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Maria nei tre articoli del Simbolo di fede:

Ultimo Aggiornamento: 04/05/2011 15:52
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18/12/2008 09:09
 
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Maria nei tre articoli del Simbolo di fede:

Maria nei tre articoli del Simbolo di fede:
 I) Dio, Padre onnipotente creatore; Maria creatura.
II) Itinerario umano di Gesù Cristo; Maria sua madre.
III) Lo Spirito santo e la Chiesa; Maria membro della Chiesa e della comunione dei santi.

Proseguiamo il nostro approfondimento con l’esposizione della visione di Maria in rapporto agli articoli del Simbolo della nostra fede.

Il primo articolo del Simbolo di fede confessa Dio come "Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili".

Maria non è al di fuori o al di sopra della creazione ma ne fa parte, per cui non può essere assimilata alle dee pagane dell’antichità. Ella è umana perché "donna del nostro mondo", "figlia del popolo d’Israele", "sposa" e soprattutto "madre".

Nel corso dei secoli troppo spesso Maria è stata presentata come donna separata dagli esseri umani , simbolo di una femminilità ideale sublimata.

Altre volte è stata proposta erroneamente come modello di passiva sottomissione nei confronti degli uomini. Ella è stata, invece, una donna comune non paragonabile a nessuno dei personaggi femminili che avevano svolto ruoli importanti citati dall’Antico Testamento, niente di paragonabile a Miriam la sorella di Mosè, oppure a Debora o all’eroina Giuditta o alla regina Ester.

Nella mamma di Gesù, oggi come ieri, molti percepiscono una donna "come le nostre" che appartiene per la sua umanità al novero dei poveri del popolo di Dio. E’ a lei, come a una mamma, che si rivolgono i poveri, cercandovi conforto e consolazione. Ella è sposa di Giuseppe senza però condurre vita comune con lui(Mt 1,18), secondo l’esigenza ebraica della verginità prematrimoniale. Dopo la nascita di Gesù, Maria osserva fedelmente con Giuseppe i riti ebraici della nascita: circoncisione del bambino, purificazione della donna, consacrazione del primogenito con l’offerta di una coppia di tortore(Lc 2,21-24) come richiesto dalle leggi giudaiche.

Il piccolo Gesù viene presentato al tempio; Luca parla di presentazione e non di riscatto perché lui appartiene già a Dio ed è lui che riscatterà l’umanità intera.

Il secondo articolo confessa che "Gesù si è incarnato nella Vergine Maria e si è fatto uomo"; esso riassume l’insegnamento del Nuovo Testamento su Maria nel disegno di Dio e nella storia della salvezza.

I primi due capitoli dell’evangelo secondo Matteo accennano all’infanzia di Gesù; Maria vi occupa un posto molto discreto. Nella genealogia di Gesù, discendente di David, Matteo elenca una serie di antenati, fissati simbolicamente in una durata di quattordici generazioni, in cui sono nominati insieme, senza separazione, i genitori di Gesù: Giuseppe lo sposo di Maria, e Maria la sposa di Giuseppe. Maria è al contempo genitrice e madre, mentre Giuseppe è solamente il padre legale. Nessun dubbio sull’affermazione centrale che si unisce a quella di Luca: il concepimento di Gesù si è prodotto senza intervento maschile. La verginità di Maria non le impedisce di essere madre di Gesù; questa situazione fa parte del disegno di Dio che, per mezzo di Maria, ha voluto incarnarsi nella nostra storia. L’angelo la saluta: "Ave Maria piena di grazia" ed Elisabetta l’accoglie proclamando: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo". A Betlemme Maria partorisce il suo Figlio "primogenito", espressione che nella tradizione giudaica indica semplicemente che Gesù è soggetto ai privilegi e ai doveri che la Legge prescrive per i primogeniti e ciò non pregiudica minimamente il fatto che egli resterà "figlio unico". Maria vive questi avvenimenti conservandoli e meditandoli nel suo cuore, interiorizzando tutto quello che di straordinario si compie attorno a lei. Tuttavia la sua fede non le impedirà di sperimentare l’incomprensione e l’angoscia profetizzatale da Simeone durante la presentazione di Gesù al tempio. Ciò comincia a realizzarsi quando durante il pellegrinaggio in occasione della Pasqua, Gesù, ancora ragazzo, sfugge al controllo dei genitori e viene ritrovato tra i maestri nel Tempio; è allora che egli si rivela il Figlio stesso di Dio, chiamandoli a un cammino di "conversione": riconoscere, cioè, la vera identità di Colui che deve dedicarsi alle cose del Padre suo.

Allorché i concili ecumenici del V secolo la chiameranno Madre di Dio (Theotòkos) non sarà per glorificarla ma per confessare che colui che è nato da lei secondo la carne, è il Signore, è Dio.

Il terzo articolo è dedicato allo Spirito santo e alla Chiesa che ha origine nel Cenacolo a Pentecoste, quando Maria coi discepoli ed altri fratelli (circa 120) sono riuniti in preghiera in attesa di questo momento inaugurale.

La Chiesa, con al proprio centro Cristo Gesù, costituisce la comunione dei santi la quale raccoglie i credenti di ogni tempo che sono stati giustificati dalla sua grazia. Essa realizza il corpo di Cristo sulla terra nella Chiesa militante e nei cieli nella Chiesa trionfante.

Il posto di Maria nella comunione dei santi è stabilito a partire dal canone romano della messa che è all’origine del nostro canone attuale; Ambrogio la definisce "gloriosa Maria, sempre Vergine, Madre del nostro Dio e Signore Gesù Cristo". Prima vi è stata però un’evoluzione storica che ha visto nascere gradualmente la venerazione dei martiri che a partire da Stefano "hanno restituito a Cristo il sangue che Cristo ha versato per noi" e poi dei santi non martiri (morti nei loro letti), quali Atanasio, Martino, Ambrogio, Basilio, Monica, Agostino e Gregorio Magno.

E’ da notare che la precedenza di Maria nella comunione dei santi non implica però l’esclusione della venerazione degli altri santi, segno che Maria non eclissa l’immensa schiera di santi che la Chiesa onora. Allo stesso modo non sono da ignorare le grandi figure che partecipano alla medesima grande "nube di testimoni" nelle Chiese separate nate dalla Riforma, quali sono Martin Luter King, Maria Durand, Jan Hus, ecc.

Anche le Chiese ortodosse venerano santi e ne praticano la canonizzazione: Maria Skobcova, Silvano del Monte Athos, per citarne alcuni dei più noti.

[Modificato da maxis35 04/05/2011 15:52]
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