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Scuola per catechisti

Ultimo Aggiornamento: 11/05/2011 17:42
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06/05/2011 13:39
 
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“Scuola per Catechisti” condotto dal “Centro Evangelizzazione e Catechesi Don Bosco”
  
Sintesi a cura di M.Castelli dello Studio:
“Scuola per Catechisti” condotto dal “Centro Evangelizzazione e Catechesi Don Bosco”
(N.B. I commenti tra […] sono miei non sono del testo citato.
2010 - Editrice ELLEDICI – 10096 Leumann (Torino) 

SCHEDA 1.
 1.1 Gli Atti degli apostoli raccontano che il mattino di Pentecoste, Pietro annuncia che Gesù è risorto davanti a migliaia di persone. Questa è la prima Catechesi! Da allora “fare catechesi” significherà annunciare il messaggio di Salvezza di Gesù Cristo. L’esigenza, oggi, è di riproporre l’Annuncio di Salvezza (Vangelo) con la stessa freschezza, forza ed autenticità delle origini. Per Catechesi si intende ora il coinvolgimento totale della persona (mente, cuore e azione), il termine “Catechismo” indica piuttosto l’incontro e il testo o libro della catechesi. Il rinnovamento della catechesi (CEI 1970) afferma: “La Chiesa sviluppa l’annuncio fondamentale della Parola di Dio con la catechesi per guidare l’itinerario degli uomini alla fede fino alla pienezza della fede cristiana…" Il nuovo Direttorio generale per la catechesi(1977) dice che la catechesi è un “periodo in cui si struttura la conversione a Gesù Cristo” che và molto al di là del tradizionale insegnamento.
1.2 San Paolo (l’Apostolo) usa il termine catechesi per indicare “trasmettere la Parola" (Galati 6,6); Perché “Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato... Ora come potranno invocarlo senza aver prima creduto in lui? E come potranno credere, senza averne sentito parlare? E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi? E come lo annunzieremo, senza essere prima inviati?”(Rm 10, 13-15). Occorre quindi che il catechista capisca sempre meglio l’uomo odierno affezionato a nuovi luoghi di appartenenza, con nuovi linguaggi e nuove prospettive. Occorre anche che sia in grado di capire sempre meglio la Parola di Dio per annunciarla integralmente avvalendosi degli studi moderni e delle riflessioni teologiche contemporanee [consiglio il libro "Gesù di Nazaret", volumi primo e secondo, di Benedetto XVI: profondi, belli e semplici da leggere, bastano e avanzano per cominciare]. La catechesi è fedeltà a Dio, cioè significa mettere Gesù Cristo al centro della catechesi. Gesù rivela il volto di Dio nella vita concreta di un uomo a Betlemme e a Nazaret, di una vita pubblica, nella passione morte e risurrezione. Gesù rivela se stesso, il Padre e lo Spirito. Non è un vago deismo ma è soprattutto un nuovo rapporto di amicizia, una nuova relazione, un nuovo incontro con Dio, in Gesù Cristo. Pertanto la Parola di Dio che ha il suo vertice in Gesù deve occupare il posto centrale ! La Bibbia deve essere accessibile a tutti; ragazzi e genitori compresi. La catechesi è fedeltà all’uomo, il catechista deve calarsi nella vita reale, altrimenti il suo linguaggio è incomprensibile. Ad imitazione di Gesù deve entrare in conversazione con il viandante sconosciuto (Emmaus per strada), deve raggiungere le persone dove esse vivono (Zaccheo ai piedi dell’albero, la Samaritana accanto al pozzo…). Il Catechista guida la persona all’incontro con Gesù ; è il cuore di ogni uomo che la catechesi deve raggiungere! La catechesi è attenzione al contesto, per far questo il catechista deve sforzarsi di conoscere il mondo in cui vivono i destinatari del suo servizio. Non ostante le sregolatezze e i difetti, è proprio questo il mondo a cui Gesù si rivolge! Le modalità pedagogiche devono essere al servizio della rivelazione del mistero del Cristo. Occorre tener presente le dimensioni della persona (intelligenza, memoria,affettività, corpo); occorre coinvolgere, responsabilizzare, motivare i ragazzi, farli partecipare insomma. Occorre suscitare il gusto [lo stesso che ha il catechista] di conoscere DIO, altrimenti il catechismo e la catechesi scendono al livello di lezione scolastica [se escono da scuola dopo una mattinata pedante e noiosa per entrare in un’altra scuola la sera…lascio a voi la conclusione...]. Quindi è meglio dare spazio alla bellezza [ es: “tanto tardi ti ho conosciuto Bellezza !” (s.Agostino)], alla poesia[es: …e poi suonerò con le mie mani le campane della torre a più riprese finchè non sarò esausto. E dirò a tutti: avete visto il Signore? Ma lo dirò in silenzio e solo con un sorriso.( Davide Maria Turoldo)], alla gratuità[es: vita di san Carlo Borromeo]. E’ necessaria una pedagogia dell’interiorità che sia educazione al silenzio, alla contemplazione, alla preghiera, così da infondere fiducia ed autostima. Si devono accettare [dei ragazzi] i dubbi, le difficoltà, il deserto …senza aspettative immediate , senza voler subito rassicurare …o rassicurarsi. [un altro libretto utile potrebbe essere uno di quelli per i catechisti di Pino Pellegrino, chiedere in libreria, ce ne sono diversi e poco costosi, Buon lavoro…]
[Modificato da maxis35 11/05/2011 17:42]
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