https://www.facebook.com/pages/Evangelium/447120875339778?fref=ts
Cerca nel forum
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Sai Baba è morto, l'illusione continua

Ultimo Aggiornamento: 25/07/2012 20:55
Autore
Vota | Stampa | Notifica email    
28/04/2011 16:14
 
Quota
Post: 785
Post: 45
OFFLINE
Sai Baba è morto, l'illusione continua



di Massimo Introvigne

26-04-2011



La morte di Sathya Sai Baba, forse il più popolare guru indiano della seconda metà del secolo XX, induce a qualche riflessione sul successo che ha avuto in Occidente e in particolare in Italia, dove ha trovato seguaci fra ex-sessantottini affascinati dall'Oriente, professionisti - fra cui diversi medici, che hanno scelto di andare a lavorare nell'ospedale da lui fondato in India - e perfino un sacerdote lombardo, don Mario Mazzoleni (1945-2001), che la scelta senza riserve per Sai Baba ha condotto fino al dramma della scomunica. Ma chi era Sai Baba?

Satyanaryan Raji (1926-2011) nasce nel 1926 a Puttaparthi nell'Andra Pradesh (India del Sud). A quattordici anni entra in uno stato di esaltazione al termine del quale, il 23 maggio 1940, annuncia «Sono Sai Baba», assumendo lo stesso nome di un santo asceta, Sai Baba di Shirdi (1856-1918), molto popolare in India. Da allora comincia a raccogliere seguaci in un piccolo ashram, che oggi con il nome di Prashanti Nilayam è diventato un intero sobborgo di Puttaparthi.

Sathya Sai Baba - come è normalmente chiamato in India proprio per distinguerlo da Sai Baba di Shirdi - invita a tornare alle scritture tradizionali dell'India e a sperimentare Dio come stato di coscienza superiore, che è già dentro di noi e che può essere raggiunto non tanto attraverso la conoscenza, ma per mezzo di un'esperienza diretta che non è disgiunta dal compimento del proprio dovere e dal servizio reso agli altri. Dio, pertanto, per Sai Baba non è un'entità esterna separata dall'uomo, ma uno stato di consapevolezza che ciascuno di noi può raggiungere.

I fedeli considerano Sathya Sai Baba un avatar - cioè un'incarnazione divina - integrale (purnavatar), come Krishna; secondo loro, la storia è stata anche percorsa da «amshavatara», avatar «parziali», tra cui Gesù Cristo, Sri Ramakrishna (1836-1886) e Sri Aurobindo (1872-1950), ma solo il loro maestro è stata un'incarnazione totale e perfetta. Contrariamente ad altri maestri indiani - che considerano i miracoli come appartenenti a una sfera inferiore - Sathya Sai Baba ha affidato la prova del suo carattere di avatar ai segni straordinari o «siddhi». Ha così offerto ai seguaci ogni sorta di «miracoli», sia nel regno psichico (chiaroveggenza, profezie, apparizioni a migliaia di chilometri di distanza), sia nel regno fisico. Dalle mani del maestro usciva ogni giorno una cenere sacra (vibhuti) cui erano attribuite proprietà miracolose. Il maestro era inoltre ritenuto capace di fare apparire oggetti di ogni genere: statuette devozionali, anelli d'oro, il linga simbolo di Shiva, e perfino monete d'oro che recavano, come data del conio, l'anno di nascita del devoto per cui erano state «prodotte».

Questi fenomeni hanno portato molti specialisti occidentali a liquidare Sathya Sai Baba come espressione di un sincretismo superstizioso estraneo al «vero» induismo. Ma questo giudizio si scontra con il fatto che Sathya Sai Baba ha decine di migliaia di seguaci in India, pacificamente considerati devoti indù. L'induismo non ha una Chiesa o autorità che possano decidere chi è indù e chi non lo è. La più grande organizzazione indù, la Vishwa Hindu Parishad, espressione di un nazionalismo spesso intollerante verso le altre religioni che controlla il secondo partito politico indiano, ha sempre esaltato Sathya Sai Baba come un modello d'induismo, difendendolo dalle accuse di pedofilia che ne hanno turbato gli ultimi anni di vita, anche perché il guru di Puttaparthi ne ha sempre sostenuto i progetti politici. Uno dei più vicini collaboratori e oggi dei candidati alla successione di Sai Baba, il novantenne Prafullachandra Natwarlal Bhagwati, è stato presidente della Corte Suprema indiana, il più alto magistrato dell'immenso Paese asiatico. L'induismo non è il sistema «puro» insegnato in qualche università occidentale ma un complesso coacervo di miti, riti e devozioni popolari dove oggi sono entrati anche, come componenti essenziali per decidere almeno in India chi ne fa parte, il nazionalismo e la politica.

Sathya Sai Baba ha avuto successo anche in Occidente, come si è accennato, soprattutto in Italia. Una lettura di questo successo non può che fare riferimento alla grande crisi culturale degli anni 1960, che ha avuto il suo momento emblematico nel 1968. Il Sessantotto non ha eliminato - né sarebbe stato possibile - le domande di senso e di sacro che vivono nel cuore di ogni uomo, ma ha gettato un lungo sospetto sull'Occidente e sul cristianesimo. Ne è nato un pregiudizio favorevole nei confronti di tutto quanto è orientale e di tutto quello che si presenta come eterodosso rispetto al cristianesimo. Dai contestatori delle università a musicisti come i Beatles molti hanno preso la strada dell'India. Il fatto che molti italiani abbiano scelto Sai Baba si spiega con un gusto del miracoloso che non è estraneo alla nostra tradizione nazionale e che forse non sarebbe stato soddisfatto da forme d'induismo più «colte» e filosofiche.

Tuttavia, se si supera il clamore intorno ai «miracoli» e si cerca di capire in che cosa consiste l'insegnamento di Sathya Sai Baba, si scopre che il suo centro è la ricerca di Dio o del Divino non come Persona, al di fuori di noi, ma come stato della nostra coscienza. Si tratta dunque, come spesso accade in Oriente, di una «enstasi», qualche cosa che lo storico delle religioni Mircea Eliade (1907-1986) distingue rigorosamente dall’estasi. Nell'«enstasi» si entra sempre di più in se stessi e ci si chiude a ogni possibile trascendenza, mentre nell’estasi ci si apre al di fuori di sé verso un Dio trascendente. L'illusione, chiudendosi in se stessi, è quella di attingere così l'Essere, mentre al massimo - come ha notato un ex induista della generazione del 1968 belga, poi convertito e oggi sacerdote cattolico, padre Joseph-Marie Verlinde - si arriva al «Sé inteso come atto primo dell'esistenza che è soltanto e sempre l’atto di un essere creato e non dell’Essere divino increato». Il rischio, alla fine, è quello di un «narcisismo senza Narciso», secondo la formula del missionario e indologo francese Jules Monchanin (1895-1957). Chi s'illudeva, magari grazie a Sai Baba, di sfuggire alla prigione della soggettività, percepita come tipicamente occidentale, finisce per ritrovarsi rinchiuso a doppia mandata in quella stessa prigione. Sathya Sai Baba è morto, ma l'illusione continua

Da: la bussola quotidiana
28/04/2011 17:07
 
Quota
Post: 228
Post: 222
OFFLINE
Chi era SAIBABA dal punto di vista cattolico


Oggetto: Editoriale di luglio '98
Caro Padre Francesco,
proprio in questi giorni alcuni amici mi hanno prestato una Sua rivista (dell’anno scorso) chiedendomi un parere sulla questione di Sai Baba e sulle osservazioni in merito dei Suoi lettori.
Anche se a distanza di un anno, ritengo doveroso mettere al corrente anche Lei di quale siano state le mie risposte in proposito alle loro perplessità.
Riguardo a don Mazzoleni vi è da precisare che non è stato proprio “buttato fuori dalla Chiesa” ma che ha scelto semplicemente di aderire ad una corrente sincretista di origine orientale, quale si presenta in termini pratici quella di Sai Baba, che è dichiaratamente alfiere di una dottrina diversa da quella cristiana e per molti versi opposta.
Infatti Sai Baba dichiara: “Il mio compito principale è il ristabilimento dei “Veda” (antichi testi sacri induisti) e di rivelarne la conoscenza a tutte le genti. E’ un compito che avrà successo e non sarà né limitato né rallentato… la volontà divina non può essere ostacolata”.
Don Mazzoleni è un sacerdote cattolico che è diventato devoto di Sai Baba, egli crede nel Karma (in contrasto con la nostra fede che crede nella resurrezione dei corpi), egli proclama che Gesù Cristo è al pari di Sai Baba, sostiene che l’uomo è Dio, interpreta le sante scritture in maniera del tutto personale (metodologia contraria alla “Dei Verbum” III,11), distingue il Cristo da Gesù (Cristo sarebbe uno stato superiore che ognuno potrebbe raggiungere dopo innumerevoli reincarnazioni) mette in dubbio che Gesù sia figlio unico di Maria e pensa che la Madonna stessa sia una Avatara (divinità).
Nel suo libro “Un sacerdote incontra Sai Baba” (La pregherei di leggerlo) Don Mario racconta come abbia trovato una risposta alle migliaia di domande e dubbi di fede nei libri di Yogananda, Krisnamurti, (famoso guru che ha affascinato anche me molti anni fa pur non soddisfacendo la mia sete di Verità e che è autore tra le altre di una edizione riveduta dei Vangeli secondo la tradizione induista).
Ciò nonostante la Chiesa, che non è mai precipitosa nelle sue decisioni, sta ancora tentando di “recuperare” don Mazzoleni.Già l’Eco di Bergamo nella figura del teologo Maurizio Gervasoni ha dato una risposta pubblica al don Mazzoleni in due articoli sostanziosi (vedi “Eco di Bergamo” del 5 e 9 Aprile 1992), asserendo che l’assunzione del nuovo modo di pensare da parte di don Mazzoleni costituisce semplicemente la conversione ad altra fede religiosa.
Con tutto l’amore possibile si può affermare che il suo confratello Don Mazzoleni si sia smarrito nekla giungla, come dice Giovanni Marinelli, presidente nazionale del GRIS (Gruppo di Ricerca e Informazione sulle Sette) Sai Baba afferma di essere il “Purna Avatara” cioè addirittura Dio (l’altissimo) mentre considera Gesù semplicemente un “Amsha Avatara” cioè una divinità inferiore. Gli esorcisti menzionati probabilmente nel sospettare che Sai Baba sia l’anticristo forse si riferiscono ai punti delle Sacre Scritture che lo descrivono nei Tessalonicesi (2Ts 2,4) come colui che entrerà fin dentro il tempio di Dio, si metterà in trono con la pretesa di essere Dio… verrà con la potenza di Satana, con tutta la forza di falsi miracoli e di falsi prodigi (2Ts 2,9).
Purtroppo Sai Baba con la pretesa di farsi adorare (il giovedì!) sembra prestarsi bene ad essere inserito in questo quadro.

Sono d’accordo con Lei quando afferma che le prediche dei suoi Confratelli dovrebbero essere incentrate sulla splendida figura di Gesù , il Maestro per eccellenza.
Oggi la maggioranza delle persone dei paesi industrializzati non crede più nell’autenticità dei miracoli, che si tende a spiegare solamente come fatti naturali, nel mondo antico si credeva nella loro possibilità, tanto che anche a diversi profeti (Elia ed Eliseo), oltre che a Gesù, fu attribuita questa capacità. Vi sono numerosi esempi di miracolo già nell’antico testamento. I miracoli indicavano la natura profetica di Gesù ma non erano considerati prove della sua divinità. Per avere la prova definitiva e inconfutabile della divinità di Gesù, Cristo e Messia, si dovette attendere la sua morte e la sua resurrezione.
Come sarebbe bello se i Suoi Confratelli similmente ai Padri della Chiesa riaffermassero la divinità di Gesù non disgiunta dalla sua umanità definendolo “consustanziale a noi per quel che riguarda la sua umanità ; in tutto simile a noi, fuorché nel peccato” . Sentire nuovamente trepidare i cuori all’annuncio del Kerigma; cioè che Gesù è “uomo vero da uomo vero e Dio vero da Dio vero” e che la sua divinità mai si mescolò o interferì con la sua umanità. Ritornassero, cioè i nostri amati sacerdoti, a parlarci del mistero, inspiegabile umanamente, ma che trova la sua risposta nell’infinito amore del Padre che per mezzo dello Spirito Santo realizza meravigliosamente anche l’impossibile donandosi senza riserve all’umanità. Non ci sarebbe bisogno di attingere speranza da questi nuovi profeti che non hanno nulla di nuovo o sorprendente da proporci se non la rielaborazione di tutto quanto è già stato detto nei Vangeli. Pensa che Don Mario avrebbe avuto bisogno di rifugiarsi nelle fantasticherie dei Vedanta se avesse conosciuto veramente Gesù?
Purtroppo però … “verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie”(2Tm 4,3), diceva l’Apostolo delle genti (giustamente anche da Lei così definito). Nei duemila anni che sono trascorsi “questo giorno” si è già ripetuto innumerevoli volte; mi stupisce la meraviglia dei suoi lettori, che non si sono ancora abituati alla confusione generata in questi ultimi oscuri tempi postmoderni da certo esoterismo di matrice orientale che ha invaso anche gli ambienti Cattolici con certe idee sincretiste che tendono a confondere l’Incarnazione del Verbo (Seconda Persona della Santissima Trinità – mi perdoni Dio l’accostamento irrispettoso) con la reincarnazione (metempsicosi) e la risurrezione con l’eterna ruota delle innumerevoli vite in cui si possono sperimentare tutti gli stati e i livelli di vita animale e persino vegetale (vicalpa).
Ma la nostra carità, quella che non ci fa risuonare come bronzi vuoti, ci spinge ad amare i Mormoni e i Testimoni di Geova, i Buddisti e i Mussulmani, gli Ebrei e i Cristiani separati, e tutti gli altri nostri fratelli, compreso anche Sathya; ciò tuttavia non toglie che noi dobbiamo mantenerci fermi nella nostra fede. Ora, anche se la Chiesa in materia non si è ancora pronunciata, certamente non significa che chi tace acconsente, anche perché altrimenti sarebbe lecita la doppia appartenenza a qualsiasi altra religiosità di cui la Chiesa non ha ancora espresso alcun giudizio. Nemmeno ritengo sia lecito pensare che per rispetto alle altre religioni si debbano mescolare culti, riti e discipline di diversa provenienza in un unico contesto culturale. Non si tratterebbe più di interreligiosità ma di sincretismo, termine fin troppo caro agli acquariani della new age.
Ci ripete il Magistero: “ Non si deve con leggerezza accettare qualsiasi ideologia, occorre invece operare un attento giudizio ed effettuare sempre delle distinzioni e delle scelte ben precise perché l’affermazione che possono esistere elementi salvifici nelle religioni non implica, per sé, un giudizio sulla presenza di tali elementi in ognuna delle religioni concrete. La Chiesa accoglie rispettosamente ogni individuo e le sue forme di religiosità, ma non cede al compromesso col sincretismo e il relativismo che tendono a rifiutare la Verità che ci viene da Dio per mezzo del suo unigenito figlio Gesù ; per questo motivo, pur esortando a vivere con carità i rapporti con gli aderenti a queste nuove forme religiose, raccomanda la fermezza nel proprio cammino di fede e la testimonianza gioiosa dei misteri Pasquali” .
Ci aspettiamo da voi Sacerdoti un’energica sferzata di vigorosa fede quella che porta alla santità il popolo che vi è stato affidato! Soprattutto da Lei caro Padre Francesco che ha come protettore un piccolo grande santo (alter Cristus) di cui porta non a caso il nome e a cui Dio ha affidato uno strumento così importante per la diffusione della Parola (la rivista il “Cammino”).
Dalle suoi commenti ricchi di provocazioni (intelligenti), oso pensare che Lei sia persona riflessiva, annoiata da certo bigottismo e alla ricerca sincera della Verità, mi perdoni se inconsapevolmente l’abbia potuta in qualche modo contrastare; mi creda è solo questo amore grande per la Verità che ci accomuna che mi ha spinto a scriverLe; rinnovo la mia stima per lei e per la sua rivista che ho letto con molto interesse e che mi piacerebbe fosse completata, se possibile, con l’inserimento di testimonianze vissute dai Missionari Cappuccini che attualizzano il Vangelo, lo rendono noto a tutti diffondendo come Luce la Parola del nostro Signore e Maestro Gesù, Via Vita e Verità.
E proprio alla luce del Vangelo e dell’autorevole parere del Magistero della Chiesa di cui Lei fa parte, Le sarei grato se potesse rispondermi. Non mi importa se lo farà anche solo privatamente, non è certo di pubblicità ma di comunione che necessito.
Resto a Sua disposizione per qualsiasi ulteriore comunicazione.


Distinti saluti
M.Castelli


Abbiamo ultimato un piccolo studio sul movimento Saibabista spero sia di suo interesse; il Professor Introvigne esprime a tal proposito questo commento:
“Lo studio è scritto con intenti evidentemente polemici, ma è sostanzialmente preciso…”
(Cfr. Andrea Menegotto - Massimo Castelli, «L’organizzazione “Sathya Sai Baba”», in Andrea Menegotto - Massimo Castelli - Tarcisio Mezzetti, Il problema delle sètte e delle nuove religioni (Introduzione di M. Introvigne), ed. per l’Associazione «Una voce grida...!» e per il Comitato Regionale di Servizio del Rinnovamento nello Spirito Santo della Lombardia da Cesare Mignani, Castellanza (Varese) 1996, pp. 46-53 e M. Introvigne, Le nuove religioni, cit., pp. 306-307.)


L’ORGANIZZAZIONE SATHYA SAI BABA


Sathya (verità) oggi ancora vivente, nacque a Puttaparthi nell’India meridionale il 23 novembre 1926 in una casa di modesti induisti. Già dalla prima età si distinse per certe capacità di materializzazione che sorpresero e preoccuparono i famigliari stessi. Essi ripetutamente tentarono di guarirlo da queste strane manifestazioni, ricorrendo inutilmente a dottori ed anche ad esorcisti induisti. Nel 1940 a quattordici anni, durante la distribuzione ai vicini di fiori e di dolciumi che materializzava in apparenza dal nulla, il padre adirato dal trambusto e seriamente preoccupato minacciò il figlio affinché la smettesse . Per tutta risposta Sathya per la prima volta asserì di essere la reincarnazione di Sai Baba. Sai (santo) è un nome persiano distintivo per i mussulmani ; il padre arresosi all’evidenza, decise perciò di assecondare il figlio e gli domandò cosa volesse che si facesse per lui. Sai rispose di voler essere semplicemente adorato ogni giovedì. Il Sai Baba, di cui Sathya asserì di essere la reincarnazione, era un “uomo dei miracoli” venerato in numerosi ambienti dell’induismo, morto nel 1918 a Shirdi. Il novello Sai Baba si definì in seguito il Purna Avatar (secondo l’induismo : massima incarnazione onnipotente della divinità), cioè la manifestazione definitiva di Dio.
Nel 1978 si proclamò addirittura Dio davanti a tutto il mondo.
I suoi seguaci gli attribuiscono guarigioni miracolose e fatti prodigiosi come materializzazioni di pietre preziose e statuine d’oro, nonché resurrezioni di morti ed altro ancora. La dottrina che proclama non ha nulla di originale, trattandosi della stessa dell’Induismo, con la specificazione che Sai Baba essendo il bhagavan (colui che possiede le sei qualità divine) riunirà le cinque religioni attuali più importanti in maniera definitiva. Krishna 5000 anni fa, Buddha 3000 anni fa, Gesù 2000 anni fa ed infine Maometto, profeta di Allah, sarebbero semplicemente degli Amsha Avatar
( secondo l’induismo : incarnazioni divine che possiedono alcuni poteri divini e la visione di Dio), che hanno preparato e profetizzato l’avvento del Purna Avatar in persona; di Sai Baba.

PROFEZIE SULL’AVVENTO DI SAI BABA

I seguaci di Sai Baba hanno fatto il possibile per scoprire le profezie e le credenze nelle varie religioni e sette dandone maldestre interpretazioni, nonostante le loro pretese va specificato che :

Nell’Apocalisse non vi è predizione alcuna in questo senso ; si parla infatti solo di due personaggi Cristo e Satana. Poiché di certo Sai Baba non è Cristo non rimarrebbe che l’altra ipotesi.

Le profezie di Nostradamus (notissimo astrologo del secolo XVI) non sono attendibili in quanto non sono datate e pertanto si prestano a qualsiasi interpretazione.

Le profezie attribuite a san Malachia (vescovo irlandese) è storicamente dimostrato che sono un falso, perché scritte poco prima del 1595 (anno della loro pubblicazione), almeno 460 anni dopo la decorrenza delle stesse ; ne è prova il fatto che l’estensore delle pseudo-profezie copiò gli errori fatti dallo storico Panviniri, da cui appaiono dedotte la maggior parte delle notizie esatte sui Papi. Di fatto poi le profezie dei papi dopo tale data, sono generalmente sbagliate.

Maometto, sempre a detta dei seguaci di Sai Baba, avrebbe descritto in una presunta profezia la venuta del “Maestro del Mondo”, questi corrisponderebbe somaticamente a Sai Baba. Nella stessa profezia, Maometto affermerebbe che alla fine della sua vita (cioè dal 2001 al 2021) Sai Baba sarà riconosciuto come “Re dei Re”.

Dire poi che un Papa fece parte della setta dei Rosacroce (prettamente antipapale) è oltre che diffamatorio addirittura assurdo, quasi criminale. Giovanni XXIII, quando era vescovo in Turchia, avrebbe dettato, come adepto della setta citata, delle profezie in cui si descriverebbe un personaggio definito come il “santo scalzo”, che i fedeli di Sai Baba fanno coincidere con Sai Baba stesso.

Le profezie del Bab, che citò ed usò Baha’u’llàh per fondare la Fede Baha’i, sono attribuite dai seguaci di Sai Baba allo stesso Sai Baba, anziché al successore di Bab, che tralasciano semplicemente di considerare.

DIFFUSIONE E ATTIVITÀ

Questo movimento induista è un altro esempio di sincretismo, che è poi confusione, che si sta velocemente diffondendo in tutto il mondo e vanta una imponente serie di centri di formazione dei futuri maestri che dovranno aiutare Sai Baba a portare tutto il mondo ad unificarsi in una grande e unica religione al cui vertice c’è Sai Baba stesso.
Al centro di ogni attività degli adepti è l’adorazione di Sai Baba, attorno al quale tutto ruota e si articola.
Per cui vengono organizzate sistematicamente testimonianze e conferenze che hanno lo scopo di affascinare il pubblico mediante effetti miracolistici, che assomigliano molto ai giochi di prestigio.
E’ chiaro che l’obiettivo è solo quello di creare un’organizzazione potente a livello mondiale mediante il proselitismo più sfacciato. Ad esempio il 3 settembre 1988 in occasione della ricorrenza della natività di Krishna, Sai Baba disse che gli “avatara”(discesa, incarnazione della divinità) non scendono in terra né per risolvere i piccoli problemi famigliari, né per dare felicità transitoria, poiché le infelicità fanno parte della legge karmica, per cui ognuno ha quello che ha seminato nelle vite precedenti .
In un’altra occasione invece affermò esattamente il contrario, infatti il 5 agosto dello stesso anno nel discorso rivolto agli stranieri, per lo più occidentali, disse : “Appena vi sarete garantiti l’amore di Swami [cioè “Insegnante di dottrina religiosa” ; Sai Baba è chiamato così dai suoi fedeli.] potete ottenere tutto, fare ogni cosa, avere salute, ricchezza, tutto !” . In questo caso la legge del Karma sembra non valere più ; nei riguardi della cultura del mondo occidentale è più facile far leva sull’aspetto materiale ed economico che non su quello spirituale.
Uno strano dio questo che si accanisce ad affermare la propria divinità, pur non essendo esente dai difetti e dalle contraddizioni tipiche dell’uomo mortale !
Il simbolo della religione di Sai Baba è il fiore di loto a sei petali con al centro il LINGAM (simbolo fallico), l’elemento fondamentale.
Sui petali sono raffigurati rispettivamente l’OM o AUM, simbolo della religione induista , la RUOTA buddista, la FIAMMA di Zoroastro, la STELLA di David, la MEZZALUNA mussulmana e la CROCE cristiana (è il massimo del sincretismo !).
In Italia la sede dell’organizzazione risiede a Varallo Pombia in provincia di Novara e conta molti adepti ed anche nomi noti nel mondo della politica, dello sport, del cinema ed altro.ALCUNE CONSIDERAZIONI
Sai Baba è, all’opposto di Gesù, un ricercatore della vanagloria terrena, del successo, dell’autorealizzazione, infatti a lui ancora vivente sono già stati dedicati dai suoi seguaci diversi monumenti in ottemperanza al comandamento di adorarlo espresso da lui stesso. Gesù non ha mai prodotto per nessuno, tanto meno per se, ricchezze o cose preziose, anelli d’oro di dubbia provenienza, lingam come fossero ectoplasmi, vibhuthi dall’effetto placebo. Semmai mosso da compassione il Figlio di Dio, ha operato miracoli di misericordia, moltiplicando il pane ed i pesci quando necessario, rendendo possibili pesche miracolose, guarendo i poveri, i ciechi, i sordi, i lebbrosi e risuscitando in più occasioni anche i morti. Tutta la vita di Gesù è permeata di pietà e di amore verso l’umanità, spogliatosi di tutta la sua regalità è stato fedele alla sua missione fino alla morte di Croce (Fil. 2,6-11). Gesù proclama che il suo regno non è di questo mondo e chiede di scegliere tra la Sua Croce ed il resto del mondo promettendo la vera Vita, la Pace e la Gioia a chi lo seguirà. Gesù parla in parabole perché chi le capisce possa ricavarne giovamento e chi non le capisce possa esserne ugualmente giustificato davanti al Padre. Gesù libera dal demonio i posseduti e gli ossessi, ... al contrario, Sai Baba asserisce di essere il re di questo mondo e promette la ricchezza ed usa in modo subdolo gli stessi temi sull’amore proposti da Cristo. Non si mette al servizio di nessuno come ha fatto il Maestro, ma pretende solo devozione ed adorazione. Gesù, il Buon Pastore, lascia la sicurezza del gregge per andare in cerca dell’unica pecorella smarrita, Sai Baba terrorizza chi vuole allontanarsi dal suo gregge. Citiamo ad esempio la testimonianza della psicologa Paola Alessandra : “Il prezzo pagato per lasciare Sai Baba consiste in sofferenze incredibili... dolori in tutto il corpo, desiderio di suicidarsi senza motivi reali, perdita del lavoro, perdita di soldi, perdita di affetti, sensazione di diventare pazzi e psicotici... ho dovuto ricorrere a esorcisti, senza i quali non avrei mai potuto uscire dall’influsso di Sai Baba” (3).
Se questo per Sai Baba è amore che cos’è per lui l’odio ?. Non scambiamo la Risurrezione con la reincarnazione ; Cristo è risorto dai morti al terzo giorno e non è la reincarnazione di un “uomo di Dio” indiano, poco conosciuto all’infuori dell’India.
Quanta confusione negli stessi ambienti cristiani ! Dobbiamo far chiarezza per non cadere nell’inganno dei falsi profeti che si presentano come angeli di luce, dobbiamo riconoscere subito i lupi, anche se si presentano come miti agnelli. Non dimentichiamo mai il monito di Gesù, Maestro mansueto e buono, che ci ha amato non chiedendo mai nulla per Se, se non che ci amassimo gli uni gli altri per testimoniare la fratellanza con Lui e la figliolanza al Padre nostro che è nei cieli.
Il principe del mondo ( Sai Baba afferma di esserne addirittura il re ! ) si presenta come angelo di luce, non per niente si chiama anche Lucifero, chi non è preparato facilmente ne è confuso, ma nulla della Parola di Dio sarà perso.
Mt. 4, 8-11 (vedi anche Lc. 4)
[8] Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli
mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse:
[9] «Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai».
[10] Ma Gesù gli rispose: «Vattene, satana! Sta scritto:
Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto ».
[11] Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo
servivano.

Gv. 15, 23-31
[23] Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre
mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.
[24] Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate
non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
[25] Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi.
[26] Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome,
egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
[27] Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dá il mondo, io la
do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
[28] Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi
rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me.
[29] Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi
crediate.
[30] Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo;
egli non ha nessun potere su di me,
[31] ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che
il Padre mi ha comandato. Alzatevi, andiamo via di qui».

Dt. 6, 4-13
[4] Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo.
[5] Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e
con tutte le forze.
[6] Questi precetti che oggi ti dò, ti stiano fissi nel cuore;
[7] li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa
tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti
alzerai.
[8] Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio
tra gli occhi
[9] e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte.
[10] Quando il Signore tuo Dio ti avrà fatto entrare nel paese che ai tuoi
padri Abramo, Isacco e Giacobbe aveva giurato di darti; quando ti avrà
condotto alle città grandi e belle che tu non hai edificate,
[11] alle case piene di ogni bene che tu non hai riempite, alle cisterne
scavate ma non da te, alle vigne e agli oliveti che tu non hai
piantati, quando avrai mangiato e ti sarai saziato,
[12] guardati dal dimenticare il Signore, che ti ha fatto uscire dal paese
d'Egitto, dalla condizione servile.
[13] Temerai il Signore Dio tuo, lo servirai e giurerai per il suo nome.

Bibliografia:
- A. Pavese, Sai Baba - anatomia del “nuovo Cristo” e dei suoi miracoli, Piemme (Casale Monferrato1992). L’autore è controverso, ma fornisce numerose informazioni interessanti
- Mons. G. Casale , Nuova religiosità e nuova evangelizzazione, Lettera Pastorale, Piemme (Casale Monferrato 1993).
- S.Ferrari - P. Maggi - G. Trapletti, Lampade di Aladino, Primissime informazioni su alcuni N.M.R. in Italia (Bs 1994),
pp. 29-33.

APPENDICE

Da un documento dell’Episcopato :

Riportiamo una parte della Lettera Pastorale di Mons. Giuseppe Casale, arcivescovo di Foggia-Bovino, Presidente del CESNUR e importante studioso delle nuove religioni, per ribadire che solo in Cristo “ abita corporalmente la pienezza della divinità “
(Col. 2, 9), la Sua incarnazione è un fatto unico e irrepetibile.

“ Un concetto proveniente dalla tradizione indù e che è abbastanza presente - in modo esplicito o implicito - nella nuova religiosità, ci può aiutare a mettere meglio a fuoco questo punto importantissimo : si tratta del concetto di “avatara”. E’ un termine sancrito che significa letteralmente “discesa”. Si applica alla Divinità e alla sua manifestazione condiscendente nella sfera del sensibile (non solo umano). Molti indologi e occultisti lo traducono semplicemente come “ incarnazione “.

Ecco allora che il dogma centrale del cristianesimo si trova ricondotto a una categoria storico-religiosa più ampia. Frequenti sarebbero state le “discese” del
dio Vishnu. L’ultima sua apparizione umana sarebbe stata Krishna. L’evento di Cristo diventa così solo il caso particolare di una categoria più generale.
Un caso nuovamente ripetibile, come per esempio si pretende per il “guru” indiano Sathya Sai Baba.

In realtà un esame più attento - un esame teologico, come richiede la materia - evidenzia subito che i concetti di “avatara” e di “incarnazione” possono essere accomunati solo in forza di un grave equivoco. A parte la inconsistenza storica della figura di Krishna, la manifestazione umana del dio si risolve nell’assunzione di un corpo ”apparente”. Chi applica questa concezione a Cristo ricalca - in modo più o meno cosciente - le orme di un’antica eresia, il “docetismo” (dal greco dokeo :”apparire”) e certamente non esprime le fede cristiana.
L’incarnazione cristiana, che implica la verità e la completezza della umanità di Gesù, emerge da questo confronto come evento unico e irripetibile, vero “segno di contraddizione” (Lc. 2, 34) che non sopporta nessuna omologazione sincretistica o pseudognostica, ma esige una presa di posizione chiara e decisiva”



( Mons. G. Casale, Nuova religiosità e nuova evangelizzazione, Lettera Pastorale, Piemme, Casale Monferrato 1993-
[Modificato da maxis35 25/07/2012 20:55]
28/04/2011 18:34
 
Quota
Post: 785
Post: 45
OFFLINE
Interessante. Chissà se lo leggessero i suoi adepti o solo simpatizzanti.
Purtroppo troppa gente, anche da me conosciuta personalmente, é stata plagiata da questo sedicente santone.
Vota:
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
NUOVA DISCUSSIONE
 | 
AGGIUNGI COMMENTO
Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra | Regolamento | Privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 15:28. Versione: Stampabile | Mobile - © 2000-2024 www.freeforumzone.com