https://www.facebook.com/pages/Evangelium/447120875339778?fref=ts
Cerca nel forum
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

REIKY - "Il potere è nelle mie mani!"

Ultimo Aggiornamento: 24/09/2011 19:07
Autore
Vota | Stampa | Notifica email    
04/04/2011 21:33
 
Quota
Post: 228
Post: 222
OFFLINE
Il prurito delle novità: come diventare mago subito.
New-age – il Reiki e le pratiche terapeutiche alternative.



Nel mondo della medicina olistica e dei metodi terapeutici alternativi il reiki riveste un ruolo fondamentale.

La parola reiki significa energia vitale universale e si compone di due sillabe: "rei" si riferisce all’energia dell’universo o macrocosmo e "ki" (kundalini per lo yoga) all’energia dell’individuo o microcosmo.

Il termine cinese "ki" corrisponde anche al noto termine "prana" (soffio vitale) degli induisti.

Il reiki è definito come un’energia di amore, di luce e di vita che è proposta dagli acquariani, addetti al lavoro, come un metodo scientifico di guarigione, naturale e olistico al tempo stesso che riguarda in pratica lo spirito il corpo e la mente.

Per noi occidentali cristiani è facile riconoscervi le caratteristiche attribuite allo Spirito Santo, con la differenza che l’energia del reiki è assoggettata al potere delle mani di chi è in grado di farne uso.

Gli strumenti che i reikisti ritengono in grado di rivelarne la presenza non sono basati su alcun principio della scienza tradizionale e sono chiamati Camere Kirlian (di cui si avvalevano non molti anni fà anche gli ormai superati pranoterapeuti), che sarebbero in grado di rilevare le vibrazioni energetiche di qualsiasi essere vivente, animale, vegetale e minerale.

L’energia del reiki, che non trova riscontro con alcuna delle energie scoperte dalla fisica, è definita come organica e bioplasmatica.




Per padroneggiare tale energia occorre divenire reiki-master partecipando ai corsi, articolati solitamente su sette livelli, che comportano dei veri e propri riti di iniziazione, aventi lo scopo di sbloccare quelle inibizioni (per lo yoga: chacra) che impediscono al flusso del reiki di attraversare il corpo e sprigionarsi per mezzo delle mani.
Il programma dei corsi comprende oltre ad una serie di insegnamenti, contrari alla dottrina cristiana quali la reincarnazione, i chakra e l’aurea, un’illustrazione dei principi filosofici di base della new-age.

Il reiki afferma di non aver nulla in comune con la magia ma ne usa le tecniche e i contenuti modernizzandone semplicemente le definizioni; quindi si parla di uso dell’energia e non più di magia, di guarigione e non d’incantesimo, d’energia bioplasmatica anziché di potere, di simboli e non di formule per evocare gli spiriti, di trattamenti anziché di cerimonie magiche, di energie positive e negative anziché di spiriti.

Di livello in livello il potere di questi moderni apprendisti maghi cresce, in proporzione al danaro investito nei corsi di apprendimento che generalmente sono brevi e costosi.

Alla fine dei corsi l’allievo consegue l’attestato di maestro di reiki e può esercitare una serie d’inquietanti attività quali: meditare il cristallo, visualizzare l’Angelo, assorbire l’energia di Gaia (Madre Terra) filtrata da reiki, caricare i propri chakra, rendere reale l’impossibile, viaggiare nel passato e nel futuro, guarire tutte le malattie ad eccezione (naturalmente) di quelle che capitano per il bene della persona, camminare sul fuoco mediante la pirobazia (tutto questo in tre week-end e 12 incontri serali per solo poco più di complessivi 3.000.000 di lire IVA compresa).



Il gesto fondamentale su cui si basa il reiki è l’imposizione delle mani che, mentre per il cristiano è solo la manifestazione dell’amore che accompagnato dalla preghiera spinge l’amico a confortare il sofferente bisognoso di cure, qui è invece un vero e proprio rituale magico.

La pratica del reiki, che si vorrebbe far risalire ad antichissime tradizioni orientali, ha origini invece nel 1880 ad opera di un monaco cristiano giapponese, Mikao Usui che ha preso spunto per creare il suo sistema sicuramente dalle religiosità giapponesi, fondendole con le pratiche esoteriche occidentali.

E’ stata creata in proposito una storia leggendaria che narra di come Mikao Usui avrebbe deciso di iniziare un cammino di ricerca, in seguito alle domande espressegli dai suoi studenti, in merito alle tecniche con le quali Gesù Cristo aveva compiuto i suoi miracoli e cui egli non sapeva rispondere. Dopo essersi recato negli Stati Uniti a studiare le sacre scritture, non riuscendo a trovare nessun’esauriente risposta si sarebbe recato anche in India e in Tibet, dove avrebbe approfondito lo studio di antichi testi scritti in sanscrito, però senza successo. Ritornato in Giappone si sarebbe poi dedicato allo studio del buddismo e infine in un tempio vicino Kyoto avrebbe rinvenuto alcuni preziosissimi antichi testi (sutra), che nessuno aveva mai notato, scritti oltre duemilacinquecento anni prima, contenenti proprio le formule e i simboli che lui cercava. Qui avrebbe sentito l’esigenza di trascorrere un periodo di purificazione in un monastero sulla montagna sacra Kuriyama. A partire da quel momento, per rendere più credibile il racconto, le versioni contrastano; non si è sicuri, infatti, se il superiore del monastero a conoscenza del segreto di Usui, l’avrebbe dissuaso o al contrario incoraggiato a proseguire. Di fatto, Usui, portando con sé i sutra e i sassolini tradizionali per contare i giorni di digiuno che avrebbe trascorso sulla cima del Kuriyama, avrebbe deciso di appartarsi nel completo isolamento.

Allo scadere del ventunesimo giorno, avrebbe avuto come una folgorazione: proprio al centro della fronte sarebbe stato, infatti, colpito da una luce che quasi lo tramortì, e come in una visione gli sarebbero apparsi i tanto agognati simboli a lettere splendenti come oro tra mille bolle colorate. Allora la leggenda, con l’intento di avvalorare una reminiscenza di una quanto mai improbabile vita precedente, narra che Usui avrebbe esclamato enigmaticamente "Sì, ora mi ricordo!".

Preso dall’eccitazione, continua la narrazione, si mise a scendere frettolosamente la montagna e inciampando, si ferì lacerandosi un piede; un’intuizione, o forse il dolore, lo portò a porvi sopra le mani, e subito il piede miracolosamente guarì. Fu l’inizio del reiki!

Allora, si narra, Usui cominciò ad operare prodigiose guarigioni nei ghetti di Kyoto, e a girare per le strade con una fiaccola in mano, (come il Diogene d’antica memoria) alla ricerca di uomini disposti all’introspezione ed alla conoscenza del sé. Cominciò ad insegnare il reiki, nacque così il primo grande maestro di reiki.

Da questo racconto è evidente l’intenzione subdola di accattivarsi la benevolenza degli ambienti cristiani; vi si sottolinea, infatti, che Usui fosse cristiano senza rinunciare però a sostenere la superiorità delle concezioni orientali (sutra).

Alla sua morte segui il dottor Chijiro Hayashi, suo stretto collaboratore che aprì una clinica privata a Tokyo, dove si praticava esclusivamente il reiki. Il dottor Hayashi morì nel maggio del 1941 e fu sostituito da Hawayo Takata, sua paziente e allieva, che assunse la carica di terzo e ultimo grande maestro. Hawayo decise di formare una scuola di maestri perchè nulla andasse nuovamente perduto, creò pertanto la Reiki Association, da cui in seguito nacque ad opera della nipote Phyllis Lei Furumoto la Reiki Alliance. I maestri-reiki non hanno alcun obbligo di aderire a queste organizzazioni, anzi molti preferiscono operare in maniera indipendente, perché il reiki è un’esperienza d’amore che non vuole imporre alcun vincolo.

Naturalmente il reiki fà sue le conoscenze e le scoperte della scienza che usa per sostenere il concetto olistico, tipico del new-age, sino ad arrivare al presupposto che la ricerca filosofica e religiosa d’ogni cultura terrestre, contiene riferimenti, risonanze e riflessi di un’unica verità (sincretismo!). La nostra coscienza, secondo il reiki, è soggetta al fenomeno del dualismo a causa della divisione della corteccia cerebrale in due emisferi che sovrintendono a differenti funzioni; in particolare all’emisfero sinistro competerebbero il pensiero logico, analitico, le capacità matematiche e linguistiche, viceversa quello destro avrebbe capacità di sintesi, intuito, creatività, abilità manuali e si esprimerebbe per concetti globali. Per dirla in breve, gli occidentali avrebbero sviluppato maggiormente la parte sinistra, materiale e rigorosamente razionale, mentre gli orientali avrebbero preferito dedicare una maggior attenzione allo sviluppo dell’emisfero destro, dedicandosi all’approfondimento scientifico della dimensione interiore dell’uomo, mediante complicate tecniche quali la respirazione, la concentrazione, la ripetizione di suoni dalle particolari vibrazioni, per indagare gli stati più profondi della coscienza. Per cui vi è da parte del reiki una certa predilezione per lo Yoga, il Tantra, il Sufismo, il Buddismo e lo Zen che sono definite psicologie esoteriche (segrete, intime, riservate ai discepoli) di notevole importanza per il contribuito alla ricerca della verità. Osho, scrittore e mistico esoterico indiano, ha dato impulso in maniera significativa allo sviluppo di questa nuova disciplina dando origine al neo-reiki, definito come via alla conoscenza di s챕. Secondo il suo punto di vista, Galileo e Newton avrebbero influenzato negativamente per secoli tutti i campi della scienza occidentale, condizionando la massa in maniera profonda, tanto da portarla a rifiutare ogni concetto che esca dagli schemi tipici del meccanicismo newtoniano, che asserisce che tutto ciò che non è spiegabile razionalmente nella logica "causa-effetto", nello spazio tridimensionale e nel tempo lineare è frutto della fantasia.

Certamente vi è del vero in questa sottolineatura del reiki, se si pensa al grado di scetticismo cui è giunto l’uomo postmoderno, anche se nessuno realisticamente può negare che, proprio in conseguenza delle scoperte della scienza occidentale, siamo riusciti a raggiungere una civiltà tecnologicamente avanzata che possiede il potenziale per risolvere i bisogni più elementari dell’uomo.

Il reiki pone l’olismo come fondamento di tutta la sua filosofia e su questa base mediante complessi sofismi, riferendosi alla struttura del DNA che contiene il progetto dell’essere cui appartiene, per analogia, asserisce che l’individuo è una cellula del tutto e pertanto contiene in sé l’intero universo, vale a dire come il tutto contiene una parte, la parte contiene il tutto.

Un’importanza notevole è attribuita al concetto di relatività, quindi basandosi su congetture derivanti da speculazioni distorte della famosa formula di Einstein, si arriva ad asserire che il tempo e lo spazio sono una visione riduttiva della realtà. Vi è invece una dimensione energetica che vibrando a velocità superiori di quella della luce, rende possibili al futuro e al passato di coesistere nel presente, nel qui e ora.

Osho afferma addirittura, ricalcando il concetto buddista del nirvana, che questa vibrazione si può cogliere se si è in grado di esistere solamente senza far nulla: nessun’azione, nessun pensiero, nessun’emozione. Questa vibrazione che compone l’energia e l’esistenza è una sostanza chiamata gioia.

Il reiki è definito soprattutto come la maniera di attivare il processo di guarigione attraverso la crescita della consapevolezza della gioia e dell’armonia.

Vi sono poi delle convinzioni tanto antiche quanto ingenue che il rei-chi ha riesumato, dando loro una veste moderna, dalle antiche tradizioni orientali relative allo yoga (disciplina di vita donata agli uomini da Arjuna, discepolo di Krishna) e allo za-zen (= stare seduti), tra le quali ve n’è una curiosa che pone la coscienza ed il pensiero non nel cervello come pensa l’occidentale ma distribuita in sette punti del corpo detti "chakra" in cui risiederebbero i "sette corpi" o "strati energetici": fisico, eterico, astrale, mentale, spirituale, cosmico, nirvanico.

Questi strati o livelli della coscienza occupano gli spazi tra gli atomi, fra le particelle subatomiche, collocandosi dalla periferia al centro sempre più verso un’ipotetica realtà oggettiva.

La crescita della consapevolezza, che lo Yoga identifica invece nel risveglio della dea serpentiforme Kundalini che risiederebbe nell’ultima vertebra del coccige, dà la possibilità di prendere coscienza gradualmente dei sette corpi e dei relativi poteri a loro connessi.

Scopo del reiki è proprio quello, tramite l’insegnamento moderno di attivare questi centri energetici (chakra) che sono disposti sulla linea della colonna vertebrale.

Il perfetto controllo dei sette corpi, secondo Osho e i maestri di reiki, consentirebbe al praticante di riattivare, nell’ordine, tutti i poteri che sono sopiti e presenti allo stato latente nell’essere di ogni individuo:


Muladhara

(coccige, ultima vertebra) – autocontrollo del corpo fisico;


Svadhisthana (addome) – armonia del flusso energetico del corpo eterico;


Manipura (altezza dell’ombelico)- discernimento della vita e della morte, ricordi di vite passate e viaggi nel tempo mediante il corpo astrale;


Anahata

(altezza del cuore)– ipnotismo, telepatia, chiaroveggenza e materializzazione del pensiero mediante il corpo mentale;




Vishudda (centro della gola) – presenza del divino che si manifesta con la compassione e l’amore per tutti gli esseri mediante il superconscio o corpo spirituale;


Ajna (centro frontale)– ultima integrazione del tutto, unione dei due emisferi cerebrali (rappresentati per lo yoga dai personaggi mitici Ida, femminile e Pingala, maschile) mediante il corpo cosmico o terzo occhio;


Sahasrara

(sommità del capo)- ultimo livello della conoscenza, dell’esistenza e della non-esistenza o conoscenza del tutto mediante il corpo nirvanico o nirvana kaya.



Questo in sintesi è il modello che propone il reiki, attingendo dalla cultura indiana ma anche da quella occidentale seppure con il presupposto che non esista un dio cui far riferimento e che tutto è energia, intesa come sostanza costitutiva sia della materia sia dello spirito. In quest’ambiente l’uomo è visto come essere potenziale, il cui scopo non è di soggiacere ad un progetto divino, ma di realizzare liberamente se stesso attraverso un processo evolutivo che risvegli la sua coscienza d’essere parte del divino. Questo avverrebbe però solo tramite l’iniziazione da parte di un maestro reiki.

L’idea della divinità secondo il reiki, anche se solo abbozzata è abbastanza confusa e nebulosa in quanto, in sostanza, tutto è divino; ciò che esiste in bene e in male senza distinzioni e dualità è un unico olismo in cui tutto e il contrario di tutto esistono fusi assieme come due rami dello stesso tronco, perciò non si può parlare nemmeno di morale in quanto gli opposti sono visti come aspetti insopprimibili dell’unità.


Massimo Castelli







Altri riferimenti bibliografici:



Le Grandi Religioni, E.M.I. (Bologna), M.I. (Milano)

Lettera pastorale di Mons. GIUSEPPE CASALE, Nuova religiosità e nuova evangelizzazione, Piemme, (Casale Monferrato Alessandria – 1993).

T.Mezzetti, Studi sulle energie – dal n° 1 di Una voce grida



M.Introvigne, Storia del New-age ( Piacenza – 1992).

G. Tarozzi, Reiki: energia e guarigione (Torino – 1991).

Osho Rajneesh, Meditazione prima e ultima libertà, (Roma 1989)..

Prem Udgatri, Sandra Masseglia, Reiki , anche le tue mani possono, MISTRAL - Demetra S.r.l. (Bussolengo –VR 1995)

Franco Ceretti, Vittorio Sirtori, Dizionario New-age, Antonio Vallardi Editore s.r.l (1998)





[Modificato da maxis35 24/09/2011 19:07]
Vota:
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
NUOVA DISCUSSIONE
 | 
AGGIUNGI COMMENTO
Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra | Regolamento | Privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 07:10. Versione: Stampabile | Mobile - © 2000-2024 www.freeforumzone.com