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Mia suocera mi chiede sempre: ”quando torni?”

Ultimo Aggiornamento: 29/09/2011 15:28
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29/09/2011 15:28
 
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Pensa che il mio contratto scada a breve e che presto tornerò in Sicilia!
Mia suocera mi chiede sempre: ”quando torni?” Pensa che il mio contratto scada a breve e che presto tornerò in Sicilia! Non sa che mi è stato rinnovato fino al 2014. Due anni e mezzo sono tanti…tutto cambierà, o in meglio o in peggio! Lei, mia suocera, pensa che chiunque stia al nord stia a Milano, anche se si trova a Trieste. E chi è all’estero si trovi in America, anche se è in Australia. Ah, l’America….
Partire nel 2010 per trovare fortuna al nord non è stata la migliore delle idee.. rimanere giù, però, sarebbe stato anche peggio.
Un giorno nella mia mente scattò una molla, era il 2005, decisi di diventare infermiera. Mi informai e mi dissero che c’era bisogno di una laurea. Io, all’università, non ero nemmeno diplomata! Allora mi recai in una scuola superiore del mio paese… mi diplomai l’anno dopo. Il 2006 fu un anno davvero produttivo, feci i test e li superai, con facilità. Ero una dei cento..fortunati ad entrare al corso per infermieri, su 2200 aspiranti. Tre anni di corso, che paragono ad un treno ad alta velocità che non si ferma neanche per p……e, come dice De Gregori in una sua famosa canzone. Tre anni sono volati..
“Adesso che mi laureo devo trovare lavoro!” sì, facile pareva. Non un posto, manco uno! Emigrare, oppure accettare di aver buttato via 4 anni.
Fine marzo 2010, arrivo a Varese, tramite un’agenzia interinale trovo lavoro nell’ospedale della città, un ospedale moderno, un gioiello. In pochi mesi vengo assunta direttamente dall’azienda, con contratto a tempo determinato. Nel frattempo venne pubblicato il concorso..insomma, tutto sembra andare per il verso giusto.
La città, Varese, si comporta da paese, quindi fa meno paura. I varesini sono cordiali (non tutti), è una città che ti abbraccia, ti fa sentire a casa, ti accoglie. In qualche modo ti senti destinato a stare qui.
Poi arriva anche il rinnovo del contratto, altri trenta mesi sicuri, fino al 2014. “È fatta”direte voi, “è fatta” dissi io… “non ti illudere, non illudiamoci” disse mio marito! Ah già, l’ ho convinto a venire su al nord..ha lasciato quello straccio di lavoro precario e nero che aveva giù.
Un uomo di 42 anni, che ha sempre lavorato per la famiglia. Un giorno gli dissi: "fai il corso per Operatore Socio Sanitario" .. vendette la macchina, una 500 d’epoca che amava, e con quei soldi pagò il corso, carissimo.
All’epoca faceva due lavori e frequentava il corso, mentre io mi laureavo …
Dunque, nel 2010 si è deciso di partire… sconfitti... perché quando vai via dalla tua terra è ovvio che hai gettato la spugna, mollato la presa, ci siamo arresi..abbiamo perso. Solo chi, come noi, l’ha fatto, sa cosa voglio dire.
Varese, che ci accoglie a braccia aperte..io, lui e Matteo, nostro figlio: inizia anche per lui una nuova vita, in 5° elementare, nuovi amici, nuove maestre, casa diversa..lontano da tutto e tutti…lontano dal fratello ormai 18enne, mio figlio..è qui che brillano gli occhi, manca l’aria e non si vede più la tastiera con cui scrivo a causa delle lacrime. Un prezzo da pagare, altissimo, perché il mio primo figlio si deve diplomare, non può lasciare a 18 anni. Quella santa donna di mia suocera lo accudisce..fa le nostre veci.
Nell’ agosto 2011 si è svolta la consegna delle borse di studio per gli studenti più meritevoli dell’anno, tra cui c’era mio figlio, diplomato con un voto alto. È stata una cerimonia emozionante, peccato non averla vista..avrei restituito la laurea pur di esserci.
Arriviamo ad oggi, per abbreviare: l’ospedale di Varese effettuerà tagli al personale. Non saranno rinnovati i contratti a molti infermieri che, come me, “hanno lasciato tutto a 1500 Km per trovare lavoro”. Io, per ora, sono stata risparmiata, ma la faccenda mi tocca molto da vicino, infermiere con le quali ho legato, lavorato, fatto gli stessi passi, non ci saranno più.
Una parte di me, quella che crede ancora nelle opportunità del Grande Nord, sicura e responsabile della propria scelta, è stata “licenziata”..non c'è più.. il senso di precarietà mi ha assalito.. siamo solo Precari dal futuro incerto che credevano totalmente nel sogno.
Mia suocera ci chiede ancora: “quando tornate da Milano?”
Noi continueremo a lottare per restare qui..perché mollare adesso significherebbe perdere per la seconda volta.

Grazie dell’ascolto

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