00 04/01/2010 18:22
la più bella storia delle attuali festività natalizie!

La storia del bimbo e del maresciallo
"Chiederò ai giudici di affidarmelo"

Il piccolo ha trascorso la vigilia di Capodanno in casa del carabiniere contro la volontà del tribunale. "Lasciatemelo per un giorno, poi lo riporto in comunità", ha detto all'assistente sociale

di Mara Chiarelli
«Se puoi, non mi abbandonare. Così mi ha detto quando l´ho lasciato in comunità e io farò qualsiasi cosa per non deluderlo. Lunedì ne chiedo l´affido». Il maresciallo Giuseppe Francioso, a capo dei carabinieri di San Ferdinando di Puglia, è pronto ad adottare Michele (ndr, il nome è di fantasia), il figlio undicenne della donna uccisa nella notte fra il 29 e il 30 dicembre dal suo convivente, nell´abitazione di Trinitapoli. Michele, che durante la lite dormiva nella stanza affianco, era di passaggio in quella villetta.

Tre anni fa, cacciato durante la notte dalla mamma alla quale aveva chiesto dell´acqua, dopo aver vagato per ore, aveva trovato il suo angelo custode. Francioso lo aveva accolto in casa, rinunciando ad adottarlo poiché sua moglie era reduce da un intervento chirurgico. «Ora sta bene - spiega - e vogliamo occuparci di lui. Ci interessa solo il suo bene». In questi anni il bambino ha vissuto in una comunità ed era stato mandato a casa per le feste. Di lui, l´altra notte, si è ricordato Giacomo De Facentis, 43 anni, dopo aver ucciso la donna. Mentre i carabinieri lo portavano in caserma, li ha avvisati che nell´abitazione c´era anche lui.

«È andato mio figlio a prenderlo, Michele dormiva - racconta il maresciallo - ma si è svegliato quando ha riconosciuto la sua voce». Portato a casa Francioso, si è riaddormentato solo all´alba. «Alle 8 è venuta l´assistente sociale a riprenderlo, non me la sono sentita di svegliarlo. Lei aveva fretta, le ho detto che l´avrei riportato io in comunità, sono stato brusco, è vero, ma ero preoccupato per lui». Al diniego del carabiniere ha fatto seguito un provvedimento del presidente del tribunale per i minori di Bari, Rosa Anna De Palo, con cui si ordinava l´immediato rientro in comunità, pena l´intervento della forza pubblica.

Ma gli operatori hanno ceduto di fronte alle lacrime di Michele e si sono fidati della parola del militare: «Lo riporto io, domani pomeriggio». E così Michele ha trascorso il 31 dicembre a giocare con il pony della famiglia Francioso, gli ha dato un nome e l´ha portato per ore a passeggiare nei prati. Poi il cenone, allietato dalla presenza di coetanei di Michele. «Stamattina (ndr, ieri) sotto la doccia cantava - sorride Francioso - Poi siamo usciti, gli ho comprato un pc perché mi ha detto che è bravo in informatica e l´ho riaccompagnato in comunità. È andato via tranquillo, mi aspetta».
(02 gennaio 2010)
Mario961


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