domenicale e nella preghiera eucaristica della realtà di Maria e dei santi, veri testimoni del Vangelo, in particolare nei tempi forti dell’anno liturgico, quali l’Avvento e il Natale, la Passione e la Pentecoste, ridando senso alla festa di tutti i credenti (Ognissanti).      

Così facendo le Chiese protestanti farebbero opera utile nella ricerca di comunione tra le nostre Chiese e si ricollegherebbero alle proprie tradizioni, ritrovando la gioia delle feste mariane, quali l’Annunciazione, la Visitazione e la Presentazione al Tempio, tutte in rapporto diretto con il mistero di Cristo.

Che cosa impedisce, infatti, che un protestante si ricordi che Maria si trova all’inizio e alla fine del ministero di Gesù, testimone della sua inaugurazione a Cana e del suo compimento sulla croce e gioiosamente conceda a Maria, la mamma di Gesù, il posto che il Credo le attribuisce, accettando che il Magnificat sia il riferimento per la sua fede e per la sua speranza?

Che cosa può frenarlo dal lodare Dio per quello che ha dato a Maria accettando anche chi per amore del suo Signore associa il nome di sua madre alla propria azione di grazia, usando le stesse parole usate dall’angelo all’annunciazione e quelle di benedizione usate da Elisabetta?

  
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