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PENTECOSTE

Ultimo Aggiornamento: 30/05/2009 20:50
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30/05/2009 14:37
 
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Messa vigiliare vespertina

I LETTURA

Lettura del libro della Genesi 11, 1-9

In quei giorni. Tutta la terra aveva un’unica lingua e uniche parole. Emigrando dall’oriente, gli uomini capitarono in una pianura nella regione di Sinar e vi si stabilirono. Si dissero l’un l’altro: «Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco». Il mattone servì loro da pietra e il bitume da malta. Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo, e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra». Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che i figli degli uomini stavano costruendo. Il Signore disse: «Ecco, essi sono un unico popolo e hanno tutti un’unica lingua; questo è l’inizio della loro opera, e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l’uno la lingua dell’altro». Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città. Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra.

II LETTURA
Lettura del libro dell’Esodo 19, 3-8. 16-19

In quei giorni. Mosè salì verso Dio, e il Signore lo chiamò dal monte, dicendo: «Questo dirai alla casa di Giacobbe e annuncerai agli Israeliti: “Voi stessi avete visto ciò che io ho fatto all’Egitto e come ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatto venire fino a me. Ora, se darete ascolto alla mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me una proprietà particolare tra tutti i popoli; mia infatti è tutta la terra! Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa”. Queste parole dirai agli Israeliti». Mosè andò, convocò gli anziani del popolo e riferì loro tutte queste parole, come gli aveva ordinato il Signore. Tutto il popolo rispose insieme e disse: «Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo!». Mosè tornò dal Signore e riferì le parole del popolo. Il terzo giorno, sul far del mattino, vi furono tuoni e lampi, una nube densa sul monte e un suono fortissimo di corno: tutto il popolo che era nell’accampamento fu scosso da tremore. Allora Mosè fece uscire il popolo dall’accampamento incontro a Dio. Essi stettero in piedi alle falde del monte. Il monte Sinai era tutto fumante, perché su di esso era sceso il Signore nel fuoco, e ne saliva il fumo come il fumo di una fornace: tutto il monte tremava molto. Il suono del corno diventava sempre più intenso: Mosè parlava e Dio gli rispondeva con una voce.

III LETTURA
Lettura del profeta Ezechiele 37, 1-14

In quei giorni. La mano del Signore fu sopra di me e il Signore mi portò fuori in spirito e mi depose nella pianura che era piena di ossa; mi fece passare accanto a esse da ogni parte. Vidi che erano in grandissima quantità nella distesa della valle e tutte inaridite. Mi disse: «Figlio dell’uomo, potranno queste ossa rivivere?». Io risposi: «Signore Dio, tu lo sai». Egli mi replicò: «Profetizza su queste ossa e annuncia loro: “Ossa inaridite, udite la parola del Signore. Così dice il Signore Dio a queste ossa: Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e rivivrete. Metterò su di voi i nervi e farò crescere su di voi la carne, su di voi stenderò la pelle e infonderò in voi lo spirito e rivivrete. Saprete che io sono il Signore”». Io profetizzai come mi era stato ordinato; mentre profetizzavo, sentii un rumore e vidi un movimento fra le ossa, che si accostavano l’uno all’altro, ciascuno al suo corrispondente. Guardai, ed ecco apparire sopra di esse i nervi; la carne cresceva e la pelle le ricopriva, ma non c’era spirito in loro. Egli aggiunse: «Profetizza allo spirito, profetizza, figlio dell’uomo, e annuncia allo spirito: “Così dice il Signore Dio: Spirito, vieni dai quattro venti e soffia su questi morti, perché rivivano”». Io profetizzai come mi aveva comandato e lo spirito entrò in essi e ritornarono in vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande, sterminato. Mi disse: «Figlio dell’uomo, queste ossa sono tutta la casa d’Israele. Ecco, essi vanno dicendo: “Le nostre ossa sono inaridite, la nostra speranza è svanita, noi siamo perduti”. Perciò profetizza e annuncia loro: “Così dice il Signore Dio: Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra d’Israele. Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nella vostra terra. Saprete che io sono il Signore. L’ho detto e lo farò”». Oracolo del Signore Dio.

IV LETTURA
Lettura del profeta Gioele 3, 1-5

Così dice il Signore Dio: / «Dopo questo, / io effonderò il mio spirito / sopra ogni uomo / e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie; / i vostri anziani faranno sogni, / i vostri giovani avranno visioni. / Anche sopra gli schiavi e sulle schiave / in quei giorni effonderò il mio spirito. / Farò prodigi nel cielo e sulla terra, / sangue e fuoco e colonne di fumo. / Il sole si cambierà in tenebre / e la luna in sangue, / prima che venga il giorno del Signore, / grande e terribile. / Chiunque invocherà il nome del Signore, / sarà salvato, / poiché sul monte Sion e in Gerusalemme / vi sarà la salvezza, / come ha detto il Signore, / anche per i superstiti / che il Signore avrà chiamato».

SALMO
Sal 103

® Del tuo Spirito, Signore, è piena la terra. oppure ® Alleluia, alleluia, alleluia.

Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Quante sono le tue opere, Signore!
La terra è piena delle tue creature. ®

Togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra. ®

Sia per sempre la gloria del Signore;
gioisca il Signore delle sue opere.
A lui sia gradito il mio canto,
io gioirò nel Signore. ®

EPISTOLA
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 2, 9-15a

Fratelli, sta scritto: / «Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, / né mai entrarono in cuore di uomo, / Dio le ha preparate per coloro che lo amano». Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti conosce bene ogni cosa, anche le profondità di Dio. Chi infatti conosce i segreti dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno li ha mai conosciuti se non lo Spirito di Dio. Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere ciò che Dio ci ha donato. Di queste cose noi parliamo, con parole non suggerite dalla sapienza umana, bensì insegnate dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali. Ma l’uomo lasciato alle sue forze non comprende le cose dello Spirito di Dio: esse sono follia per lui e non è capace di intenderle, perché di esse si può giudicare per mezzo dello Spirito. L’uomo mosso dallo Spirito, invece, giudica ogni cosa.

VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Giovanni 16, 5-14

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato. Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
30/05/2009 20:35
 
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Letture Rito Ambrosiano
 
At 2,1-11; Sal 103; 1Cor 12,1-11; Gv 14,15-20
 
 
 
 PENTECOSTE - Solennità del Signore

Messa del giorno

LETTURA
Lettura degli Atti degli Apostoli 2, 1-11

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, i discepoli si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi. Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».

SALMO
Sal 103

® Del tuo Spirito, Signore, è piena la terra. oppure ® Alleluia, alleluia, alleluia.

Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Quante sono le tue opere, Signore!
La terra è piena delle tue creature. ®

Togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra. ®

Sia per sempre la gloria del Signore;
gioisca il Signore delle sue opere.
A lui sia gradito il mio canto,
io gioirò nel Signore. ®

EPISTOLA

Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 12, 1-11

Riguardo ai doni dello Spirito, fratelli, non voglio lasciarvi nell’ignoranza. Voi sapete infatti che, quando eravate pagani, vi lasciavate trascinare senza alcun controllo verso gli idoli muti. Perciò io vi dichiaro: nessuno che parli sotto l’azione dello Spirito di Dio può dire: «Gesù è anàtema!»; e nessuno può dire: «Gesù è Signore!», se non sotto l’azione dello Spirito Santo. Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune: a uno infatti, per mezzo dello Spirito, viene dato il linguaggio di sapienza; a un altro invece, dallo stesso Spirito, il linguaggio di conoscenza; a uno, nello stesso Spirito, la fede; a un altro, nell’unico Spirito, il dono delle guarigioni; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di discernere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue; a un altro l’interpretazione delle lingue. Ma tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole.

VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Giovanni 14, 15-20

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi».


30/05/2009 20:50
 
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Commento al Vangelo del 31 maggio
Lo Spirito guida i passi della Chiesa
Pentecoste 
29.05.2009
di Giuseppe GRAMPA
Parroco di S. Giovanni in Laterano, Milano


Nell'evangelo di questa domenica di Pentecoste vi è un tratto di singolare tenerezza. Nell'imminenza della sua separazione dai discepoli Gesù dice loro, come a voler fugare le loro paure: «Non vi lascerò orfani». I dodici Gesù li aveva scelti anzitutto «perché stessero con lui e poi per mandarli» ad annunciare l'Evangelo. Ora questo singolare legame-stare con Lui viene meno e Gesù vuole rassicurare i suoi promettendo che la sua presenza continuerà grazie al dono del suo Spirito che viene appunto chiamato l'altro Paraclito, l'altro dopo Gesù, il suo Spirito che rimarrà per sempre con i discepoli. Ai discepoli, prima della sua Ascensione, Gesù aveva promesso: «Riceverete forza dallo Spirito Santo e mi sarete testimoni". Questo Spirito è lo Spirito di Gesù: Spirito che ha formato Gesù nel grembo di Maria, che é su Gesù nel battesimo. Nella Sinagoga di Nazareth Gesù si era presentato con queste parole: «Lo Spirito del Signore è sopra di me» (Lc 4). Ora questo Spirito promesso ai discepoli è donato a Pentecoste e guiderà i passi della Chiesa. Ora anche i discepoli possono dire: «Lo Spirito del Signore è sopra di noi». C'è quindi, grazie allo Spirito, continuità obbiettiva tra Gesù e i suoi discepoli, la sua Chiesa. Soffermiamoci sul racconto della prima Pentecoste, la prima lettura di questo giorno.

Compiendosi i giorni...

...e compiendosi il giorno della Pentecoste. Notiamo questo verbo che già abbiamo in Lc 9,51: «Compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo, si diresse decisamente verso Gerusalemme». Inizia con questa espressione il grande viaggio di Gesù, come inizia il grande viaggio della chiesa. Di nuovo Luca vuol sottolineare la continuità tra Gesù e discepoli.
...dall'alto, dal cielo. L'agire di Dio è contrassegnato appunto dal suo venire da una origine che non è umana. Tre segni accompagnano l'evento e sono ben noti al linguaggio delle manifestazioni di Dio nel V.T. Il vento o soffio è segno della sua presenza (Sal 103: «Fai dei venti i tuoi messaggeri, della fiamma guizzante i tuoi ministri»). Troviamo questo segno soprattutto all'origine della creazione: «Lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque» (Gen 1,2); «Dio soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne vivente» (Gen 2,7). E infine lo Spirito è sul Messia: «Su di lui si poserà lo Spirito del Signore...» (Is 11,2). Il secondo segno è il fuoco per indicare la presenza di Dio (il roveto ardente di Es 3,2; la colonna di fuoco di Es 13,21). Il fuoco indica la trascendenza di Dio (non lo si può afferrare) e insieme la sua vicinanza (riscalda).
...ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo. Uomini e donne ripieni di Spirito appaiono fin dall'inizio del vangelo di Luca: Giovanni Battista, Elisabetta, Zaccaria, Pietro, Paolo. Tuttavia il dono dello Spirito a Pentecoste ha un rilievo speciale, è dono per una comunità, segna infatti l'inizio del tempo della chiesa. Il terzo segno della presenza dello Spirito è una nuova capacità di comprensione tra genti diverse. Per Lc sono importanti due cose in questo evento: lo Spirito promesso da Gesù agli apostoli per metterli in grado di essere suoi testimoni nel mondo si trasforma immediatamente nella parola della predicazione. Lo Spirito e la missione universale costituiscono una unità inscindibile. Lo Spirito crea qui la prima comunità cristiana e la prima missione universale.

Il segno delle lingue

Il segno delle lingue è stato messo in rapporto alla pagina di Babele (Gen 11). Allora la divisione dei linguaggi era il segno della frattura dell'umanità, ora la molteplicità delle lingue, le diversità non impediscono la comprensione e la comunicazione. Grazie allo Spirito nasce un nuovo popolo ricco di diversità, molteplice per razze, lingue e culture eppure uno. I nostri giorni sono segnati da diffuse paure per le diversità avvertite come minaccia alla nostra identità. Lo Spirito è fattore di unità grazie alla ricchezza delle diversità. Notiamo anche il parallelismo tra la reazione di diffidenza suscitata dall'ingresso in scena di Gesù nella Sinagoga di Nazareth, il suo villaggio (Lc 4,14ss: «Non è forse questi il figlio di Giuseppe, il carpentiere?»), e l'analoga diffidenza suscitata dalla prima predicazione degli apostoli: «Non sono forse questi tutti Galilei?». L'umanità di Gesù e l'umanità della chiesa suscitano diffidenza e sfiducia. E' invece Luca vuole, con questi parallelismi, rafforzare la continuità tra Gesù e la Chiesa. La dimensione universale della Chiesa è sottolineata dalla tavola dei popoli. I primi quattro nomi designano zone appartenenti all'impero dei Parti, la potenza ai confini orientali dell'impero romano; gli altri menzionano genti dell'impero romano. Di nuovo Luca vuole, con questo elenco, raccogliere i rappresentanti di tutti i popoli come testimoni della Pentecoste e primizie della chiesa. Riconoscere il dono dello Spirito vuol dire che non c'è persona veramente irrecuperabile, impenetrabile. Per questo, senza cadere in facili ottimismi dobbiamo esser aperti ai molteplici segni, al vento e al fuoco dello Spirito. Quante energie di bene, gesti di coraggio:bisogna esser aperti a riconoscerli e favorirli. Esser mossi dallo Spirito vuol dire riconoscere in sè un principio interiore, la coscienza, il cuore in cui l'uomo incontra Dio. La nostra storia non è che la proiezione visibile di ciò che avviene nell'intimo. Infine lo Spirito guida verso la missione, la testimonianza coraggiosa. La comunità animata dallo Spirito non potrà mai essere ghetto, piccolo clan, elite, ma respiro universale, abbraccio sconfinato. Lo Spirito costruisce una chiesa così, e pone nel tessuto sociale un principio di fraternità, di apertura, di universalismo.
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