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Maria nella Riforma cattolica fino alla fine del XIX secolo

Ultimo Aggiornamento: 04/05/2011 15:48
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09/12/2008 11:23
 
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Maria nella Riforma cattolica fino alla fine del XIX secolo
  1. Maria nella Riforma cattolica fino alla fine del XIX secolo

A Bari, nel 1984, nell’occasione dell’incontro ecumenico con la Chiesa d’Oriente, Giovanni Paolo II affermò: "L’unità della Chiesa nascente è stata generata nel sangue della croce e suggellata il mattino di Pentecoste nel fuoco dello Spirito… L’unità è il frutto maturo dello Spirito; essa è la forma che soltanto l’amore può dare alla vita: essa non è assorbimento e neppure fusione" ("La traccia",2 (1984), pagg.198-200). Per attuare questa "Unità" occorre predisporre il cuore dei fedeli alla comprensione, sgombrando il pensiero da ogni pregiudizio. Dalla Riforma cattolica, così come si esprime nel concilio di Trento (1545-1536), le preoccupazioni primarie sono: la salvezza, la riforma della funzione episcopale e della pastorale diocesana, il miglioramento della formazione del clero, la santificazione dei credenti. Per quanto riguarda la teologia mariana il concilio di Trento non si pronuncia. Si assiste, invece, da parte delle diverse correnti cattoliche ad una serie di sforzi riformisti in difesa della venerazione di Maria, contro Lutero, riprendendo le argomentazioni medioevali a favore dell’immacolata concezione e dell’assunzione.

Pietro Canisio apologizza(8) a favore dei titoli di "Regina", "Speranza" e "Salvatrice". come pure dei miracoli, pellegrinaggi, immagini e altre manifestazioni di spiritualità mariana.

Si formano le fraternità mariane, quali le "Congregazioni della Santa Vergine", centrate sulla pietà mariana dedite alla pratica del rosario; Maria è invocata assieme a Gesù quale protettrice del credente; papa Pio V introduce nelle litanie lauretane l’espressione "Maria aiuto dei credenti". Maria è venerata quale "Immacolata", "Madre dei dolori", "Regina del cielo", "Madre del buon consiglio", "Aiuto dei cristiani", "Consolatrice degli afflitti", "Trionfatrice dell’eresia", "Maria delle vittorie".

In tutta l’Europa cattolica si sviluppa la devozione alla Madre di Dio, mentre nel protestantesimo, parallelamente, prende forma il "gioioso scambio" di coniugalità tra Cristo e il credente, caro a Lutero.

In questo contesto nell’ambiente cattolico, si manifestano alcune esagerazioni e devianze di pietà mariana che vengono però ridimensionate dall’intervento del Santo ufficio e dalla censura della Sorbona. Pur dichiarando: "anatema a chi nega Maria" il vescovo Meaux mette in guardia coloro che si lasciano trasportare da "credenze superstiziose" e da pietà simulate di certe pratiche mariane che anziché rendere onore a Maria "la oltraggiano". Papa Innocenzo XI nel 1681 proibisce la lettura di una delle opere allora più popolari - perché infarcita di aberrazioni teologiche sulla vita di Maria -: la Mistica città di Dio (1670) di Maria de Agreda, francescana spagnola. Questi eccessi e deviazioni devono essere letti come reazione alle tensioni provocate dagli scontri confessionali dell’epoca.

Parallelamente i protestanti si mantengono nella linea dei riformatori: il principio scritturistico impedisce ogni debordamento mariano fuori dai limiti stabiliti da Lutero e dai suoi contemporanei.

Il teologo protestante Charles Drelincourt (+ 1669), rispondendo alle accuse che i riformati disonorassero la beata Vergine e ne parlassero con disprezzo, asserisce, nella sua opera Dell’onore che deve essere reso alla santa e beata vergine Maria , che i riformati confessano in Maria la "Vergine", la "Beata", "rimasta vergine durante il parto come dopo il parto". Gli stessi riformati riconoscono "con gli antichi" che essa è "la Madre di Dio", "benedetta eternamente", "tutta raggiante di Virtù", "favorita più di tutti i profeti i santi gli angeli e i serafini". Egli però rifiuta le qualità di "Infante" di "Regina" e di "Imperatrice e Reggente del paradiso" attribuite a Maria dalla teologia romana.

Nel secolo XVIII, la teologia mariana cattolica subisce alcune attenuazioni; viene criticato, con l’approvazione della Congregazione dell’Indice, il "voto di sangue", giuramento di difendere fino al martirio l’immacolata concezione, considerato "superstizione da evitare" (Luigi Muratori).

Il dogma dell’Immacolata concezione, annunciato da Pio IX (1854), è accettato con entusiasmo da parte cattolica, ma costituirà un elemento supplementare di contrasto per le Chiese della Riforma e dell’Ortodossia.

Nel secolo XIX si ha il rifiorire della pietà mariana mediante l’abbondante letteratura popolare e i pellegrinaggi ai luoghi delle apparizioni; a Lourdes(1858) in particolare la Vergine Maria conferma: "Io sono l’Immacolata concezione!".

[Modificato da maxis35 04/05/2011 15:48]
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