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INDUISMO
Rapporti con l’induismo
A proposito delle religioni orientali il Concilio afferma : “Nell’induismo, gli uomini scrutano il mistero divino e lo esprimono con l’inesauribile fecondità dei miti e con penetranti tentativi della filosofia ; essi cercano la liberazione dalle angosce della nostra condizione, sia attraverso forme di vita ascetica sia nella meditazione profonda, sia nel rifugio in Dio con amore e confidenza
”(1).Gli indù affermano con convinzione che nessuna religione possa da sola soddisfare le esigenze di tutti gli uomini.Dato che secondo la loro concezione di vita sostengono che ognuno debba avere una religione che lo soddisfi, ci devono essere di conseguenza tante religioni. Disapprova l’odio, il fanatismo ed il bigottismo.Ghandi asserisce Per me Gesù è stato uno dei maestri più grandi che l’umanità abbia mai avuto. Per i suoi seguaci, egli è stato l’unigenito Figlio di Dio.  Non credo che il fatto che io accetti o non accetti questa credenza debba escludermi dal suo insegnamento. Esso è per me fonte di rinascita spirituale, perchè la vita di Gesù è l’espressione della sua intimità con Dio. Come nessun altro, Egli ha fatto la Sua Volontà. In questo senso lo riconosco come Figlio di Dio”(2).
 
Le vie di liberazione per gli indù sono molteplici e Sri Ramakrishna, considerato l’ultimo profeta dell’induismo afferma "Tante fedi, tante strade".


1) cfr. Nostra Aetate, 2.
2) M.K.Ghandi, GANDHI PARLA DI GESU’, E.M.I. - (Bo 1988) 




CONSIDERAZIONI
Il complesso culturale dell’induismo considera legittimo un numero considerevole di darshana, o punti di vista, che l’individuo può adottare. Il più rimarchevole è quello Vedanta, basato sull’insegnamento delle Upanishad, che può essere considerato un insieme di scritture poetiche; e quello Yoga, una via di meditazione trascendentale adottata dagli indigeni dell’india. Entrambi, Vedanta e Yoga, sono concepiti come vie di liberazione dal mondo, che è considerato una illusione della realtà. Normalmente , sia il Vedanta che lo Yoga sono intrapresi al raggiungimento dell’età adulta, quando cioè l’individuo si è stabilito nella propria casta, che può essere considerata il suo ruolo e la sua vocazione, ed è finalmente pronto a trasmettere i suoi doveri sociali ai propri figli. Per cui, Vedanta e Yoga non sono usualmente accessibili ai bambini, così come le Scritture ed i dogmi di parecchie religioni tradizionali, ma solo agli adulti maturi e pienamente educati socialmente. Queste vie possono coinvolgere completamente l’individuo che rinuncia al proprio ruolo mantenendo solo gli obblighi sociali e decide di prepararsi alla morte. La ragione è che la morte è ritenuta una calamità quando capita ad una persona che si ritiene ancora un individuo distinto e separato, per cui è ritenuto necessario intraprendere questa via almeno prima di morire. Secondo i Vedanta, l’idea che il mondo è una molteplicità di oggetti distinti è considerata maya (illusione), risultante da un modo di pensare convenzionale. Siccome maya originariamente significava “misurare”, il mondo è creduto essere misurato e classificato come differenza di esperienze umane rese possibili dalla parola o dall’idea (desiderio). Nello stesso modo, cioè, che per definire una curva complessa occorre misurarla come se fosse una serie di punti distinti, per descrivere e pensare la natura, occorre dividere in unità e termini comprensibili qualsiasi cosa o evento. Questa procedura, anche se utile, da l’impressione che gli eventi siano separabili gli uni dagli altri e che un evento potrebbe capitare indipendentemente dagli altri. Per cui il piacere potrebbe esistere senza il dolore o la vita senza la morte. Lo stesso dicasi per tutte le cose. I Vedanta sostengono che tutte le distinzioni sono collegate l’una all’altra e così anche gli opposti : il conoscitore al conosciuto, il soggetto all’oggetto cioè essi sono distinti ma inseparabili come le due fcce della stessa moneta. In altre parole il mondo può essere diviso in cose separate solo nei pensieri. In concreto il mondo è un’unità inseparabile o precisamente una non-dualità, perchè l’unità è un concetto che esiste soltanto in relazione all’idea della diversità. Il vero stato del mondo non sarebbe ne unità nè molteplicità, sarebbe piuttosto un tutto incommensurabile, indescrivibile ed indefinibile. Un uomo perciò potrebbe riconoscere che nel suo profondo conscio (atman, nell’induismo) egli non sia un individuo distinto ma addirittura Brahman, oppure l’indefinibile totalità. Il Brahman è indefinibile, perchè la realtà del mondo non può essere classificata. Anche se Brahman non può essere definito con parole o concetti astratti, può essere però sperimentato, e la realizzazione di questa esperienza è la funzione dello Yoga. Questa realizzazione consiste nella così detta unificazione della coscienza, cioè nella rinuncia temporanea dei pensieri divisivi e nell’abbandono di tutte le idee e dei concetti della vita. Il mondo così può essere provato nella sua originalità, realtà e inseparabilità. Questo tipo di espe-rienza non è come si potrebbe pensare, il vuoto della mente e neppure la concezione di uno spazio vuoto. Se lo studioso di religioni comparative chiede ad un Cristiano ed a un Vedantista di esprimere le loro idee sulla realtà ultima, il Vedantista rimarrebbe in silenzio o direbbe quello che non è, invece il Cristiano descriverebbe con affermazioni gli attributi di DIO come il suo amore, la sua saggezza e intelligenza. Lo studioso potrebbe presupporre che quest’ultimo riconosce un Dio che esiste positivamente mentre il primo un dio quasi inesistente. Lo studioso potrebbe concludere che il Vedanta è una religione con l’idea di un dio impoverito, e non percepire che il fatto della mancanza di un linguaggio religioso indica in effetti che il Vedanta ,non può essere considerato una religione. Due modi distinti di esprimersi caratterizzano due diverse esperienze spirituali : il modo religioso cerca di descrivere la realtà ultima come chi volesse descrivere i colori ad una persona cieca comparandoli alle diverse temperature. Il modo delle vie della liberazione la descrive invece come chi cercasse di descrivere alla persona cieca quello che il colore invece non è. Comunque entrambi questi modi di parlare possono essere usati. Una religione descrive l’ultima realtà in termini comprensibili al pensiero e all’immaginazione umana, e così l’immagine di Dio è determinata in modo definito. La via di liberazione invece tralascia i concetti relativi alle esperienze e alle sensazioni dirette negando qualsiasi definizione, e così il suo punto di vista rimane indeterminato e indefinito.
[Modificato da maxis35 18/08/2011 23:39]