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Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l'operaio ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza.Ha accettato di sedere al tavolo dei farisei e d

Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l'operaio ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza.[1]

Ha accettato di sedere al tavolo dei farisei e dei pubblicani e di essere ospitato anche in modesti alloggi. Al suo seguito oltre agli apostoli vi erano molti altri e anche alcune donne, fra cui compare anche la  moglie dell’amministratore di Erode Antipa. Esse contribuivano a sostenere Gesù e i suoi discepoli coi loro beni. Qualche volta Gesù e i suoi devono anche aver fatto a meno di un alloggio.[2] Durante il suo ministero Gesù ha condotto una vita di povertà,  e senza una dimora fissa, anche se a volte Lui e gli altri devono aver avuto il conforto di un riparo, specialmente nella stagione fredda.

Dopo essersi fatto battezzare da Giovanni Battista (=  battezzatore), Gesù andò nel deserto a pregare e a digiunare per quaranta giorni (Lc 4,2). Qui Gesù superò le tre importanti tentazioni del mondo ; quella del profitto (“le pietre diventino pane” - riducendo tutto a economia del consumo), quella del prodigio (“Gettati e lui ti salverà” - mettendo Dio al servizio delle follie umane) e infine quella del potere (“Ti darò tutti i regni del mondo”)[3] è la tentazione che vorrebbe spingere Gesù ad essere addirittura un re mondano ; ma egli guardava all’avvento di un regno di ben altro tipo. Esso non si sarebbe basato sul prodigio dei miracoli e nemmeno su uno stato di massimizzazione del profitto, costituito sul potere che opprime il prossimo perchè debba dipendere e servire chi è sopra, usurpando un diritto che Dio stesso esercita con estremo pudore e rispetto della libertà della persona. Gesù rifugge dall’appellarsi ai miracoli per provare la sua identità. Con estrema forza morale intraprende una missione in cui mai si risparmia , ma per la quale da tutto, inclusa la vita. Gesù iniziò la sua predicazione a Nazaret, dove venne subito rifiutato (Mc 6,1-6 ; Mt 4,12 ; 13-53-58 ; Lc 4,16-30), e andò a Cafarnao dove chiamò i suoi discepoli. Gesù conquistò subito la fiducia dei pescatori che chiamò al suo seguito, dicendo loro dove gettare le reti con successo (= pesca miracolosa). Quindi si recò a Gerusalemme, dove scacciò i profanatori dal Tempio e i capi si mostrarono subito ostili nei suoi confronti, mentre il popolo ne fu addirittura entusiasta.

Avvenne qui l’incontro notturno con Nicodemo[4] con cui ebbe il famoso dialogo
 

Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio».[5]

Ma i suoi discepoli,  pur avendolo compreso, erano ancora incapaci di agire, la loro azione ebbe inizio solo dopo la crocifissione e la resurrezione di Gesù. Un gran numero di persone si fidavano di lui, anche se pochi individui furono da lui chiamati a seguirlo nel senso stretto della parola. Per lo più i vangeli mostrano Gesù che agisce fuori dalle porte o mentre cammina da un villaggio all’altro o parla a una folla. Quando è seduto al tavolo in qualche casa lo presentano come gradito ospite, uomo attraente e di profonda cultura. Egli ratificò sempre senza ambiguità sia il Tempio, che i Sacerdoti e le leggi di purità.  Durante il suo servizio operò numerose guarigioni e miracoli con autorità tale da scandalizzare gli scribi (Mc 2,1-12) e i farisei. La vita di Gesù fu caratterizzata da efficaci repliche alle sfide che gli venivano dai farisei, dai dottori della legge, dagli scribi e dai sadducei.  


[Modificato da maxis35 20/06/2011 15:45]