IVA = Imposta (sul) Valore Aggiunto
L'IVA è stata studiata dagli economisti di Stato per tassare in modo proporzionale al guadagno il reddito derivante dal lavoro di trasformazione a seconda di un giusto calcolo derivante da costo e guadagno.
Faccio un esempio di come questa cosa l'ho capita io:
Per fare un paio di scarpe compero pelle (50 euro)chiodi colla etc. (50 euro)e in totale spendo 100 euro che se fatturati come dovrebbero essere mi costano TOTlordo = (Costo Imponibile) 100 + (IVA 20%)20 = 120 euro.
Dopo averci lavorato, cioè dopo averci aggiunto un valore, ottengo il paio di scarpe che vendo a 200 euro + IVA = 240 euro.
Ora faccio un po' diconti per determinare quanta IVA (Imposta Valore Aggiunto)devo versare all'Erario:
Da 40 euro di IVA incassati sulla vendita delle scarpe, sottraggo 20 euro di IVA che ho versato per l'acquisto del materiale (pelle + chiodi + colla + etc..), ottengo 20 euro da versare all'Erario.
Così mi parrebbe o sbaglio? No, no sbaglio chi si intende di ragioneria lo sà.
Ora che ci è chiaro a grosse spanne il concetto analizziamo la bolletta del gas:
totale servizi di vendita: 299,18
totale servizi direte : 124,96
totale imposta : 164,22
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TOTALE SERVIZI + IMPOSTA 588,36
TOTALE NETTO IVA (CIOE'
IMPONIBILE IVA) 588,36
IVA 20% SU 588,36 = 117,67
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TOTALE A PAGARE DA PARTE
DEL CONTRIBUENTE 706,03
Forse mi sbaglio ma a pare mio il contribuente non dovrebbe pagare il 20% sull'accise di 164,22 che è un'ìmposta e non certo un valore aggiunto dovuto a lavorazione o servizio.
Sono cioè 23,524 euro pagati come tassa su una tassa, mi piacerebbe leggere un commento di un qualche esperto in proposito.
[Modificato da maxis35 29/05/2011 14:33]