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La pranoterapia non è ne un miracolo ne un dono naturale.

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    maxis35
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    00 12/06/2011 14:03
    Quanta confusione .....

    27 agosto 1998

    Alla pregiatissima
    Famiglia cristiana, rubrica: “Risponde il teologo”

    Via Giotto 36 – 20145 Milano.

     

    Oggetto:  vs. articolo “La pranoterapia è un dono naturale non un miracolo” di Salvino Leone, del 28 giugno1998.

     

    Spettabile Direzione,

    oltre che cristiano praticante, sono un appassionato studioso di storia delle religioni e non condividendo l’articolo in oggetto che non ritengo completamente conforme agli insegnamenti della Chiesa, vi invio alcune definizioni dei termini inerenti il “prana” e le relative conclusioni che spiegano il mio punto di vista.  

    “Prana: termine sanscritto che indica il respiro, l’energia che dona e conserva la vita. Prana, nella mitologia induista, è personificata quale dea della vita. Il completo controllo del respiro gioca un ruolo decisivo nelle pratiche meditative dello yoga.”

    “Prana: termine sanscritto che significa “respiro”, “soffio vitale” e indica, nell’induismo, l’energia che dona e conserva la vita. Nel significato di “controllo del respiro” e, in senso più ampio, di “controllo dell’energia” il p. è uno degli stadi dello yoga; in particolare indica il completo controllo del respiro che, al pari dell’asana, è essenziale per il buon funzionamento della mente.”[ii]

    “Pranayama: termine sanscritto indicante la scienza che studia il prana così da consentirne il controllo. Il p. consiste altresì in pratiche di respirazione yoga che facilitano il raggiungimento della liberazione interiore.”[iii]

    “Pranoterapia: derivata dal termine sanscritto prana (“respiro”, ma in senso più ampio anche “energia vitale”), è una tecnica basata sulle qualità benefiche trasmesse attraverso l’imposizione delle mani da parte di un operatore (pranoterapeuta) allo scopo di guarire una malattia o, più semplicemente, di calmare un dolore.”[iv]

    “…in questo contesto, la conoscenza standard da noi considerata nei due capitoli precedenti circa “il potere serpe” (Kundalini), le aree vitali (vayus e pranas), i canali (nadis) in cui queste viaggiano, ed altri argomenti del genere, appaiono ragionevoli.”[v]

    “Kundalini: termine sanscritto che significa “serpente” (la radice Kunda vuol dire “pozzo”,”riserva di energia”) e indica, nell’induismo, il potere psicosessuale che occorre risvegliare dalla zona dove giace sopito, nella regione del coccige. Dopo il risveglio, la k. risale penetrando tutti i chakra fino a raggiungere il sahasrachakra, dove può portare a compimento il suo percorso e realizzare per intero le proprie potenzialità spirituali. L’energia della k., quindi se correttamente indirizzata, può fare approdare alla consapevolezza totale della propria condizione e al raggiungimento della liberazione: è infatti lo strumento attraverso cui si portano alla luce le divinità latenti nel corpo umano. Il risveglio della k. richiede spesse volte degli anni, poiché è indispensabile fermezza di mente e un forte desiderio di riuscire nell’intento. Il contatto sessuale è particolarmente adatto per risvegliare la k. e in tal caso può condurre la coppia unita alla trascendenza. Il respiro profondo, lo sforzo fisico, l’eventuale uso dei mantra, possono concorrere efficacemente al raggiungimento dell’obiettivo. Il risveglio si avverte grazie a una sorta di brivido proveniente dall’interno del proprio corpo, una sensazione di freddo e di caldo che si mescolano insieme con un senso di liberazione che giunge addirittura a bloccare il respiro.”[vi]

    “Kundalini: in sanscritto significa “serpente” e viene raffigurata nella forma di questo rettile. Per gli induisti è l’energia spirituale, che si risveglia dal luogo dove giace arrotolata come un serpente nella zona del coccige, risale, poi, tutti i chakra, i centri della vitalità psicofisica fino a raggiungere il sahasrara (“la sede di Shiva”), il chakra più importante, dove la Kundalini sviluppa tutta la sua potenza spirituale nell’illuminazione. L’unione mistica della Kundalini con Shiva è l’obiettivo del kundalini-yoga, che comprende una serie di esercizi respiratori, posizioni di yoga e delle mani(mudra).”[vii]   

       

    Leggendo le definizioni menzionate, si può notare che il prana è elemento essenziale per le religioni orientali, specialmente per l’induismo, che fa normalmente uso delle tecniche dello yoga che rappresenta, dal punto di vista induista, certamente un dono. Si legge infatti nel “La Bahagavad Gita” che Bhagavan (il Signore, sia sempre benedetto!) disse: “Da tempo immemorabile ho insegnato le due vie regie ai miei seguaci: quella della Sapienza divina (Aghia Sophia), che è la via gnostica per gli intellettuali (e le menti speculative), e la via dell’attività, il Karma Yoga per gli uomini pratici.”[viii].

    Ora, anche se la Chiesa in materia non si è ancora pronunciata, né negando né approvando la pratica della disciplina dello yoga e delle tecniche ad esso correlate, certamente non significa che chi tace acconsente, anche perché altrimenti sarebbero lecite tutte le pratiche delle altre religiosità di cui la Chiesa non ha ancora espresso alcun giudizio. Nemmeno ritengo sia lecito pensare che per rispetto alle altre religioni si debbano mescolare culti, riti e discipline di diversa provenienza in un unico contesto culturale. Non si tratterebbe più di interreligiosità ma di sincretismo, termine fin troppo caro agli acquariani della new age. Il catechismo della Chiesa Cattolica (CCC) al punto 2117 da però qualche indicazione in merito, infatti…”Il ricorso a pratiche mediche dette tradizionali non legittima né l'invocazione di potenze cattive, né lo sfruttamento delle credulità altrui.”[ix] Pur concedendo che i vari pranaterapeuti siano veramente dei professionisti preparati e non dei ciarlatani, occorrerebbe stabilire se Kundalini (dea serpentiforme) che è invocata durante l’esercizio del prana-yoga (yoga della respirazione) è una potenza buona o cattiva; certamente è una divinità appartenente alla mitologia politeistica orientale e la Sacra Bibbia ammonisce in più punti il ricorso agli dei o agli idoli, anche se ritenuti buoni. A questo punto occorre, quindi, sperare che questi terapeuti della medicina alternativa siano dei ciarlatani, sarebbe il minor danno, altrimenti si tratterebbe di vero e proprio esercizio dell’idolatria. Infatti, per esercitare la vera pranoterapia è richiesto il superamento di alcuni livelli di iniziazione che permettono di acquisire il potere bioenergetico (?) del prana che si ottiene mediante l’esercizio della disciplina dello yoga; anche il rei-ki che si rifà abbondantemente a queste tecniche seppur in chiave più moderna, ritiene indispensabile il raggiungimento di questi livelli con le medesime metodologie e finalità dello yoga, che sanno palesemente di magia anche per chi non è addentro ai misteri dell’esoterismo.

    L’imposizione delle mani, tipica della pranoterapia e del rei-ki, sui diversi centri vitali o chakra non ha niente a che vedere con l’imposizione delle mani esercitata da Gesù e richiesta da san Giacomo nella sua lettera; nella prima traspare chiaramente la gestualità di tipo magico, nella seconda la pietà e la misericordia che è caratteristica di coloro che sono alla sequela di nostro Signore Gesù e, per mezzo della fede nell’unico Dio Vivente, possono ottenere persino il miracolo della guarigione. Il fatto, poi, che la pranoterapia possa operare in molti casi delle vere guarigioni non indica che queste pratiche siano lecite; certi riti tribali effettuati dagli sciamani provocano talvolta effetti sorprendenti di guarigione ma non per questo dobbiamo usarli noi cristiani. Purtroppo la cultura orientale ha sostituito quella fede che da sola basterebbe a spostare le montagne. A chi non ha ancora sperimentato la potenza della preghiera suggerisco di provare a confidare con serenità nella Provvidenza di Dio e come ha insegnato il Maestro, certamente non tarderà a goderne gli effetti benefici.     

    De Mello, autore di parecchi volumi spirituali, ha creato una certa confusione con le proprie teorie imbevute di cultura orientale, la Chiesa, rappresentata dal cardinale Ratzingher, proprio di recente si è pronunciata in maniera precisa al suo riguardo, mettendo in guardia i cattolici dalla lettura dei suoi scritti, in quanto sono ritenuti non completamente coerenti con la fede cristiana.

    Per tanto nella attesa che la Chiesa si pronunci in merito a certe pratiche terapeutiche alternative o discipline dal sapore esotico, occorre essere vigilanti e usare il buon senso, per non cadere nella tentazione della curiosità; già san Paolo temeva che sarebbe venuto il giorno, infatti, in cui non si sarebbe più sopportata la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa di nuovo, gli uomini si sarebbero circondati di maestri secondo le proprie voglie, (Cfr. 2Tm 4,3). Perciò sarebbe saggio esercitare una certa prudenza nel concedere l’esercizio delle pratiche di chiara provenienza da altre religiosità che non hanno alcuna attinenza con le religioni monoteistiche rivelate di cui il cristianesimo rappresenta la completezza. Le missioni di evangelizzazione verso l’Asia devono tenere conto della cultura locale nel rispetto delle tradizioni, restando ferme nella fede della propria tradizione, come fece anche madre Teresa di Calcutta.

    Non si deve con leggerezza accettare qualsiasi ideologia, occorre invece operare un attento giudizio ed effettuare sempre delle distinzioni e delle scelte ben precise perché l’affermazione che possono esistere elementi salvifici nelle religioni non implica, per sé, un giudizio sulla presenza di tali elementi in ognuna delle religioni concrete. La Chiesa accoglie rispettosamente ogni individuo e le sue forme di religiosità, ma non cede al compromesso col sincretismo e il relativismo che tendono a rifiutare la Verità che ci viene da Dio per mezzo del suo unigenito figlio Gesù ; per questo motivo, pur esortando a vivere con carità i rapporti con gli aderenti a queste nuove forme religiose, raccomanda la fermezza nel proprio cammino di fede e la testimonianza gioiosa dei misteri Pasquali[x].

    Alla luce di tutto ciò, Vi sarei grato se poteste fornirmi, se non sulla rivista almeno in privato, i vostri eventuali chiarimenti su quanto espresso nell’articolo da voi pubblicato. Resto a Vostra disposizione per qualsiasi ulteriore collaborazione. 

    Distinti saluti,                                                                                                                              M. Castelli



     Vittorio Sirtori a cura di, Dizionario dell’Induismo Garzanti Editore - (Italy 1995).

    [ii]  Franco Cerretti, Vittorio Sirtori, Dizionario New Age – A, Vailardi Editore (Italy 1998).

    [iii] Ibidem

    [iv] Ibidem

    [v]  Ernest Wood, YOGA – traduzione Paolo Valli – G.C.Sansoni (Firenze 1974)

    [vi]  Franco Cerretti, Vittorio Sirtori, Dizionario New Age – A, Vailardi Editore (Italy 1998).

    [vii] Vittorio Sirtori a cura di, Dizionario dell’Induismo Garzanti Editore - (Italy 1995).

    [viii] Antony Elenjimittan, LA BHAGAVAD GITA, Mursia Editore (Milano 1987) Le parentesi fanno parte del testo citato; non sono mie aggiunte.

    [ix] Cfr. CCC paragrafo 2117.

                  [x]  Cfr. Commissione Teologica internazionale, Magistero 267 - Il Cristianesimo e le religioni,

                          I Il valore salvifico delle religioni § 87, Paoline Editoriale Libri (Mi 1997)

    [Modificato da maxis35 13/06/2011 17:33]
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    maxis35
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    00 12/06/2011 14:14
    LA RISPOSTA venne dopo circa un mese,in modo privato, in cui si leggeva pressapoco che io ero un presuntuoso e che probabilmente avrei voluto essere io il curatore della sua rubrica... A distanza di quasi 15 anni chissà che non abbia cambiato idea sulla pranoterapia visto anche quanto dichiarò successivamente in proposito il nostro papa teologo Benedetto XVI, allora non ancora porporato.
     ______________________________________
    Un noto teologo, il card. Joseph Ratzinger in una intervista rilasciata nel 1999 al giornalista Ignazio Artizzu dal titolo “30 domande al cardinal Ratzinger”, afferma: “Il carisma delle guarigioni si manifesta in primo luogo in assenza totale di elementi di magia e si realizza in uno spirito di preghiera. Le guarigioni operate dal Signore e su suo mandato dagli apostoli sono espressione di preghiera. Non si usano mezzi o contesti spirituali alieni alla fede e alla ragione. I carismi a differenza dei poteri e dei fluidi vantati da queste persone (pranoterapeuti), si sottomettono alla verità e al potere di Dio e non introducono altri elementi. (Pranoterapia e medicina alternativa) sono espressione di un terribile mondo sotterraneo…”. Il “fine non giustifica i mezzi” (CCC2117
    [Modificato da maxis35 12/06/2011 14:38]
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    maxis35
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    00 13/06/2011 17:46
    non so se vi rendete conto di quanto inquinamento vi sia oggi nella spiritualità cristiana e a quali livelli, se addirittura sulla "Famiglia Cristiana" sono apparsi articoli a favore della pranoterapia.
    Per non parlare delle Edizioni Paoline che distribuiscono i libri di De Mello ...
    mah
    Aveva visto bene san Paolo.
    “Verrà giorno - dice san Paolo - in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole” (2Tim 4,3-4).