00 18/06/2011 15:47
l’opinione degli studiosi storici

Molti imparano la storia dai romanzi e dai film, se però questi sono erronei e falsi, la finzione rischia di sostituirsi alla storia, da qui la necessità e l’urgenza di fare chiarezza.
Prima del prologo del romanzo stesso c’è un elenco di dati presentati come fatti storici che rispecchiano la realtà (pag.9). Dan Brown nel suo sforzo di presentare in modo oggettivo i fatti li modifica trasformandoli così in finzione letteraria.

Questa ricerca che si basa soprattutto sugli studi  di un eminente storico quale è Bart D. Ehrman si occuperà solo della parte inerente i documenti storici.      


Alcuni errori individuati tratti da Bart D. Ehrman :

 
  1. La vita di Gesù non è stata scritta da migliaia di seguaci. Gesù non aveva “migliaia di seguaci” e men che meno alfabetizzati. (pag.272)
  2. Non è vero che “più di 80 vangeli sono stati presi in considerazione per il Nuovo Testamento” (pag.272)
  3. Non è assolutamente vero che prima del concilio di Nicea Gesù non era considerato divino bensì un “profeta mortale” (pag.273). La maggioranza dei cristiani, fin dall’inizio, ne riconosceva la divinità. (Alcuni credevano solo alla sua divinità).
  4. Costantino non commissionò mai una “nuova Bibbia” tanto meno una che omettesse  i riferimenti all’umanità di Gesù (pag.275). Inoltre i libri canonici inclusi nella Bibbia sono ricchi di riferimenti ai tratti umani di Cristo quali: affamato, stanco, arrabbiato, turbato, ferito, sofferente, morente…
  5. I Rotoli del Mar Morto che furono trovati nel 1947 e non “negli anni 50” (p.275) sono documenti che fanno riferimento al mondo ebraico e non a Gesù e non hanno nulla di cristiano (pag.288).
    1.  I documenti di Nag Hammadi non raccontano affatto la storia del Graal, né sottolineano l’umanità di Gesù. Semmai il contrario.
  6. Il “costume dell’epoca” non imponeva “a un ebreo di essere sposato” )pag.288). I membri della comunità dei Rotoli del Mar Nero (Qunram) erano in gran parte celibi.
  7. Di Maria Maddalena non si ha alcun dato relativo alla sua discendenza. Nulla che la colleghi alla “Casa di Beniamino” che comunque non ha alcun legame con la discendenza di Davide (pag.291)
  8. Non c’è nessun dato che asserisca che  Maria Maddalena sia stata incinta (pag.298).

  

L’imperatore Costantino

 

Si legge nel “Codice Da Vinci” :

“Pensavo che Costantino fosse cristiano” commentò Sophie. “niente affatto” rispose Teabing, con un’alzata di spalle. “E’ stato pagano per tutta la vita ed è stato battezzato sul letto di morte, quando era troppo debole per opporsi…Tre secoli dopo la crocifissione di Gesù Cristo, i suoi seguaci si erano moltiplicati in modo esponenziale. Cristiani e pagani cominciavano a litigare e il conflitto saliva a tali proporzioni da minacciare di spaccare Roma. Costantino allora pensò di prendere provvedimenti. Nell’anno 325 decise di unificare Roma sotto una sola religione, il cristianesimo.”
Sophie era sorpresa. “Perché un imperatore pagano avrebbe dovuto scegliere come religione ufficiale il cristianesimo?” Teabing rise. “costatino era anche un ottimo uomo d’affari. Vedendo che il cristianesimo era in ascesa, si è semplicemente limitato a puntare sul cavallo favorito” (pag. 272)        

Prima di Costantino i cristiani dell’inizio del IV secolo erano una sparuta minoranza all’interno dell’impero perseguitati dalle autorità di governo e non erano certo il “cavallo favorito”.

I pagani erano la stragrande maggioranza ed adoravano divinità di ogni sorta, le lotte  vi furono solo dalla parte di questi contro i cristiani. Il motivo delle persecuzioni si deve soprattutto alla superstizione dei pagani che credevano che il non attribuire il culto agli dei provocasse in essi l’ira e di conseguenza la loro vendetta con ogni sorta di calamità (pestilenze, carestie, siccità, terremoti, etcc..). Chi non attribuiva onori e culto agli dei erano proprio i cristiani che credevano in un solo Dio, il Dio di Gesù,  per cui la causa di ogni male non poteva che essere loro.

Non si trattava dunque, come  Dan Brown fa dire a Teabing, di due fazioni in lotta.

Governavano allora due imperatori: Diocleziano ad oriente, Massimiano ad occidente.
Entrambi avviarono persecuzioni nei riguardi dei cristiani in tutto l’impero: furono promulgati editti che prescrivevano la demolizione delle chiese, l’abolizione dei privilegi di classe per i cristiani, il rogo dei testi cristiani e l’arresto degli alti rappresentati del clero nonché l’editto che tutti i cittadini romani facessero sacrifici agli dei pena la morte o la condanna a vita ai lavori forzati.

Nel riassunto di Teabing è Costatino a porre fine al conflitto fra pagani e cristiani nel 325.
In realtà Costantinò proclamo la sospensione delle persecuzioni verso i cristiani nel 313.

Costatino, contrariamente a ciò che si legge nel “Codice Da Vinci”, si convertì al cristianesimo in occasione dell’abdicazione di Diocleziano, quando divenne imperatore al suo posto.
Dato che Massimiano reclamava per sé il trono imperiale, Costantino dovette battagliare con lui.

Sconfittolo il figlio di  Massimiano prese il controllo della città; Costastino allora marciò su Roma deciso ad essere l’unico regnante e al Ponte Milvio, sul Tevere e dopo una grande battaglia sconfisse anche il figlio.
Questi fatti sono scritti nella biografia di Costantino dallo storico Eusebio il quale narra anche della visione che Costantino raccontò dopo la vittoria; la famosa visione del “in hoc signo vinces” nella quale vide lo stendardo a forma di croce ed ebbe l’apparizione in sogno di Gesù che gli disse di usare il simbolo della croce come protezione contro il nemico.

Se è pur vero che non fu un cristiano modello perché conservò qualche abitudine pagana di certo si convertì già all’inizio del suo impero, proclamò ufficialmente che il giorno del sole fosse dedicato al Dio Cristiano (la “domenica” il giorno del Signore) e scelse di festeggiare il Natale al solstizio d’inverno. L’anno 313 Costantino si accordò con Licinio che governava la parte orientale dell’impero per proclamare la cessazione delle persecuzioni contro i cristiani con l’editto noto con il nome di “Editto di Milano”. Fu questo e non come racconta il “Codice Da Vinci” il concilio di Nicea che fu convocato dopo ben dieci anni.   Teabing ha ragione quando afferma che fu battezzato solo sul letto di morte nel 337 ma non contro la sua volontà.

A quei tempi era abbastanza frequente che i cristiani aspettassero fino alla fine a ricevere il battesimo.
Comunque molto tempo prima aveva resa nota la sua fede cristiana, per mezzo, tra l’altro di privilegi e benefici che aveva riversato sulla Chiesa e sul clero e sui cristiani.
Tanto che la gente si convertiva in massa alla nuova religione.
L’opera di unificazione dell’impero era già in atto da molto prima del 313, Costantino non fa che proseguire questo processo cercando di risolvere i problemi che vi si opponevano.
Uno di questi era la divisione su alcuni punti della fede della religione cristiana che ora diveniva sempre più la religione più importante dell’impero. 

 Il Concilio di Nicea.

Si legge nel “Codice da Vinci”:
“Durante questa fusione delle religioni, Costantino sentì il bisogno di rafforzare la nuova tradizione cristiana, e perciò convocò una famosa riunione ecumenica nota come concilio di Nicea…A quella riunione si discussero molti aspetti del cristianesimo, che furono decisi attraverso un voto: la data della Pasqua, il ruolo dei vescovi, l’amministrazione dei sacramenti e, naturalmente, la divinità di Gesù. Fino a quel momento storico Gesù era visto come dai suoi seguaci come un profeta mortale,: un uomo grande e potente ma pur sempre un uomo. Un mortale.” …”la divinità di Gesù è stata il risultato di un voto…e per di più con una maggioranza assai ristretta…Costantino lo ha trasformato in una divinità che esiste al di fuori del mondo, un’entità il cui potere non si può contraddire” (pag. 273 274).        

Quello di Nicea(attuale Iznic in Turchia)  fù il primo concilio ecumenico della storia della Chiesa (anno 325). Esso fu voluto da Costantino il Grande per dirimere le questioni sulla natura della divinità di Gesù e non sulla definizione della divinità di Gesù, che era cosa risaputa fra tutti i cristiani e non fù mai messa in dubbio sin dalle origini della prima Chiesa e non fù certo un’invenzione di Costantino per acquisire più autorità, come fa invece intendere Dan Brown. . Il Concilio di Nicea ha deciso sul  problema della Trinità, definendo che il Figlio è della stessa Sostanza del Padre. Si tratta quindi non di una questione cristologica bensì di una definizione trinitaria.
Vedendo i cristiani dell’impero dividersi tra la dottrina di Ario e quella di Atanasio, l’imperatore temette per l’unità dell’impero e decise così di convocare il primo Concilio generale della Chiesa.
Trecentoventi vescovi si riunirono per esprimersi sulla  natura della divinità di Gesù; ben trecentodiciotto furono favorevoli ad Atanasio e solo due appoggiarono la tesi di Ario. Ario sosteneva che Gesù essendo generato dal Padre doveva essere più giovane e successivo al Padre mettendo così in discussione l’unità della Trinità affermando così che il Figlio non era della stessa sostanza del Padre ma che era addirittura inferiore al Padre. Atanasio sostenne invece che non vi è distinzione tra Cristo e Dio, perché della medesima sostanza, avversando risolutamente la tesi di Ario. L’arianesimo così fu definitivamente bandito e l’unità della Cristianità e di conseguenza dell’impero fu consolidata . Costantino presiedette il Concilio ma non si permise mai di esprimere un suo parere anche minimo sulle questioni teologiche, si limitò a ratificarne gli esiti. Soprattutto non si permise di cancellare alcun Vangelo; i Vangeli Canonici erano stati definiti fin dai primi tempi del cristianesimo dagli stessi Apostoli e dagli autori dei Vangeli. Il Sabato fu sostituito dalla Domenica fin dal primo secolo come attestano san Paolo nelle sue lettere ed alcuni documenti.
Dan Brown fa intendere che tutti i vangeli che furono scartati descrivevano Gesù come umano contrariamente ai quattro scelti dal Concilio di Nicea che Lo descrivevano divino. Semmai è vero il contrario; i vangeli apocrifi presentavano Gesù unicamente divino.

 

Le posizioni eretiche dei primi secoli, Ario e Atanasio :

Gli adozionisti ritenevano che Gesù fosse umano in ogni senso, generato dall’unione sessuale di Maria e di Giuseppe, Dio lo adottò perché era uomo giusto e gli affidò la missione di salvare l’umanità, mediante il suo sacrificio sulla croce. Come ricompensa lo resuscitò e lo fece sedere alla sua destra. La corrente opposta che fu chiamata dei docetisti insisteva, invece, che Gesù non era umano; lo sembrava ma era unicamente divino e non aveva alcuna  emozione o fragilità, senza quindi la possibilità di soffrire o di morire.
Altri affermavano invece che Gesù era il Padre fattosi uomo (patripassianesimo). Certamente costoro non avevano letto il NT che non esisteva ancora come lo conosciamo. Tutti i libri che lo compongono esistevano già ma non erano ancora stati raccolti in un canone e chiamati Nuovo Testamento. La formazione del Canone fù la risposta alle controversie, tra cui quelle dei primi secoli sull’identità di Gesù.
La cristianità non accettò queste pretese di spiegazione del mistero di Cristo; Ario, cercando di fornire una spiegazione logica  definì che al principio era il Padre, in seguito Egli creò il Figlio e mediante lui tutta la creazione, stabilendo in questo modo una gerarchia tra il Padre ed il Figlio, molti cristiani aderirono a questa conclusione(arianesimo). Ad Ario si contrappose Atanasio, combattendo le sue affermazioni ed asserendo l’uguaglianza (della stessa sostanza) tra Padre e Figlio il quale era già presso il Padre dall’eternità.            
 La Chiesa per appianare queste controversie che minavano l’unità della cristianità, si avviò alla definizione della Trinità mediante il Concilio di Nicea. Come già detto il Canone no fù il frutto di un momento ma di un lungo processo fatto di lunghi studi e discussioni che si protrassero per circa due secoli cominciati già centinaia di anni prima di Costantino e già dall’inizio furono prescelti solo i quattro Vangeli che sono inseriti nel NT, come si deduce dagli scritti di Giustino agli inizi del secondo secolo nei quali i quattro vangeli vengono citati col nome di “memorie degli apostoli”. Ireneo definì che unicamente i Vangeli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni e che chiunque ne usasse uno solo di essi o ne aggiungesse un altro non era sulla retta via; questo quando ancora il canone era in procinto di essere definito. Durante questo lungo periodo diversi gruppi cristiani eterogenei fra loro tentarono di voler fare accettare i propri testi sacri come canonici. La lotta per imporre le proprie Sacre scritture fu un vero conflitto. Solo un gruppo però ebbe ragione e fissò le basi del Credo cristiano (quello del concilio di Nicea) e decise quali furono i testi da inserire nel canone delle Sacre scritture mediante criteri rigorosi che vedremo più avanti. Contrariamente a quello affermato da Dan Brown la decisione non fù, quindi, presa da Costantino in un determinato momento del suo impero. Il Canone che ebbe inizio già un paio di secoli prima di Costantino fù concluso circa cinquant’anni dopo la morte dell’imperatore con la versione definitiva dell’elenco dei libri che ne fanno parte ad opera della Chiesa con l’apporto di Atanasio.  Il primo elenco dei libri che dovevano essere accolti nel  canone cristiano, risale ai tempi di Ireneo di autore anonimo, fù scoperto da Ludovico Antonio Muratori in una biblioteca di Milano.
Sebbene il manoscritto risalga allVIII secolo, la lista sembra essere stata compilata originariamente a Roma alla fine del secondo secolo.

Esso descrive i libri allora inseriti nel canone: il frammento parte descrivendo: “  il terzo libro è il Vangelo secondo Luca…il quarto è quello di Giovanni…” vengono citati in oltre gli Atti degli apostoli e le lettere di Paolo: nove indirizzate a sette chiese(Corinzi, Efesini, Filippesi, Colossesi, Galati, Tessalonicesi, e Romani) – due delle quali scritte due volte (Corinzi, Romani) e quattro individuali (Filemone, Tito e Timoteo[2] ) esclude poi la lettera ai Laodiceani e quella agli Alessandrini entrambe falsamente attribuite a Paolo per favorire l’eresia di Marcione…. “non possono essere accettate dalla Chiesa cattolica perché non è appropriato che il fiele sia mischiato al miele” Vengono poi definite accettabili le lettere di Giovanni e la Sapienza di Salomone che non ritroviamo nel incluso nel NT, l’Apocalisse di Giovanni e quella di Pietro da non confondersi con quella copta. Il canone prosegue affermando che un libro intitolato “il pastore” di Erma è stato scritto di recente e non può essere incluso perché non scritto da un apostolo.

Vi è poi l’elenco dei libri scartati “Non accettiamo nulla che provenga da Arsinoo, Valentino, o Milziade, il quale ha scritto anche un nuovo libro di salmi per Marcione insieme a Basilide, fondatore asiano dei Catafrigi …” il frammento si conclude qui, troncando la frase.

 Criteri di inclusione dei libri nel canone cristiano : 1 Antico: cioè vicino all’epoca di Gesù

2 Apostolico: cioè scritto da un apostolo o da un suo compagno
3 Cattolico: cioè universale, ampliamente accettato dalle chiese ufficiali
4 Ortodosso: cioè con contenuto attinente alla vera natura di Cristo e  che avesse connotati di antichità, apostolicità  e cattolicità.  

 

Ma Dan Brown scrive “Costantino commissionò e finanziò una nuova Bibbia, che escludeva i vangeli in cui si parlava dei tratti umani di Cristo”. In “Sulla vita di Costantino”, Eusebio racconta che nell’anno 331 d.C l’imperatore gli richiese personalmente cinquanta copie della Bibbia cristiana per le chiese che stava facendo costruire a Costantinopoli. Quindi un’ordinazione che non includeva certo di includere od escludere i Vangeli come asserisce falsamente Dan Brown.
E’ vero: la Bibbia non ci è arrivata per fax come scrive Dan Brown ma nemmeno fu decisa da Costantino, bensì ci è stata consegnata così come la conosciamo, dopo approfonditi studi che hanno occupato un lungo lasso di tempo per determinare quali fossero i libri realmente canonici, come abbiamo visto.
A quanto ci risulta, il canone definitivo risale alla fine del IV secolo a trecento anni di distanzadalla scrittura dei ventisette testi del NT, alla fine la Chiesa approvò il canone  redatto da Atanasio che per certi versi fu l’autorità che dichiarò quali libri avrebbero formato il canone del Nuovo Testamento

  Gli Apocrifi cari a  Dan Brown 

Leggiamo nel  “Il codice da Vinci”:

 “Gesù Cristo è una figura storica di enorme influenza, forse il leader più enigmatico e seguito che il mondo abbia conosciuto… Com’è comprensibile, la sua vita è stata scritta da migliaia di suoi seguaci in tutte le terre… Più di ottanta vangeli sono stati presi in considerazione per il Nuovo Testamento, tra cui quelli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni.” (pp. 271-272) “Come ho detto” spiegò Teabing “La Chiesa delle origini doveva convincere il mondo che il profeta mortale Gesù era un essere divino. Di conseguenza, ogni vangelo che descriveva gli aspetti terreni della vita di Gesù doveva essere omesso dalla Bibbia. Purtroppo per quei vecchi correttori, un tema terreno particolarmente preoccupante continuava a presentarsi nei vangeli. Maria Maddalena.”…”O più in particolare ,il suo matrimonio con Gesù Cristo” (p.286) 

La verità storica è che furono presi in considerazione solo i quattro vangeli canonici. I vangeli esistenti oltre ai quattro canonici sembrano essere circa una ventina che non furono scritti da migliaia di seguaci in tutte le terre, tenendo conto che ai tempi di Gesù pochissimi erano le persone in grado di leggere e scrivere e non furono scritti tutti nei primi due secoli. Gli apocrifi che si conoscono e di cui sono pervenuti documentazione sono infatti:

 Scritti agli inizi del secondo secolo (100-130)

V. dello Pseudo Tommaso: che riguarda l’infanzia di Gesù, presentato come una divinità dotata di poteri miracolistici.
V. di Tommaso:  ispirato alla dottrina gnostica, presenta molte similitudini con i quattro Vangeli; solo un terzo del testo è completamente originale ma di contenuti gnostici.



Scritti nell’anno 150 circa:
V. di Giuda: che presenta Gesù come formato da due esseri: uno corporeo e umano che funge da contenitore e in un certo senso da prigione dell’altro prettamente divino.
Compito di Giuda sarà quello di liberare Gesù divino dalla sua umanità e per questo di assumersi una missione che lo porterà ad essere superiore agli altri apostoli.
V. di Filippo: da ascrivere alla corrente gnostica valentiniana, il V. a cui Dan Brown si riferisce per costruire la sua teoria sulla Maddalena moglie di Gesù e madre di Sofia, in particolare dal passo:
55 La Sofia, che è chiamata sterile, è la madre degli angeli. La compagna di [Cristo è Maria] Maddalena. [Il Signore amava Maddalena] più di tutti i discepoli e la baciava spesso sulla [bocca].  
Tra parentesi  le aggiunte degli studiosi per supplire ai buchi nel testo frammentario, rinvenuto dai documenti antichi. Perché “sulla bocca” lo spiega il passo:
31 [Colui che si nutre] dalla bocca, se di lì è uscito il Logos, dovrà essere nutrito dalla bocca, e diventare “perfetto”. Perché il perfetto diventa fecondo per mezzo di un bacio, e genera.
V. della Verità: dissertazione su alcuni punti fondamentali della dottrina gnostica
Libro segreto di Giovanni evangelista: si ispira alla corrente docetista e manicheista che asserisce esserci due Dei, uno del bene e uno del male.
Protovangelo di Giacomo: riguarda la natività di Maria e l’infanzia di Gesù.

 Scritti dal III secolo:
V. di Pietro:  tardo sviluppo del materiale tradizionale dei quattro Vangeli, modificato e teso a giustificare i romani e ad accusare unicamente gli Ebrei della morte di Gesù. La resurrezione viene descritta sul piano del mito, quando tre figure si levano dal sepolcro raggiungendo in altezza il cielo ed una delle tre superandolo addirittura, con una croce che cammina dietro loro  e parla. (41 Quindi udirono una voce dall’alto che diceva “Hai predicato ai dormienti?” 42 Poi si sentiva la risposta proveniente dalla croce: “Sì”.)

Scritti dal IV secolo in poi 
 
Libro sulla Natività di Maria: derivante dalla prima metà del pseudo Matteo

V. di Nicodemo: a
pologetico nei confronti dei romani.
V. di Bartolomeo: riguarda la passione e la resurrezione di Gesù dove troviamo un interessante dialogo surreale di Bartolomeo con Beliar (Satana) che gli svela la storia della sua caduta dal Paradiso e i nomi e i compiti degli  angeli e degli arcangeli.
Pistis Sophia: – testo che tratta della dottrina gnostica.  Narra di come uno spirito del tutto simile a Gesù incontri Gesù giovinetto e con lui divenga una sola cosa. Gesù risponde alle domande dei discepoli e  spiega anche come  Maria Maddalena  ha una posizione preminente fra di loro accanto a Giovanni il vergine.
Da qui le congetture su Maddalena e sul femminino del “il Codice da Vinci” di Dan Brown. E’ altresì molto probabile che Dan Brown abbia avuto da qui l’ispirazione a chiamare la presunta figlia di Gesù: Sofia.    

 

Scritti dal V secolo:  
V. dell’infanzia arabo siriano:    narra alcune leggende sulla nascita di Gesù, dei miracoli da lui compiuti in Egitto, alcune delle quali sono anche riportate da Maometto  nel suo Corano. Vi si legge “…I suoi compaesani esclamarono: “Non c’è dubbio che Giuseppe, Maria e il bambino sono dei, non uomini”.
V. dell’infanzia arabo armeno:  riguarda la nascita di Gesù che descrive come nel siriano mediante alcune leggende, più ricche di dettagli.  
Storia di Giuseppe il falegname: riguarda l’infanzia di Gesù

Scritti dal VI secolo:  
V. dello Pseudo Matteo: riguarda l’infanzia di Gesù; è una rielaborazione delle leggende dei precedenti V. epurati dalla parte miracolistica e aventi come obiettivo di far risaltare la gloria della vergine Maria.
Da esso ebbero ispirazione le arti figurative, la letteratura dell’epoca ed il presepe.   

Conclusioni
Come abbiamo potuto constatare molti di questi testi sono gnostici, cioè si riferiscono alla conoscenza di Dio mediante un’esperienza  esoterica della dimensione spirituale del mondo.
Essi presentano detti segreti di Gesù e insegnamenti occulti che se capiti e usati, originerebbero il raggiungimento di uno stato superiore della coscienza. Presentano un Gesù  prettamente divino al contrario dei quattro canonici che mettono in rilievo sia la natura umana che quella divina di Gesù.
Naturalmente questi Vangeli non ebbero fortuna nella maggioranza delle comunità cristiane, per il loro carattere esoterico.
Altri sono apologetici e tendono a sgravare i romani a danno degli ebrei dall’accusa di deicidio.
Altri ancora cercano di colmare le lacune sull’infanzia di Gesù dei quattro Vangeli Canonici, inventando storie fantasiose miracolistiche, presentandoci talvolta un Gesù bambino capriccioso e vendicativo che fa uso del suo potere per imporsi sui suoi compagni di gioco. In essi è messa in risalto la divinità di un Gesù  mitico leggendario e così accomunato alle divinità greche pagane, per cui si sbaglia Dan Brown a vedere in essi degli aspetti terreni, tenendo conto anche che molti di essi non erano ancora stati scritti ai tempi del concilio di Nicea.