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E' DIO CHE TI PARLA!

Ultimo Aggiornamento: 06/02/2009 13:46
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06/02/2009 13:46
 
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TU SEI IL PIU' GRANDE MIRACOLO DEL MONDO!
E' DIO CHE TI PARLA!
TU SEI IL PIU' GRANDE MIRACOLO DEL MONDO!

Prendi consiglio. Io sento il tuo grido.
Attraversa l'oscurità, esso filtra tra le nuvole, si confonde con la luce delle stelle
e trova la via del mio cuore sulla scia di un raggio di sole.
Ho sofferto per il grido di una lepre soffocata dal laccio di una trappola, di un passero caduto dal nido materno, di un bambino che annaspava penosamente in uno stagno, e di un figlio che ha sparso il suo sangue su una Croce.
Sappi che sento anche te. Sii in pace. Sii calmo.
Io porto ristoro al tuo dolore perché ne conosco la causa... e la cura.
Tu piangi per tutti i sogni dell'infanzia svaniti con gli anni.
Tu piangi per la tua autostima corrotta dal fallimento.
Tu piangi per tutto il tuo potenziale barattato in cambio di sicurezza.
Tu piangi per la tua individualità calpestata dalla massa.
Tu piangi per il tuo talento sciupato da cattivo uso.
Tu guardi a te stesso con vergogna e distogli il volto terrorizzato dall'immagine che vedi riflessa nello specchio d'acqua. Chi è questo fantoccio che ti guarda di rimando con gli occhi vuoti del disonore?
Dov'è la grazia delle tue maniere, la bellezza della tua figura, la rapidità dei tuoi movimenti, la chiarezza della tua mente, la scioltezza della tua lingua? Chi ha rubato i tuoi beni? Conosci l'identità del ladro, come la conosco io?
Una volta tu posavi il capo su un cuscino d'erba nel campo del padre e guardavi in alto una cattedrale di nubi e sapevi che tutto l'oro di Babilonia sarebbe stato tuo con il tempo.
Una volta tu leggevi molti libri e scrivevi su molte tavolette convinto al di là di ogni dubbio che tutta la sapienza di Salomone sarebbe stata da te uguagliata e superata.
E che le stagioni sarebbero sfociate negli anni finché, ecco, tu avresti regnato supremo nel giardino dell'Eden.
Ti ricordi chi seminò in te quei progetti, e i sogni e i semi della speranza?
Non puoi. Il passare degli anni ha distrutto la tua capacità
Tu non hai memoria del momento in cui uscisti dal grembo materno e io posi la mia mano sulla tua morbida fronte.
E il segreto che sussurrai al tuo piccolo orecchio, quando ti donai la mia benedizione? Ricordi il nostro segreto?
Non puoi. Di ricordare perché, con gli anni, la tua mente si è riempita di paura e dubbio e angoscia e rimorso e odio, e dove dimorano questi mostri non c'è più spazio per i ricordi felici.
Non piangere più. Sono con te... e questo momento è la linea di demarcazione della tua vita. Tutto quel che è stato prima è paragonabile al tempo in cui dormivi nel grembo di tua madre. Il passato è morto. Lascia che i morti seppelliscano i morti.
In questo giorno tu ritorni dalla morte vivente.
In questo giorno, come Elia fece con il figlio della vedova, mi volgo verso di te tre volte e tu torni a vivere.
In questo giorno, come fece Eliseo con il figlio della Sunamita, poso la mia bocca sulla tua bocca e i miei occhi sui tuoi occhi e le mie mani sulle tue mani e il tuo corpo torna ad essere caldo.
In questo giorno, come fece Gesù alla tomba di Lazzaro, io ti ordino di uscire e tu uscirai dalla caverna di sventure per incominciare una nuova vita.
Questo è il tuo compleanno, questa è la tua nuova data di nascita. La tua vita di prima, come nei drammi a teatro, era soltanto una prova. Questa volta il sipario è alzato. Questa volta il mondo ti guarda e attende di applaudirti. Questa volta non fallirai.
Accendi le candele. Taglia la torta. Versa il vino. Tu sei nato di nuovo.
Ti leverai come una farfalla dalla crisalide... volerai in alto come il tuo desiderio, né le vespe né le mantidi dell'umanità ostacoleranno la tua missione o la tua ricerca delle vere ricchezze della vita.
Senti la mia mano sul tuo capo.
Segui la mia sapienza.
Lasciami dividere con te, di nuovo, il segreto che hai udito alla tua nascita e che hai dimenticato.
Tu sei il mio miracolo più grande.
Tu sei il più grande miracolo del mondo.
Sono queste le prime parole che tu abbia mai udito. Poi tu hai pianto. Tutti piangono.
Tu non mi credesti allora. E nulla è intervenuto negli anni successivi a correggere la tua mancanza di fede.
Come puoi essere un miracolo se tu stesso ti consideri un fallimento di fronte ai compiti più modesti?
Come puoi essere un miracolo quando sei tanto insicuro anche nei confronti delle responsabilità più banali?
Come puoi essere un miracolo quando sei ossessionato dai soldi e giaci insonne tormentandoti per l'incertezza del domani?
Basta. Non bisogna piangere sul latte versato. Eppure quanti profeti, quanti saggi, quanti poeti, quanti artisti, quanti compositori, quanti scienziati, quanti filosofi e messaggeri io ho mandato con la parola della tua divinità, del tuo potenziale divino e con i segreti per realizzarlo. Come li hai trattati?
Ma io ti amo ancora e ora sono con te, con queste parole, per adempiere l'annuncio del profeta, che il Signore poserà ancora la sua mano, una seconda volta, per salvare il « resto » del suo popolo.
Ho di nuovo posto su di te la mia mano.
Questa è la seconda volta. Tu sei il mio « resto ».
Non reca profitto chiedersi: non sapevi, non sentivi, non ti è stato detto fin dall'inizio, non hai capito fin dalla fondazione della terra?
Tu non sapevi; tu non sentivi; tu non capivi.
Ti è stato detto che sei una divinità travestita, un Dio che recita la parte del pazzo.
Ti è stato detto che sei una creatura specialissima, nobile nella ragione, infinita nelle facoltà, precisa e ammirevole nella forma e nel movimento, come un angelo in azione, come un dio nell'intelligenza.
Ti è stato detto che sei il sale della terra.
Ti è stato svelato il segreto di muovere perfino le montagne, di compiere l'impossibile.
Tu non hai creduto. Tu hai bruciato la mappa della felicità, hai abbandonato la ricerca della pace del cuore, hai soffiato sulle torce accese lungo il tuo predestinato sentiero di gloria e poi hai vacillato, sperso e spaventato, nelle tenebre della futilità e dell'autocommiserazione, finché sei caduto nell'inferno che tu stesso ti sei creato.
Poi hai pianto, ti sei disperato e hai maledetto la sorte che ti era toccata. Hai rifiutato di accettare le conseguenze dei tuoi pensieri meschini, delle tue azioni pigre e hai cercato un capro espiatorio su cui scaricare la colpa del tuo fallimento. E subito ne hai trovato uno. Hai dato la colpa a me!
Hai gridato che i tuoi ostacoli, la tua mediocrità, la tua mancanza di occasioni, i tuoi fallimenti... erano colpa di Dio!
Hai sbagliato!
Facciamo un elenco. Facciamo prima di tutto una lista dei tuoi ostacoli. Come posso infatti chiederti di costruire una nuova vita se non ne hai gli strumenti?
Sei cieco? Il sole sorge e tramonta senza che tu possa vederlo? No. Tu puoi vedere. I cento milioni di ricettori che ho situato nei tuoi occhi ti consentono di vedere la magia di una foglia, di un fiocco di neve, di uno specchio d'acqua, e l'aquila, il bambino, la nuvola, la stella, la rosa^ l'arcobaleno... e lo sguardo dell'amore. Conta questa come la benedizione numero uno.
Sei sordo? Non puoi udire il riso o il pianto di un bimbo?
No. Tu puoi udire. Le ventiquattromila fibre che ho costruito in ciascuna delle tue orecchie vibrano al vento tra gli alberi, al frangersi delle onde sugli scogli, al suono di una sinfonia, al frullo di un pettirosso, alle grida dei bambini che
giocano... e alle parole « ti amo ». Conta questa come un'altra benedizione.
Sei muto? Le tue labbra si muovono emettendo soltanto un balbettio?
No. Tu puoi parlare come nessun'altra delle mie creature, e le tue parole possono placare gli irati, sollevare i depressi, stimolare i rinunciatari, confortare gli infelici, far compagnia ai solitari, elogiare i meritevoli, incoraggiare gli sconfitti, insegnare agli ignoranti... e dire « ti amo ». Conta un'altra benedizione.
Sei paralizzato? La tua forza impotente rattrista la terra? No. Tu puoi muoverti.

Non sei un albero ancorato per sempre ad una piccola zolla, in balia del vento e del mondo. Tu puoi tenderti e correre e danzare e operare perché dentro di te io ho progettato cinquecento muscoli, duecento ossa e sette miglia di fibre nervose, tutte da me sincronizzate per rispondere ad ogni tuo cenno. Conta un'altra benedizione.
Non sai dare e ricevere amore? La solitudine ti isola, giorno e notte?
No. Non più. Perché ora tu conosci il segreto dell'amore, sai che per ricevere amore devi offrirlo senza chiedere nulla in cambio. Amare per il proprio appagamento, soddisfazione, orgoglio non è amore. L'amore è un dono che non può chiedere restituzione. Ora tu sai che l'amore senza egoismo ha in sé la propria ricompensa. E se anche non dovesse essere contraccambiato, l'amore non va perduto, perché l'amore non corrisposto tornerà di nuovo a te per addolcire e purificare il tuo cuore. Conta un'altra benedizione. Contane due.
Il tuo cuore è debole? Perde colpi, fa fatica a mantenerti in vita?
No. Il tuo cuore è forte. Toccati il petto e senti il suo ritmo che pulsa, ora dopo ora, giorno e notte, con trentasei milioni di battiti all'anno, anno dopo anno, che tu sia sveglio o che tu dorma, spingendo il sangue attraverso più di sessantamila miglia di vene, arterie e capillari... pompando più di sette-centomila galloni all'anno. L'uomo non è mai riuscito a creare una macchina simile. Conta un altra benedizione.
Hai una malattia della pelle? La gente distoglie lo sguardo con orrore quando ti avvicini?
No. La tua pelle è pura ed è una meraviglia della creazione, ha bisogno soltanto che tu le dedichi sapone, spazzola e cure. Con il tempo ogni acciaio si macchia e arruginisce, non la tua pelle. Alla fine anche i metalli più forti si consumano con l'uso, ma non quello strato che io ho costruito intorno a te. Esso costantemente si rinnova, le vecchie cellule sono sostituite da cellule nuove,
proprio come il vecchio essere è ora sostituito da un essere nuovo. Conta un'altra benedizione.
Hai i polmoni malati? Il respiro della vita entra a fatica nel tuo corpo?
No. Gli alveoli della vita ti sostengono perfino negli ambienti più degradati, che tu stesso hai creato, e lavorano incessantemente per filtrare l'ossigeno vitale attraverso seicento milioni di tasche di cartilagine ripiegata, mentre liberano il tuo corpo dai rifiuti gassosi. Conta un'altra benedizione.
Il tuo sangue è avvelenato? È mescolato con acqua e pus?
No. Nei tuoi cinque quarti di sangue ci sono ventidue trilioni di cellule sanguigne e in ogni cellula ci sono milioni di molecole e in ogni molecola c'è un atomo che oscilla più di dieci milioni di volte al secondo. Ogni secondo, muoiono due milioni di cellule sanguigne che sono sostituite da due milioni di cellule nuove in una resurrezione che dura ininterrotta fin da quando sei nato. Come è avvenuto sempre all'interno del tuo bel corpo, così ora avviene per te anche all'esterno.

Conta un'altra benedizione. Sei debole di mente? Non puoi più badare a te stesso?
No. Il tuo cervello è la struttura più complessa dell'universo. Io lo so. In una libbra di peso racchiude tredici miliardi di cellule nervose, vale a dire circa tre volte la popolazione della terra. Per aiutarti ad archiviare ogni percezione, ogni suono, ogni sapore, ogni odore, ogni azione che hai sperimentato dal giorno della nascita, io ho impiantato nelle tue cellule più di mille miliardi di miliardi di molecole proteiniche. Ogni evento della tua vita è là, attende soltanto che tu lo richiami. E, per aiutare il cervello a controllare il corpo, io ho disseminato, in
tutto il tuo essere, quattro milioni di terminali sensibili al dolore, cinque milioni di rivelatori di contatto e più di duecentomila sensori di temperatura. Non c'è nazione che protegga il suo oro meglio di quanto sei protetto tu. Nessuna delle antiche meraviglie del mondo create dall'uomo è più grande di te.
Tu sei la mia creazione più bella.
In te c'è tanta energia atomica da distruggere una delle grandi città del mondo... e ricostruirla.
Sei povero? Non possiedi né oro né argento?
No. Tu sei ricco! Abbiamo appena contato insieme le tue ricchezze. Studia questo elenco. Conta di nuovo i tuoi averi. Controlla le tue risorse!
Perché hai tradito te stesso? Perché hai gridato che tutti i beni dell'umanità ti erano stati sottratti? Perché hai ingannato te stesso pensando di essere impotente a cambiare la tua vita? Sei privo di talento, sensibilità, piacere, istinti, sensazione e orgoglio? Sei senza speranza? Perché annaspi nelle ombre, gigante sconfitto, e attendi soltanto una spinta per entrare nell'agognato vuoto, nello squallore dell'inferno?
Tu hai così tanto. La tua coppa trabocca di benedizioni... e tu le hai ignorate, come un bambino viziato, sin da quando te le ho elargite con generosità e regolarità.
Rispondimi.
Rispondi a te stesso.
Esiste al mondo un ricco, vecchio e malato, debole e impotente, che non vorrebbe scambiare tutto l'oro dei suoi forzieri con le benedizioni che tu hai trattato con tanta leggerezza? Apprendi dunque il primo segreto della felicità e del successo: tu possiedi, sin da ora, ogni benedizione necessaria a raggiungere grande gloria. Esse sono il tuo tesoro, gli strumenti con cui costruire, a partire da oggi, le fondamenta di una vita nuova e migliore.
Quindi, io ti dico, conta le tue benedizioni e sappi che tu sei già la mia più grande creazione. Questa è la prima legge cui devi ubbidire per compiere il più grande miracolo del mondo: il ritorno della tua umanità dalla morte vivente.
E sii grato per le lezioni che hai imparato dalla povertà. Perché non è povero chi ha poco; è povero solo chi desidera molto... e la vera sicurezza non si trova nelle cose che si possiedono ma in quelle di cui si può fare a meno.
Dove sono gli ostacoli che hanno causato il tuo fallimento? Esistevano soltanto nella tua mente.
Conta le tue benedizioni. E la seconda legge deriva dalla prima. Afferma la tua grande rarità. Tu sei condannato a un campo di inezie, e là tu giaci, incapace di perdonare il tuo fallimento, a distruggerti con l'odio, l'autoaccusa e la repulsione
per i crimini che hai commesso contro te stesso e gli altri.
Non sei perplesso?
Non ti chiedi perché io sono capace di perdonare i tuoi fallimenti, le tue trasgressioni, il tuo pietoso comportamento... mentre tu non riesci a perdonare te stesso?
Mi indirizzo ora a te, per tre ragioni. Tu hai bisogno di me. Tu non sei uno del branco, votato alla distruzione in una massa grigia di mediocrità. E... tu sei una grande rarità.
Osserva un dipinto di Rembrandt o un bronzo di Donatelle o un violino di Stradivarius o un dramma di Shakespeare. Hanno grande valore per due motivi.

Sono stati creati da grandi maestri ed esistono in numero limitato. Ma non sono unici.
In base a questo ragionamento tu sei il tesoro più prezioso sulla faccia della terra, perché tu sai chi ti ha creato e tu sei un esempio unico.
Mai, tra tutti i settanta miliardi di esseri umani che hanno percorso questo pianeta sin dall'inizio dei tempi, ce n'è stato un altro che fosse esattamente come te.
Mai, fino alla fine del tempo, ci sarà un altro come te.
Tu non hai mostrato di comprendere, di apprezzare la tua unicità.
Eppure sei la cosa più rara del mondo.
Da tuo padre, nel momento supremo dell'amore, sono fluiti innumerevoli semi d'amore, più di quattrocento milioni. Tutti, mentre nuotavano dentro a tua madre, resero l'anima e morirono. Tutti eccetto uno! Tu.
Tu solo hai perseverato, entro il caldo amoroso corpo di tua madre, alla ricerca dell'altra metà di te, una sola cellula di tua madre, cosi piccola che ne sarebbero necessarie più di due milioni per riempire un guscio di ghianda.
Eppure, nonostante terribili contrasti in quel vasto oceano di oscurità e lotta,hai perseverato, hai trovato quella cellula infinitesimale, ti sei unito ad essa e hai cominciato una nuova vita. La tua vita.
Sei arrivato portando con te, come fa ogni bambino, il messaggio che io non ero ancora scoraggiato dall'uomo. Due cellule ora unite in un miracolo. Due cellule, contenente ciascuna ventitré cromosomi e dentro ad ogni cromosoma centinai di geni, destinati a governare tutte le tue caratteristiche, dal colore degli occhi al fascino dei modi alle dimensioni del cervello.
Con tutte le combinazioni ai miei ordini, incominciando da quel singolo spermatozoo tra i quattrocento milioni di tuo padre, attraverso le centinaia di geni in ciascun cromosoma di tua madre e di tuo padre, avrei potuto creare trecentomila miliardi di esseri umani, ognuno differente dall'altro.
Ma che cosa ho prodotto?
Te! Unico. La più rara delle rarità. Un tesoro inestimabile, dotato di qualità di mente e di parola e di movimenti e di aspetto e di azione diverse da quelle di chiunque sia mai vissuto, viva, o vivrà.
Perché ti sei valutato in spiccioli mentre il tuo valore è inestimabile?
Perché hai ascoltato coloro che ti sminuivano e, peggio ancora, gli hai prestato fede? Prendi consiglio. Non nascondere più la tua rarità nelle tenebre. Portala alla luce. Mostrala al mondo. Sforzati di non camminare come cammina il tuo fratello, di non parlare come parla il tuo capo, di non lavorare come lavora il mediocre. Non fare quel che fa un altro. Non imitare mai. Perché come sai di non star imitando il male? Perché colui che imita il male va sempre oltre l'esempio, mentre chi imita il bene stenta a raggiungerlo. Non imitare nessuno.
Sii te stesso. Mostra al mondo la tua rarità e il mondo ti inonderà d'oro. Questa dunque è la seconda legge.
Proclama la tua rarità.
E ora hai ricevuto due leggi.
Conta le tue benedizioni! Proclama la tua rarità!
Tu non hai ostacoli. Tu non sei mediocre.
Fai un cenno di assenso. Sorridi. Ammetti di esserti ingannato.
Qual era l'altra tua lagnanza? Non ti capitano mai le buone occasioni?
Prendi consiglio, le occasioni arriveranno perché ora ti dò la legge del successo, per ogni eventualità. Molti secoli fa questa legge fu data ai tuoi antenati sul pendio di una montagna. Alcuni seguirono la legge, ed ecco, la loro vita fu ricolma dei frutti della felicità, soddisfazioni, oro e pace dell'anima. I più non ascoltarono, poiché seguivano itinerari devianti o aspettavano che il diavolo chiamato fortuna consegnasse loro le ricchezze della vita. Attesero invano... proprio come tu hai atteso, e poi piansero, come tu piangi, attribuendo la sfortuna alla mia volontà. La legge è semplice. Giovani o vecchi, poveri o re, bianchi o neri, maschi o femmine... tutti possono usare il suo segreto a proprio vantaggio; perché di tutte le regole e i discorsi e le scritture sul successo e su come ottenerlo, soltanto un metodo non ha mai fallito, questo: se qualcuno ti chiede di fare un miglio con lui... fanne due.
Questa è dunque la terza legge... il segreto che produrrà ricchezza e plauso ben oltre quanto hai sognato. Fa' un altro miglio!
L'unico mezzo sicuro per ottenere successo è offrire un servizio migliore in quantità e qualità di quello che ci si attende da te, qualunque sia il compito che ti viene affidato. Questo è il comportamento seguito da tutte le persone di successo, fin dall'inizio dei tempi. Di conseguenza io ti dico che il modo più

sicuro di condannarti alla mediocrità è compiere soltanto il lavoro per cui sei pagato.
Non credere di venir truffato se fai di più del denaro che ricevi. Perché c'è un pendolo in tutta la vita, e il sudore che tu offri in più, se non è ricompensato oggi, ti tornerà indietro domani decuplicato. Il mediocre non fa mai un miglio in più, perché così - egli pensa - si imbroglia da solo. Ma tu non sei mediocre.

Fare un miglio in più è un privilegio di cui tu devi appropriarti di tua iniziativa.

Non puoi, non devi evitarlo. Non lo fare, fa' soltanto quel poco che fanno gli altri,e la responsabilità del fallimento sarà soltanto tua.
È inevitabile che tu riceva la giusta ricompensa per i servizi che rendi, così come è inevitabile che ti venga a mancare la remunerazione se rifiuti di renderli.

Causa ed effetto, mezzi o fini, seme e frutto non possono essere divisi.

L'effetto già fiorisce nella causa, il fine preesiste nei mezzi, e il frutto è sempre nel seme.
Fa' un miglio in più.
Non preoccuparti, se dovessi servire un padrone ingrato. Servilo meglio.
E invece che lui, fa' che sia io in debito con te, perché allora saprai che ogni minuto, ogni parte di servizio in più, ti sarà ripagato. E non angustiarti, se la tua ricompensa non dovesse arrivare presto. Perché più ti viene ritardato il pagamento, meglio per te... Interessi composti su interessi composti sono il più grande beneficio di questa legge.
Non puoi obbligare il successo a venire da te, puoi soltanto meritarlo... ed ora tu conosci il grande segreto necessario per essere degno della sua rara ricompensa.
Fa' un altro miglio!
Dov'è quel campo dove tu piangevi che non c'erano opportunità? Guarda!
Guardati intorno. Vedi dove soltanto ieri tu sguazzavi tra i rifiuti
dell'autocommiserazione? Ora cammini a testa alta su un tappeto d'oro. Niente è cambiato... se non tu, ma tu sei tutto.
Tu sei il mio più grande miracolo.
Tu sei il più grande miracolo del mondo.
Ed ora le leggi della felicità e del successo sono tre.
Conta le tue benedizioni! Proclama la tua rarità! Fa' un altro miglio!
Abbi pazienza nel progredire. Contare le tue benedizioni con gratitudine, proclamare la tua rarità con orgoglio, fare un miglio in più e poi ancora un altro, non sono cose che si compiono in un batter d'occhio. E poi, quel che acquisisci con difficoltà lo tratterrai più a lungo: coloro che hanno guadagnato una fortuna sono più attenti ad essa di quelli che l'hanno ricevuta in eredità.
E non avere paura quando entrerai nella tua nuova vita. Non c'è nobile conquista che sia esente da rischi. Chi li teme non deve attendersi nulla. Ora tu sai di essere un miracolo. E i miracoli non hanno paura.
Sii fiero. Tu non sei il capriccio momentaneo di un creatore incurante che fece esperimenti nel laboratorio della vita. Tu non sei schiavo di forze che non puoi

comprendere. Tu sei la libera manifestazione di nessun'altra forza se non la mia, di nessun altro amore se non il mio. Tu fosti creato con uno scopo.
Senti su di te la mia mano. Ascolta le mie parole.
Tu hai bisogno di me... e io ho bisogno di te.
Noi dobbiamo ricostruire un mondo... e se per far questo c'è bisogno di un miracolo, che è mai per noi? Siamo tutti e due un miracolo, ed ora possiamo contare l'uno sull'altro.
Io non ho mai perso la fiducia in te fin dal giorno in cui per la prima volta ti pescai da un'onda gigantesca e ti buttai inerme sulle sabbie. Secondo la tua misura del tempo, questo avvenne più di cinquecento milioni di anni fa. Ci furono diversi modelli, diverse forme, diverse dimensioni prima che io raggiungessi la perfezione in te, più di trentamila anni fa. In questi anni non ho fatto ulteriori sforzi per migliorarti.
Come si può infatti migliorare un miracolo? Tu eri una meraviglia a vedersi ed io ne ero compiaciuto. Io ti diedi questo mondo e il dominio su di esso. Poi, per metterti in grado di raggiungere il tuo pieno potenziale, posai su di te la mia mano, ancora una volta*, e ti dotai di poteri sconosciuti a ogni altra creatura dell'universo, fino a questo giorno.
Ti diedi il potere di pensare.
Ti diedi il potere di amare.
Ti diedi il potere di volere.
Ti diedi il potere di ridere.
Ti diedi il potere di immaginare.
Ti diedi il potere di creare.
Ti diedi il potere di progettare.
Ti diedi il potere di parlare.
Ti diedi il potere di pregare.
Ero fiero di te, illimitatamente. Tu eri la mia creazione definitiva, il mio miracolo più grande. Un completo essere vivente. Un essere che può adattarsi a ogni clima, a ogni difficoltà, a ogni sfida. Che può gestire il proprio destino senza alcuna interferenza da parte mia. Che può tradurre sensazioni e percezioni, non per istinto ma attraverso il pensiero e la ragione, nelle azioni migliori per se
stesso e per tutta l'umanità.
Così giungiamo alla quarta legge del successo e della felicità... poiché io ti diedi un potere in più, un potere così grande che neppure i miei angeli lo possiedono.
Io ti diedi... il potere di scegliere.
Con questo dono ti ho posto perfino al di sopra dei miei angeli... perché gli angeli non sono liberi di scegliere il peccato. Io ti ho dato il controllo completo sul tuo destino. Ti ho detto di decidere da solo, secondo la tua libera volontà.

Per natura non essendo né celeste né terreno, tu fosti libero di modellarti nella forma che preferivi. Hai avuto il potere di scegliere, di degenerare nelle più basse forme di vita, ma hai avuto anche il potere, in base al giudizio della tua anima, di rinascere in forme più alte, che sono divine.
Io non ti ho mai tolto il tuo grande potere, il potere di scegliere.
Che cosa ne hai fatto, di questa forza tremenda? Guardati. Pensa alle scelte che hai fatto nella vita e richiama, ora, quegli amari momenti in cui saresti caduto in ginocchio, se soltanto avessi avuto l'opportunità di cambiare le tue scelte.
Quel che è passato è passato... e ora tu conosci la quarta grande legge della felicità e del successo... Usalo saggiamente il tuo potere di scegliere.
Scegli di amare... invece di odiare.
Scegli di ridere... invece di piangere.
Scegli di creare... invece di distruggere.
Scegli di perseverare... invece di lasciar perde-
Scegli di lodare... invece di biasimare. Scegli di curare... invece di ferire. Scegli di dare... invece di rubare. Scegli di agire... invece di procrastinare. Scegli di crescere... invece di imputridire. Scegli di pregare... invece di maledire. Scegli di vivere... invece di morire.
Ora tu sai che le tue disgrazie non erano dovute, alla mia volontà poiché fosti investito di ogni potere, e l'accumulo di azioni e pensieri che ti hanno collocato
tra i rifiuti dell'umanità furono opera tua, non mia. I miei doni di potenza furono troppo grandi per la tua piccola natura. Ora tu sei diventato grande e saggio e i frutti della terra saranno tuoi.
Non accontentarti mai più delle briciole della vita!
Non nascondere mai i tuoi talenti, da questo giorno in poi!
Ricorda il bimbo che dice: « Quando sarò un ragazzo ». Ma che ne è di lui? perché il ragazzo poi dice: « Quando sarò un uomo ». Quando è un uomo dice:

« Quando sarò sposato ». Ma l'essere sposato che cos'è, dopo tutto? Il suo pensiero diventa quindi: « Quando vado in pensione... » E poi va in pensione, e guarda indietro, guarda il paese che ha attraversato, su di esso soffia un vento gelido e in qualche modo egli sa che tutto è perso, tutto se ne è andato.
Godi questo giorno oggi, e domani il domani.
Tu hai compiuto il più grande miracolo del mondo.
Tu sei ritornato dalla morte vivente.
Non proverai più per te un senso di autocommiserazione e ogni nuovo giorno ti porterà una sfida e una gioia.
Tu sei nato di nuovo. Ma proprio come prima, puoi scegliere il fallimento e la disperazione oppure il successo e la felicità. La scelta è tua. La scelta è esclusivamente tua. Io posso soltanto guardarti, come prima... con orgoglio... o con dolore.
Tu sei più di un essere umano, tu sei un essere umano in divenire.
Tu sei capace di grandi prodigi. Il tuo potenziale è illimitato. Chi altro, fra le mie creature, ha dominato il fuoco? Chi altro, tra le mie creature, ha vinto la forza di gravita, ha toccato i cicli, ha sconfitto la malattia, la peste, e la siccità?
Non avvilirti mai più! Ricorda, dunque, le quattro leggi della felicità e del successo.
Conta le tue benedizioni.
Proclama la tua rarità.
Fa' un miglio in più.
Usa saggiamente il tuo potere di scegliere.
E ancora una cosa, per completare le altre quattro. Fai ogni cosa con amore... amore per te stesso, amore per gli altri, e amore per me.
Asciugati le lacrime. Vieni, prendi la mia mano, e alza il capo.
Lascia che io tagli il sudario che ti ha avvolto.
In questo giorno ti è stato detto:
TU SEI IL PIU' GRANDE MIRACOLO DEL MONDO!
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